mercoledì 27 aprile 2016

SUBURRA al Teatro Verdi Giuseppe di Casciana Terme (Pisa)


Cinema / Rassegna Film Invisibili
Venerdì  29 aprile 2016 alle 21,00
al Teatro Verdi Giuseppe di Casciana Terme (Pisa)
Il Cinema dal Vivo presenta
SUBURRA
Un film di Stefano Sollima.
Con Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Greta Scarano.
Introduce Alberto Masoni,fondatore e direttore di Terzostudio

 
Appuntamento con il cinema della rassegna “Film Invisibili”, in programma venerdì 29 aprile 2016 alle 21,00 al Teatro Verdi Giuseppe di Casciana Terme (Pisa). Alberto Masoni, fondatore e direttore di Terzostudio, introduce e presenta al pubblico il film “Suburra” di Stefano Sollima. Con Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Greta Scarano.

Il lungometraggio è tratto dal romanzo pubblicato lo scorso anno da Einaudi, scritto a quattro mani da Carlo Bonini, gornalista de La Repubblica e Giancarlo De Cataldo, magistrato. La pellicola racconta una storia di mediocrità umana e intrecci criminali, sul solco realistico di una cronaca che supera la fantasia degli autori.

Film Invisibili è la stagione cinematografica a firma del Comune di Casciana Terme Lari, collegata al più ampio cartellone del Teatro Liquido di Guascone Teatro.

Il ciclo “Film Invisibili” contiene film che nelle sale locali non sono mai stati proiettati. Sottotitolo della iniziativa, infatti, Cinema dal Vivo perché è sempre presente un esperto (regista, attore, sceneggiatore o docente) che presenterà la pellicola.

Aperitivi, panini, e taglieri dalle ore 19,30 al bar del teatro. Per informazioni: 328 0625881 - 320 3667354 – info@guasconeteatro.it - www.guasconeteatro.it. Ingresso ad offerta.

All’interno del cartellone “Teatro Liquido”, ovvero “Utopia del Buongusto” (il festival estivo) in tempi freddi, che coinvolge le quattro città d’acqua di Bientina, Casciana Terme Lari, Livorno e Pisa. Oltre 50 spettacoli che da novembre 2015 a maggio 2016 troveranno casa alle Sfide di Bientina e al Teatro Verdi Giuseppe, fù Carlo oste di Casciana Terme. Da quest’anno alcune date saranno anche al Lux di Pisa e al Teatro delle Commedie di Livorno. Una stagione smisurata e pazzesca per le forze di Guascone Teatro di Pontedera che ne cura l’organizzazione. 
Del Bimbo Fabrizio

sabato 23 aprile 2016

Pierfrancesco Favino ne La controra al Teatro della Pergola

20 aprile – 1 maggio
(feriale ore 20:45, festivo, ore 15.45; riposo lunedì 25 aprile)
 
Fondazione Teatro della Toscana
in coproduzione con Compagnia Gli Ipocriti
LA CONTRORA
di Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli
tratto da Le Tre sorelle di Anton Čechov
con Lunetta Savino, Fabrizia Sacchi, Paola Michelini, Anna Ferzetti, Antonella Lori, Pierfrancesco Favino, Bruno Armando, Guido Caprino, Totò Onnis, Francesco De Vito, Renato Marchetti, Teodosio Barresi, Gianluca Bazzoli, Domenico Pinelli
scene Luigi Ferrigno
costumi Lia Morandini
disegno luci Giuseppe D’Alterio
musiche STESQUA
maestro di voce Susan Main
video Marco Schiavoni
disegni sonori Sebastiano Basile
regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli
 
Durata: 2h e 15’, intervallo compreso.
 



Fino a domenica 1 maggio è in scena al Teatro della Pergola, in prima nazionale, La controra, spettacolo che Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli hanno tratto da Le Tre sorelle di Čechov. L’ambientazione familiare del Meridione negli anni ’50, più riconoscibile dal pubblico italiano, esalta la vita del testo e gli spunti di commedia che Čechov stesso nelle sue lettere diceva di non veder rappresentati a sufficienza.
Tra la lingua di Eduardo De Filippo e Pane, amore e fantasia, i dialoghi scivolano con leggerezza, i rapporti tra i personaggi diventano subito evidenti, forti si rivelano le analogie con il Sud, simili il senso del tempo, dello stare insieme, del fantasticare. Un lavoro che ha radici profonde nella biografia di Favino e Sassanelli, che lo dedicano alle loro madri, e che costituisce anche un omaggio allo stesso Teatro della Pergola.
In scena, accanto a Favino nel ruolo di Natale Vurro, le tre sorelle Vurro e cioè Lunetta Savino, Fabrizia Sacchi, Paola Michelini, e Anna Ferzetti, Antonella Lori, Bruno Armando, Guido Caprino, Totò Onnis, Francesco De Vito, Renato Marchetti, Teodosio Barresi, Gianluca Bazzoli, Domenico Pinelli. La regia è di Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli. Una produzione Fondazione Teatro della Toscana, in coproduzione con Compagnia Gli Ipocriti.
Mercoledì 27 aprile, ore 18, alla Pergola, la Compagnia incontra il pubblico. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
 
Le Tre sorelle di Čechov nel Sud Italia degli anni ’50. Il padre di una drammaturgia del presente, della ricerca dell’attimo, dello stare in ascolto, è stato adattato battuta per battuta da Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli, anche registi, trasportando quel mondo fatto di profumi, colori, sensazioni, che formano una fittissima partitura emozionale, dalla Russia a una zona che sta tra la Campania, la Puglia e la Basilicata. Qui, idealmente, si colloca la messinscena de La controra e la casa in provincia che le tre sorelle Vurro, Carmela, Maria e Caterina abitano insieme al loro fratello Natale. Un’ulteriore sfida, una drammaturgia più complessa, dopo il precedente di Servo per due, riadattamento de Il servitore di due padroni di Goldoni attraverso la riscrittura di Richard Bean, che per due stagioni ha entusiasmato i teatri di tutta Italia, Pergola compresa. L’idea è quella di trasportare un classico in una realtà ben identificabile dal pubblico di oggi, ridargli vita e respiro affinché gli spettatori possano riconoscersi pienamente nella storia raccontata. La lingua parlata dai personaggi è, come è evidente, meridionale, vicina ad alcune commedie di Eduardo De Filippo, che ha contribuito se non permesso al napoletano di diventare lingua teatrale nazionale. Favino e Sassanelli hanno condotto lo studio de Le Tre sorelle leggendo le lettere e gli scritti di Čechov, e poi hanno condiviso il lavoro con tutto il cast l’estate scorsa ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino, un periodo vissuto insieme, proprio come fanno i personaggi sulla scena, che ha contribuito a creare il gruppo e a cementare un linguaggio comune. Lo spettacolo, in prima nazionale alla Pergola fino a domenica 1 maggio, è la nuova produzione della Fondazione Teatro della Toscana, in coproduzione con Compagnia Gli Ipocriti. In scena, insieme allo stesso Pierfrancesco Favino nel ruolo di Natale Vurro, ci sono Lunetta Savino (Carmela Vurro), Fabrizia Sacchi (Maria Vurro), Paola Michelini (Caterina Vurro), Anna Ferzetti (Antonietta), Antonella Lori (Angelina, serva/governante), Bruno Armando (Gaetano Maggio, ufficiale medico), Guido Caprino (Ignazio Vacca, colonnello), Totò Onnis (Nicola Kant, tenente), Francesco De Vito (Vincenzo Soleri, capitano), Renato Marchetti (Filippo Fiorito), Teodosio Barresi (Teodosio Ferrari, usciere), Gianluca Bazzoli (Andrea Carlucci, tenente), Domenico Pinelli (Vito Petrone, tenente). Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Lia Morandini, il disegno luci di Giuseppe D’Alterio, le musiche di STESQUA, il maestro di voce è Susan Main, il video di Marco Schiavoni, i disegni sonori di Sebastiano Basile. La regia è di Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli.
Čechov scrive Le Tre sorelle espressamente per il Teatro d’Arte di Mosca. L’opera gli costa molta fatica e riesce a portarla a termine solo grazie alla tenace insistenza del direttore del Teatro, che voleva assolutamente da lui qualcosa di nuovo per la stagione. L’opera va in scena la prima volta il 31 gennaio 1901. L’adattamento di Favino e Sassanelli comincia già nel titolo, La controra. Al Sud la “controra” è quel momento del giorno in cui si sta in casa, in cui non sta bene uscire, si riposa o si parla attorno a un tavolo; è un’interruzione volontaria del fluire del tempo, nell’attesa che riprenda a scorrere negli impegni quotidiani. La casa è il centro di tutto, diventa famiglia e fa da testimone ai cambiamenti. Per Favino e Sassanelli quella casa è il teatro stesso, cioè la Pergola. L’allestimento, infatti, ne ha inglobato completamente l’architettura, lasciando il palcoscenico nudo, spoglio, facendo emergere solo pochi elementi scenici, gli attori e il testo: è come se la Pergola stessa fosse al centro del racconto, che non è solo comprensibile, ma perfino condivisibile, specchio della nostra odierna condizione umana ed esistenziale.
Svanite le prime speranze giovanili e il progetto di andare in città, matura inesorabilmente l’epilogo: Carmela Vurro invecchia sola, Maria Vurro non ama il marito, il maestro Filippo Fiorito, e però deve congedarsi dal colonnello (sposato) Ignazio Vacca di cui si era innamorata, perché viene trasferito in una località lontana. Natale è l’infelice marito dell’insensibile, rozza e presuntuosa Antonietta. Inoltre, muore in un assurdo duello il tenente Nicola Kant, che Caterina Vurro doveva sposare. Andando in direzione di un adattamento ci si è accorti, però, che questi personaggi che di solito appaiono arresi e sognano di andare via, in verità rincorrono in continuazione la vita e anzi guardano al futuro con positività. Soprattutto le figure femminili vengono generalmente rappresentate come in preda alla nostalgia, imprigionate da qualcosa che non avverrà mai, e invece ne La controra le tre sorelle sono donne che hanno la forza di ripartire, indipendentemente dagli uomini.
D’altronde, il senso del tempo e del sacro, della Provvidenza e dell’attesa che si vivono nel Sud Italia, sono sentimenti molto vicini a quelli raccontati da Čechov e la fine dell’800 del testo originale, in cui i personaggi escono dalla guerra di Crimea e aspettano di capire quale sarà la loro prossima destinazione, è equiparabile al periodo che dal secondo dopoguerra va agli anni Cinquanta e alla ripresa economica, periodo di stasi e attesa che si attraversa ne La controra. Per questo, quando hanno iniziato a lavorare sul testo, a Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli è venuto naturale ripensare ai luoghi e ai personaggi della loro infanzia – in Puglia, Favino a Candela, in provincia di Foggia, Sassanelli a Bari – ed entrambi dedicano lo spettacolo alle rispettive madri. Il 3, poi, è numero che ritorna nella famiglia di Favino: ha tre sorelle (Sassanelli due), la famiglia di sua madre è formata da tre sorelle e anche suo zio ha tre femmine. Le ragioni biografiche per la scelta de Le Tre sorelle danno forza all’intenzione che nello spettacolo non ci sia né rassegnazione né malinconia: ci sono persone che vogliono fare delle cose e agire per creare una vita meravigliosa, e seppur al momento non è così, l’importante è darsi da fare perché ciò accada. La “controra”, difatti, si riferisce pure al tempo che va al contrario: le cose dovrebbero girare in una certa direzione, ma ogni tanto l’orologio sembra andare contro l’ora corretta e contro il destino delle persone. Čechov fa iniziare il testo con un orologio che va 7 minuti avanti rispetto all’ora delle campane: scandiscono il tempo, ma contemporaneamente si disinteressano a ciò che le circonda, la storia e il destino vanno comunque avanti.
Noi siamo parte di qualcosa che è prima di noi e che lo sarà anche dopo. Questo ci aiuta a comprendere che è inutile innalzare dei muri: gli unici confini che possiamo davvero darci sono quelli della nostra immaginazione.
 
 
BIGLIETTI
Prezzi
INTERI
€ 32,00 PLATEA ● € 24,00 PALCHI ● € 16,00 GALLERIA
Ridotti (escluso domenica)
OVER 60
€ 28,00 PLATEA ● € 20,00 PALCO ● € 14,00 GALLERIA
UNDER 26
€ 20,00 PLATEA ● € 16,00 PALCO ● € 12,00 GALLERIA
SOCI UNICOOP FIRENZE (martedì e mercoledì)
€ 25,00 PLATEA ● € 18,00 PALCHI ● € 13,00 GALLERIA
 
BIGLIETTERIA
Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Online su www.teatrodellapergola.com/evento/la-controra/ e tramite la App del Teatro della Pergola.


Fabrizio ell Bimbo
Circuito regionale Boxoffice.
 

Inizia a Prato il 3/o Dragon Film Festival

Inizia il festival col film di Leonardo Cinieri Lombroso che racconta la straordinaria storia di amicizia tra una ragazza cinese e un’anziana donna italiana sarà presentato alle 17.00 E' la proiezione di Doris & Hong, il documentario di Leonardo Cinieri Lombroso che racconta la straordinaria storia di amicizia tra una studentessa cinese e un’anziana donna italiana, l’evento speciale della prima giornata pratese del 3/o Dragon Film Festival, domani, sabato 23 aprile ore 17.00 al Museo del Tessuto (via Puccetti 3, ingresso libero). Hong, ventitreenne amante dell’arte, arriva dalla Cina per studiare all’Accademia di Belle Arti di Roma. La casa l’ha trovata tramite un annuncio in rete di una signora settantenne, Doris, nata in Eritrea da famiglia italiana e arrivata nel paese sul finire degli anni ‘50. Le due donne si incontrano per quella che inizialmente sembra una convivenza temporanea, ma che finirà per durare due anni: durante il tempo trascorso insieme, le loro vite si
intrecceranno più di quanto entrambe possano mai immaginare. Dopo il film, il regista sarà presente in sala per incontrare il pubblico. La giornata al Museo del Tessuto si aprirà alle 15.00 con Welcome to the Happy Days di Gavin Lin (Taiwan, 2015, 96’) commedia di taiwanese diventata un piccolo caso cinematografico in patria. L'Happy Days del titolo è un albergo di Taipei, caduto in disgrazia dopo che la sua anziana fondatrice è rimasta coinvolta in un incidente. Neanche la nipote della donna riesce a migliorare la situazione, fino all’arrivo del giovane americano Allen, che si offre come volontario per lavorare all’hotel. Potranno una ragazza taiwanese e uno straniero far rivivere l’Happy Days, scoprendo il segreto nascosto al suo interno? L’evento è organizzato in collaborazione con il Taipei International Film Festival. Dopo la presentazione di Doris & Hong (Italia, 2015, 80’), alle 21.45 la serata si chiuderà con l’horror Death Trip di Billy Tang Hin-Shing (Cina, 2015, 88’). Una giovane coppia fugge dalla frenetica vita in città prendendosi una vacanza nell’esotica Malesia. Lungo la strada si imbatteranno in una bellissima ma misteriosa ragazza coreana che viaggia zaino in spalla facendo l’autostop e decideranno di darle un passaggio, ma la scelta si rivelerà essere un tragico errore, poiché la bella autostoppista è in realtà una psicopatica omicida. Il festival è organizzato grazie al contributo e al supporto della Repubblica Popolare Cinese; Hong Kong Special Admitistrative Region of the People Republic of China; Hong Kong Economic and Trade Office Bruxelles; Regione Toscana; Regione Toscana; Comune di Firenze; Comune di Prato; Museo del Tessuto; Associazione Generale dei Cinesi a Firenze; Istituto Confucio presso l’Università di Firenze; Associazione Musicisti Cinesi in Italia; Fondazione Sistema Toscana; Quelli della Compagnia. Media partner: Radio Italia Cina; Radio Toscana; Firenze Spettacolo; MyMovies; Affari Italiani; Asian World; Taxidrivers; Asian Fest; Go Go Firenze; Long Take; Vertigo 24. In collaborazione con Beijing International Film Festiva; Shanghai International Film Festival; International HK Film Festival; Taipei Film Festival. Con ingresso libero Per informazioni: info@dragonfilmfestival.com 

Del Bimbo Fabrizio

lunedì 18 aprile 2016

Paolo Bettini ospite del punto Enel di Arezzo


GIRO D’ITALIA 2016, GRANDE SUCCESSO PER PAOLO BETTINI AL PUNTO ENEL

 
 Inizia il Giro d’Italia 2016, Enel è sponsor ufficiale della Maglia Rosa. E' approdata ieri pomeriggio ad Arezzo per uno speciale tour itinerante insieme a un ospite d’eccezione: al Punto Enel di via Garibaldi, Paolo Bettini, grande ciclista toscano già campione olimpico, campione del mondo e commissario tecnico della Nazionale ciclistica italiana fino al 2013, si è intrattenuto con tanti appassionati di ciclismo per raccontare le sue imprese, fare foto e firmare autografi.
Insieme a Bettini, protagonisti della giornata sono stati la Maglia Rosa e il Trofeo Senza Fine, icone indiscusse della competizione sportiva esposti al Punto Enel.  Per tutti i partecipanti cappellini e gadget Enel del Giro, bike test e giochi interattivi dedicati alla corsa rosa. All’evento sono intervenuti l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, l’assessore allo sport del Comune di Arezzo Lucia Tanti, il responsabile area mercato Enel per la Toscana Nicola Polverari e il referente affari istituzionali Enel Toscana e Umbria Emiliano Maratea.
Enel è sponsor della Maglia Rosa del Giro D’Italia 2016, e lo sarà fino all’edizione del 2018. Il Gruppo aderisce ai valori positivi che la principale manifestazione ciclistica italiana e la Maglia Rosa incarnano: coraggio, passione, leadership, forza, determinazione, rispetto, spirito di squadra, vicinanza al territorio. Enel seguirà le varie tappe del Giro con attività itineranti: eventi, esposizione di prodotti, bike e test drive, promozioni dedicate alle bici e alle auto elettriche per una manifestazione sempre più all’insegna del rispetto dell’ambiente e dell’innovazione.
Del Bimbo Fabrizio
 

sabato 9 aprile 2016

Teatri Uniti in Toscana prosegue al Saloncino della Pergola




mercoledì 13 aprile, ore 19

Teatri Uniti
Andrea Renzi
FUOCHI A MARE PER VLADIMIR MAJAKOVSKIJ
di Andrea Renzi
luci Pasquale Mari
suono Daghi Rondanini
direzione tecnica Lello Becchimanzi

mercoledì 13, ore 21
giovedì 14 aprile, ore 19

Teatri Uniti
Licia Maglietta
MANCA SOLO LA DOMENICA
da Pazza è la luna di Silvana Grasso
scene e regia Licia Maglietta
con
Vladimir Denissenkov
costumi
Katia Esposito
luci
Cesare Accetta
suono
Daghi Rondanini
direzione tecnica Lello Becchimanzi

giovedì 14 aprile, ore 21

Teatri Uniti
Federico Odling e Andrea Renzi
CAPRONI!
Invenzione a due voci
testi Giorgio Caproni
musica Federico Odling
suono Daghi Rondanini
costumi Ortensia De Francesco
direzione tecnica Lello Becchimanzi
regia Andrea Renzi


Mercoledì 13 e giovedì 14 aprile ultimi spettacoli nel Saloncino della Pergola di Firenze per la rassegna Teatri Uniti in Toscana. Andrea Renzi si confronta in scena con la parola poetica di Majakovskij (Fuochi a mare per Vladimir Majakovskij, mercoledì 13 aprile, ore 19) e Giorgio Caproni (Caproni!, giovedì 14 aprile, ore 21), mentre Licia Maglietta dà vita a una donna da romanzo, donna Borina, da Pazza è la luna di Silvana Grasso (Einaudi), in Manca solo la domenica (mercoledì 13 aprile, ore 21, giovedì 14 aprile, ore 19).
Di pomeriggio, in Sala Spadoni, spazio alle proiezioni a ingresso libero di pellicole legate all’attività cinematografica di Teatri Uniti e presentate con successo nei principali festival internazionali. L’area tematica è Gli interpreti e un po’ di storia.
Mercoledì 13 aprile, ore 19, Andrea Renzi restituisce al pubblico del Saloncino della Pergola pensieri e allucinazioni che si inseguono in una sorta di “flusso di coscienza”, in un rimescolarsi di sensazioni ed emozioni, tratte dai versi del grande Vladimir Majakovskij. Fuochi a mare per Vladimir Majakovskij è una requisitoria poetica incentrata, in particolar modo, sui testi del poemetto La Nuvola in Calzoni. Dalla tribuna di un piccolo tavolino, sullo sfondo un cielo stellato, Andrea Renzi ingaggia un corpo a corpo con i temi universali dell’amore, della religione, della poesia e della rivoluzione, realizzando un insuperabile e innovativo manifesto della concezione poetica di Majakovskij.
“Armato dei suoi versi e di una Smith and Wesson a canna corta”, chiarisce Renzi, “in una immaginaria conferenza cosmica e pirotecnica, il grande poeta russo Vladimir Majakovskij si presenta in tutta la sua smisurata, tenera e trascinante vitalità. In un montaggio scandito dallo sparo suicida, giungono fino a noi le gemme verbali, le burle immaginifiche, i concitati paradossi, gli amori disperati e carnali e le profetiche visioni di questo gigante del secolo scorso. Forse, nani quali siamo, faremmo bene a metterci sulle sue spalle”.
Il ritmo dello spettacolo resta sempre teso e sostenuto fino allo stremo dell’interprete (un Andrea Renzi che svela, segue con intelligenza, accompagna da attore Majakovskij più che incarnarlo), e del pubblico stesso che da quell’energia, oltre che dalla continua meraviglia delle parole, è rapito, tenuto in pugno, battuto.
Fuochi a mare per Vladimir Majakovskij è un tributo a un poeta e alla poesia come ‘Luogo della Vita’, come fosse un tributo all’Etna, alle Alpi, al delta del Nilo”, riflette Andrea Renzi, “come fosse un tributo a una cannoniera, a una cimice, a un cucciolo di cane. Qualcuno ha scritto che l’arte deve essere contro la bomba atomica, cioè contro la disintegrazione della coscienza. Condivido questa posizione e la vita e la poesia di Vladimir Majakovskij sono contro la bomba atomica”.

Giovedì 14 aprile, ore 21, Andrea Renzi con il violoncellista Federico Odling mette in scena una fusione di parole e melodia per attraversare l’opera di Giorgio Caproni in forma di concerto. Caproni! è uno spettacolo che rende omaggio a uno dei protagonisti del Novecento letterario italiano dotato di “limpida cantabilità, ma al confine del nulla”, come scriveva di lui Calvino.
“Il viaggio intrapreso all’interno dell’opera di Caproni è un’escursione ad alta quota, l’aria è buona, fina e talvolta è bene sedersi a contemplare il paesaggio”, ricorda Andrea Renzi, “fin dalla nostra prima collaborazione teatrale, per Santa Maria D’America nel 2004, con Federico Odling abbiamo ipotizzato una messinscena del poemetto Il Conte di Kevenhüller del 1986, un denso testo della maturità dove un cacciatore insegue un’allegorica Bestia Feroce e ingaggia un corpo a corpo con il male assoluto. Caproni gioca nella composizione a disporre l’azione del protagonista tra le pieghe di un libretto musicale e abbiamo raccolto questa sua scelta come un’istigazione al teatro. Ma Il Conte è solo una vetta di una più vasta catena montuosa ed è stato naturale prolungare l’esplorazione ai Versi livornesi dedicati alla madre, al famoso Congedo, ai sorprendenti e anarchici “versicoli”, alle nitide prose”.
Recitare Caproni, cantare Caproni, suonare Caproni. È esattamente ciò che si propongono Andrea Renzi e Federico Odling. In scena l’opera del poeta toscano diviene teatrale “invenzione a due voci”, una fusione tra poesia e musica, all’interno dei confini del palcoscenico. Giorgio Caproni, infatti, nasce come musicista e allievo compositore violinista al Conservatorio di Genova. In Caproni! partitura musicale e teatrale convivono e conversano, le parole scivolano veloci dai fogli e sembrano aleggiare, sostenute dalle note musicali. Così il poeta tracima dalla carta e si insinua nel teatro, che squarcia il pallido velo omogeneo inciso dall’inchiostro per approdare a ciò che dietro si nasconde.


Teatro della Pergola, via della Pergola 30, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Circuito regionale Boxoffice

Mercoledì 13, ore 21, e giovedì 14 aprile, ore 19, nel Saloncino della Pergola, Licia Maglietta insieme a Vladimir Denissenkov, grande maestro del bayan, la peculiare fisarmonica russa, porta in scena una figura insieme mitica e reale, che incarna l’esuberanza della vita, ma con sguardo sorridente e commosso. Tratta dal romanzo Pazza è la luna di Silvana Grasso (Einaudi), donna Borina, all’anagrafe Liboria Serrafalco, sposata Liuzzo, è un’immaginaria e devotissima vedova di sei defunti sconosciuti, scelti come indimenticati mariti ‘adottivi’, in una Sicilia senza tempo.
“Esistono amori che non danno la felicità ma… se ne possono vivere altri!”, chiarisce Licia Maglietta, “Borina trasforma tutto fino all’estremo. La sua vulnerabilità non è stata rispettata e lei si riappropria di tutto e di tutti. Andare lontano dalla propria casa. Fantasticare una vita di sentimenti amorosi e luttuosi. Desiderare passioni, amori e soprattutto uno status, riconosciuto da tutti, da poter portare dipinto sulla faccia come una voglia di fragola”.
Nel romanzo, come sulla scena, le inconsapevoli spoglie di questi uomini diventano ‘oggetto’ di un rito quotidiano che la donna dedica a essi con puntuali visite e in cui adorna di rose baccarà le loro lastre tombali. È il modo con cui Borina rifiuta la frustrazione di un amore mancato, di un rapporto infelice, alla ricerca di sentimenti e passioni forti.
“E se la realtà le impedisce di vivere l’amore”, termina Maglietta, “Borina non se ne preoccupa: pianifica. Come una straordinaria attrice dal lunedì al sabato accanto alla sua vita piatta e prevedibile, come quella di tutto il paese, ne affianca un’altra fatta di tournée in altri luoghi nel suo ruolo di vedova! L’unico cruccio resta la domenica. Sì, manca solo la domenica…”



Le proiezioni di film in Sala Spadoni
(ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili)

Area tematica: Gli interpreti e un po’ di storia.

mercoledì 13 aprile

ore 16 Gli interpreti e un po’ di storia
Delirio amoroso (73’) 2005
da Alda Merini
con Licia Maglietta
regia Licia Maglietta, Silvio Soldini

ore 17.30 Gli interpreti e un po’ di storia
L’uomo di carta (72’) 1996
con Andrea Renzi
regia Stefano Incerti

giovedì 14 aprile

ore 16 Gli interpreti e un po’ di storia
Scene napoletane (72’) 2014
di Angelo Curti
regia Margherita Lamagna

ore 17.30 Gli interpreti e un po’ di storia
Magic People Show  (63’) 2007
da Giuseppe Montesano
con Andrea Renzi, Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Luciano Saltarelli
riprese e montaggio Maurizio Fiume, Gennaro Visciano
Del Bimbo Fabrizio

La DOC Breganze a Vinitaly 2016


Importante appuntamento a Veronaper il Vinitaly da domenica 10 a mercoledì 13 aprile: la Denominazione di Origine Controllata “Breganze” sarà presente a con il Consorzio di Tutela e 8 soci produttori. Alla 50esima edizione della manifestazione internazionale dedicata al vino, ci saranno quindi le specifiche del territorio breganzese, dalla “trilogia” del Vespaiolo (fermo, spumante e passito) ai grandi vini da vitigni internazionali, primo fra tutti, il Cabernet.
Ecco le nostre coordinate: il Consorzio di Tutela e i produttori Col Dovigo, Vignaioli Contrà Soarda, Villa Angarano e Vigneto Due Santi saranno al pad. 4 (Regione Veneto), agli stand G4/G5. Il Consorzio di Tutela, che coordina la “collettiva Breganzese” nell’area di Made in Vicenza presenterà, nella propria area espositiva, i vini di tutte le piccole realtà del territorio che non sono presenti direttamente alla kermesse veronese: sarà possibile assaggiare dieci sfumature di Vespaiolo e Torcolato. Dopo il rosato “5 Sisters” di Villa Angarano, anche il Vespaiolo Angarano Bianco quest’anno debutterà con il tappo a vite per l’annata 2015. Il Vigneto Due Santi porterà a Verona tutta la gamma di bianchi, rossi e il Torcolato, con menzione particolare per il pluripremiato Cavallare. Vignaioli Contrà Soarda punta sui vini naturali e presenta, oltre alle nuove annate, la prosecuzione del progetto “Musso”: dopo il Serafino 2010 dello scorso anno, quest’anno tocca all’Oliva 2011 e alla Riserva 2007. Col Dovigo scommette ancora sul Vespaiolo Spumante “Perlena”, sul bianco Rivole (Tai, Chardonnay e Sauvignon), sul Pinot Grigio selezione Vignariva e sul taglio bordolese SUAM.
La Cantina Beato Bartolomeo sarà al pad. 4, stand F7, dove presenterà il Vespaiolo Spumante Metodo Classico 2013 (dopo una permanenza sui lieviti di 24 mesi), le nuove annate degli Spumanti Extra Dry metodo Charmat (Vespaiolo DOC e Prosecco DOC), oltre allo Spumante “Rosa di Sera”. Saranno presentate le nuove annate della linea Savardo (Cabernet Sauvignon, Marzemino e Pinot Nero del 2014; Pinot Grigio e Vespaiolo del 2015) e, per quanto riguarda la linea “Bosco Grande”, lo Chardonnay Superiore DOC 2015, il Merlot Superiore DOC 2013 e il Cabernet Superiore DOC 2013. Non possono mancare il “Kilò” Cabernet Sauvignon 2013 ed il Torcolato 2011.
La Cantina Maculan sarà presente al pad. 7, stand B3. Come sempre in presentazione ci sarà tutta la produzione e in particolare, quest’anno, le nuove annate sia dei vini bianchi (2015) che dei rossi (2014) e dei dolci (Torcolato ed Acininobili 2011).
La cantina Firmino Miotti, sarà presente al pad. 8, stand 8C9, postazione 7, dove porterà gli autoctoni rossi e i bianchi rifermentati in bottiglia (sur lie). La novità di quest'anno sarà il Fondo 53, fizzante sur lie, da uve Pedevenda, Sampagna, Vespaiola e Gruaio.
Debutta quest’anno a Vinitaly la cantina IoMazzucato, che presenterà tutta la linea. In dettaglio, quattro bianchi: Vespaiolo, Chardonnay, Pinot Grigio e il “Lanb” (Pinot Bianco e Traminer); quattro rossi: Cabernet, Merlot, Syrah e il “Roccolo” (Cabernet/Merlot); il Prosecco DOC Brut ed Extra Dry ed il Torcolato DOC.


Del Bimbo Fabrizio
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MIDDLE EAST NOW FESTIVAL SABATO 9 aprile 2016


 
 

 


 
 
 
OGGI SABATO 9 aprile:
highlights del programma
 
 
 
Proiezione speciale di A Syrian Love Story di Sean McAllister (ore 20.45_Odeon)
Amer e Raghda, compagni di militanza politica e amanti uniti dal destino in una prigione siriana, sono i protagonisti di “A Syrian love story” (ore 20.45, cinema Odeon), il pluripremiato documentario al centro della giornata. Quando, nel 2009, il regista Sean McAllister s’imbatte per la prima volta nella coppia, Raghda è in carcere e ha lasciato Amer a prendersi cura dei loro 4 figli; ma ben presto arriva la “primavera araba” a sconvolgere la regione e a cambiare il destino di questa famiglia. Girato nell’arco di cinque anni, il film ripercorre un’incredibile odissea verso la libertà e s’intreccia in modo stretto con le vicende del regista, lui stesso arrestato dai servizi segreti.

 
 
 
 
CINEMA ODEON:
 
 
 
dalle ore 14.45, il cortometraggio “Tuesday” di Ziya Demirel, minuzioso lavoro di osservazione sulla quotidianità di una ragazza adolescente, e sul potere degli uomini rispetto allo spazio personale delle donne; a seguire “Pandora’s Box”, ultimo film dell’omaggio che il festival dedica alla regista turca Yesim Ustaoglu, un’indagine sul ruolo della memoria e il suo funzionamento come meccanismo di fuga attraverso la vicenda di una famiglia turca.
Alle 17.00 focus sul cinema documentario per celebrare i dieci anni di Greenhouse, innovativo programma di sviluppo rivolto ai giovani documentaristi del Medio Oriente e Nord Africa: si parte con “Sbitar”, esordio del regista marocchino Othmane Balafrej, che racconta in presa diretta l’ospedale di Rabat, il più grande d’Africa; alle 17.45 il bellissimo documentario “Baglar” di Berke Bas e Melis Birder, sulle vicissitudini di una squadra giovanile di basket curda, che si batte – oltre che per vincere il campionato – anche per superare pregiudizi, povertà e disordini politici creati da decenni di conflitto tra stato e indipendentisti curdi. In apertura la presentazione del progetto “Mr. Gay Syria” di Ayse Toprak, che segue le lotte dell’attivista siriano per i diritti omosessuali Mahmoud, il cui sogno è trovare un siriano che partecipi per la prima volta al concorso di bellezza Mr. Gay World.
Alle 22.30 - dopo la proiezione di “A Syrian Love Story” - la giornata si conclude con la proiezione del film iraniano “Lantouri”, ultimo lavoro del talentuoso regista Reza Dormishian, sulle vicende di una gang che deruba le persone per le strade di Tehran e svaligia le case dei ricchi corrotti, ma al tempo stesso storia d’amore tra un criminale e una giornalista impegnata: pellicola provocatoria che affrontare il tema delle ingiustizie sociali in Iran.

 
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IL PUNTO DELLE 19.30
(Cinema Odeon - ingresso gratuito) 
 
 
 
presenta il libro “L’Iran contemporaneo – Le sfide interne e internazionali di un paese strategico” di 

giovedì 7 aprile 2016

Continua al cinema Odeon di Firenze il festival Middle East

CINEMA ODEON:
 
 
 
Oggi 7 aprile c'è la novità di quest'anno è il Middle East LUNCH BOX: alle ore 13 (Odeon), pausa pranzo con cibo mediorientale da gustare durante la proiezione dei film (biglietto speciale 5 Euro - 3 Euro senza lunch; lunch Box disponibili per primi 20 spettatori); in proiezione “Sbitar”, esordio del regista marocchino Othmane Balafrei che racconta in presa diretta l’ospedale di Rabat, e “Dry Hot Summer” di Sherif Elbendary, storia di un incontro in un taxi al Cairo. Si continua alle 15.30 con il documentario “God’s Messengers” di Itzik Lerner, in cui per la prima volta una telecamera entra nell’avamposto illegale di Havat Gilard, anticipato dal corto vincitore al Sundance Film Festival “I think this is the closest to how footage looked” di Yuval Hameiri e Michal Vaknin.
 
 

  De
 
 
NEL POMERIGGIO
 
 
 
Nel pomeriggio (dalle 17.00) un programma pensato per tutti gli amanti del cinema d’animazione con Beirut Animated Series, selezione di cortometraggi libanesi in collaborazione con il festival Beirut Animated. Alle 17.30 “A Maid for Each” di Abi Samra, sull’incredibile mercato dei lavoratori domestici a Beirut, e alle 19.00 “Talk Radio Theran” di Mahtab Mansour, ritratto di tre energetiche donne iraniane, che sfidano gli stereotipi, in un viaggio dall'alba al tramonto sulle strade di Teheran. Seguirà la Pop Palestine Night, e alle 22.30 la serata si chiuderà con la replica di “Women in Sink”, il documentario di Iriz Zaki che racconta le donne di Haifa, tra uno shampoo e l’altro.
 

mercoledì 6 aprile 2016

I film dell’America Latina protagonisti alcinema Alfieri di Firenze


Dal oggi 6 aprile al 4 maggio, presso il cinema Alfieri di Firenze, 5 appuntamenti e 11 film, in collaborazione con la XXX edizione del Festival del Cinema Latinoamericano di Trieste e con il Centro Studi Jorge Eielson

L’inaugurazione è affidata a “La Once” di Maite Alberdi (Cile, 2014), premio della giuria e premio per la miglior regia al 30° Festival del cinema Latino Americano. A seguire proiezione di “La ciudad y los perros” di Francisco J. Lombardi (Perù, 1985), tratto dal romanzo omonimo di Mario Vargas Llosa. A presentarli Orlando Felipe Velorio Pérez, console del Perù

Una rassegna cinematografica che porta a Firenze il meglio della produzione cinematografica dedicata al continente sud-americano: si intitola “I mercoledi dell’America Latina” l’iniziativa che sarà in programma dal 6 aprile al 4 maggio presso il cinema Spazio Alfieri di Firenze (via dell’Ulivo, n.6).
Il progetto nasce per iniziativa del “Centro studi Jorge Ejelson” di Firenze e propone, per cinque appuntamenti, undici tra le opere più premiate ed acclamate presentate alla 30° edizione del Festival del Cinema Latinoamericano, tenutosi a Trieste lo scorso ottobre, diretto da Rodrigo Díaz. Tutti i film saranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano.
L’inaugurazione della rassegna, mercoledi 6 aprile alle ore 20.30, è affidata a “La Once” di Maite Alberdi (Cile, 2014), premio della giuria e premio per la miglior regia al festival di Trieste. Il documentario è incentrato su cinque signore di età avanzata che, da sessant’anni, si ritrovano a bere il tè una volta al mese, commentando l’attualità, perdendosi in racconti, sentendosi vive nella loro ritualità.
Seguirà, alle ore 22.15, la proiezione de “La ciudad y los perros” (La città e i cani) di Francisco J. Lombardi (Perù, 1985), storico film tratto dal romanzo omonimo di Mario Vargas Llosa. E’ ambientato in un collegio militare di Lima, dove i ragazzi ricevono una formazione scolastica e una ferrea disciplina militare. Emergono le differenti storie di alcuni degli allievi che, soggetti continuamente ad umiliazioni, imparano a convivere con una vita militare alienante che non consente loro di maturare come persone. Dal perimetro del collegio militare escono speranze, illusioni, segreti e miserie in fuga da inflessibili codici di comportamento e da leggi rigide. Nel racconto originario, Vargas Llosa critica il modo di vivere e la cultura dei militari in seno alla quale si potenziano determinati valori (aggressività, valore, sessualità) che conducono alla formazione di personalità deviate: un falso universo che si sgretola trascinandosi dietro l’innocenza dei personaggi.
A presentare i film, nel primo appuntamento, ci saranno Antonella Ciabatti e Martha Canfield del Centro studi Eleison. Sarà presente anche Orlando Felipe Velorio Pérez, console del Perù.
Nel programma, il 13 aprile “Ayiti Toma” di Joseph Hillel (Haiyi, 2013), premio come miglior sceneggiatura, uno sguardo ampio su Haiti da parte dei suoi abitanti, sociologi, storici, ragazzi e sacerdoti vudù; a seguire “La ballena va llena” di Daniel Santoro (Argentina, 2014), opera preparata dal collettivo “Estrella del Oriente” che è una riflessione sul ruolo dei migranti. Il 20 aprile si prosegue con “O outro lato do paraìso” di André Ristum (Brasile 2014), sul golpe militare del ’64, e “Cartas del parque” di Tomàs Gutiérrez Alea (Cuba e Spagna 1988) su soggetto di Gabriel Garcia Marquez. Il film si svolge nella città di Matanzas, a 100 chilometri da L’Avana, mettendo in scena il triangolo d’amore tra Pedro, Juan e Maria.  
Il 27 aprile tre i film proposti: “Perro Guardiàn” di Baltazar “Bacha” Caravedo e Daniel Higashionna (Perù, 2014), premio alla migliore colonna sonora, storia di El Perro, ex soldato che opera come sicario al servizio di ufficiali dell’esercito, vivendo nella clandestinità; “De vida y de muerte” di Pedro Chaskel (Cile 2015), documentario che indaga negli archivi dell’Orrore della dittatura del generale Alfredo Stroessner, scoperti in Paraguay nel 1992, e “La isla y los signos” di Raydel Araoz (Cuba 2014), menzione speciale al festival, viaggio nell’opera artistica di Samuel Feijòo, attraverso l’universo visuale e concettuale della rivista “Signos”.  
Chiusura il 4 maggio con “Presos” di Esteban Ramirez Jimènez (Costa Rica 2014), premio del pubblico, sul mondo del carcere, e “Sc recortes de prensa” di Nicolàs Martinez Zemborain e Oriana Castro (Argentina 2014), premio Contemporanea concorso, documentario che si svolge a Parigi nel 1980, quando un gruppo di giornalisti e intellettuali esiliati politici dell’Argentina decidono di fondare il giornale “Son Censura”, per contrastare la campagna di disinformazione delle dittature militari sparse per l’America Latina negli anni ’70.

Per informazioni www.centroeielson.com e www.spazioalfieri.it, infoline al numero 055 5320840
Del Bimbo Fabrizio

Questa sera film 'Parisienne' alle ore 21 Cinema Odeon di Firenze

 
 
MERCOLEDI' 6 APRILE:
 
highlights del programmaAperitivo-degustazione (ore 20_Odeon)
VegetArab. L’insospettabile cuore “verde” della cucina mediorientale: legumi, cereali, verdure, spezie e odori in un mix di piatti da assaggiare e rifare a casa con le ricette dei nostri chef.

 
 
 
CINEMA
 
 
 
Film di punta della serata Parisienne (ore 21, Cinema Odeon), l’ultima pellicola pluripremiata di una delle più importanti autrici del cinema libanese, Danielle Arbid. Protagonista Lina, un’enigmatica diciottenne libanese, che si trasferisce a Parigi per studiare e vivere quella libertà che non ha mai trovato nel suo paese. L’istinto di sopravvivenza la porterà a galleggiare da una Parigi all'altra, al ritmo delle sue diverse esperienze d'amore.  
In apertura di serata “A Love Story in 7 Chapters” di Bahij Jaroudi, corto d’animazione anch’esso libanese. Nel pomeriggio (dalle 16.15), dall’Iran il documentario 74 di Sattar Chamani Gol, testimonianza incredibile di una giovane donna Yezida riuscita a scappare da un rapimento dell’ISIS.
A seguire uno dei gioielli di questa edizione: l’anteprima del documentario israeliano Women in Sink, girato in un piccolo negozio di parrucchiere ad Haifa, in cui la regista Iriz Zaki installa la telecamera sopra il lavatesta, in cui donne ebree e arabe condividono differenze, ma anche tante opinioni comuni su politica, storia e amore. Alle 17.30, dall’Afghanistan il documentario “Love Marriage Kabul” di Amin Palagi, sulla storia d’amore tra l’orfano Abdul e Fatemeh, che combattono contro il tempo per evitare un matrimonio combinato, con l’aiuto di Mahboba Rawi, donna australiano-afgana che si batte per aiutare gli orfani.

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