Tre differenti aziende del territorio si uniscono e creano Garage Beer, prodotto a Km zero con un packaging anni ‘60.
Al debutto anche una nuova straordinaria bevanda frutto di un esperimento con birra e Vin Santo.
Si dice che i legami più forti siano quelli che crescono con il tempo. Se questo è vero allora stiamo assistendo ad un rapporto destinato a resistere sul mercato, locale e nazionale, e forse persino a mutarne in parte le regole. Parliamo di una birra speciale, artigianale, e del suo territorio, la Toscana. Garage Beer (www.garagebeer.it), nasce qui, in un’area a forte vocazione vitivinicola ma con grandi risorse anche sul versante brassicolo. Ricca di malto d’orzo, frumento, ingredienti fondamentali per la produzione della birra, la Toscana trova un altro e più ambizioso traguardo, conquistare il consumatore attraverso l’esaltazione dei propri prodotti tipici e la valorizzazione della qualità dei suoi produttori ed esercenti.
E' stata presentata alla stampa da Simone Mainardi, Amministratore Delegato della Fattoria Bini (www.fattoriabini.it), da Claudio Cerullo, responsabile della produzione e della qualità dell’azienda Birra Amiata (www.birra-amiata.it) e da Roberto Pagliai, Amministratore Unico di Garage Inc. (www.garageinc.org), Garage Beer è il risultato di una combinazione originale – e per questo vincente – tra tre differenti realtà del territorio: un’azienda che produce vino e olio, un birrificio tra i più noti e stimati e un’officina specializzata in custom divenuta nel giro di poco tempo un punto di riferimento per i riders italiani. Ecco un esempio di ibridazione creativa, un mix di tradizione e innovazione che ha permesso di far conoscere la Toscana anche sotto questo aspetto.“Avere ingredienti eccellenti non basta – dice Simone Mainardi -, dovevamo trovare i partners giusti che li facessero spiccare, sia nella lavorazione che nella promozione. Legarci al miglior mastro birraio e scovare un brand che rappresentasse con una metafora il piacere della scoperta, di un viaggio sensoriale tra i sapori della propria terra, di un gusto nuovo, era il nostro principale obiettivo. Crediamo di averlo raggiunto”. Una birra made in Tuscany dunque, un prodotto a Km zero che ha tutti i vantaggi di un bene nostrano, con le caratteristiche proprie di una lavorazione familiare che vuole mantenere ed esaltare i sapori dei componenti naturali, i profumi e gli aromi del luogo d’origine. Legarsi al territorio dunque, partendo dalle risorse principali come l’acqua. Pura e leggera, quella dell’Amiata è un ingrediente fondamentale fa sapere Claudio Cerullo, che aggiunge: “le
Del Bimbo Fabrizio
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