Dal
 20 settembre al 30 ottobre la Fondazione Teatro della Toscana dedica 
una mostra fotografica a uno dei più illustri e amati attori italiani 
del ‘900, che a Firenze ha iniziato e consacrato la sua vita artistica e
 di cui ricorre nel 2016 il centenario della nascita: Arnoldo Foà.
Fortemente voluta dalla famiglia, l’esposizione nella Sala Oro della Pergola dal titolo Arnoldo Foà – una vita lunga un secolo raccoglie
 scatti inediti provenienti dall’archivio di famiglia, ripercorrendo 
alcune delle tappe fondamentali della vita di Foà, non solo artistica ma
 anche privata. Il suo Archivio, importante e corposo, è stato affidato 
alla Fondazione Teatro della Toscana.
L’ingresso
 è libero dal martedì alla domenica, dalle 15 alle 18:30, e durante gli 
spettacoli, per gli spettatori in possesso del biglietto.
La
 mostra, inclusa nelle iniziative dell’Estate Fiorentina 2016, è 
realizzata in collaborazione con Dalia Events, Onni, Ex novo, e ha il 
patrocinio del Comune di Firenze.
 
Nel 2006 Arnoldo Foà ha ricevuto alla Pergola la “Chiave d’Oro del Primo Camerino”, al termine della fortunata tournée di Sul lago dorato di E. Thompson, con la regia di Maurizio Panici. Alla Pergola è poi tornato nella sua carriera tante volte: negli ultimi anni con Diana e la Tuda di Pirandello, regia dello stesso Foà, e con Novecento di Baricco, regia di Gabriele Vacis.
Arnoldo Foà – Una vita lunga un secolo è
 una rassegna di scatti inediti di “uno dei 5 attori italiani più 
importanti del dopoguerra”, come ebbe a dire Giorgio Strehler, immagini 
di teatro e di vita quotidiana che raccontano anche del rapporto 
speciale con Firenze, dove Foà è cresciuto e in cui ha consacrato la sua
 carriera artistica. “Firenze gli è sempre rimasta nel cuore – conclude 
Anna Procaccini Foà – e siamo onorati che la città, attraverso la 
Pergola, abbia mostrato ancora una volta il suo affetto per lui”.
Giovedì
 6 ottobre, alle 16:30, il pubblico potrà approfondire la conoscenza di 
questo Maestro della scena attraverso una visita guidata della mostra e 
la visione del documentario Almeno io Fo…à, realizzato da Lorenzo Degl’Innocenti e Alan Bacchelli. Per partecipare è obbligatoria la prenotazione tramite e-mail a centrostudi@teatrodellatoscana.it. 
ARNOLDO FOÀ
  
Nato
 a Ferrara da genitori ebrei il 24 gennaio 1916 e scomparso a Roma l’11 
gennaio 2014, Arnoldo Foà ha attraversato da protagonista il ‘900 
italiano. Mamma Dirce e papà Valentino si trasferiscono presto a 
Firenze, dove Arnoldo completa la scuola superiore, e studia alla scuola
 di recitazione del Rasi, sotto la guida di Raffaello Melani.
A
 venti anni la passione per il teatro lo porta a Roma, dove viene 
accettato con una borsa di studio al Centro Sperimentale di 
Cinematografia, e da dove viene espulso prima di completare gli studi a 
causa delle leggi razziali del 1938. Costretto a nascondersi e a vivere 
di espedienti, può lavorare in teatro solo sotto falso nome per 
sostituire all’ultimo momento attori malati. Dopo anni di fame e 
patimenti, Arnoldo Foà si rifugia a Napoli, e assiste all’arrivo degli 
alleati liberatori con cui collabora come capo annunciatore e autore 
alla radio alleata PWB. Suo il compito di annunciare agli italiani la 
notizia della fine della guerra. Rientrato a Roma, contribuisce alla 
nascita e al successo della Radio RAI (ex EIAR) partecipando a numerose 
trasmissioni con gli attori e i registi più importanti di quegli anni: 
non solo trasmissioni di intrattenimento, ma anche e soprattutto 
programmi culturali, radiodrammi, radiogiornali.
Dopo
 la guerra Foà può finalmente dedicarsi al suo lavoro di attore e 
regista, dando vita a una carriera improntata al rigore, al rispetto per
 l’arte, a uno stile personale che ne ha fatto, secondo le parole di 
Giorgio Strehler, “uno dei 5 attori italiani più importanti del 
dopoguerra”. Diventa uno dei primi divi e più amati protagonisti della 
Televisione Italiana, legando il suo nome ad alcune famose produzioni 
della RAI: Capitan Fracassa, Le cinque giornate di Milano, La freccia nera, L’isola del tesoro, Il giornalino di Giamburrasca, I racconti del Maresciallo, Il cugino americano, Nostromo, Fine secolo e Il Papa buono.
La
 sua attività teatrale è intensa e importante. Ha portato sulle scene 
spettacoli di autori sia classici che contemporanei, diretto da registi 
come Visconti e Strehler, con interpretazioni sempre incisive e spesso 
memorabili, frutto di uno studio attento oltre che di una singolare 
misura drammatica e grande passione. Esordisce nel 1957 come autore 
teatrale con Signori buonasera, proseguendo poi con La corda a tre capi (pubblicato) e Il testimone, testi da lui stesso messi in scena con grande successo di pubblico e critica. Come regista ha inoltre messo in scena spettacoli di prosa di grande successo, tra cui La Pace di Aristofane, Diana e la Tuda di Pirandello, e ha diretto anche opere liriche, come Otello di Verdi a Cagliari e Friedermahus di Strauss al Bellini di Catania.
Nel
 cinema la sua recitazione asciutta e moderna lo ha portato a 
interpretare più di 100 film, e a lavorare con famosi registi italiani e
 internazionali. Tra i titoli più prestigiosi, Altri tempi di Blasetti, Il processo di Orson Welles, Il sorriso del grande tentatore, I cento cavalieri di Cottafavi, Il giocattolo di Montaldo, Gente di Roma di Ettore Scola, per il quale ha ottenuto il Nastro d’Argento 2004 come miglior interprete non protagonista.
Sono
 celebri inoltre le sue registrazioni di dizioni poetiche su vinile e 
recentemente anche su cd: Dante, Lucrezio, Carducci, Leopardi, e anche 
Neruda e Garcia Lorca, (circa 1.000.000 di copie negli anni ‘50/‘60), 
contribuendo così enormemente alla divulgazione della poesia tra gli 
italiani nel dopoguerra, e soprattutto a far conoscere le opere dei due 
importanti autori spagnoli, all’epoca poco noti in Italia. Arnoldo Foà è
 stato inoltre pittore, scultore e giornalista; tra le sue pubblicazioni
 La costituzione di Prinz, Le pompe di Satana, e la raccolta di poesie La formica, tutti editi da Pellicanolibri, Recitare. I miei primi 60 anni di teatro (Gremese 1999), Joanna. Luzmarina (Corbo Editore 2008) e Autobiografia di un artista burbero (Sellerio, 2010).
Parallelamente
 alla sua carriera, crescono l’impegno e la coscienza civile, già 
manifestatisi nel periodo della guerra: nella seconda metà degli anni 
‘50 è il primo eletto a Roma al “Congresso del Popolo europeo” per il 
Movimento Federalista Europeo; nel 1961 è consigliere comunale al Comune
 di Roma col Partito Radicale di Carandini; è stato fra gli ispiratori e
 ideatori del Sindacato degli Attori, SAI; la sua attività di 
giornalista lo porta a scrivere per diversi giornali tra cui “La 
Repubblica”, e a lavorare come autore e conduttore in programmi di 
informazione alla Radio Rai. Nel 1995 un autorevole comitato ha 
presentato al Presidente Ciampi una raccolta di firme a sostegno della 
nomina di Foà a Senatore a vita.
Del Bimbo Fabrizio 
  
  
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