dalle ore 14.45, il cortometraggio “Tuesday” di 
Ziya Demirel, minuzioso lavoro di osservazione sulla quotidianità di una
 ragazza adolescente, e sul potere degli uomini rispetto allo spazio 
personale delle donne; a seguire “Pandora’s Box”, ultimo film dell’omaggio che il festival dedica
 alla regista turca Yesim Ustaoglu, un’indagine sul ruolo della memoria e
 il suo funzionamento come meccanismo di fuga attraverso la vicenda di 
una famiglia turca.  
Alle 17.00 focus sul cinema documentario per celebrare i dieci anni 
di Greenhouse, innovativo programma di sviluppo rivolto ai giovani 
documentaristi del Medio Oriente e Nord Africa: si parte con “Sbitar”,
 esordio del regista marocchino Othmane Balafrej, che racconta in presa 
diretta l’ospedale di Rabat, il più grande d’Africa; alle 17.45 il 
bellissimo documentario “Baglar” di Berke Bas e Melis 
Birder, sulle vicissitudini di una squadra giovanile di basket curda, 
che si batte – oltre che per vincere il campionato – anche per superare 
pregiudizi, povertà e disordini politici creati da decenni di conflitto 
tra stato e indipendentisti curdi. In apertura la presentazione del 
progetto “Mr. Gay Syria” di Ayse Toprak, che segue le 
lotte dell’attivista siriano per i diritti omosessuali Mahmoud, il cui 
sogno è trovare un siriano che partecipi per la prima volta al concorso 
di bellezza Mr. Gay World. 
Alle 22.30 - dopo la proiezione di “A Syrian Love Story” - la giornata si conclude con la proiezione del film iraniano “Lantouri”,
 ultimo lavoro del talentuoso regista Reza Dormishian, sulle vicende di 
una gang che deruba le persone per le strade di Tehran e svaligia le 
case dei ricchi corrotti, ma al tempo stesso storia d’amore tra un 
criminale e una giornalista impegnata: pellicola provocatoria che 
affrontare il tema delle ingiustizie sociali in Iran.  
  
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