20 aprile – 1 maggio
(feriale ore 20:45, festivo, ore 15.45; riposo lunedì 25 aprile)
  
Fondazione Teatro della Toscana 
in coproduzione con Compagnia Gli Ipocriti
LA CONTRORA
di Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli
tratto da Le Tre sorelle di Anton Čechov
con Lunetta
 Savino, Fabrizia Sacchi, Paola Michelini, Anna Ferzetti, Antonella 
Lori, Pierfrancesco Favino, Bruno Armando, Guido Caprino, Totò Onnis, 
Francesco De Vito, Renato Marchetti, Teodosio Barresi, Gianluca Bazzoli,
 Domenico Pinelli
scene Luigi Ferrigno
costumi Lia Morandini
disegno luci Giuseppe D’Alterio
musiche STESQUA
maestro di voce Susan Main
video Marco Schiavoni
disegni sonori Sebastiano Basile
regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli
  
Durata: 2h e 15’, intervallo compreso.
  
Fino a domenica 1 maggio è in scena al Teatro della Pergola, in prima nazionale, La controra, spettacolo che Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli hanno tratto da Le Tre sorelle
 di Čechov. L’ambientazione familiare del Meridione negli anni ’50, più 
riconoscibile dal pubblico italiano, esalta la vita del testo e gli 
spunti di commedia che Čechov stesso nelle sue lettere diceva di non 
veder rappresentati a sufficienza.
Tra la lingua di Eduardo De Filippo e Pane, amore e fantasia,
 i dialoghi scivolano con leggerezza, i rapporti tra i personaggi 
diventano subito evidenti, forti si rivelano le analogie con il Sud, 
simili il senso del tempo, dello stare insieme, del fantasticare. Un 
lavoro che ha radici profonde nella biografia di Favino e Sassanelli, 
che lo dedicano alle loro madri, e che costituisce anche un omaggio allo
 stesso Teatro della Pergola.
In scena, accanto a Favino nel ruolo di Natale Vurro, le tre sorelle Vurro e cioè Lunetta Savino, Fabrizia Sacchi, Paola Michelini, e Anna
 Ferzetti, Antonella Lori, Bruno Armando, Guido Caprino, Totò Onnis, 
Francesco De Vito, Renato Marchetti, Teodosio Barresi, Gianluca Bazzoli,
 Domenico Pinelli. La regia è di Pierfrancesco Favino e Paolo 
Sassanelli. Una produzione Fondazione Teatro della Toscana, in 
coproduzione con Compagnia Gli Ipocriti.
Mercoledì
 27 aprile, ore 18, alla Pergola, la Compagnia incontra il pubblico. 
L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
  
Le Tre sorelle
 di Čechov nel Sud Italia degli anni ’50. Il padre di una drammaturgia 
del presente, della ricerca dell’attimo, dello stare in ascolto, è stato
 adattato battuta per battuta da Pierfrancesco Favino e Paolo 
Sassanelli, anche registi, trasportando quel mondo fatto di profumi, 
colori, sensazioni, che formano una fittissima partitura emozionale, 
dalla Russia a una zona che sta tra la Campania, la Puglia e la 
Basilicata. Qui, idealmente, si colloca la messinscena de La controra
 e la casa in provincia che le tre sorelle Vurro, Carmela, Maria e 
Caterina abitano insieme al loro fratello Natale. Un’ulteriore sfida, 
una drammaturgia più complessa, dopo il precedente di Servo per due, riadattamento de Il servitore di due padroni di
 Goldoni attraverso la riscrittura di Richard Bean, che per due stagioni
 ha entusiasmato i teatri di tutta Italia, Pergola compresa. L’idea è 
quella di trasportare un classico in una realtà ben identificabile dal 
pubblico di oggi, ridargli vita e respiro affinché gli spettatori 
possano riconoscersi pienamente nella storia raccontata. La lingua 
parlata dai personaggi è, come è evidente, meridionale, vicina ad alcune
 commedie di Eduardo De
 Filippo, che ha contribuito se non permesso al napoletano di diventare 
lingua teatrale nazionale. Favino e Sassanelli hanno condotto lo studio 
de Le Tre sorelle leggendo le lettere e gli scritti di Čechov, e 
poi hanno condiviso il lavoro con tutto il cast l’estate scorsa ad 
Ariano Irpino, in provincia di Avellino, un periodo vissuto insieme, 
proprio come fanno i personaggi sulla scena, che ha contribuito a creare
 il gruppo e a cementare un linguaggio comune. Lo spettacolo, in prima 
nazionale alla Pergola fino a domenica 1 maggio, è la nuova produzione 
della Fondazione Teatro della Toscana, in coproduzione con Compagnia Gli
 Ipocriti. In scena, insieme allo stesso Pierfrancesco Favino nel ruolo 
di Natale Vurro, ci sono Lunetta Savino (Carmela Vurro), Fabrizia Sacchi
 (Maria Vurro), Paola Michelini (Caterina Vurro), Anna Ferzetti 
(Antonietta), Antonella Lori (Angelina, serva/governante), Bruno Armando
 (Gaetano Maggio, ufficiale medico), Guido Caprino (Ignazio Vacca, 
colonnello), Totò Onnis (Nicola Kant, tenente), Francesco De Vito 
(Vincenzo Soleri, capitano), Renato Marchetti (Filippo Fiorito), 
Teodosio Barresi (Teodosio Ferrari, usciere), Gianluca Bazzoli (Andrea 
Carlucci, tenente), Domenico Pinelli (Vito Petrone, tenente). Le scene 
sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Lia Morandini, il disegno luci di 
Giuseppe D’Alterio, le musiche di STESQUA, il maestro di voce è Susan 
Main, il video di Marco Schiavoni, i disegni sonori di Sebastiano 
Basile. La regia è di Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli.
Čechov scrive Le Tre sorelle espressamente
 per il Teatro d’Arte di Mosca. L’opera gli costa molta fatica e riesce a
 portarla a termine solo grazie alla tenace insistenza del direttore del
 Teatro, che voleva assolutamente da lui qualcosa di nuovo per la 
stagione. L’opera va in scena la prima volta il 31 gennaio 1901. 
L’adattamento di Favino e Sassanelli comincia già nel titolo, La controra.
 Al Sud la “controra” è quel momento del giorno in cui si sta in casa, 
in cui non sta bene uscire, si riposa o si parla attorno a un tavolo; è 
un’interruzione volontaria del fluire del tempo, nell’attesa che 
riprenda a scorrere negli impegni quotidiani. La casa è il centro di 
tutto, diventa famiglia e fa da testimone ai cambiamenti. Per Favino e 
Sassanelli quella casa è il teatro stesso, cioè la Pergola. 
L’allestimento, infatti, ne ha inglobato completamente l’architettura, 
lasciando il palcoscenico nudo, spoglio, facendo emergere solo pochi 
elementi scenici, gli attori e il testo: è come se la Pergola stessa 
fosse al centro del racconto, che non è solo comprensibile, ma perfino 
condivisibile, specchio della nostra odierna condizione umana ed 
esistenziale.
Svanite
 le prime speranze giovanili e il progetto di andare in città, matura 
inesorabilmente l’epilogo: Carmela Vurro invecchia sola, Maria Vurro non
 ama il marito, il maestro Filippo Fiorito, e però deve congedarsi dal 
colonnello (sposato) Ignazio Vacca di cui si era innamorata, perché 
viene trasferito in una località lontana. Natale è l’infelice marito 
dell’insensibile, rozza e presuntuosa Antonietta. Inoltre, muore in un 
assurdo duello il tenente Nicola Kant, che Caterina Vurro doveva 
sposare. Andando in direzione di un adattamento ci si è accorti, però, 
che questi personaggi che di solito appaiono arresi e sognano di andare 
via, in verità rincorrono in continuazione la vita e anzi guardano al 
futuro con positività. Soprattutto le figure femminili vengono 
generalmente rappresentate come in preda alla nostalgia, imprigionate da
 qualcosa che non avverrà mai, e invece ne La controra le tre sorelle sono donne che hanno la forza di ripartire, indipendentemente dagli uomini.
D’altronde,
 il senso del tempo e del sacro, della Provvidenza e dell’attesa che si 
vivono nel Sud Italia, sono sentimenti molto vicini a quelli raccontati 
da Čechov e la fine dell’800 del testo originale, in cui i personaggi 
escono dalla guerra di Crimea e aspettano di capire quale sarà la loro 
prossima destinazione, è equiparabile al periodo che dal secondo 
dopoguerra va agli anni Cinquanta e alla ripresa economica, periodo di 
stasi e attesa che si attraversa ne La controra. Per questo, 
quando hanno iniziato a lavorare sul testo, a Pierfrancesco Favino e 
Paolo Sassanelli è venuto naturale ripensare ai luoghi e ai personaggi 
della loro infanzia – in Puglia, Favino a Candela, in provincia di 
Foggia, Sassanelli a Bari – ed entrambi dedicano lo spettacolo alle 
rispettive madri. Il 3, poi, è numero che ritorna nella famiglia di 
Favino: ha tre sorelle (Sassanelli due), la famiglia di sua madre è 
formata da tre sorelle e anche suo zio ha tre femmine. Le ragioni 
biografiche per la scelta de Le Tre sorelle danno forza 
all’intenzione che nello spettacolo non ci sia né rassegnazione né 
malinconia: ci sono persone che vogliono fare delle cose e agire per 
creare una vita meravigliosa, e seppur al momento non è così, 
l’importante è darsi da fare perché ciò accada. La “controra”, difatti, 
si riferisce pure al tempo che va al contrario: le cose dovrebbero 
girare in una certa direzione, ma ogni tanto l’orologio sembra andare 
contro l’ora corretta e contro il destino delle persone. Čechov fa 
iniziare il testo con un orologio che va 7 minuti avanti rispetto 
all’ora delle campane: scandiscono il tempo, ma contemporaneamente si 
disinteressano a ciò che le circonda, la storia e il destino vanno 
comunque avanti.
Noi
 siamo parte di qualcosa che è prima di noi e che lo sarà anche dopo. 
Questo ci aiuta a comprendere che è inutile innalzare dei muri: gli 
unici confini che possiamo davvero darci sono quelli della nostra 
immaginazione.
  
  
BIGLIETTI
Prezzi
INTERI
€ 32,00 PLATEA ● € 24,00 PALCHI ● € 16,00 GALLERIA
Ridotti (escluso domenica)
OVER 60
€ 28,00 PLATEA ● € 20,00 PALCO ● € 14,00 GALLERIA
UNDER 26
€ 20,00 PLATEA ● € 16,00 PALCO ● € 12,00 GALLERIA 
SOCI UNICOOP FIRENZE (martedì e mercoledì)
€ 25,00 PLATEA ● € 18,00 PALCHI ● € 13,00 GALLERIA
  
BIGLIETTERIA
Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.
Fabrizio ell Bimbo 
Circuito regionale Boxoffice.