Ancor oggi è possibile scoprire perle nascoste tra i tanti celebri nomi dell’enologia, realtà che puntano sulla semplice ma non scontata qualità. Tra queste spicca la Fattoria di Montemaggio che si trova nel Comune di Radda in Chianti, nel cuore del Chianti Classico, sulla strada romana fra Siena e Firenze dove si ergeva una torre del XIV secolo. Montemaggio figura su una mappa dei ”Capitani di parte Guelfa” risalente al 1560, conservata nella Podesteria di Radda. Il toponimo deriva da Monte Maggiore riferito alla posizione elevata della località: intorno ai 600 metri sul livello del mare.
La speciale posizione data dall’altitudine unita al microclima, fanno sì che Montemaggio possa offrire una vasta gamma di prodotti, partendo da un grande e accurato lavoro in vigna, oltre che da quello in cantina, da cui hanno origine: Chianti Classico, Riserva, Igt (Merlot), Igt (Merlot e Sangiovese), Rosé di Sangiovese, Chardonnay, Grappa, Grappa Riserva e infine l’Olio Extra Vergine di oliva.
Montemaggio è guidata in primis da donne: Valeria Zavadnikova, giovane proprietaria di origine russa ma con background internazionale, la cui passione per il vino è stata col tempo arricchita di competenze specifiche per poi trasformarsi in un vero e proprio lavoro. Oltre a Ilaria Anichini, Agronomo e Direttore dell’Azienda. Non è un caso se la nuova immagine di Montemaggio è rappresentata dal femminile. L’idea è di Andrey Remnev, noto e quotato pittore russo che ha realizzato un quadro che rappresenta una giovane donna etrusca con un cesto di uva, da cui Marina Zimoglyad, la moglie designer, ha preso ispirazione per la realizzazione grafica del logo e dell’etichetta.
Intorno a queste due figure ruotano vari personaggi fondamentali per l’azienda, sia in vigna, che in cantina. In primis l’enologo: Andrea Paoletti, che dal 1996 segue Montemaggio come consulente enologico.
La fattoria, che è membro del Consorzio del Chianti Classico, si estende su una superficie di 70 ettari ed è costituita da vigneti, oliveti e boschi. I vigneti occupano una superficie di circa 9 ettari, si trovano quasi tutti al centro del podere e sono esposti principalmente a Sud-Ovest su terreni di diverse origini ma prevalentemente ricchi di Galestro, Alberese e Arenarie. È per questo, principalmente, che i vini di Montemaggio sono caratterizzati da eleganza e finezza aromatica.
La maggior parte dei vigneti, caratterizzati da un’elevata densità per ettaro sono di Sangiovese, oltre a piccole porzioni di Merlot, Pugnitello, Chardonnay, Malvasia Nera e Ciliegiolo non ancora tutti in produzione.
I vini Montemaggio sono irrevocabilmente legati ai terreni in cui sono coltivati “al loro terroir” ed hanno assorbito il sapore selvatico dei boschi che circondano la fattoria. A questo si unisce un accurato lavoro in vigna e poi in cantina.
La forma di allevamento scelta è il cordone speronato e nei nuovi vigneti sono in fase di sperimentazione altre forme tra le quali l’alberello, così da anticipare la maturazione e il guyot. Tutto ciò, unito all’esposizione Sud, Sud-Ovest, alla pendenza, al microclima, alla natura del terreno e al faticoso e accurato lavoro svolto, garantiscono un risultato di alta qualità.
Per quanto riguarda la cantina, il principale intento è quello di limitare al massimo l’utilizzo delle Barrique, in modo tale da dare l’opportunità di far assaporare il vino e di non far prevalere il gusto del legno. In particolare, ad esempio, per il Sangiovese sono utilizzate prevalentemente botti grandi o tonneaux, al fine di non snaturare il sapore del vino con sentori di vaniglia o tannini troppo invadenti.
Utilizzando botti e a causa dell’elevata altitudine, i vini Montemaggio, una volta imbottigliati richiedono un lungo affinamento in bottiglia prima di poter uscire sul mercato, talvolta con tempi diversi rispetto ad altre aziende.
Una chicca che evidenzia l’amore vero della proprietà per la terra e i suoi frutti in senso lato, è il meraviglioso orto, progettato in modo da conciliare le esigenze colturali con lo schema compositivo proprio di un giardino di cui vengono riproposti e rivisitati i principali elementi costitutivi. L'orto è infatti suddiviso in aiuole rialzate disposte in modo simmetrico in cui stagionalmente viene pianificato uno schema di piantumazione che associa alle tipiche specie da orto familiare, colture da fiore e alberi da frutto; all'effetto ornamentale e all'aspetto produttivo si somma l'applicazione dei principi del consociativismo agrario, fondamento dell’agricoltura biologica.
Notevole lo studio estetico: la recinzione è schermata da alberi da frutto allevati a spalliera tra cui prevalgono i susini, che in futuro verranno utilizzati nella produzione di un vino dolce da dessert.
Non meno d’effetto il giardino che circonda la fattoria, anch’esso studiato dall’Agronomo paesaggista Francesca Benza (www.francescabenza.com), che mette in luce ancora una volta l’attenzione al dettaglio e al particolare, che contribuisce a raccontare Montemaggio come un tutto armonico.
Del Bimbo Fabrizio
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