“Pianeta città. Arti cinema musica design nella Collezione Rota 1900-2021” è il titolo dell’esposizione ideata da Paolo Bolpagni con Aldo Colonetti, filosofo e studioso di architettura e design e con lo stesso collezionista Italo Rota.
Al centro della rassegna è il tema della città e della trasmissione della conoscenza. “L’intento – spiega Bolpagni – è di creare un racconto del Novecento e del primo ventennio del nuovo millennio attraverso la visione della città, la sua rappresentazione nelle arti e nel cinema e l’evoluzione dell’oggetto libro. Da una parte ripercorrendo lo sviluppo dell’idea di città, da quella immaginata da Antonio Sant’Elia negli anni Dieci fino all’architettura attuale della megalopoli; dall’altra analizzando come sia cambiato il nostro modo di trasmettere la conoscenza, fino alle evoluzioni contemporanee e al cambiamento del nostro modo di pensare, con lo sviluppo di una modalità di ragionamento ipertestuale e intertestuale, ma con la permanenza del libro, rivelatosi ancora attuale e vivo nella sua dialettica tra la carta stampata e il digitale”.
“La mostra – afferma Aldo Colonetti – è un viaggio dentro le ‘cose’, sospeso tra testimonianze ‘alte’, i documenti originali delle grandi utopie del Novecento, dal Bauhaus alla controcultura californiana degli anni Sessanta da un lato, e la cronaca dall’altro lato, che viene dal ‘basso’: manifesti, oggetti comuni, il tutto intrepretato e messo in scena attraverso il modello epistemologico di Aby Warburg, dove la storia dell’arte è intesa in quanto comparazione antropologica. Al centro sta la città come esperienza fisica, nella quale ciascuno è abitante e protagonista del cambiamento: ‘Pianeta città’ è un percorso, fisico e mentale, dove ciascuno troverà un pezzo della propria storia, senza dimenticare, come scriveva il poeta greco Alceo, che «le città sono gli uomini»”.
“La mia collezione – racconta Italo Rota – è stata raccolta secondo una ricerca incrociata con il mio lavoro e si basa su interessi precisi che vanno alla radice dei problemi e sono scavi nel sapere del XX secolo. Dopo quarant’anni di collezionismo e lavoro intrecciati si tratta di un archivio di beni comuni rispetto al tema città, che nell’insieme servono per immaginare il futuro. Per il visitatore la mostra è un invito a riflettere sul modo in cui vivremo: il presente di oggi è fatto dai lavori del passato. Uno slogan potrebbe essere: «Se tutto questo vi ha interessato, nulla sarà più come prima»”.
Sono oltre cinquecento i pezzi espositivi in un percorso suddiviso in dieci sezioni: Primo ’900: l’alba della contemporaneità; L’utopia delle avanguardie e la città nuova; L’orrore del nazismo; Maestri dell’architettura; Visioni fantascientifiche; Berlino est: l’angoscia del socialismo reale; Gli anni del boom; Immaginare il futuro; Abitare alla scandinava; Nuove prospettive.
La rassegna è accompagnata da un libro pubblicato da Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte con saggi di Paolo Bolpagni, Francesco Careri, Aldo Colonetti, Daniele Ietri, Franco La Cecla, Eleonora Mastropietro, Alessandro Romanini e Italo Rota.
E’ stato inoltre realizzato un documentario, diretto da Eleonora Mastropietro e prodotto dalla Fondazione Ragghianti in collaborazione con La Fournaise, che racconta la collezione di Italo Rota dalla sua prospettiva personale.
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