mercoledì 7 aprile 2021

Baci rubati, le opere di Omar Galliani alla Tornabuoni Arte



E’ una potente espressione di simboli questa nuova mostra di Omar Galliani alla Tornabuoni Arte  aperta dal 6 maggio al 2 luglio. Già a partire dal titolo “Baci rubati / Covid 19” che riporta ai giorni terribili del primo lockdown, giorni di isolamento e di rapporti negati. Simbolica anche la città che l’artista ha voluto per la “prima” della sua mostra: Firenze, città che incarna il Rinascimento, che, con la r minuscola è l’auspicio di tutti, oggi.
“Baci rubati / Covid 19” propone sessanta disegni, a comporre un affresco “realizzato – ricorda Galliani - tra il mese di marzo e giugno 2020 quando il lockdown ci ha distanziati, in affannoso silenzio ho cercato queste immagini sugli schermi di casa, registrando con un fermo immagine le tessere di questo grande mosaico disegnato a matita su tela. Sono i frammenti di una quotidianità orfana delle labbra e del respiro, di carezze non date o ricevute, di un'oscurità latente che si è imposta nella nostra quotidianità in un silenzioso drammatico crescendo”.
“Osservando i quadri vediamo – scrive Sonia Zampini, che firma il testo introduttivo del catalogo della mostra - come la corsa della visione si declina in baci, abbracci, reciprocità che nascono come risposta a quell’anelito che la separazione forzata ha soffocato. In questo modo l’arte ridona forma alla negazione che il prodotto dei tempi ha generato.
La creazione artistica è essa stessa nata come sostituzione del reale. Partendo da questo presupposto Galliani ha ripreso della realtà non solo la fisionomia ma in particolare l’afflato emotivo che la travalica. L’artista ha evidenziato il bisogno e l’importanza di recuperare quella dimensione di umana comunione che diventa espressione fisica, una risposta spontanea e naturale ad una urgenza, ad uno stato di necessità nel momento in cui queste richieste sono negate.
Proprio questa impellente necessità ha spinto l’artista a ricercare visioni che descrivono contatti e ha rivolto la propria attenzione alle nostre finestre contemporanee che si affacciano sul mondo, quali sono gli schermi del computer e dei vari dispositivi ad esso afferenti.
Il luogo dell’etere, abitato da moltitudini di immagini si contrapponeva, durante il periodo di confinamento forzato, alla vista che si apriva dalle finestre delle nostre case caratterizzata dalla sorda visione di un’assenza riversa su strade vuote.
In questo osservare Galliani ha ricercato e prelevato fotogrammi che ritraggono persone che con il loro porsi l’uno accanto all’altro celebrano visivamente una ideale vicinanza”.
Le identità multiple descritte dal susseguirsi dei disegni sono state ideate dall’artista per essere lette l’una accanto all’altra, come una grande visione d’insieme che investe il nostro sguardo. Le opere si pongono a metà tra la realtà e il desiderio, tra la volontà e l’impossibilità. Per evidenziare meglio questo fluire tra due condizioni opposte Galliani ha reso, grazie all’uso sapiente della grafite, i soggetti evanescenti alla vista come se fossero generati dalla stessa natura eterea dei sogni”.
“L’insieme dei fotogrammi, rivisitati dalla mano dell’artista, mette in scena una sorta di dialettica della ripetizione lì dove una nuca, bocca, fronte, tempia e ancora altro, condividono il limite della propria forma nel momento in cui entrano in contatto con il loro alter ego che accanto si pone. La descrizione di questa ideale successione, nello spazio e nel tempo, di una umanità unita spiritualmente attraverso la vicinanza dei corpi, crea una condizione visiva contigua e continua che genera uno schieramento apparentemente in grado di respingere emotivamente la possibilità del distacco e dell’allontanamento”.
“Ora che il tempo dei baci e degli abbracci è sospeso tra noi e altri corpi desiderati, dove la pelle e il tempo delle carezze si è interrotto, cerchiamo nell'affannoso quotidiano delle immagini, una rinnovata carezza che rimuova il tempo dell'assenza e rifondi per noi il desiderio”, annota Galliani. Che conclude la sua riflessione con un auspicio che è impossibile non condividere: “Fiat Lux!”!.

Tornabuoni Arte
Lungarno Benvenuto Cellini 3,  Firenze

Nicoletta Curradi

A fine agosto la 25/a edizione del Premio Fair Play Menarini


La kermesse dedicata ai valori dell’etica e del fair play dà appuntamento a Firenze e Castiglion Fiorentino dal 30 agosto al 1° settembre 2021


 



Sono ufficialmente iniziati i lavori per il XXV Premio Internazionale Fair Play – Menarini. Un’edizione ancor più significativa, quella di quest’anno, che celebra il venticinquesimo anniversario della nascita della prestigiosa manifestazione sportiva dedicata ai valori del fair play, della tolleranza e della solidarietà. Dopo mesi di paura ed incertezza dovuti al riacutizzarsi dell’emergenza sanitaria Covid-19, la kermesse ideata ed organizzata da Angelo Morelli e Chiara Fatai, è pronta a tornare in grande stile per spegnere le sue prime venticinque candeline, lanciando così un messaggio di ripartenza e fiducia nel futuro. L’edizione 2021 porterà infatti, a Firenze e Castiglion Fiorentino, i più grandi nomi dello sport internazionale con una serie di eventi ed iniziative in programma da lunedì 30 agosto a mercoledì 1° settembre. Una scelta voluta, quella di far slittare la manifestazione verso la fine dell’estate, non soltanto per lo svolgimento dei Giochi Olimpici di Tokyo, ma anche per permettere alla campagna vaccinale di fare ulteriormente il suo corso.  


“Il Premio Internazionale Fair Play-Menarini è approdato a Castiglion Fiorentino nel 2013 e proprio nella nostra città, quest’anno, si festeggeranno i primi venticinque anni di questa consolidata manifestazione – dichiara il sindaco di Castiglion Fiorentino, Mario Agnelli.- Un avvenimento annuale che esalta il valore del rispetto dentro e fuori l’ambito sportivo e che, sin da subito, ha saputo dare lustro e visibilità al nostro territorio. Dopo l’edizione 2020, che nonostante l’emergenza sanitaria, è perfettamente riuscita, mi auguro che questo venticinquennale possa rappresentare un concreto segnale di ripartenza socio-economica per tutto il Paese e lanciare, attraverso gli sportivi che vi parteciperanno, un messaggio di ritorno alla nostra vita in perfetta armonia con il corpo e  lo spirito. Ringrazio, ad uno ad uno, tutti gli attori che, in questo quarto di secolo, hanno lavorato per il raggiungimento di questo traguardo che considero solo una tappa del lungo cammino che lo Sport, con la sua capacità di guardare avanti, è chiamato a fare”.


Come da nove anni a questa parte, il rinomato Gruppo Farmaceutico Menarini si schiera a fianco del premio in qualità di title sponsor, legando così il proprio nome ai valori condivisi dell’etica e del fair play. 


“La 25° edizione del Premio Fair Play Menarini sarà l’occasione per celebrare, attraverso i valori dello sport, l’enorme sforzo che tutti noi stiamo compiendo per uscire dalla pandemia.  – ha dichiarato Ennio Troiano, Direttore Corporate Risorse Umane Menarini – La correttezza, il rispetto delle regole, riconoscere i propri limiti e non barare per superarli, raggiungere ogni risultato basandosi esclusivamente sulla propria forza ed i propri sacrifici sono i valori messi in campo ogni giorno dagli operatori sanitari, i ricercatori scientifici e tutti coloro che sono stati e sono ancora in prima linea per sconfiggere questa terribile pandemia. Menarini è orgogliosa di poter ancora una volta essere ambasciatrice di questi valori”.


 


Dopo la versione “ridotta” dello scorso anno, in occasione del suo venticinquesimo compleanno, il Premio Internazionale Fair Play – Menarini tornerà a mettere in calendario, nel pieno rispetto dei protocolli anti-Covid, anche gli eventi collaterali che, da anni, lo caratterizzano configurandosi nuovamente come una tre giorni di iniziative capace di accendere i riflettori sulle grandi storie dello sport e rivolgersi alle nuove generazioni. Oltre all’organizzazione del concorso dedicato alle Borse di Studio, la manifestazione vedrà il ritorno de “Lo Sport in piazza”, appuntamento dedicato alle società sportive del territorio aretino, e del talk show “I campioni si raccontano”, entrambi in programma lunedì 30 agosto. Non mancherà neppure, martedì 31 agosto, la cena di galà sotto le stelle organizzata a Firenze, a Piazzale Michelangelo, dal title sponsor Menarini, mentre mercoledì 1° settembre i riflettori si accenderanno sulla cerimonia ufficiale di premiazione che vedrà la presenza, nella piazza del Municipio di Castiglion Fiorentino, dei big della scena sportiva mondiale per una pioggia di emozioni a non finire. Come di consueto, il programma definitivo e l’elenco dei premiati saranno svelati nel corso della conferenza stampa che si terrà a Roma.


“Venticinque anni sono davvero tanti – illustra Angelo Morelli, presidente del Comitato organizzatore.- Sono stati venticinque anni intensi, scanditi da grandi emozioni e dalla possibilità di aver conosciuto personaggi incredibili, campioni nello sport e nella vita, portatori di messaggi importanti e di vero fair play. Uomini e donne di sport che, con le loro storie, ci hanno arricchito personalmente e con i quali abbiamo condiviso esperienze bellissime. Quest’anno tagliamo il traguardo della 25° edizione in un momento difficile e particolare come quello della pandemia. Sarà un’edizione che vivremo con maggiore intensità anche in virtù del messaggio che vorremmo trasmettere: un messaggio di forte volontà e di impegno unanime per uscire da un periodo buio, con la voglia di sperare che le difficoltà a cui quotidianamente dobbiamo tutti far fronte, avvicinino gli individui. Proprio con queste premesse, stiamo lavorando affinché quella 2021 sia un’edizione indimenticabile”.


Nicoletta Curradi 

martedì 6 aprile 2021

Italiani in Albania 1939-1945, un volume di Niccolò Lucarelli

 


Delta Editrice ha pubblicato ad aprile 2021 nella collana War Set il nuovo volume di Niccolò Lucarelli, Italiani in Albania. 1939-1945, dedicato alle vicende italiane nel Paese delle aquile durante la Seconda Guerra Mondiale

L’occupazione dell’Albania fu la ripicca di Mussolini all’annessione dell’Austria e dei Sudeti da parte della Germania.

Dalla facile occupazione del 1939, passando per l’ingloriosa campagna di Grecia dell’anno successivo, la politica di fascistizzazione del Paese e la resistenza antitedesca del 1943-45, il volume ripercorre un’altra pagina controversa del colonialismo mussoliniano. Le basi albanesi erano propedeutiche alla successiva campagna di Grecia, che, iniziata con spavalderia, rivelò ben presto un volto assai diverso: fame, freddo, fango, pioggia, equipaggiamento e armamenti inadeguati, assieme all’incompetenza dei comandi, trasformarono l’impresa in una sconfitta, con l’arretramento fino alle basi dell’Albania centrale.

Soltanto l’intervento della Wehrmacht, nell’aprile del 1941, permise all’Italia di riprendere l’iniziativa. Attraverso lo studio di documenti militari e civili italiani e albanesi, lo storico Niccolò Lucarelli ricostruisce il quadro bellico, ma anche la fascistizzazione del Paese e, soprattutto, l’importante contributo che il Regio Esercito portò alla causa nazionale albanese, dopo l’8 settembre 1943, quando migliaia di soldati italiani si unirono alla resistenza comunista.

Una pagina ancora poco nota della storia militare italiana (ricostruita anche con documenti e testimonianze albanesi poco noti all’estero), che, pur fra mille difficoltà logistiche e morali, riscattò l’occupazione di quattro anni prima. Un ricco apparato iconografico, in gran parte inedito per l’Italia, accompagna questa lunga narrazione di una pagina di storia che vide, nella sua ultima parte e pur in difficilissime condizioni logistiche e morali, il riscatto morale dei militari italiani.

Fabrizio Del Bimbo

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