giovedì 26 settembre 2024

Glenn Miller Orchestra, ferma a Firenze il Best Of Tour

 Nell’80esimo anniversario della scomparsa del leggendario musicista  

 In scaletta grandi classici della Swing Era acclamati da tutte le generazioni: "In the Mood", "Moonlight Serenade", "Chattanooga Choo Choo" e molti altri 

 Sabato 19 ottobre 2024 – ore 20,45 Teatro Verdi - via Ghibellina, 99 – Firenze 



GLENN MILLER ORCHESTRA BEST OF Tour Una fine avvolta nel mistero per una leggenda della Swing Era. Nel 1944 ci lasciava Glenn Miller: l’aereo militare su cui viaggiava cadde durante il sorvolo della Manica. Miller volava a Parigi, a portare la sua musica ai soldati dell’esercito alleato sul fronte francese. A ottant’anni dalla scomparsa, il suo mito continua a vivere e le canzoni a risuonare nei principali teatri con la sua Glenn Miller Orchestra, l’ensemble swing e jazz più amato al mondo. E grande è l’attesa per la tappa fiorentina del “BEST OF Tour”, sabato 19 ottobre al Teatro Verdi. I biglietti – posti numerati da 29,90 a 52,90 euro compresi diritti di prevendita – sono disponibili nei punti Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita tel. 055.210804) e online su www.ticketone.it (tel. 892.101). Info tel. 055.667566 - 055.212320 – www.bitconcerti.it, www.vignapr.it. Il “BEST OF Tour” della Glenn Miller Orchestra è prodotto da VignaPr. Trombonista, direttore d’orchestra e compositore, autore di brani celeberrimi quali “Moonlight Serenade”, Glenn Miller è stato uno dei più importanti e influenti musicisti del Novecento. Nel "BEST OF Tour" della Glenn Miller Orchestra che sta riempiendo i principali teatri del Vecchio Continente, la big band riporta in vita il periodo d’oro dello Swing, uno degli stili musicali più sofisticati e cosmopoliti mai creati. Con la sua impeccabile esecuzione che ripropone fedelmente gli arrangiamenti dell’epoca, la Glenn Miller Orchestra - diretta oggi da Uli Plettendorff - non offre solo musica, ma una finestra aperta su un passato glorioso, vibrante di passione. Anche dopo quasi 100 anni, pezzi immortali come "In the Mood", "Moonlight Serenade", "Chattanooga Choo Choo", "Pennsylvania 6-5000" e "American Patrol" continuano a emozionare e coinvolgere il pubblico di qualsiasi età. Carismatico pioniere della musica del primo Novecento, Glenn Miller fondò l'orchestra che porta il suo nome nel 1938, lasciando un segno indelebile nella storia con arrangiamenti e brani che risuonano ancora oggi nei cuori di milioni di appassionati e che continuano a tramandarsi di generazione in generazione. Lo swing è più di un genere musicale; è un'esplosione di vitalità e raffinatezza. Con il suo ritmo sincopato e le melodie irresistibili, invita il corpo a muoversi, trasportando l'ascoltatore in un vortice di energia. Le sue ballate, dolci e ipnotiche, fanno oscillare l'anima stessa, creando un legame indissolubile tra musicisti e pubblico. Questo genere non solo cattura l'essenza di un'epoca, ma la eleva, rendendola eterna attraverso la sua capacità di evocare emozioni profonde e durature. 
 Sito ufficiale www.glennmillerorchestra.de Info concerto Teatro Verdi - via Ghibellina, 99– Firenze Info tel. 055.212320 - 055.667566 www.teatroverdifirenze.it - www.bitconcerti.it 

 Biglietti (compresi diritti di prevendita) Primo settore 52,90 euro Secondo settore 44,85 euro Terzo settore 37,95 euro Quarto settore 29,90 euro Prevendite Box Office Toscana
www.boxofficetoscana.it/punti-vendita (tel. 055 210804) Ticket One www.ticketone.it (tel. 892 101) Sconti e riduzioni I bambini sotto cinque anni entrano gratuitamente accompagnati da un adulto, in numero di un bambino/a per ogni adulto, ma non hanno diritto a occupare un posto a sedere. Persone con disabilità Possono acquistare un biglietto specifico al prezzo più basso previsto per l'evento ed entrare con un accompagnatore gratuito, se la percentuale di invalidità è di almeno il 75%. I biglietti sono reperibili esclusivamente su prenotazione telefonica al numero 055/667566.

Fabrizio Del Bimbo 

ITINERARI DI CARTA atlanti, mappe, diari dal xvi al xviii secolo all' Archivio di Stato di Firenze

 



ITINERARI DI CARTA

atlanti, mappe, diari dal XVII al XVII secolo all'Archivio di Stato di Firenze





La mostra Itinerari di carta. Atlanti, mappe, diari dal XVI al XVIII secolo è l'evento organizzato dall'Archivio di Stato di Firenze in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024, dedicate al tema “Patrimonio in cammino”.


 


Parte della documentazione esposta è già stata presentata nel 2018, nella mostra Il Granducato proiettato in Europa. Viaggi, commerci, scambi – XVII-XVIII secolo, che illustrò gli scambi e i rapporti personali e privati intessuti tra la Toscana Granducale e i maggiori Paesi europei.


 


Oggi il percorso riprende da dove si interruppe sei anni fa, affiancando ad alcune delle carte già esposte una piccola scelta di nuovi documenti, esemplificativi in particolare dei rapporti commerciali e culturali tra il Cinquecento ed il Settecento. Per il Cinquecento esponiamo tre mappe nautiche, in cui è presente l’indicazione delle distanze e dei porti. Per il Seicento, si espone l’Arcano del mare di Robert Dudley, pubblicato per la prima volta a Firenze nel 1646 (2a ed., 1661), con strumenti utili alla navigazione e ai viaggi in genere. Per il Settecento si propone un Atlante pubblicato nel 1802, con indicazioni raccolte da Giuseppe Roux e Jacques-Nicolas Bellin tra il 1764 e il 1772.


 


Sarà esposta per la prima volta al pubblico una mappa del Giappone risalente alla prima visita diplomatica di dignitari giapponesi nelle corti europee – l’ambasceria Tenshṑ, avvenuta tra il 1582 ed il 1590. Inedita anche l’esposizione in mostra di una misteriosa mappa a stampa della città di Pechino, di recente ritrovamento all’interno delle scatole degli Scarti del fondo Diplomatico dell’Archivio di Stato di Firenze, e tuttora oggetto di studi di approfondimento. La mappa, realizzata con inchiostro su carta foderata in tela, presentava ondulazioni e lacune oltre ad un parziale distacco del supporto cartaceo dalla foderatura ed è stata sottoposta, presso il laboratorio dell’Istituto, ad un importante restauro che ha consentito il recupero della planarità, la sutura di lacerazioni e strappi e la riadesione alla tela di foderatura.


 


Gli scambi con il Vicino e Medio Oriente sono testimoniati dal cosiddetto Diploma del Gran Turco, un firmano del sultano Mehmed IV grazie al quale i vascelli naviganti con patente del Granduca di Toscana ottenevano, nel 1668, l’autorizzazione alla navigazione nelle acque dell’Impero Ottomano. Preziosissime testimonianze delle relazioni commerciali intrattenute tra Firenze e l’Egitto sono invece i celebri Diplomi Arabi, otto rotoli cartacei in arabo contenenti lettere ed editti finalizzati a consentire ai mercanti fiorentini, tra il 1422 ed il 1509, di dar vita a stabili relazioni commerciali con l’Egitto – tanto proficue da rendere il fiorino d’oro valuta accettabile nel sultanato.



Numerosi ed interessanti i diari e le relazioni di viaggio, spesso corredati di disegni descrittivi di ciò che di mirabile il viaggiatore incontrava nelle terre remote.


«Viaggiare come antico e moderno strumento di cittadinanza: il presupposto su cui si basa qualsiasi viaggio, oggi come nell’antico regime, consiste nel conoscere distanze, geografia del territorio e posizione dei centri abitati, in modo da poter programmare tutti gli aspetti logistici prima della partenza». Commenta Paola d’Orsi, direttore dell’Archivio di Stato di Firenze.


«Per questo, il racconto di ogni viaggio – aggiunge il direttore - non può che muovere dal corredo di risorse cartografiche, guide, esperienze trasferite da altri viaggiatori: come quelle, magnifiche, esposte in questa mostra. L’Archivio di Stato di Firenze propone qui una riflessione sul valore del viaggio come scambio, e sul viaggiatore come “cittadino altrove”, che attraverso “itinerari di carta” arriva a comprendere i territori, non limitandosi a consumarli come mete di turismo di massa ma invece attivando modelli di relazioni complesse. La mostra rientra in una più ampia strategia di fruizione ampliata dell’Archivio di Stato: colmare la distanza esistente fra i cittadini e i sistemi di documenti è un preciso obiettivo che attraverso strumenti di mediazione e accessibilità, come quelli che questa mostra offre, affronta la sfida di attrarre nuovi pubblici per un accesso pieno e consapevole al Patrimonio Culturale».


 


La mostra sarà anche l’occasione per lanciare un nuovo progetto Art bonus che questa volta riguarderà il restauro di alcuni cabrei che necessitano di un intervento conservativo. Il cabreo è una tipologia documentaria strettamente attinente al fulcro dell’esposizione, testimonianza della formazione del paesaggio urbano e agrario del XVIII secolo, grazie alle sue dettagliate e originali rappresentazioni cartografiche acquerellate di corredo alla descrizione dei beni. In questo caso abbiamo scelto alcuni cabrei appartenenti a un importante ordine religioso, quello dei Cavalieri di Malta.


 


La mostra “Itinerari di carta - atlanti, mappe, diari XVI-XVIII sec.” rimarrà aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 17 fino al 31 ottobrecon ingresso libero.


 


Sabato 28 settembre, domenica 29 settembre e domenica 13 ottobre apertura straordinaria ore 9,30-13.


Ogni giovedì alle ore 16 sono previste visite guidate alla mostra, gratuite e a cura del personale dell’Archivio, su appuntamento inviando una mail a asfi@cultura.gov.it


Itinerari di carta. Atlanti, mappe, diari tra il XVI e il XVIII secolo

27 settembre – 31 ottobre 2024

Coordinamento generale e progettazione: Paola Conti

Testi: Paola Conti, Daniela Fattori, Simone Sartini

Ricerca iconografica e immagini: Francesca Fiori

Restauri: Giada Genua, Irene Zanella

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Progetto grafico: Angela Peccerini, Opera Laboratori

Allestimento: Chiara Cappuccini, Giada Genua, Irene Zanella

Coordinamento tecnico: Leonardo Battelli, Giovanni Ottone, Andrea Tanturli, Giordano Turchi

Amministrazione: Maurizio Ferrara


Visite guidate e didattica: Cristina Tani

Promozione e comunicazione: Opera Laboratori


Nicoletta Curradi

Fabrizio Del Bimbo 


mercoledì 25 settembre 2024

Il FánHuā Festival a Firenze dal 2 al 6 ottobre 2024

 




La Cina contemporanea raccontata dalle luci del grande cinema di oggi, quello poco conosciuto in Europa e in Italia, in una ricognizione di storie, dalle periferie alle grande metropoli, dentro un’industria cinematografica che ha vissuto cambiamenti profondi e repentini, al pari con la società in cui si è sviluppato. Parte da qui la  4/a edizione del FánHuā Chinese Film Festival, il festival di cinema che propone il meglio della cinematografia cinese contemporanea, in 15 film dal 2 al 6 ottobre, al cinema La Compagnia di Firenze. La manifestazione è posta in apertura della “50 Giorni di Cinema a Firenze”.


Il titolo della rassegna significa in italiano “Una varietà di fiori che sbocciano” e fa riferimento con un’immagine poetica alla florida e variegata produzione di opere cinematografiche che si sta sviluppando in Cina: i film sono selezionati dal direttore artistico Paolo Bertolin, critico e curatore cinematografico, membro del comitato di selezione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il manifesto di quest’anno è dedicato alla maestosa figura del Drago verde - simbolo dell’anno 2024 nell’oroscopo cinese che rappresenta la forza, la fortuna e il benessere. 


“Un ampio ponte tra Firenze e la Cina, dove tutti possano passare - ha spiegato Gianni Zhang, presidente dell’Associazione FánHuā e di Zhong Art International - me lo immagino così il festival che abbiamo pensato, passando per il cinema e non solo: cibo, tradizioni e arte per raccontare quello che della Cina non si conosce e per rafforzare sempre di più il rapporto secolare tra i due popoli. Vedere al cinema italiani e cinesi di prima, seconda o terza generazione e saperli coinvolti nelle varie iniziative collaterali, sono questi gli obiettivi che si pone il FánHuā Chinese Film Festival. Prosegue la felice collaborazione con il Cibrèo: anche quest’anno abbiamo organizzato insieme una giornata dedicata alla Cina, al Teatro del Sale il 28 settembre: laboratorio di cucina tosco-cinese seguito da pranzo, Danza del Dragone nella piazza di S. Ambrogio, spazio dedicato ai bambini con racconti e disegni sulle avventure di Marco Polo, per chiudere con il ricco menù della cena finale. Insieme alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, presentiamo a Palazzo Corsini il documentario “In memoria di Michelangelo” realizzato nel quadro di una serie diffusa in Cina per promuovere l’Arte italiana. Il 4 ottobre la serata, realizzata grazie al CESVOT, sarà dedicata al sociale e al volontariato. Tra i partner ci sostiene quest’anno anche la Hainan Airlines, con i voli per gli ospiti. Rivolgo a tutti un caloroso invito a venire a conoscere una Cina autentica sia tradizionale che contemporanea”.


 


“Una selezione di film - racconta Paolo Bertolin, direttore artistico del festival - che mostra come l'industria cinematografica cinese sia all’avanguardia nella ricerca e qualità di contenuti. Il nostro percorso quest’anno parte da “Snow Leopard”, l’ultimo lavoro di Pema Tseden, maestro tibetano prematuramente scomparso, un lavoro ecologista incentrato su un animale affascinante e misterioso, il leopardo delle nevi, e prosegue, tra lungometraggi di fiction, cortometraggi e animazione, discutendo del lascito delle leggi sul figlio unico in “Growing Apart”, del ruolo delle donne in una società in cambiamento in film come “Good Autumn, Mommy” e del conflitto tra tradizione e modernità in una cultura regionale come quella della Mongolia Interna in “To Kill a Mongolian Horse”, per approdare, come di consueto, a un classico che riscopriamo nella serata di chiusura, “A Soul Haunted by Painting”, biografia cinematografica della pittrice Pan Yuling, infiammata da una grande interpretazione di Gong Li e firmata dalla regista femminista Huang Shuqin". 


“Questo festival è un ponte tra Firenze e la Cina che passa dalla cultura – ha detto Giovanni Bettarini assessore alla cultura del Comune di Firenze, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del festival - ci sono tantissimi legami che tengono uniti i due popoli dal punto di vista economico, sociale e culturale che in questi anni abbiamo cercato di approfondire e di stringere. Questo legame è unito, in questo caso, dal cinema, strumento importantissimo perché rappresenta la potenza di raccontare le storie e di coinvolgere le persone su cose che sembrano lontane ma che sono così vicine grazie al grande schermo. Il FánHuā è uno dei festival della 50 giorni di cinema, iniziativa promossa da Fondazione Sistema Toscana, che aggiunge un’offerta culturale a Firenze già densa tra ottobre, novembre e dicembre. Il Fanhua ci consente di approfondire la cultura cinese di cui sappiamo ancora troppo poco e ci consente di non fermarci agli stereotipi”.


Serata di apertura con omaggio a Pema Tseden (ore 21)


Il festival sarà inaugurato da “Snow Leopard” l’ultimo capolavoro del maestro Pema Tseden, prematuramente scomparso nel 2023 (con “Jinpa” aveva vinto il premio come migliore sceneggiatura della sezione Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia nel 2018, mentre il suo “Balloon” era stato proiettato alla prima edizione del FánHuā). Regista, sceneggiatore e scrittore Pema Tseden è autore di opere che ritraggono in modo meticoloso e realistico la sua terra natale, indispensabili per comprendere le condizioni di vita e la cultura del Tibet contemporaneo. Il film, ambientato nelle montagne tibetane, racconta la convivenza tra pastori e fauna selvatica, soffermandosi sulla delicata questione della protezione del leopardo delle nevi in via di estinzione, una creatura inafferrabile che incarna il tesoro della natura del Tibet.


Giovedì 3 ottobre: focus sui cortometraggi


La seconda giornata si apre alle 15 con la proiezione di cinque cortometraggi, selezionati e premiati ai festival internazionali più importanti: da Berlino a Locarno passando per Venezia. In programma: “A Tortoise's Year of Fate”; “Sojourn to Shangri-la”; “All Tomorrow's Parties”; “Goodbye First Love” e “The Poison Cat”. Alle 21 il pubblico potrà assistere alla proiezione di “Growing Apart” del regista esordiente Long Lingyun, un potente dramma familiare che mostra i drammatici effetti prodotti sulla società cinese dagli anni di attuazione della politica del figlio unico, che segue la vita del diciottenne Cheng Fei, il quale scopre di avere una sorellastra che il padre ebbe da una donna che lasciò perché non gli aveva dato un figlio maschio. La narrazione si sviluppa con numerosi flashback rivelando i difficili rapporti genitori-figli vissuti con profonde sofferenze, portando infine alla verità che a Cheng Fei era sempre stata nascosta.


Venerdì 4 ottobre: voci dal Sud della Cina


Il 4 ottobre il festival si posta nella regione del Canton con la proiezione di due film in prima italiana:alle 18 “Borrowed Time”, debutto del regista Choy Ji, un viaggio sentimentale tra presente e passato che porta una donna alla vigilia del matrimonio alla riconciliazione con la figura del padre che aveva lasciato la famiglia anni prima. In prima serata, alle 21, la proiezione in collaborazione con Cesvot (introdotta dal Presidente Luigi Paccosi) dal titolo “Good Autumn, Mommy” di Chen Shizhong, un dramma femminista ricco di suspense che affronta la lotta di una donna contro le superstizioni e le ingiustizie di un piccolo villaggio del sud dove si coltiva la canna da zucchero e la vita è dominata da ataviche superstizioni e credenze popolari. 


Sabato 5 ottobre tra animazione, commedia surreale e tradizioni ancestrali


La giornata del 5 ottobre si apre con la prima europea del film d’animazione “Into the Mortal World” di Ding Zhong, che unisce la mitologia cinese a tecniche di animazione moderne. Il film si ispira alla fiaba classica cinese "Il mandriano e la tessitrice" dedicata agli innamorati. Zhi Nü, nipote dell’Imperatore del Cielo, bravissima nel tessere e realizzare vesti colorate. La fanciulla però, non amava quella vita, così un giorno scese di nascosto nel mondo dei mortali, dove nacque un amore tra lei e il bovaro Niu Lang. Nel pomeriggio spazio alla commedia surreale con “Day Tripper” di Chen Yanqi, ospite del festival, che racconta le assurdità quotidiane di una famiglia durante un trasloco (ore 18). La serata prosegue con “To Kill a Mongolian Horse” di Jiang Xiaoxuan, che firma il ritratto sentito di un mondo al tramonto, quello dei mandriani delle steppe della Mongolia Interna. Non solo il cambiamento climatico minaccia la loro esistenza, ma anche l’avanzare delle attività industriali ed estrattive e lo sviluppo del turismo.


Domenica 6 ottobre, chiusura con il classico “A Soul Haunted by Painting”


L’ultima giornata di festival si apre nel pomeriggio con la proiezione di due premiere italiane, che mettono al centro la questione dell’identità e delle relazioni interpersonali. “She Sat There Like All Ordinary Ones" di Qu Youjia. Sullo sfondo del mondo scolastico, il film esplora il processo di crescita degli adolescenti tra le complessità dei loro rapporti, la formazione e l’affermazione della propria identità, le pressioni dei docenti e le aspettative dei genitori (ore 15.30) mentre "All Ears" della regista Liu Jiaying è una pacata meditazione sui temi della mortalità, dell'identità e della manipolazione della realtà attraverso le vicende di Wen Shan, sceneggiatore senza lavoro, che scopre di avere un talento particolare per la scrittura di elogi funebri che pratica con successo (18).



A chiudere l’edizione, la proiezione di un classico del cinema cinese a 30 anni dalla sua prima, da scoprire e riscoprire in occasione della sua versione digitalizzata. Si tratta di “A Soul Haunted by Painting”  firmato dalla regista Huang Shuqin ispirato alla vita della pittrice cinese Pan Yuliang (1895-1977) e interpretato da Gong Li,  in una delle sue interpretazioni più radiose. Sfuggita alla vita in un bordello, Yuliang apprende l’arte della pittura e arriva alla celebrità a Parigi. Un appassionante classico all’insegna dell’affermazione femminile narrata in un romanzo autobiografico pubblicato nel 1982 dalla scrittrice Shi Nan.


Eventi collaterali

Prima dei giorni del festival, ci sarà spazio per rivolgere uno sguardo alla Cina contemporanea, tre giorni di eventi speciali di avvicinamento: sabato 28 aPrato, in collaborazione con il Centro Pecci sarà proposto “Anima” di Cao Jinling (ore 18.30). Domenica 29 a Palazzo Corsini in collaborazione con la Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze, la proiezione del documentario “In memoria di Michelangelo”, prodotto da Zhong Art International nell'ambito del ciclo Rinascimento: i musei di firenze raccontati dai loro direttori. L'evento è introdotto da un talk “I musei fiorentini, tra social media e overtourism” a cui parteciperanno Cristina Acidini, Presidente della Fondazione Casa Buonarroti e Simone Verde - Direttore delle Gallerie degli Uffizi. Modera Chiara Dino, giornalista del Corriere Fiorentino (ore 17.30). 


E infine venerdì 4 al cinema La Compagnia alle 16.00, incontro con la sinologa Alessandra Lavagnino e lo storico dell’Arte Francesco Morena: "La scoperta della Cina: percorsi di Storia e Arte da Marco Polo alla modernità", il personaggio, il suo operato e le sue testimonianze degli scambi fra l'Italia e la Cina che dettero origine in Occidente al gusto per le cineserie, alle mode, influenzando le espressioni artistiche e dando impulso al collezionismo. Ingresso libero.



Il FánHuā è organizzato dall’Associazione FánHuā in cooperazione con la Zhong Art International, sotto la direzione artistica di Paolo Bertolin, e realizzato con la collaborazione della Regione Toscana e dell’Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana, con il contributo della Fondazione Cassa Risparmio Firenze, il patrocinio dell’Ambasciata cinese e del Consolato Generale Cinese di Firenze, dei Comuni di Firenze e Prato, della Città Metropolitana di Firenze. Tra le collaborazioni territoriali, Cesvot, il Cibrèo e il Teatro del Sale, il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e Lanterne Magiche, Paolo Penko, libreria l’Ornitorinco, Liberi di Educare, Cina in Tavola, l’Istituto Confucio dell’Università di Firenze. Sponsorizzato da  Hainan Airlines, Publiacqua, Ristorante La Spada, La via del Tè, in partnership con Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze, sponsor tecnico Unicoop Firenze. 


Cinema La Compagnia, via Cavour 50r, Firenze, 055/268 451 www.cinemalacompagnia.it

Nicoletta Curradi

Fabrizio Del Bimbo 

Tutto pronto per la grande giornata di Harmony Award #stopviolence



Si parte alle 16.00 con l’iniziativa PLAY TOGETHER e il suo sport village nel centro di Monte San Savino. Alle ore 21.00, spazio alla cerimonia di premiazione con Galli, Tacconi, Kostner, De Giorgi, Leggeri e Dallari sul palco del Teatro Verdi. 


  Tutto pronto per la II edizione dell’Harmony Award #StopViolence, il premio organizzato dal Comune di Monte San Savino che, venerdì 27 settembre, alle ore 21.00 porterà sul palco del Teatro Verdi sei grandi personaggi legati al mondo dello sport, con le loro brillanti carriere e le loro storie di tenacia, impegno e coraggio. 


Realizzata con il coordinamento dell’Associazione Premio Semplicemente Donna, e il sostegno del main sponsor Estra Spa, la cerimonia di premiazione sarà articolata da un  talk show, condotto dai giornalisti Massimo Boccucci e Massimiliano Morelli, a cui prenderanno parte due iconici nomi del calcio italiano, quali Filippo Galli e Stefano Tacconi; il giornalista, direttore editoriale della Lega di Serie A, Lorenzo Dallari; la plurimedagliata campionessa di pattinaggio sul ghiaccio, Carolina Kostner; l’ex pallavolista Manuela Leggeri, oggi membro del team tecnico di Julio Velasco e l’attuale CT dell’Italvolley maschile, Ferdinando “Fefè” De Giorgi. 


Nato con l’obiettivo di sensibilizzare la società civile contro ogni forma di violenza e discriminazione fuori e dentro il campo, la serata a teatro sarà preceduta, nella stessa giornata di dopodomani, dall’iniziativa collaterale PLAY TOGETHER #AlleniamociControLaViolenza che, dalle 16.00 alle 18.30, vedrà Monte San Savino diventare un vero e proprio villaggio sportivo. Una invasione giocosa in Piazza Gamurrini, Corso Sangallo e Piazza di Monte, con centinaia di atleti e atlete di tutte le età, accompagnati da tecnici e dirigenti, per un totale di ben diciotto società sportive provenienti da Arezzo e da tutta la Valdichiana. 


Protagonisti dell’iniziativa la Scuola Basket Arezzo, la Sansovino Calcio, le scuole di ballo Danzart, Happy Fun e Le Ballet, la Polisportiva Savinese, che si proporrà con la 50vs50 di volley coinvolgendo atleti, genitori, nonni e chiunque voglia aggregarsi; e ancora la NRGym Taekwondo, la A.S.D. Tai Chi Chuan Arezzo, il Tennis Club Castiglionese, le Special Olympics di All Stars Arezzo Onlus, la Palestra Eracle, la G.S. Chimera Lotta  a cui si uniranno l’A.S.D. Olimpea, il G.S Vigili del Fuoco di Arezzo, l’A.S. Jawara Judo Valdichiana, l’A.S.D. Accademia Taekwondo Toscana, gli scacchisti del C.A.S Colle del Pionta e l’A.S.D Chimera Bridge Arezzo. 


Alle ore 18.30, al termine di questa grande festa all’insegna dei sani valori dello sport, tutti partecipanti assieme ai sei personaggi che la sera verranno premiati poseranno per uno scatto fotografico dove il protagonista principale sarà uno striscione riportante uno slogan contro la violenza  per lanciare, attraverso i social e le testate giornalistiche, un messaggio condiviso contro la violenza di ogni genere, non soltanto nel mondo dello sport, ma in ogni sfera della società civile.


Nicoletta Curradi 

sabato 21 settembre 2024

Accardi, Apollonio e Dadamaino in Avanguardie al femminile alla Tornabuoni Arte





Tornabuoni Arte presenta nella sua sede di Firenze, Avanguardie al Femminile, una mostra unica che riunisce tre delle più importanti protagoniste dell’arte italiana del dopoguerra: Carla Accardi (1924-2014), Marina Apollonio (1940) e Dadamaino (1934-2004). Con oltre 40 opere, che abbracciano la seconda metà del XX secolo, la galleria vuole rendere omaggio al fondamentale e personale contributo che ognuna di loro ha dato all’evoluzione dell’arte astratta.

 

Il percorso espositivo inizia al piano terra dove troviamo i lavori di Carla Accardi, di cui per altro quest’anno si celebra il centenario della nascita, e Dadamaino. Si apre con Assedio Rosso n.3 (1956) dell’Accardi, una tela di oltre un metro e mezzo di lunghezza, in cui è racchiuso tutto il suo linguaggio fatto di segni, simboli e colore, esposta anche al Palazzo delle Esposizioni a Roma per la retrospettiva a lei dedicata proprio per il centenario. Realizzato pochi anni dopo lo scioglimento di Forma 1 - un movimento artistico da lei fondato a Roma nel 1947 insieme, tra gli altri, a Giulio Turcato, Pietro Consagra, Piero Dorazio e Achille Perilli - il dipinto richiama alcuni degli ideali del gruppo che enfatizzava l'importanza dell'astrazione e rifiutava ogni forma di realismo e rappresentazione figurativa. A testimoniare la sua ricerca del periodo successivo, è presente anche un monumentale quadro del 1967, lungo quasi quattro metri, su sicofoil, un materiale plastico trasparente, che sostituisce il tradizionale supporto della tela e caratterizza il quadro stesso come un diaframma luminoso, un esempio iconico di una delle serie più note dell'Accardi. È dedicato alla critica d’arte Carla Lonzi, alla quale la pittrice fu legata da uno straordinario sodalizio durato circa un decennio, e con cui fondò Rivolta Femminile, all’inizio degli anni Settanta, uno dei primi movimenti femministi in Italia. Con Assedio Rosso n.3 è stato esposto alla LIX Biennale di Venezia del 2022, dove tutte e tre le nostre artiste sono state scelte, tra le altre, dalla curatrice Cecilia Alemani con dei lavori storici (alcuni prestati dalla Tornabuoni Arte) a indicare la significativa e fondamentale eredità che hanno lasciato.




Dell’Accardi, qui in mostra, troviamo anche Arancio verde del 1972-76, dove c’è un ritorno ad una pittura più tradizionale, una pittura su stoffa, di grandi dimensioni, di forte impatto cromatico. Sempre su tela sono le opere che dagli anni Ottanta arrivano al Duemila, scelte per questa occasione, dove la sua sperimentazione è sempre più indirizzata verso il colore, fatta eccezione per Bianco nero, del 2004, memoria di un’astrazione ridotta nei segni e nella tavolozza più vicino all’Informale degli anni ’50.

 

Dadamaino, pseudonimo di Edoarda Emilia Maino, più giovane di un decennio, mentre l’Accardi operava a Roma tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi dei Sessanta, si trovava, invece, a Milano. Autodidatta, affascinata dalla pittura, casualmente, scopre in una vetrina un quadro di Fontana, e, influenzata dalla corrente dello Spazialismo, elabora una sua personale versione delle opere con i buchi dell’artista che intitola Volumi, di cui vediamo alcuni esempi qui esposti. Grandi ovali ritagliati nella tela monocroma, che ne rivelano il bianco retrostante: il buco diventa il negativo, il vuoto, e la tela è percepita non più come superficie ma come spazio tridimensionale. Sono anche gli anni in cui Dadamaino frequenta il bar Giamaica a Milano, dove, nel 1957, conosce Piero Manzoni, con cui nasce una profonda amicizia. Manzoni la invita ad esporre i suoi Volumi nella galleria Azimut, spazio autogestito dal gruppo di cui faceva parte insieme a Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani. Agli inizi degli anni Sessanta, in questa sua veloce parabola creativa, l’artista intraprende la sperimentazione optical, una nuova percezione, un nuovo modo di vedere, che coinvolge anche la partecipazione dello spettatore. Il delicato Oggetto ottico-dinamico (1963-65), precedentemente esposto al Centre Pompidou a Parigi e successivamente al Guggenheim di Bilbao, è la chiara dimostrazione della sua capacità di spingersi nella ricerca e testimonia anche la sua partecipazione al movimento internazionale “Nove Tendencija” di Zagabria, una delle maggiori espressioni dell’arte cinetica, alla quale prese parte anche Marina Apollonio, più o meno negli stessi anni.




Dadamaino, come Carla Accardi, abbandona la tela come supporto in favore delle potenzialità della plastica, lasciando solo i segni, il movimento, il gesto. In mostra anche le delicate Passo dopo passo, 1988, e Sein und Zeit, 1999, dove interviene minuziosamente su fogli trasparenti di poliestere con numerosi trattini di inchiostro di china, per lo più nero. Trattini che si susseguono a distanze regolari, cambiando inclinazione, secondo concentrazioni e diramazioni, creando un movimento dinamico delle superfici, quasi fossero delle maree. Nella serie raffinatissima degli Interludi, di cui abbiamo tre esempi del 1981, realizzati sempre con la stessa tecnica a mano libera, leggera, ma definita da rigore e metodo, il poliestere viene sostituito dalla carta.

A Marina Apollonio è riservato il primo piano della galleria. L’artista è di sicuro una delle rappresentanti più significative del movimento ottico-cinetico internazionale. Già nei primi anni Sessanta, hanno inizio le sue ricerche sulla percezione visiva, sulla creazione di stimoli percettivi attraverso una combinazione di forme pure. Con gli esponenti dell’Arte Optical condivide una visione di un'arte depersonalizzata in opposizione al concetto di astrazione espressiva. Nei lavori della serie Dinamica Circolare, qui esposti, Apollonio ha ideato dei congegni meccanici che mettono in movimento le sue sinuose spirali bicolori, inserendo una dimensione cinetica al dinamismo ottico delle sue opere. Si aggiunge a questa serie Blu su rosso fluorescenti 6A, 1966-68, che si distingue dalle altre per l’uso del colore, fluorescente appunto, su masonite. Marina Apollonio è un artista meticolosa, rigorosa che ha sempre continuato nella sua ricerca visiva - dalla pittura alla scultura e al disegno, dalle opere statiche a quelle in movimento - a inventare, a sperimentare nuovi materiali, abbracciando le innovazioni tecnologiche del suo tempo, pur mantenendo una programmazione geometrica, matematica, non lasciando mai niente al caso.

Avanguardie al Femminile è un tributo a tre artiste come Carla Accardi, Marina Apollonio e Dadamaino, convinte dell’importanza dell’arte e dell’impegno politico e sociale, che hanno partecipato ai diversi movimenti della seconda metà del XX secolo e che, attraverso le loro ricerche, hanno lasciato un segno duraturo nella storia dell’arte. La mostra rimarrà aperta fino al 15 novembre 2024.

 

Info: Tornabuoni Arte

Firenze
, Lungarno Benvenuto Cellini, 3


Fabrizio Del Bimbo 

mercoledì 18 settembre 2024

Una mostra alla Galleria del Palazzo in occasione della 33esima Biennale dell'Antiquariato





 In occasione della XXXIII Biennale dell’Antiquariato di Firenze a Palazzo Corsini, Galleria del Palazzo è lieta di ospitare UNA PREZIOSA COLLEZIONE” la mostra di Ceramiche Zaccagnini raffiguranti i personaggi creati da Walt Disney, a cura di Raffaello Pernici e Francesca Roberti, dal 26 settembre al 6 ottobre 2024.

Per la Galleria del Palazzo - Coveri, che si apre nel cuore di Firenze, sono state selezionate sessanta sculture in ceramica invetriata provenienti della Collezione Raffaello Pernici - Best Ceramics di Rosignano Marittimo.

Il percorso espositivo è finalizzato a valorizzare la produzione, dedicata della manifattura fiorentina alla originale serie di soggetti di Walt Disney, nel periodo che va dal ‘38 al ‘55 del secolo scorso.

 La Manifattura Ceramica Zaccagnini di Firenze attiva dalla fine del ‘800, decise di richiedere una licenza alla Walt Disney Productions per l’emissione di statuette tratte dai film Disney, sulla scia dello straordinario successo planetario del suo primo lungometraggio animato: “Biancaneve e i sette nani”, presentato negli USA nel dicembre1937 e proiettato in Italia nel dicembre dell’anno successivo. Licenza concessa.

 info

Galleria del Palazzo - Coveri. Lungarno Guicciardini,19 - 50125 Firenze 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   


Fabrizio Del Bimbo

A Firenze il festival Entre dos mundos

 



Nell'ambito di "Entre Dos Mundos. Festival del Cinema Iberoamericano", che si tiene dal 19 al 21 settembre al cinema La Compagnia, il 18 settembre si è  tenuto l'incontro stampa con la produttrice Eréndira Núñez Larios presente a Firenze in occasione della presentazione in anteprima del film documentario "Frida", che vede come produttori esecutivi anche Ron Howard e Brian Grazer.

L'incontro stampa si è svolto all'Hotel Tornabuoni alla presenza della direttrice del festival, Maria Lorena Rojas.

Film, talk, masterclass compongono il programma di "Entre Dos Mundos", che si tiene a La Compagnia e il 22 settembre al cinema Astra


La manifestazione, arrivata alla VII edizione, è diretta da Maria Lorena Rojas. Tra le ospiti più attese, la regista Carla Gutierrez. Tutti gli eventi e le proiezioni sono ad ingresso gratuito.


Fabrizio Del Bimbo