martedì 16 febbraio 2021

Nasce la Fondazione Alinari


L’archivio fotografico Alinari è uno dei più grandi e famosi al mondo. Il suo patrimonio conta oltre cinque milioni di pezzi, tra fotografie, documenti, libri specializzati e attrezzature tecniche storiche, cui si sono aggiunte adesso quasi 260 mila immagini digitali. Nel dicembre del 2019 questo preziosissimo archivio è stato acquistato dalla Regione Toscana, con un’operazione di politica e investimento culturale tra i più importanti degli ultimi anni, che lo ha salvato dalla dispersione e dallo smembramento, garantendone la conservazione e la sua futura fruibilità e accessibilità. Per gestire al meglio il patrimonio Alinari, nel luglio del 2020, la Regione Toscana ha dato vita alla FAF Toscana - Fondazione Alinari per la Fotografia che oggi, 16 febbraio 2021, finalmente, si è presentata al pubblico, con il suo presidente, Giorgio van Straten e il suo direttore, Claudia Baroncini; con una sede, Villa Fabbricotti, che tra breve sarà in grado di ospitare tutto l’archivio; i primi successi, la vincita di un Bando del Ministero per l’assegnazione di un finanziamento per il restauro e la digitalizzazione dei pezzi unici, e tanti progetti per il futuro, primo tra tutti un luogo espositivo, per esporre parte della collezione e organizzare mostre temporanee. Mostre che nell’attesa del museo, la Fondazione proporrà altrove già quest’anno.

“Oggi si apre ufficialmente un capitolo tutto nuovo di una grande storia. La Fondazione Alinari per la Fotografia restituisce vita a un patrimonio fotografico di inestimabile valore, sia sul piano storico che culturale, a livello regionale, nazionale e internazionale". Così il presidente della Toscana, Eugenio Giani. "Grazie all’operazione politica e culturale avviata dalla Regione che è culminata nella creazione della Fondazione Alinari - ha proseguito - siamo oggi in grado di mettere a disposizione di tutti, cittadini, studiosi, ricercatori, il racconto di 150 anni della nostra storia attraverso documenti di grande pregio e di grande bellezza e promuovere la conoscenza di un patrimonio che è una fonte storica unica. Non solo, tra i compiti della Fondazione c’è anche la promozione della cultura dell'immagine fotografica grazie al confronto proposto sul ruolo della fotografia come linguaggio della modernità. Con orgoglio diamo il benvenuto in Toscana a una realtà in grado di interpretare al meglio la funzione sociale della fotografia, il suo essere agente di storia, di coesione sociale, di identità e memoria”.

“Un archivio va, prima di tutto, conservato e valorizzato” dice Giorgio van Straten, presidente della Fondazione. “E da qui siamo partiti con il nostro primo progetto sul restauro e la digitalizzazione dei dagherrotipi della collezione che ha partecipato al bando del Ministero ottenendo il contributo più alto. Su questa strada continueremo, anche per il grande interesse che ha mostrato per questo aspetto della nostra attività La Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Ma sarebbe sbagliato considerare il patrimonio fotografico della fondazione solo un insieme di oggetti d’arte. Le fotografie sono uno strumento per raccontare il mondo del passato e quello del presente, e questa idea di racconto sarà alla base di molte nostre iniziative.


“Uno degli obiettivi principali della Fondazione” dichiara Claudia Baroncini, direttrice della FAF “è raggiungere e coinvolgere nelle proprie attività il pubblico, il più ampio e variegato possibile, attraverso programmi educativi per le scuole, le famiglie e gli adulti, e progetti di mediazione culturale per le comunità, che rendano accessibile e comprensibile a tutti il patrimonio Alinari. L’ambizione è anche trasformare l’archivio in un luogo di formazione sulla fotografia, autorevole, vivace e di rilievo, mettendo a disposizione di studenti, professionisti e appassionati materiali, strumenti, conoscenze e competenze”.

La rinascita dell'Archivio Alinari attraverso l'azione della Regione Toscana rappresenta una restituzione dal valore inestimabile per la comunità. E Fondazione Alinari è chiamata adesso a creare iniziative non solo per valorizzare l'immenso patrimonio dell'Archivio, ma anche per attualizzarlo costantemente. Viviamo in un momento storico in cui l'immagine è l'alfabeto del quotidiano e sarà l'Archivio a darci gli strumenti per costruire un dialogo con il contemporaneo.

La storia dell’archivio

La storia dell’immenso patrimonio fotografico Alinari ebbe inizio a Firenze, quando Leopoldo Alinari fondò il suo primo laboratorio fotografico e diede vita, insieme ai fratelli Giuseppe e Romualdo, alla ditta F.lli Alinari. Era il 1852. Poco più di dieci anni dopo, nel 1863, creò il più antico stabilimento fotografico del mondo, nel palazzo in via Nazionale, oggi Largo Alinari, che per oltre 150 anni è stato la sede della ditta e nel quale si è formato, per sedimentazioni, il ricchissimo patrimonio fotografico giunto fino a noi, uno dei più grandi archivi esistenti. 
Da allora è stata una storia di grandissimo successo, che ha portato la ditta a fotografare, in maniera sistematica, il patrimonio storico artistico e architettonico italiano, le collezioni dei musei e il paesaggio del nostro paese, diffondendo la cultura e l’arte italiana in tutto il mondo. 
La crisi innescata dalla Grande Guerra ha portato ad un cambio di proprietà, cui poi ne sono seguiti tanti altri. Nel 1920 la ditta passò a una cordata di aristocratici toscani, guidata dal barone Ricasoli; nel 1957 ne divenne proprietario il senatore Vittorio Cini, che acquisì nuovi archivi fotografici di grande valore come Brogi, Anderson, Chauffourier e Fiorentini; nella metà degli anni Settanta passò alla famiglia milanese Zevi e nel 1982 a quella triestina dei De Polo che, oltre a realizzare il Museo Nazionale Alinari della Fotografia, acquisì fondi fotografici in Italia e all’estero, procedendo, alla fine degli anni Novanta, alla loro digitalizzazione e vendita.
Del 2019 è l’acquisizione da parte dalla Regione Toscana, che ha subito attivato procedure e azioni per garantire la corretta conservazione e valorizzazione dell’archivio. Il primo passo, il 16 luglio del 2020, è stata l’istituzione della FAF Toscana – Fondazione Alinari per la Fotografia, il secondo, a dicembre 2020, l’acquisizione, dopo il patrimonio analogico, della F.lli Alinari IDEA spa e del suo patrimonio digitale, costituito da un archivio di 259.692 immagini, con relative banche dati, i sistemi di gestione e di stoccaggio, i marchi e i diritti d’uso delle immagini, conferito con il resto alla FAF Toscana. 



La composizione dell’archivio e la nuova sede di Villa Fabbricotti

L’archivio fotografico Alinari può essere suddiviso in patrimonio analogico e patrimonio digitale. 
Il patrimonio analogico consta, secondo quanto stimato dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, di un totale complessivo di 5.020.916 di beni fotografici, numerosi dei quali unici, databili dal 1840 ai nostri giorni. Si compone di tre principali nuclei: materiale fotografico (positivi, stampe e album fotografici, negativi sia su lastra di vetro che su pellicola e incunaboli come dagherrotipi, ambrotipi, ferrotipi, e altri oggetti unici); materiale bibliografico (una ricchissima biblioteca specializzata, composta da volumi, riviste e libri rari, provenienti da nuclei originari diversi e da considerarsi tra le più qualificate biblioteche di settore italiane ed estere); materiale strumentale (apparecchiature fotografiche, attrezzature storiche da atelier, corredi e strumenti tecnici che testimoniano in vario modo l’uso e la pratica della fotografia). 
Ai tre nuclei archivistici si aggiunge il fondo legato all’attività della Stamperia d’Arte Alinari che conserva negativi, stampe, cataloghi commerciali oltre ai macchinari, tra cui una preziosa macchina per la stampa in collotipia.
L’intero patrimonio analogico è attualmente conservato presso i magazzini della società Art Defender di Calenzano, organizzato in depositi di massima sicurezza ed è in corso la verifica dell’integrità materiale del patrimonio acquisito, come stabilito dalla legge regionale, attività che si concluderà nella prossima estate. Si tratta di una collocazione temporanea, in attesa del suo spostamento a Villa Fabbricotti in via Vittorio Emanuele II a Firenze, edificio di pregio storico-artistico, individuato per la conservazione e consultazione del patrimonio Alinari. Di proprietà della Regione Toscana, la villa sarà adeguata alla sua nuova funzione di archivio, per questo è già stata avviata una collaborazione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana e con l’Opificio delle pietre dure di Firenze, per stabilire quali siano le caratteristiche che l’immobile dovrà avere, per salvaguardare la conservazione del patrimonio e permetterne la migliore fruibilità.
L’archivio di immagini fotografiche digitalizzate, che riproducono in particolare positivi appartenenti a fondi e collezioni Alinari, dopo un complesso lavoro di trasferimento ai server della Regione Toscana, è invece fruibile sul sito www.alinari.it.

La FAF - Fondazione Alinari per la Fotografia

Presidente della Fondazione Alinari per la Fotografia è Giorgio van Straten, che da anni si occupa di amministrazione culturale. Nato a Firenze, è stato, tra le altre cose, consigliere di amministrazione della Biennale di Venezia, sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, presidente dell'Azienda Speciale Palaexpo (che gestiva a Roma le Scuderie del Quirinale, il Palazzo delle esposizioni, le Case del cinema e del jazz), consigliere di amministrazione della RAI, dal 2015 al 2019, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a New York. A questa attività ha affiancato, da sempre, quella di scrittore. 
A gennaio 2021 è stata nominata direttrice della Fondazione Claudia Baroncini. Nata a Imola, ha lavorato per i Musei civici della sua città, curando e gestendo le collezioni civiche. Nel 2018 è entrata in Regione Toscana, dove si è occupata del sostegno e della valorizzazione dei musei e sistemi museali toscani, di progetti europei in ambito museale e dell’avvio del Sistema Museale Nazionale.

Strategia Fotografia 2020. Un finanziamento del MiBACT per la conservazione

Appena costituita, la Fondazione Alinari per la Fotografia ha partecipato all’avviso di finanziamento Strategia Fotografia 2020-Conservazione indetto dalla Direzione Generale Creativa Contemporanea del MiBACT, ottenendo il finanziamento più alto tra i 13 soggetti ammessi, su un totale di 122 partecipanti. Con un progetto realizzato insieme all’Opificio delle Pietre Dure e dedicato alla conservazione, al restauro e alla fruizione del più grande fondo di oggetti fotografici unici in Italia, provenienti dalle tante collezioni Alinari, la Fondazione ha ottenuto 39.400,00 euro.

I progetti 

Il passaggio dell’immenso archivio Alinari da proprietà privata a proprietà pubblica, e la successiva nascita dalla Fondazione Alinari per la Fotografia, costituisce una grande sfida gestionale ed è stato seguito con estremo interesse dalla comunità internazionale. Per accompagnare questo momento di passaggio, la Fototeca del Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, in collaborazione con la Regione Toscana e la Fondazione Alinari per la Fotografia, ha organizzato la giornata di studi “On Alinari. Archive in Transition”, che ha coinvolto prestigiosi studiosi e studiose in un dialogo con l'artista Armin Linke. A loro è stato chiesto di indicare nuovi orizzonti e impostare nuove questioni di ricerca che possano collegare il passato, il presente e il futuro del patrimonio Alinari. Questi interventi, insieme alle fotografie e a estratti delle interviste realizzate da Armin Linke, stanno per essere pubblicati in un libro dallo stesso titolo (in corso di stampa).

In attesa di uno spazio espositivo della Fondazione, le foto di Alinari saranno in mostra in giro per il mondo. A partire dall’estate 2021, in un viaggio che toccherà Europa, Asia, Africa e le Americhe, “Italiae. Dagli Alinari ai maestri della fotografia contemporanea” racconterà il fascino e la diversità degli italiani e dell’Italia, dei suoi paesaggi e della sua creatività. Attraverso le opere di oltre 75 fotografi, viene a delinearsi un’inconsueta narrazione visiva che mette in relazione autori, tecniche e soggetti diversi, con l’intento esplicito di far dialogare fotografia storica e contemporanea, per assonanze formali e contenutistiche o per contrasti. La mostra sarà ospitata nelle sedi della rete diplomatico-consolare e gli Istituti Italiani di Cultura e il pubblico internazionale potrà così conoscere e ripercorrere gli snodi di una storia che, cominciando idealmente dagli Archivi Alinari, giunge attraverso i grandi maestri della fotografia italiana del Novecento alle sperimentazioni contemporanee.
 
Uno strumento di promozione dell’archivio sarà anche il sito che non è solo un motore di ricerca per le immagini, base dell’attività di licensing, ma anche uno spazio di informazione sulle attività e di narrazione attraverso le fotografie che inizieremo a sperimentare con due primi foto-racconti dedicati a Villa Fabbricotti e alla regina Vittoria che ci soggiornò.

Informazioni
www.alinari.it

Fabrizio Del Bimbo 

giovedì 11 febbraio 2021

Bronzino e il Sommo Poeta. Un ritratto allegorico di Dante in Palazzo Vecchio



 Nell’anno in cui si celebrano i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, il Comune di Firenze presenta “Bronzino e il Sommo Poeta. Un ritratto allegorico di Dante in Palazzo Vecchio”, esponendo all’interno del Salone dei Cinquecento, il “Ritratto allegorico di Dante”, opera di Agnolo Bronzino. L’esposizione del dipinto, promossa dal Comune di Firenze, curata da Antonio Natali e Sergio Risaliti e realizzata da MUS.E, si terrà a partire dal 12 febbraio e fino al 31 maggio 2021 e sarà inclusa nel percorso museale di Palazzo Vecchio. 


“Nell’anno del 700esimo anniversario - dichiara il sindaco Dario Nardella - Palazzo Vecchio ospita, tra le primissime celebrazioni, questo ritratto del Sommo Poeta ad opera di Agnolo Bronzino. Una esposizione che vuole non solo omaggiare Dante con l’arte di un altro grande artista fiorentino ma anche riportare nella casa dei fiorentini quel concittadino così illustre e così vituperato in vita con l’esilio. Una mostra che vuole essere dunque una sorta di riconciliazione della città con uno dei suoi figli più amati”.

 

“La figura di Dante - sottolinea l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi - torna idealmente nel palazzo pubblico dove il grande letterato fu anche politico impegnato per la sua città. Dopo la grande mostra dedicata all’attualità e all’eredità del Poeta con le potenti immagini di Massimo Sestini ospitata a Santa Maria Novella, un altro museo civico, da poche settimane nuovamente aperto al pubblico dopo la chiusura imposta dalle restrizioni sanitarie dovute alla pandemia, omaggia la sua figura e invita alla conoscenza e all’approfondimento”.


“Questo di Bronzino è qualcosa di più di un bellissimo ritratto – dichiara Sergio Risaliti -. È, infatti, l’omaggio di un pittore, che fu anche eccellente poeta, all’immenso Dante, punto di riferimento tanto nella lirica del Cinquecento quanto per le arti in genere. La Commedia, poema dell’ascesa dell’uomo dagli inferi al Paradiso, rappresentava per ogni artista e per il Bronzino in particolare l’esempio di una raggiunta armonia formale tra immaginazione astratta e descrizione del reale, tra la storia universale e quella particolare di uomini e donne reali. Il sommo poeta poi era un faro dal punto di vista morale in un’epoca di conflitti politici e scontri ideologici.  Tutto questo insieme di sentimenti e di certezze estetiche si ritrova nel Ritratto allegorico che giunge adesso in Palazzo Vecchio. Non c’è forse luogo più giusto per celebrare l’anniversario dantesco con la presenza dell’opera di Agnolo Bronzino che in questo edificio ha lasciato segni altissimi della sua arte nella cappella di Eleonora di Toledo moglie di Cosimo I. Senza dimenticare la collaborazione del pittore nella progettazione dei celebri arazzi con le Storie di Giuseppe ebreo”.


“A veder qui, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, il Ritratto di Dante dipinto dal Bronzino, esposto col risalto che in antico i romani riservavano agli antenati più nobili e autorevoli nelle loro dimore, si ha la sensazione che il posto suo sia proprio questo – spiega Antonio Natali -. L’effigie d’un poeta altissimo, fiorentino di nascita, concepita da uno dei maggiori artisti della Firenze del Cinquecento e nata per la camera d’un colto committente privato (lui pure fiorentino) trova in questa sala di Palazzo Vecchio, che invece è per eccellenza pubblica, la sua consacrazione. È come realizzare il sogno di Dante d’essere con tutti gli onori celebrato in patria. Un sogno che Dante esprime nei primi versi del XXV canto del Paradiso, che sono per l’appunto quelli trascritti dal Bronzino nel libro tenuto in vista dal poeta”.


La storia di questa lunetta è riferita da Giorgio Vasari nella Vita del Bronzino. Secondo la ricostruzione vasariana infatti il ritratto di Dante oggetto della mostra in Palazzo Vecchio, un olio su tela datato 1532-1533, fu commissionato al pittore insieme ai ritratti di Petrarca e Boccaccio per ornare una camera della casa del colto banchiere fiorentino Bartolomeo Bettini, con “poeti che hanno con versi e prese toscane cantato d’amore” nelle lunette delle pareti e al centro una tavola con “Venere e Cupido” dipinta dal Pontormo su cartone di Michelangelo Buonarroti, oggi conservata alla Galleria dell’Accademia. L’ambizioso progetto, rimasto incompiuto, coinvolgeva i maggiori pittori attivi in città in quel periodo e anticipava temi cari ai letterati della futura Accademia Fiorentina (cui appartenne lo stesso Bronzino fino al 1547), come la superiorità della lingua toscana e il rapporto tra arte e poesia. 

Dei tre ritratti commissionati al Bronzino, solo quello di Dante è arrivato fino ad oggi. Conosciuto in passato attraverso un disegno preparatorio della testa del poeta (conservato alla Staatliche Graphische Sammlung di Monaco di Baviera), una copia su tavola (conservata nella Collezione Kress della National Gallery of art di Washington) e varie riproduzioni grafiche, è stato a lungo disperso finché la tela non è stata rinvenuta in una collezione privata fiorentina e accolta dalla critica come l’originale del ritratto dantesco ricordato nella biografia vasariana dell’artista. 


Museo di Palazzo Vecchio

Aperto dal lunedì al venerdì nei seguenti orari:

Lunedì, martedì, mercoledì, venerdì dalle 9 alle 19; Giovedì dalle 9 alle 14

Biglietteria online http://bigliettimusei.comune.fi.it/


Info

info@muse.comune.fi.it

www.musefirenze.it


Fabrizio Del Bimbo 

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