mercoledì 2 settembre 2020

Fabbrica Europa al via il 3 settembre

 



Tanti appuntamenti del Festival dal 3 settembre all’8 ottobre
Riparte Fabbrica Europa, dal 3 settembre all’8 ottobre, che trova vita, forme, formati, sonorità, poetiche e narrazioni all’interno e all’esterno del Parc Performing Arts Research Centre, in scorci verdi del Parco delle Cascine, sul palco del Teatro Studio di Scandicci grazie alla collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana, del Teatro Puccini e del Teatro Cantiere Florida.

Alla ricerca del senso di una nuova contemporaneità, Fabbrica Europa ha riprogettato la XXVII edizione del Festival con l’obiettivo di guardare tanto al presente quanto al futuro. Ha declinato un programma mosso dalle potenzialità della relazione arti performative - spazio all’aperto - natura, grazie al Parco delle Cascine di Firenze. Contesto in cui Fabbrica Europa ha la sua sede: le due sale, l’area esterna e il cuore del Parco accolgono buona parte dei progetti di quest’anno. Senza dimenticare la valenza dello spazio cosiddetto teatrale che ha bisogno di riaccendersi, di ritrovare fiducia nelle forme di socialità, condivisione, partecipazione, aderenza alle espressioni di libertà artistica e individuale limitate dal distanziamento. Il Festival ha trovato nuova forma grazie alla complicità degli artisti, al sostegno delle Istituzioni - Mibact, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze – e all’impegno di coloro che contribuiscono a preservare la rilevanza culturale, internazionale, multidisciplinare di Fabbrica Europa a Firenze, in Toscana, in Europa, nel mondo.
Apre il Festival Violin Phase di Rosas (Parco delle Cascine, 3, 4, 5 settembre), terzo dei quattro movimenti che compongono Fase, Four Movements to the Music of Steve Reich, la prima performance creata da Anne Teresa De Keersmaeker  con debutto  nel 1982 a Bruxelles. La coreografa utilizza la struttura della musica minimalista di Steve Reich per sviluppare un linguaggio del corpo che non si limita a illustrarla, ma aggiunge una nuova dimensione. Musica e danza partono dal principio dello sfasamento attraverso piccole variazioni: movimenti inizialmente sincroni scivolano gradualmente dando vita a un gioco di forme in continuo cambiamento.   
De Keersmaeker, a oggi unica interprete di Fase, lo trasmette a due nuove danzatrici. A Firenze il Solo Violin Phase, proposto all’aperto nel magico scorcio de Le Otto Viottole nel cuore del Parco delle Cascine, è interpretato da Yuika Hashimoto e Soa Ratsifandrihana che si alternano in 3 repliche al giorno. La danzatrice si muove secondo schemi circolari con la ripetizione rigorosa di un'unica frase di rotazione e torsione che gioca con il formalismo e la drammaticità della musica. La sinergia dei movimenti semplici, sottili e sempre più espansi con le sonorità del violino, è potente per purezza e intento. Eseguite su una superficie di sabbia bianca, le fasi dei gesti inscrivono forme e tracciati creando un'immagine ipnotica del tempo e del corpo. Sono due gli appuntamenti con Enzo Cosimi che presenta un dittico dalla trilogia sulla diversità “Ode alla bellezza”, una riflessione che coinvolge minoranze, emarginati, non professionisti. I love my sister (PARC, 19 settembre) è un’esplorazione sulla transessualità dei corpi che reinventano modalità inedite per abitare lo spazio fisico, urbano e sociale e che pagano il peso di un’invisibilità inflitta che relega ai margini le loro storie. Racconta di persone in transito FtoM (dal femminile al maschile) e di vissuti che riverberano nuovi paesaggi dell’animo umano. Lo stesso giorno, presentazione del libro ENZO COSIMI. Una conversazione quasi angelica, 10 oggetti per uso domestico. A cura di Maria Paola Zedda (Editoria & Spettacolo, 2019). La bellezza ti stupirà (Teatro Studio, 2 ottobre), creazione coreografica/performativa/installativa, nasce da un’indagine sulla figura dell’homeless e sulla sua solitudine nella società contemporanea. Il lavoro è realizzato in collaborazione con le Associazioni dei senza fissa dimora. Narra un mondo abitato da persone che scelgono o si trovano a vivere ai margini. L’esperienza di vita degli homeless rappresenta il fulcro drammaturgico della pièce, una sfilata visionaria, una sequenza di video ritratti che mostrano i protagonisti nei loro luoghi del quotidiano, un racconto fiabesco immerso in un’inquietudine sospesa e rarefatta. Perpendicolare come la potenza del gesto, come il profondo desiderio di relazione. Canzoni che risuonano nei corpi. Movimenti che fioriscono dalle parole e dai suoni. Un innesto affascinante e naturale tra il mondo musicale di Cristina Donà e la danza del coreografo Daniele Ninarello, plasmati e cuciti insieme dal musicista e compositore Saverio Lanza. Materiale inedito nato per lo spettacolo e alcune tra le canzoni più note della cantautrice si aprono nello spazio della performance come una visione che scorre fin sotto la pelle. «Una collaborazione entusiasmante - racconta Cristina Donà - quella nata con Daniele nel gennaio 2020 (…). Il dialogo tra le mie canzoni e la danza, ha partorito nuovi frutti anche durante il lockdown: la clip “Protesta silenziosa#1”, ispirata dalle “Proteste silenziose” danzate da Daniele durante la quarantena, ne è la testimonianza» (Teatro Studio, 17, 18 settembre). Terminalia Amazonia è un'esperienza potente che unisce i suoni degli Zu (Massimo Pupillo, Luca T. Mai, Jacopo Battaglia) ai visual magmatici dell’artista berlinese Lillevan. Negli ultimi 4 anni la band ha viaggiato nella giungla amazzonica lungo il fiume Ucayali, tra Perù e Brasile, immergendosi nella cultura, nei rituali, nelle antiche tradizioni della sua gente. «Ciò che si percepisce in Terminalia Amazonia è l’integrazione di mondi: le antiche canzoni sciamaniche della tradizione shipibo-conibo e la nostra personale ricerca di suoni e frequenze», afferma Pupillo. Il lavoro degli Zu è iniziato con una serie di registrazioni notturne sul campo durante alcuni canti cerimoniali di guarigione. I toni e i ritmi sono quelli del respiro umano, vitale, vulnerabile, che rivela uno straordinario spazio sacro. Utilizzando solo synth analogici vintage, gli Zu danno vita a strati di suono densi, spontanei ed elaborati, capaci di far immergere l'ascoltatore in atmosfere che allontanano dal qui e ora, verso territori, acustici e non, inesplorati (PARC, 3, 4 settembre).

Trilok Gurtu è uno dei musicisti più importanti al mondo. Ama definirsi un costruttore di ponti musicali tra diverse culture. Fondendo tecnica occidentale e indiana, ha sviluppato uno stile e un suono inconfondibili che da metà anni ‘90 lo collocano tra i più grandi innovatori dell'arte percussiva di tutti i tempi. I suoi live incantano per intensità, fantasia, virtuosismo ed energia comunicativa. Nel corso della quarantennale carriera ha attratto artisti di livello mondiale, da John McLaughlin - nel cui trio Trilok si è affermato come solista e con cui collabora da oltre 20 anni - seguito da Joe Zawinul, Jan Garbarek, Bill Evans, Pharoah Sanders, Dave Holland, gli Oregon, folgorati dal suo magistrale senso del ritmo. Drumming e stile compositivo trasversali e personali sono alimentati da grande passione e disciplina (Festival au Désert, Teatro Puccini, 10 settembre). Cristina Kristal Rizzo presenta al Teatro Studio due lavori. VN / Variazioni criminali è un luogo di attraversamento dove sperimentare una pratica di libertà e una diversa postura politica dei corpi. Indaga il rapporto tra danza e musica, emancipando le potenzialità del corpo, l’eleganza del gesto, la reversibilità tra impulso e decisione, tra determinazione e imprevisto.
Per altre info: www.fabbricaeuropa.net

Fabrizio Del Bimbo

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