lunedì 27 febbraio 2012

Birre Artigianali


Tre differenti aziende del territorio si uniscono e creano Garage Beer, prodotto a Km zero con un packaging anni ‘60.
Al debutto anche una nuova straordinaria bevanda frutto di un esperimento con birra e Vin Santo.
Si dice che i legami più forti siano quelli che crescono con il tempo. Se questo è vero allora stiamo assistendo ad un rapporto destinato a resistere sul mercato, locale e nazionale, e forse persino a mutarne in parte le regole. Parliamo di una birra speciale, artigianale, e del suo territorio, la Toscana. Garage Beer (www.garagebeer.it), nasce qui, in un’area a forte vocazione vitivinicola ma con grandi risorse anche sul versante brassicolo. Ricca di malto d’orzo, frumento, ingredienti fondamentali per la produzione della birra, la Toscana trova un altro e più ambizioso traguardo, conquistare il consumatore attraverso l’esaltazione dei propri prodotti tipici e la valorizzazione della qualità dei suoi produttori ed esercenti.
E' stata presentata alla stampa da Simone Mainardi, Amministratore Delegato della Fattoria Bini (www.fattoriabini.it), da Claudio Cerullo, responsabile della produzione e della qualità dell’azienda Birra Amiata (www.birra-amiata.it) e da Roberto Pagliai, Amministratore Unico di Garage Inc. (www.garageinc.org), Garage Beer è il risultato di una combinazione originale – e per questo vincente – tra tre differenti realtà del territorio: un’azienda che produce vino e olio, un birrificio tra i più noti e stimati e un’officina specializzata in custom divenuta nel giro di poco tempo un punto di riferimento per i riders italiani. Ecco un esempio di ibridazione creativa, un mix di tradizione e innovazione che ha permesso di far conoscere la Toscana anche sotto questo aspetto.“Avere ingredienti eccellenti non basta – dice Simone Mainardi -, dovevamo trovare i partners giusti che li facessero spiccare, sia nella lavorazione che nella promozione. Legarci al miglior mastro birraio e scovare un brand che rappresentasse con una metafora il piacere della scoperta, di un viaggio sensoriale tra i sapori della propria terra, di un gusto nuovo, era il nostro principale obiettivo. Crediamo di averlo raggiunto”. Una birra made in Tuscany dunque, un prodotto a Km zero che ha tutti i vantaggi di un bene nostrano, con le caratteristiche proprie di una lavorazione familiare che vuole mantenere ed esaltare i sapori dei componenti naturali, i profumi e gli aromi del luogo d’origine. Legarsi al territorio dunque, partendo dalle risorse principali come l’acqua. Pura e leggera, quella dell’Amiata è un ingrediente fondamentale fa sapere Claudio Cerullo, che aggiunge: “le tra birra e vino sono sempre più in auge sia in Italia che all’estero, ed avere un partner come la Fattoria Bini, che produce vino e vin santo, entrambi con ottimi giudizi sulle guide più importanti, è sicuramente un valore aggiunto nella creazione di nuove birre speciali”. Non a caso il produttore della Bastarda Rossa, giudicata tra le migliori birre al mondo, ha in serbo anche altre novità. Grazie all’avviata collaborazione con la Fattoria Bini, Cerullo ha pensato di utilizzare i caratelli contenenti la madre del Vin Santo (65 Lune, 4 Grappoli, Bibenda 2011) prodotto dall'azienda, per sperimentare la contaminazione tra birra – nello specifico una al miele – ed un vino toscano e peculiare per eccellenza quale il Vin Santo. La nuova bevanda, Dea Madre, è presentata proprio in questi giorni alla fiera Sapore 2012 di Rimini.
Del Bimbo Fabrizio

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