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venerdì 15 maggio 2009
A Firenze si parla di trapianto di midollo e staminali
TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO E CELLULE STAMINALI.
Ne parlano oltre 400 medici e infermieri al Palazzo degli Affari. Firenze ospita la Banca del sangue cordonale al primo posto in Italia per numero di unità di sangue rilasciato
III Congresso del GITMO ( GRUPPO ITALIANO PER IL TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO).
Cellule staminali: un argomento di cui recentemente si è parlato molto, a volte, purtroppo, anche con scarsa chiarezza. Per affrontare il tema in maniera corretta 400 tra medici e infermieri analizzeranno le novità emerse sulla materia e faranno luce sull'odierna situazione. Le cellule staminali sono attualmente impiegate per la cura di varie patologie (oncologiche, ematologiche, genetiche ed altro ancora). Al convegno, presieduto dal Prof. Alberto Bosi, si parlerà anche di autotrapianto nelle malattie autoimmuni, e di trapianti di midollo che ormai raggiungono le 1500 unità da donatore (allogenici) e oltre 3000 autologhi.
I centri italiani di trapianti sono saliti da 19 nel 1998 a oltre 100 nel 2008, anche se con alcune disuguaglianze. Al sud, ad esempio, a fronte di un terzo circa della popolazione italiana, vengono effettuati solo il 20% dei trapianti, anche se il trend è in aumento.
Per quanto riguarda il sangue cordonale, in Italia si sono registrati circa 130 trapianti nell'ultimo anno, con un numero maggiore di pazienti adulti rispetto ai bambini. Il trapianto da sangue cordonale è triplicato nell'ultimo quinquennio, e la Banca del sangue cordonale di Firenze è la prima in Italia per numero di unità di sangue rilasciato.
Sabato, infine, è in programma la prima giornata dei pazienti e dei familiari. Si tratta di un appuntamento importante poichè permette di far incontrare i tre lati della comunità assitenziale medici-infermieri-pazienti. Verrà affrontato il tema della gravidanza e della maternità dopo il trapianto, con testimonianze di madri che parleranno anche di qualità della vita dopo il trapianto e della possibilità di tornare a una situazione normale.
Uno degli elementi emersi al termine della prima giornata del III Congresso del GITMO, (Gruppo Italiano per il trapianto di midollo osseo)è il fatto che l’Italia ha un ruolo di primissimo piano per quanto riguarda i trapianti di midollo osseo, visto che il nostro Paese è uno dei massimi contributori al numero dei trapianti eseguiti in Europa. Il Gruppo europeo del trapianto di cellule staminali (EBMT) raccoglie e centralizza i dati relativi ai trapianti eseguiti nei vari Paesi, e l’Italia è in termini di numerosità al terzo/quarto posto. Ciò da l’idea dellla grande attività svolta nel nostro territorio, coordinata dal GITMO, e che dimostra come i centri trapiantologici italiani hanno un’expertise e una tecnologia disponibile di altissimo livello.
Il dato è incoraggiante perchè apre prospettive per il futuro, importanti soprattutto per pazienti affetti da patologie neoplastiche, in cui il trapianto di cellule staminali può rappresentare la chiave per un futuro migliore.
Il trapianto di cellule staminali dal punto di vista dell’organizzazione dello svoligmento della procedura è molto invasivo per il soggetto e in linea generale non tutti i pazienti possono sopportarla in maniera adeguata, soprattutto in età avanzata. Prima non era possibile eseguire il trapianto oltre i 40 anni, poi siamo arrivati ai 50, mentre 60 sembra essere oggi una barriera importante. Negli ultimi 10 anni sono state sviluppate tecnologie di trapianto da donatore familiare o extrafamiliare a cosiddetta “intensità ridotta”, che significa un trapianto che è tecnologicamente organizzato in modo tale da diventare sopportabile anche per i soggetti che non potevano usufruire della metodologia classica. Inizialmente tale tecnica ha avuto uno sviluppo lento, mentre oggi la gran parte dei centri di trapianto la adotta, il che amplia notevolmente la platea dei soggetti che può riceverlo. Per alcune patologie, come ad esempio la leucemia mieloide acuta, il trapianto di cellule staminali da donatore è l’arma più potente di cui disponiamo, e siccome tali patologie sono più frequenti nei soggetti anziani, almeno nei casi in cui le condizioni generali sono buone e non si superino i 60 anni, è possibile applicare questa tecnologia.
Le prospettive future
Oggi si può accedere a diversi fonti sorgenti di cellule staminali. Mentre classicamente si cercava in famiglia, ora la cerchia dei donatori non familiari si è ampliato grazie alle Banche dei donatori internazionali. Inoltre sono disponibili anche sorgenti alternative come le cellule presenti nel sangue di cordone ombelicale, che da circa 15 anni vengono raccolte in molti Paesi europei ed extraeuropei in apposite banche del sangue di cordone ombelicale. Anche nel nostro Paese sono presenti e ciò arrichisce l’offerta e la possibilità di trovare rapidamente una sorgente di cellule staminali da usare in ambito trapiantologico.
Nicoletta Curradi
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