lunedì 7 dicembre 2020

Arte moderna e contemporanea, appuntamento annuale con Tornabuoni Arte




Tornabuoni Arte presenta l’Antologia 2021. Arte moderna e contemporanea, l’appuntamento annuale che, come di consueto, offre un’accurata selezione di opere, frutto dell’importante lavoro di ricerca che la galleria ha svolto nell’arco dell’ultimo anno. In questo particolare momento, dovuto all’emergenza Covid, che ha portato alla chiusura momentanea dei musei e delle gallerie pubbliche, l’esposizione visitabile da dicembre nelle due sedi italiane di Firenze e Milano, acquista un grande valore. È un’opportunità unica non solo per i collezionisti ma per il pubblico in genere per poter visitare una mostra che ripercorre i momenti più significativi della storia dell’arte dagli inizi del XX secolo ad oggi, attraverso i capolavori di alcuni dei suoi principali protagonisti.

Si può visitare la mostra a Firenze (Lungarno Benvenuto Cellini 3) dal 7 dicembre e una selezione di opere è esposta a Milano (Via Fatebenefratelli, 36) dal 12 dicembre 2020.




Tornabuoni Arte si conferma, anche in questa occasione, come un luogo dedicato non solo al mercato ma anche alla cultura. Lo testimonia anche il volume, puntuale e completo, che accompagna l’esposizione con il testo introduttivo Viaggio al termine della forma firmato da Sonia Zampini. Una preziosa guida con un ricco apparato fotografico e testuale, uno strumento di riferimento anche da un punto di vista strettamente didattico.




Il percorso espositivo inizia con una prima sezione che rappresenta l’arte figurativa del XX secolo, a partire dall’opera Versailles, la Galleria degli Specchi, dipinta da Giovanni Boldini intorno al 1871, durante il suo periodo parigino, realizzato a Versailles luogo simbolo dell’Ancien Régime, la cui particolare atmosfera riecheggia lo sfarzo voluto dalla monarchia di Luigi XIV.  E prosegue seguendone l’evoluzione attraverso una carrellata di opere straordinarie di maestri come Balla, Campigli, Carrà, Casorati, de Chirico, De Pisis, Guttuso, Magnelli, Marini, Paresce, Prampolini, Rosai, Savinio, Severini, Sironi, Soffici, Tozzi e Viani.




In questa sezione non poteva mancare di certo Giorgio Morandi, tra le figure più emblematiche del panorama artistico del primo Novecento, con una Natura morta del 1930, a testimoniare come la sua pittura sia riuscita a ridisegnare i confini del mondo fisico attraverso la rappresentazione di umili oggetti del nostro vissuto quotidiano che Morandi celebra in modo solenne.

Pablo Picasso con il suo Tasse et paquet de tabac del 1922 segna il passaggio tra la prima e la seconda parte di questa antologia. Picasso, protagonista delle prime avanguardie, contribuisce in modo determinante alla rivoluzione della figurazione pittorica con un nuovo linguaggio che mette in discussione la pittura da cavalletto e che “…interesserà inizialmente l’immagine - come scrive Sonia Zampini - per poi coinvolgere, nel progressivo affermarsi dell’arte contemporanea, i materiali, i contenuti ed infine i luoghi stessi dell’arte.”

La mostra prosegue con opere dal secondo dopoguerra ad oggi e si apre con la figura di una grande artista italiana, Carla Accardi, presente nel volume con alcune importanti opere tra cui un imponente lavoro del 1967, Senza titolo, caratterizzato dall’uso del sicofoil, la cui trasparenza consente di mostrare il telaio che diventa, insieme all’essenzialità del segno, parte fondamentale della struttura visiva. Una sezione densa di tasselli significativi in questo spaccato di storia dell’arte che vede numerose sperimentazioni come Concetto spaziale del 1955 di Lucio Fontana - presente in catalogo anche con altre opere - interprete dello Spazialismo che si allontana ancora di più dalla concezione classica della pittura. Ci sono: una Combustione del 1960 dove Alberto Burri riveste la materia  di un ruolo primario; due grandi tele di Hans Hartung, dipinte entrambe nel 1962; il disegno preparatorio di Running Fence, progetto tra i più celebrati di Christo e Jeanne-Claude dove una recinzione continua, di circa quaranta chilometri, si estende nella campagna californiana a nord di San Francisco, chiaro esempio di quello che è stata la Land art.

A rappresentare il movimento surrealista, troviamo Jaon Mirò e Sabastian Matta mentre l’Arte Povera, teorizzata sapientemente da Germano Celant, ha, in questa sede, indubbi testimoni come Boetti, Kounellis, Pascali, Pistoletto, Zorio. Il Portrait of Bronka Weintraub, 1986, introduce alla Pop art americana e ai ritratti seriali di Andy Warhol.  Molti altri ancora gli artisti che si potranno ammirare: Adami, Afro, Alviani, Angeli, Baj, Calzolari, Capogrossi, Castellani, Ceroli, Chia, Colombo, Crippa, Dadamaino, De Maria, Dorazio, Mambor, Manzoni, Paladino, Pamiggiani, Pomodoro, Mimmo Rotella, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Antoni Tàpies, Joe Tilson, Giulio Turcato, Victor Vasarely e Vedova.




Tra le opere più recenti ricordiamo Libro rosso per la Divina Commedia, 2018, e Oristano, 2010, di Emilio Isgrò, uno dei nomi italiani più conosciuti a livello internazionale, la cui ricerca nasce da diverse discipline, poesia, arte, teatro e letteratura. Isgrò ha il merito di aver creato un nuovo linguaggio attraverso la teorizzazione della cancellatura della parola stessa che restituisce ai testi un nuovo significato.

L’esposizione, nelle due sedi, sarà in corso per tutto il 2021.
Info:
Tornabuoni Arte
Lungarno Benvenuto Cellini, 3 – 50125 Firenze


orari apertura mostra: dal lunedì al venerdì, 9.00-13.00 / 15.00-19.00); sabato 09.00-13.00; ingresso libero


Nicoletta Curradi 

Un nuovo progetto site-specific per Palazzo Strozzi: We Rise by Lifting Others di Marinella Senatore




 

 Fino al 7 febbraio 2021 Palazzo Strozzi a Firenze presenta We Rise by Lifting Others, nuovo progetto dell’artista italiana Marinella Senatore, invitata a proporre una nuova riflessione sull’idea di comunità, vicinanza e relazione in un’epoca in cui il concetto di distanziamento sociale sta condizionando la vita quotidiana di tutte le persone.
Curato da Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, il progetto è costituito da una grande installazione per il cortile, ispirata alle luminarie della tradizione popolare dell’Italia meridionale, con frasi che si ispirano a riflessioni sui concetti di emancipazione, inclusione e partecipazione e un programma di workshop partecipativi, incentrati sull’idea di attivazione sociale e di costruzione di comunità attraverso la pratica performativa.  Durante gli incontri i partecipanti collaboreranno alla produzione di una riflessione collettiva che, partendo dall’installazione del cortile e dai contenuti delle frasi, prenderà le forme di un lavoro di carattere dialogico, performativo e visivo.

Realizzata appositamente per Palazzo Strozzi, l’installazione per il cortile, di oltre dieci metri di altezza e costituita da centinaia luci LED, invade le proporzioni rinascimentali del palazzo coinvolgendo il visitatore in una sorta di cortocircuito estetico, un’esperienza fra storia, cultura popolare e strutture sociali, da sempre elementi alla base della ricerca di Marinella Senatore. Prodotte dall’artista in collaborazione con artigiani pugliesi, le luminarie sono caratteristiche della pratica dell’artista per il loro valore sociale: una struttura effimera che crea uno spazio di socializzazione.

“Immagino le mie opere come contenitori fluidi concepiti tenendo conto dello specifico ‘ambiente’ in cui si sviluppano e basati su una inclusione potenzialmente infinita degli elementi in gioco” dichiara Marinella Senatore. “L'arte è per me una piattaforma orizzontale su cui elementi diversi, ma di uguale valore, generano
movimento energetico e quindi narrazione condivisa”.

“L’arte contemporanea è parte integrante dell’identità di Palazzo Strozzi e si pone come uno stimolo per un dialogo con la città e le sue comunità” – dichiara Arturo Galansino – “Ospitare a Palazzo Strozzi un’artista celebre per le sue pratiche sociali e partecipative come Marinella Senatore diviene un’occasione per riappropriarsi di un rinnovato senso di unione, vicinanza e incontro in un momento in cui questi concetti sono messi in crisi, adeguandosi all’oggi ma con lo sguardo rivolto al futuro. Vogliamo dedicare questo progetto a una persona speciale, recentemente scomparsa, Donatella Carmi Bartolozzi, nostro membro del Consiglio di Amministrazione, che aveva con entusiasmo sostenuto questa iniziativa”

Il progetto è promosso e organizzato da Fondazione Palazzo Strozzi con il sostegno di Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi.

L'installazione è visibile a pubblico gratuitamente nel Cortile di Palazzo Strozzi tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00

Nicoletta Curradi

mercoledì 2 dicembre 2020

Il cibo indiano tra i protagonisti del 20/mo River to River Florence Indian Film Festival


 

I film in programma saranno visibili online su “Più Compagnia, sala virtuale del cinema La Compagnia di Firenze, in collaborazione con mymovies.it

Lunedì 7 dicembre, dalle 19.00 la lezione di cucina indiana, presso il  CESCOT, Piazza Pier Vetjtori  8/10 (Firenze) 





 

Commedie, storie e dialoghi d’amore espressi attraverso la cucina tradizionale indiana, oltre a una lezione con il cuoco Shajan Madassery Poulose per un’immersione nei piatti della sua terra di origine, il Kerala, trasformano il cibo in uno dei protagonisti del 20/mo River to River Florence Indian Film Festival, l’unico festival in Italia che promuove la cultura e il cinema indiano di qualità.

 

Il festival, diretto da Selvaggia Velo, si svolgerà per la prima volta online, dal 3 all'8 dicembre su “Più Compagnia”, sala virtuale del cinema La Compagnia di Firenze, in collaborazione con mymovies.it, in modo da raggiungere tutti gli appassionati “lontani ma vicini” alla manifestazione. Un’edizione da non perdere a cui interverranno I rappresentati del gotha del cinema indiano nel mondo per festeggiare un festival che, da sempre, è ponte culturale tra due mondi. In scena i tanti futuri possibili di un mondo contemporaneo sempre più complesso e multiconnesso, raccontati attraverso lungometraggi, documentari, e cortometraggi in anteprima italiana e europea.

 

Per la sezione dedicata al fooddomenica 6 dicembre alle ore 16 la proiezione di “Lunchbox” di Ritesh Batra, in cui una casalinga solitaria intraprende una corrispondenza amorosa con Sajaan attraverso il cibo contenuto nel lunchbox, che ogni giorno viene consegnato erroneamente all'uomo in ufficio. La proiezione è un omaggio al grande attore Irrfan Khan, protagonista del film e ospite di River to River nel 2014 e venuto a mancare nell'aprile del 2020. Al festival anche il cortometraggio “Special Day di Ajay Shivan” di Ajay Shivan, che racconta i preparativi di Ved per il suo compleanno e di sua madre Malti che, entusiasta per il grande giorno, lo sorprende con un regalo inaspettato (8/12 ore 17), mentre  sempre al food è affidata la chiusura del 20/mo River To River con “The Two Lovers” di Ranjan Ghosh, la storia d’amore tra lo chef Farhaz Chowdhury e Basundhara, una donna bramina che gestisce un servizio di catering a domicilio. Sullo sfondo di Calcutta, una storia coinvolgente di come il cibo possa unire i paesi, le religioni e le anime (8/12 ore 20.30). Tutti i film resteranno online fino alla fine del Festival.

 

La giornata dedicata agli appassionati di cucina indiana e internazionale si svolgerà lunedì 7 dicembre dalle ore 18 alle 21 presso il  CESCOT, agenzia formativa accreditata dalla Regione Toscana, nella  sede in Piazza Pier Vettori  8/10 (Firenze). Protagonista il cuoco Shajan Madassery Poulose che ci accompagnerà nei piatti del Kerala. Riso basmati, verdure speziate e formaggio fresco verranno presentati secondo le ricette Kashmiri Pulavo, Vegetable Stew, Paneer Butter Masala e Carrot Thoran. Per informazioni e prenotazioni chiamare il numero 055.2705205. L’attività sarà realizzata in totale sicurezza, nel rispetto delle normative in materia di Covid 19.

 

Il River to River Florence Indian Film Festival si svolge con il Patrocinio dellAmbasciata dellIndia, sotto legida di Fondazione Sistema Toscana, ed è realizzato con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Cinema e Audiovisivo, Regione Toscana, Comune di Firenze, Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Il festival si avvale del sostegno degli sponsor Salvatore Ferragamo, Instyle, Unione Induista Italiana e Galleria di Lux; dei partner tecnici Hotel Roma, Fondazione Studio Marangoni, Mad - Murate Art District, Amblè, Cescot Firenze, Libreria Tatatà, e Pocket Films. La ventesima edizione del River to River Florence Indian Film Festival si avvale dei Media Partner Firenze Spettacolo e RDF.

 

Segui il festival sui social con lhashtag #R2RFIFF

Facebook /rivertoriverfiff - Twitter & Instagram @river2riverfiff - Youtube /RiverToRiverFIFFestival.

Per maggiori informazioni, aggiornamenti sul programma online, date e cartellone della tre giorni in sala

a Firenze, potete visitare il sito www.rivertoriver.it e i social del festival.

 

ABBONAMENTI

 

Sarà possibile seguire lintera programmazione del Festival online con un abbonamento di 9.90 € acquistabile a questo link https://www.mymovies.it/ondemand/river-to-river/. Tutti i contenuti live - tra cui gli incontri con gli ospiti, i registi e le presentazioni dei film - saranno accessibili e sempre disponibili gratuitamente sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del festival. È possibile sostenere il festival grazie agli abbonamenti: Sostenitore Piccolo Chai a 20.00 € che, oltre alla programmazione del festival, prevede una foto di ringraziamento dello staff del festival e 1 biglietto per una proiezione durante la tre giorni in sala (valida per il 2020 o 2021) e il Sostenitore Grande Chai a 50.00 € che oltre ai benefit del piccolo Chai” offre anche una copia del catalogo 2020 del River to River Florence Indian Film Festival.


Fabrizio Del Bimbo 

venerdì 6 novembre 2020

Covid19. Test rapidi per le scuole grazie a Fondazione CR Firenze

 COVID-19, test rapidi a tappeto per quasi 32 mila studenti delle scuole fiorentine



Grazie al contributo di Fondazione CR Firenze

Lo screening massivo coinvolgerà tutti gli alunni: dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado, compresi gli istituti paritari


 


Saranno effettuati 1250 test al giorno per circa un mese


A partire dalla prossima settimana saranno effettuati test rapidi per rilevare la presenza dell’antigene SARS-CoV-2 su tutti gli studenti delle scuole fiorentine: dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado, compresi gli istituti paritari. La scuola pilota scelta per l’avvio dei test è l’Istituto Comprensivo Le Cure. Una vasta operazione di screening per contrastare la diffusione del COVID-19 promossa e finanziata da Fondazione CR Firenze, in sinergia con Comune di Firenze, e in collaborazione con la Ausl Toscana Centro, la Società della Salute di Firenze e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana. Lo scopo è quello di avere un quadro completo sulla popolazione scolastica e aiutare le scuole in questo periodo. Alla presentazione dell’iniziativa sono intervenuti, questa mattina, nella Fondazione Biblioteche Cassa Risparmio Firenze, il Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori, il sindaco Dario Nardella, il Direttore dell’Ausl Toscana Centro Paolo Morello, e Roberto Curtolo, Ufficio V AT Firenze Dirigente reggente Ufficio III URS.  Presenti, tra gli altri, l'assessore a Welfare ed Educazione e presidente della Società della salute di Firenze Sara Funaro, il direttore della Società della salute di Firenze Marco Nerattini, per la Croce Rossa Italiana il Presidente del Comitato di Firenze Lorenzo Andreoni e il Direttore del Comitato Regionale della Toscana Pasquale Morano, e il Provveditore della Misericordia di Firenze Giovangualberto Basetti Sani. 


 


Sono quasi 32 mila gli alunni (7370 dell’infanzia, 15250 della primaria e 9279 della secondaria di primo grado) che verranno sottoposti al test rapido, provenienti da circa 130 plessi scolastici di Firenze (inclusi i bambini residenti nelle aree limitrofe, ma frequentanti gli istituti fiorentini). I test verranno fatti ai bambini le cui famiglie daranno l’autorizzazione ad eseguirli. Se il test darà esito positivo, al bambino, con il consenso della famiglia, potrà essere effettuato contestualmente il tampone molecolare. Per lo svolgimento sarà data priorità agli istituti nei quali sono già presenti classi in quarantena a causa della positività di studenti o insegnanti o personale non docente, dunque dove è più alto il rischio di presenza di casi positivi e asintomatici. Il test antigenico rapido sarà realizzato all’interno delle scuole grazie alla collaborazione e al personale della Croce Rossa Italiana – sede di Firenze e della Misericordia di Firenze attivato dalla Società della Salute di Firenze, in accordo con il Comune. Sul territorio opereranno dieci squadre della Croce Rossa Italiana composte da due giovani medici per ogni squadra, mentre la Misericordia di Firenze impiegherà due squadre composte da un infermiere e un accompagnatore. Verranno effettuati circa 25/30 tamponi ogni ora, per cinque giorni su cinque alla settimana. Ci vorranno dunque circa 27/30 giorni lavorativi per raggiungere l’intera popolazione scolastica. L’operazione ha un costo di 350 mila euro, fra acquisto dei test e pagamento degli operatori sanitari, che saranno interamente sostenuti da Fondazione CR Firenze. La Fondazione già lo scorso marzo aveva stanziato risorse pari a 3,2 milioni di euro che sono state impiegate per l’acquisto di materiale sanitario (mascherine, tute, caschi etc.).


 


“La Fondazione CR Firenze sente forte il senso di responsabilità verso la comunità che è stata travolta da questa seconda ondata pandemica – ha detto Luigi Salvadori, Presidente di Fondazione CR Firenze -. L’operazione che sta per partire sulle scuole vuole affiancarsi, in maniera sussidiaria, alle fondamentali attività che le strutture sanitarie pubbliche stanno portando avanti. Il momento di difficoltà relativo all’esplosione dei casi di coronavirus ha portato l’intero Consiglio di Amministrazione a sostenere con convinzione l’impegno sulle scuole. La scelta di indirizzare queste risorse proprio alla popolazione scolastica ha un significato importante. Proprio la scuola è stata la Cenerentola della prima ondata del virus, rimasta chiusa per mesi. Oggi vogliamo fare di tutto perché le scuole siano in grado di rimanere aperte e in sicurezza. Ma soprattutto dalla scuola dobbiamo ripartire per garantire alle generazioni un futuro migliore”.


 


 “Nelle scuole della nostra città sta per partire un’importante operazione di prevenzione che interesserà quasi 32 mila studenti – ha affermato il sindaco Dario Nardella -. È la prima operazione del genere che viene fatta a tappeto a Firenze ed è resa possibile grazie al prezioso contributo della Fondazione CR Firenze, che in questa pandemia ha fatto e sta facendo sentire più di sempre la sua vicinanza e il suo sostegno alla nostra comunità, e alla collaborazione dell’Ausl Toscana Centro fortemente impegnata nella lotta al virus”. “I test rapidi ci permetteranno di eseguire uno screening di base nelle scuole cittadine – ha spiegato Nardella - e di capire quanti sono gli studenti positivi al Covid-19. Individuando i casi positivi, avremo un quadro completo dello stato epidemiologico della popolazione studentesca. Ringrazio l’Ufficio scolastico e le scuole coinvolte nel progetto per la collaborazione. La lotta al virus ci vede tutti impegnati in prima fila e solo insieme, ognuno per le proprie competenze, riusciremo a sconfiggere il Coronavirus. Si tratta di un'operazione inedita a livello nazionale fra le grandi città. Non c'è nessun'altra grande città italiana che è riuscita a mettere in campo un piano di screening di tutta la popolazione studentesca.”.


 


“Si tratta di un’operazione importante e molto complessa - ha detto l’assessore Funaro - che coinvolge tanti attori: dirigenti scolastici, ufficio scolastico provinciale, Fondazione CR Firenze, azienda sanitaria, Società della salute di Firenze e realtà del Terzo settore sociosanitario: Croce Rossa Italiana e Misericordia di Firenze con le loro squadre andranno nelle scuole ad effettuare i test”. “Il progetto partirà in un istituto comprensivo pilota - ha spiegato l’assessore - dopodiché sarà esteso agli altri istituti. La prima disponibilità ci è attivata dall’istituto comprensivo Le Cure e poi proseguiremo nelle scuole  che hanno avuto più casi di quarantene, in modo da verificare se nella popolazione scolastica ci sono ulteriori casi positivi”. “Il nostro obiettivo - conclude Funaro - è sapere quanti studenti sono positivi, a tutela loro e delle famiglie, e avere un raccordo stretto tra tutti gli attori istituzionali per fare in modo che le comunicazioni siano il più fluide e rapide possibile in modo da agevolare tutte le situazioni più complesse. La scuola e i genitori in questo periodo hanno fatto sacrifici importanti e faremo di tutto per tutelare la salute e andare incontro alle esigenze delle famiglie”.


 


“Ringraziamo la Fondazione CR Firenze che con questa operazione dà un contributo fondamentale affinché la salute pubblica dei bambini e dei ragazzi della scuola e della città di Firenze sia gestita in condizioni di massima sicurezza - ha dichiarato il Direttore della Ausl Toscana centro, Paolo Morello Marchese -  Siamo tutti impegnati per salvaguardare la salute dei cittadini in questa seconda fase e la prosecuzione delle attività scolastiche ci sta particolarmente a cuore. Per questo il nostro ringraziamento va anche a Misericordia di Firenze e a Croce Rossa Italiana per la disponibilità di personale che sarà impegnato nel progetto”.


 


“Da pochi mesi la scuola è finalmente riaperta – ha aggiunto Roberto Curtolo, Ufficio V AT Firenze Dirigente reggente Ufficio III URS – ma purtroppo non ha potuto lasciarsi alle spalle l’emergenza sanitaria che l’aveva costretta alla chiusura. Abbiamo dovuto prima affrontare l’adeguamento alle norme per la sicurezza anticovid e ora questo terribile virus torna ad essere una minaccia per la scuola, come del resto per il Paese. Ringraziamo la Fondazione CR Firenze, il Comune di Firenze e tutti i soggetti che gravitano attorno a questa iniziativa perché ci offrono la possibilità di alzare la guardia ulteriormente e garantire maggiore attenzione nei plessi scolastici”.


Fabrizio Del Bimbo 

giovedì 5 novembre 2020

"Lo schermo dell’arte", a Firenze dal 10 al 22 novembre il festival di cinema e arte contemporanea





È confermata la XIII edizione de Lo schermo dell’arte – festival di cinema e arte contemporanea di Firenze che quest’anno si svolgerà in streaming on demand sulla piattaforma “Più Compagnia”, in collaborazione con MyMovies.it. I film saranno visibili dal 10 al 22 novembre con un abbonamento standard di euro 9,90 o un abbonamento sostenitori di euro 50. In programma più di 40 film tra cinema d’artista, documentari e cortometraggi e incontri in live streaming.
“In questo anno così difficile, la proposta dello Schermo dell’arte vuole essere una sorta di promemoria per il futuro”, dichiara Silvia Lucchesi, direttrice del Festival. “È importante riflettere sull’esperienza di questo presente caotico, incerto, irregolare. E desideriamo farlo presentando in streaming film che riteniamo una scelta della migliore produzione recente e che abbiamo molto amato. Ma vogliamo continuare anche scambiare idee insieme ad artisti e ad amici curatori con i quali condividiamo un percorso. Confrontarsi e lavorare insieme è questione oggi ancor più essenziale. E lo faremo insieme al nostro pubblico collegato on line dalla sala del Cinema La Compagnia. Perché pur chiuso, il cinema è la nostra casa”.
Lo schermo dell’arte organizza inoltre la IX edizione del programma di ricerca e residenza “VISIO. European Programme on Artists’ Moving Images” e la mostra “Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis” a cura di Leonardo Bigazzi, prodotta con NAM – Not A Museum, il programma dell’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi. La mostra sarà inaugurata lunedì 9 novembre e rimarrà visitabile fino a martedì 8 dicembre.
Il cinema degli artisti, ancor più che negli anni scorsi, è al centro di questa edizione dello Schermo dell’arte. Il loro sguardo partecipato o critico, il racconto di esperienze personali, la trasfigurazione poetica di storie marginali ed emarginate, la riflessione sull’uso del medium e della tecnologia rappresentano possibili vie di lettura della realtà che ci circonda. Tra gli artisti internazionali che presenteranno i loro film in anteprima italiana, la greca Janis Rafa, presente con due opere, la palestinese Emily Jacir, la vietnamita Thao Nguyen Phan, gli israeliani Omer Fast e Dani Gal, il tedesco Rudolf Herz, il taiwanese Musquiqui Chihying, l’americano John Menik.
Il Festival inoltre dedica una speciale attenzione alla produzione italiana con le opere di Riccardo Benassi, Anna Franceschini e Flatform.
In streaming, anche Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence, primo progetto di produzione di opere video di artisti internazionali, promosso e prodotto dalla Fondazione In Between Art Film e curato da Leonardo Bigazzi, Alessandro Rabottini e Paola Ugolini. Il programma prende il nome dalla parola in codice che in Spagna viene usata dalle donne vittime di violenza domestica per denunciare gli abusi subiti e riunisce i lavori degli artisti Iván Argote, Silvia Giambrone, Eva Giolo, Basir Mahmood, MASBEDO, Elena Mazzi, Adrian Paci e Janis Rafa, invitati a confrontarsi su questo tema quanto mai attuale, acuitosi nel contesto della pandemia e delle conseguenti misure di confinamento sociale.
La proposta on line è arricchita anche dai contenuti live dei Festival Talks di artisti e curatori: Riccardo Benassi con Andrea Lissoni, direttore dell’Haus der Kunst di Monaco; Anna Franceschini con Milovan Farronato, curatore del Padiglione Italia dell’ultima Biennale di Venezia; Flatform con Silvia Lucchesi, direttrice del Festival; gli artisti del programma Mascarilla 19 con i curatori Leonardo Bigazzi e Paola Ugolini.
Dalla Manifattura Tabacchi sempre in streaming: il collettivo curatoriale Francesco Urbano Ragazzi con Kenneth Goldsmith, poeta, critico, fondatore dell’archivio online UbuWeb; la tavola rotonda sul tema Commissioning Artists’ Moving Images, alla quale parteciperanno Beatrice Bulgari, presidente della Fondazione In Between Art Film, Han Nefkens, presidente della Han Nefkens Foundation, e Mason Leaver-Yap, associate curator al KW Institute for Contemporary Art.
Tra i documentari in anteprima italiana si segnalano quelli dedicati a: JR, autore di celebri progetti di arte pubblica e di film tra i quali Visage Villages realizzato con Agnès Varda; all’architetto Alvar Aalto e alla prima moglie Aino, coppia che con le loro iconiche creazioni ha definito il segno del design scandinavo; il ritratto realizzato da James Crump del controverso artista Jordan Wolfson, le cui opere inquietanti e provocatorie arrivano a suscitare reazioni estreme sia da parte di coloro che lo criticano che dei suoi sostenitori; un ritratto di Keith Haring, realizzato in occasione del trentesimo anniversario della morte, avvenuta a soli 32 anni, che ripercorre la sua vita e la sua opera attraverso alcuni filmati inediti provenienti dagli archivi della Haring Foundation; il film dedicato a Hans Hartung, che riunisce interviste e riprese filmate all’interno della casa-studio nelle colline di Antibes dove il maestro dell’Informale europeo visse con la moglie, la pittrice Anna-Eva Bergman, e che oggi ospita la fondazione dedicata alla loro opera. Inoltre il film di Simone Manetti su Pippa Bacca che, attraverso le testimonianze della famiglia e delle immagini video della sua ultima performance Brides on Tour, ricostruisce la tragica vicenda dell’artista milanese uccisa in Turchia il 31 marzo 2008.
Il Festival dedica, come ogni anno, uno specifico programma di residenza ai giovani artisti internazionali under 35, progetto ideato e curato da Leonardo Bigazzi. 12 giovani artisti europei o residenti in Europa che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica sono stati selezionati con una open call in collaborazione con alcune delle più importanti accademie, scuole d’arte e residenze per artisti europee. VISIO si fonda sulla costruzione di un’esperienza collettiva di condivisione generata da una comunità aperta di artisti, curatori e collezionisti. Quest’anno partecipano con incontri on-line tra gli altri: Philippe Alain-Michaud, Beatrice Bulgari, Adrienne Drake, Omer Fast, Flatform, Ilaria Gianni, Alessandro Rabottini, Hilde Teerlinck e Francesco Urbano Ragazzi.
Le opere dei 12 partecipanti a VISIO saranno esposte nella mostra Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis, curata da Leonardo Bigazzi e prodotta insieme a NAM – Not A Museum, il programma dell’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi, che si terrà dal 9 novembre all’8 dicembre 2020 negli spazi dell’ex complesso industriale della Manifattura Tabacchi, oggi al centro di un importante progetto di rigenerazione urbana. La mostra sarà una riflessione sulle questioni più urgenti generate dall’attuale crisi mondiale, proponendo visioni alternative per ripensare il presente e immaginare il futuro.
Lo schermo dell’arte inoltre promuove il collezionismo di video installazioni, film e video d’artista attraverso il VISIO Young Talent Acquisition Prize (VI edizione) che consiste nell’acquisizione di un’opera di uno degli artisti partecipanti da parte della Seven Gravity Collection, collezione privata italiana interamente dedicata alle opere video di artisti contemporanei.

Nicoletta Curradi 
Fabrizio Del Bimbo 

lunedì 2 novembre 2020

Le donne dell'antica Roma celebrate agli Uffizi




‘Imperatrici, matrone, liberte’ è il titolo della nuova esposizione archeologica delle Gallerie: trenta opere, 

tra le quali anche le sculture raffiguranti la madre 

di Nerone e la moglie di Domiziano, per spiegare 

i tanti (e rilevanti) ruoli della donna nella società 

del tempo

Il direttore Schmidt: “Una mostra al femminile, che al contempo rivela l’immenso patrimonio archeologico delle Gallerie degli Uffizi, negli ultimi anni sempre più attenti a proporre un’immagine forte delle donne”


Potenti. Determinate. Discusse. Indipendenti. Ribelli. E molto altro ancora.  Le donne romane dell’età imperiale, con le loro storie, i loro segreti, le loro battaglie di emancipazione civile, politica ed economica: sono loro le assolute protagoniste della mostra “Imperatrici, matrone, liberte” alla Galleria degli Uffizi in programma dal 3 novembre 2020 al 14 febbraio 2021. Si tratta di circa trenta opere provenienti dalla ricca collezione archeologica del complesso museale: tra queste, anche le splendide sculture di Agrippina Minore, celeberrima madre di Nerone, o di Domizia Longina, chiacchierata sposa di Domiziano. 

L’itinerario è ampliato da importanti prestiti del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, che con alcune preziose monete d’oro di epoca romana consente di osservare dall’interno il ruolo femminile nella propaganda della casa imperiale, e dalla Biblioteca Nazionale Centrale del capoluogo toscano, i cui codici cinquecenteschi dialogano in mostra con i disegni della stessa epoca conservati al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, mostrando le diverse raffigurazioni delle antiche epigrafi presenti in mostra. 

La narrazione, articolata in tre sezioni, permette di seguire la vita delle donne romane nei primi due secoli dell’Impero (dagli inizi del I alla seconda metà del II secolo d.C.), soffermandosi sui modelli positivi e negativi incarnati dalle imperatrici e dalle donne di spicco della casa imperiale e mettendo in risalto i possibili ruoli pubblici al femminile, ma si concentra anche su affascinanti storie di vita quotidiana di matrone e liberte. Così, è possibile incontrare Giunia Atte, prima schiava e poi liberta sposata al suo patrono, vittima, probabilmente sotto il regno di Domiziano, di una vera e propria maledizione scagliatale dal marito, abbandonato dopo la morte della figlia comune: le terribili parole spese contro di lei sono iscritte sulla ara dedicata alla fanciulla. Oppure Pompeia Trebulla, potente matrona dell’élite di Terracina che, circa quarant’anni prima, sotto l’imperatore Claudio, era in grado di far restaurare a sue spese il tempio dedicato a Tiberio ed alla madre Livia, ponendo così il suo nome accanto a quello degli Augusti in un significativo gesto di indipendenza e potere femminile.


Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Le Gallerie degli Uffizi negli ultimi anni hanno dedicato grande attenzione alle tematiche della storia di genere, ribaltando l’immagine tradizionale e tradizionalista delle donne e mostrandone invece il lato creativo, forte e indomito. La mostra è inoltre un’occasione unica per permettere ai nostri visitatori di ammirare splendidi pezzi della nostra importantissima collezione archeologica, che stupiranno anche il nostro pubblico più attento.” 


La curatrice della mostra Novella Lapini: “Al centro di questa mostra c’è la storia delle donne romane dei primi due secoli dell’Impero, analizzata sia dal punto di vista del modello femminile proposto ufficialmente, incarnato nel bene e nel male da esponenti della domus Augusta, sia in relazione alle nuove possibilità d’azione che si creano in un sistema dinastico. Sull’onda delle prerogative concesse alle Auguste, elette a sacerdotesse dei loro congiunti divinizzati e capaci di beneficiare intere comunità con i loro atti di liberalità, le matrone dell’élite si inseriscono infatti più direttamente nella vita pubblica, quali flaminiche (dedite al culto delle nuove dive), evergeti (benefattrici) e patronedei loro municipi, attuando una graduale ma effettiva rivoluzione di genere nelle città”.



Mostra curata da Novella Lapini con la direzione di Fabrizio Paolucci


Firenze, Uffizi, primo piano, Sala Detti e Sala del Camino 

3 novembre 2020 - 14 febbraio 2021


Nicoletta Curradi 

sabato 31 ottobre 2020

In Sala d'Arme "Raffaello e Firenze"





In  occasione dell’anniversario della morte di Raffaello (1520-2020), il Comune di Firenze e MUS.E, con il sostegno del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio e in collaborazione con il Palais de Beaux-Arts de Lille, organizzano la mostra Raffaello e Firenze, a cura di Valentina Zucchi e Sergio Risaliti. L’esposizione, che si terrà nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio fino al 31 dicembre 2020 e che prevede una fruizione in piena sicurezza anti-Covid, vuole valorizzare il periodo fiorentino dell’artista, ovvero gli anni in cui Raffaello, già munito di gloria e di onori, tra la fine del 1504 e l’inizio del 1505, si trasferisce nella capitale toscana e vi soggiorna a lungo, fino al trasferimento a Roma nel 1508. Ad attrarlo, il fervido clima fiorentino del primo Cinquecento, i cui episodi più brillanti sono attestati dalla colossale statua del David, appena posizionata in piazza Signoria, e dal cartone di Sant’Anna di Leonardo, ma anche dai meravigliosi lavori di Leonardo e Michelangelo per la sala del Maggior Consiglio del palazzo civico. L’esposizione sarà corredata da un catalogo pubblicato da Edifir in uscita a novembre, a cura di Valentina Zucchi e Sergio Risaliti, con contributi, tra gli altri, di Cristina Acidini e Vincenzo Farinella.


La mostra Raffaello e Firenze ruoterà attorno al Ritratto di giovane donna in busto, un prezioso disegno oggi al Palais des Beaux-Arts de Lille, risalente agli anni fiorentini di Raffaello ed emblematico dell’intenso dialogo intrattenuto con i grandi artisti incontrati in città, primo fra tutti Leonardo. Un prestito eccezionale con il quale il Comune di Firenze vuole onorare il genio di Raffaello, ricordando l’ambiente artistico e culturale dei primi anni del Cinquecento, quando Firenze fu ‘scuola del mondo’. Intorno all’opera, proiettato sulle pareti della Sala d’Arme, un racconto multimediale permetterà di ripercorrere gli anni che hanno inciso profondamente sulla formazione dell’artista urbinate, introducendo significativi cambiamenti nel suo stile. Il fllmato, immersivo, è a cura di Valentina Zucchi e Art Media Studio e illustra la rete relazionale, politica e sociale, oltre che artistica, intessuta da Raffaello, raccontandone le vicende e mostrando i capolavori di quel periodo, come i Ritratti di Agnolo Doni e di Maddalena Strozzi e la Madonna del Cardellino, tuttora conservati a Firenze presso le Gallerie degli Uffizi. 

All’iniziativa si affiancheranno percorsi guidati nel centro storico, sui luoghi correlati al soggiorno del pittore, definiti d’intesa con l’Ufficio Patrimonio Mondiale dell’amministrazione civica, sempre in assoluta sicurezza: si terranno tutti i sabati e tutte le domeniche alle 15.00, da sabato 7 novembre sino alla fine di dicembre (prenotazione obbligatoria al numero 055 2768224 o alla mail info@muse.comune.fi.it).

Grazie al sostegno di Unicoop Firenze, inoltre, sarà possibile fruire di un programma di appuntamenti digitali dedicati all’artista e rivolti al grande pubblico, condotti da storici dell’arte ed esperti, con la finalità di approfondire singoli aspetti, opere o tematiche del periodo fiorentino di Raffaello.




A Firenze Raffaello arriva in anni di grande fermento per la città al fine di completare la sua formazione e ottenere importanti committenze. Il dialogo intenso avuto qui con gli artisti del tempo, tra cui Fra Bartolomeo, Ridolfo del Ghirlandaio, Baccio d’Agnolo, Andrea Sansovino, i Sangallo, ma soprattutto con Leonardo e Michelangelo, apre la strada all’introduzione di importanti cambiamenti nel suo stile. Ne condizionerà sicuramente la costruzione dei personaggi, i rapporti tra le figure, la rappresentazione del movimento, oltre a sviluppare un’attenzione maggiore ai valori atmosferici e cromatici. Al contatto con l’ambiente fiorentino si deve anche la maturazione di una struttura compositiva più salda e sintetica che si compenetra con il linguaggio descrittivo e tattile acquisito negli anni della formazione insieme all’armonia compositiva e alla luminosa tavolozza, raggiungendo una straordinaria sintesi tra immagine ideale e immagine reale. Lo riconosceva anche Giorgio Vasari ammettendo: né tacerò che si conobbe, poi che fu stato a Firenze, che egli variò e abbellì tanto la maniera, mediante l’aver veduto molte cose e di mano di maestri eccellenti, che ella non aveva che fare alcune cosa con quella prima […]” (Giorgio Vasari)


“Raffaello, come ci racconta Vasari, arrivò a Firenze per formarsi e tanto ebbe influenza su di lui il trovarsi a fianco di maestri come Leonardo e Michelangelo e molti altri, che, quando ripartì, la sua pittura era completamente trasformata – ricorda il sindaco Dario Nardella -. Questa mostra, tra il reale e il multimediale, ci ricorda proprio le origini e le trasformazioni dell’arte di Raffaello e del grande ruolo della nostra città nella sua formazione. Firenze, in chiusura delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte, esplora questo lato della figura dell’artista e ci consegna una esposizione fortemente evocativa e suggestiva, resa unica dal prestito dalla Francia di un disegno risalente proprio agli anni fiorentini”.

 

“Una mostra che è già un evento – sottolinea l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi – perché pensare e realizzare cultura in un momento di forte criticità per tutto il mondo è veramente uno sforzo eccezionale. Ma ci è sembrato giusto non trascurare un artista formidabile che proprio nella nostra città trasse ispirazione ed ebbe modo di affinare il suo stile. Palazzo Vecchio, allora già casa civica, torna quindi ad accoglierlo e a ricordarne gli anni fiorentini, in un mix di digitale e reale che potrà avvicinare e incuriosire nuovo pubblico”.


“Il mito di Raffaello ha ben presto travalicato la storia – dichiara Valentina Zucchi, curatrice del progetto e responsabile della mediazione culturale di MUS.E - Tuttavia, è indubbio che le sue opere donino a chiunque le osservi, da cinque secoli, la vertigine alta e pura dell’incontro con l’arte. L’omaggio che la città di Firenze dedica a Raffaello nell’occasione del cinquecentenario della sua morte, riferito in particolare modo agli anni in cui l'artista si stabilisce in città, si pone come una pregevole occasione non solo per gustare la squisita finezza dei suoi disegni e la limpida qualità dei suoi dipinti, ma anche per beneficiare, in questo periodo così cupo, del ristoro più profondo e più autentico che la cultura può offrire a ciascuno di noi. Come MUS.E siamo ancora una volta lieti e onorati di affiancare l’amministrazione comunale in questo compito."


“In un momento così drammatico e oscuro, risplende l’astro di Raffaello – afferma Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento e co-curatore della mostra. - Il progetto espositivo che oggi inauguriamo aggiunge un cammeo di prezioso valore alle tante manifestazioni dedicate all’”angelica farfalla”, l’artista apparso come un essere divino alla sua epoca. Il disegno di giovane fanciulla, voltata di tre quarti, in prestito eccezionale dal Museo di Lille, è un assoluto che risplende di una luce speciale in Sala d’Armi e contrappone la grazia e la venustà femminili al clamore cacofonico del nostro tempo, ferito da fatti atroci che aggiungono angoscia a disperazione per una crisi sanitaria ed economica senza precedenti.  La grazia e la bellezza di questo ‘diamante’ sembrano rassicurarci sull’esistenza di in un mondo migliore, di perfetta armonia, di cui l’arte di Raffaello è prefigurazione compiuta. In certi casi l’evento artistico è quanto mai necessario, seppure sia effimero. Offriamo alla città e all’Italia un piccolo immenso capolavoro della grafica raffaellesca e un progetto di didattica multimediale che illustra con un tono monumentale la gioventù di Raffaello nel periodo speso a Firenze, quando l’artista partì da Siena nel 1504, dove era occupato con Pinturicchio, per raggiungere Piazza Signoria. Qui era già installato il David di Michelangelo e il mondo di allora aveva cambiato velocità. Giunto in città Raffaello ebbe una specie di choc salutare e visse una iniziazione all’arte pubblica quattrocentesca, quella di Donatello e Verrocchio, così come a quella devozionale di Luca Della Robbia tra gli altri. L’umanesimo neo-platonico gli divenne famigliare, e così pure la filosofia dell’amore e della luce secondo i seguaci di Ficino e Plotino. Fu, per l’allievo del Perugino, una svolta decisiva. A Firenze si gettarono le basi per l’arte più matura e incommensurabile del Sanzio, quella che si sarebbe manifestata a Roma. E qui, alla “scuola del mondo” ebbe modo di fare i compiti sulla Battaglia di Anghiari di Leonardo e sulle sue sconvolgenti creazioni. Qui ammirò il grande cartone della Battaglia di Cascina e assimilò perfettamente il rapporto tra l’arte moderna del Buonarroti e il mondo antico, di cui proprio Raffaello ha resuscitato la grandezza morale ed estetica nel rinascimento più maturo. Merita adesso ricordare gli studi compiuti nei decenni scorsi da illustri critici e storici dell’arte, tra cui Mina Gregori, che fu artefice, nel 1984, della grande esposizione ‘Raffaello a Firenze’, a Palazzo Pitti, in occasione delle celebrazioni per i 500 anni della nascita. Un evento che ancora oggi serve da punto di riferimento nonché di svolta per la conoscenza demitizzata dell’artista”.


Raffaello e Firenze

Firenze

Palazzo Vecchio, Sala d’Arme

31 ottobre – 31 dicembre 2020



Informazioni www.museifirenze.it



Nicoletta Curradi 

Fabrizio Del Bimbo 

giovedì 29 ottobre 2020

Tesori dalle terre d’Etruria in mostra al Museo Archeologico di Firenze



La  Direzione regionale musei della Toscana ha aperto  una nuova mostra al Museo archeologico nazionale di Firenze dal titolo “Tesori dalle terre d’Etruria. La collezione dei conti Passerini, Patrizi di Firenze e Cortona”

Per la prima volta dopo circa 150 anni sarà esposta al pubblico, interamente riunita nei suoi nuclei principali, la collezione archeologica che fu del conte Napoleone Passerini (1862-1951) e della sua famiglia, in gran parte conservata nei magazzini del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, ora completata da 82 pregiate antichità prevalentemente etrusche e greche, consegnate da una generosa donatrice fiorentina nel 2016 al Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze.


Il conte di nobile di stirpe cortonese, figlio del facoltoso Pietro Passerini da Cortona, oltre ad essere agronomo di chiara fama, fondatore e proprietario dell'Istituto Agrario di Scandicci, e aver selezionato la razza Chianina nelle sue fattorie in Val di Chiana, fu appassionato collezionista e fin dall’adolescenza radunò la straordinaria raccolta,  in parte ereditata dal padre, promuovendo scavi e acquistando capolavori.

I primi reperti provengono da una trentina di tombe etrusche con splendidi corredi, rinvenute nei suoi vasti possedimenti di Bettolle e di Sinalunga, e da una grande necropoli di 60 tombe della collina di Foiano della Chiana. Già nel 1877 la sua collezione annoverava almeno 400 vasi, senza contare ossi, avori, ferri, paste vitree, una ingente quantità di oggetti domestici e funerari in bronzo, suppellettili di ogni genere, vasi da dispensa e da commercio, orci da miele e vasi per derrate solide e liquide, molti dei quali con iscrizioni che contribuiscono in modo sostanziale ad accrescere le conoscenze sul lessico della lingua etrusca. Inoltre, il valore della collezione è straordinario perché proviene da un preciso e ben definito contesto territoriale e culturale, quello della Val di Chiana, da sempre cerniera fra i territori di Chiusi, Siena e Arezzo, del quale documenta aspetti di vita e cultura tra VII e I secolo a.C., in particolare quelli espressione dell'aristocrazia di Chiusi.

La mostra, curata da Mario Iozzo, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e da Maria Rosaria Luberto, archeologa della Scuola Archeologica Italiana di Atene, con il coordinamento generale di Stefano Casciu, direttore regionale dei Musei della Toscana, espone ben 293 reperti, fra i quali spiccano vasi ateniesi di grande qualità, alcuni con iconografie rarissime, e uno dei più antichi e più importanti vasi etruschi dell’intera produzione a figure rosse, un grande vaso per mescolare l’acqua e il vino utilizzato nei simposi dell’aristocrazia etrusca dell’Ager Clusinus, il territorio dell’antica Chiusi.

 Si  affiancano 18 ricordi e cimeli di Napoleone Passerini, tra cui persino la sua pipa personale, gentilmente concessi in prestito dai pronipoti. 

Grandi pannelli iconografici presentano le immagini, con i relativi riferimenti, dei capolavori che tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento lasciarono la collezione e raggiunsero il Metropolitan Museum of Art di New York, l’allora Walters Art Gallery di Baltimora, il Museum of Fine Arts di Boston, il Bible Lands Museum di Gerusalemme, la collezione Silver di Los Angeles, inclusi alcuni pregevoli vasi che molto probabilmente transitarono dalla collezione Passerini prima di finire all’estero, fornendo così un quadro completo dell'insieme degli oggetti raccolti dal Passerini. 

Il catalogo scientifico è a cura di Mario Iozzo e Maria Rosaria Luberto ed è edito da Sillabe (Livorno). Comprende non soltanto le schede approfondite di ogni singolo reperto, ma anche saggi nei quali viene ricostruita l’intricata filiera delle vicende degli scavi e della formazione della collezione che ne derivò, ma anche la dispersione dei capolavori all’estero e, non ultime, le trame familiari attraverso le quali la raccolta è arrivata a noi.


Fino al 30 giugno 2021

Tesori dalle terre d’Etruria. 

La collezione dei conti Passerini, Patrizi di Firenze e Cortona

Firenze,  Museo Archeologico Nazionale 

Piazza Santissima Annunziata n. 9b   50122 Firenze


Fabrizio Del Bimbo 

mercoledì 28 ottobre 2020

Esploratori del vino alla scoperta dell’Emilia-Romagna



Wine Explorer-ER è la nuova piattaforma digitale integrata di Enoteca Regionale

Promuovere il territorio dell’Emilia-Romagna attraverso un’esperienza totale e integrata che celebra sapori, cultura e turismo della Regione, trasformando i wine lovers in wine explorers, alla scoperta della vera anima del territorio emiliano-romagnolo. Questo l’obiettivo di Wine Exporer-ER, nuovo progetto di sviluppo digitale di Enoteca Regionale Emilia Romagna, che va oltre la semplice promozione dei vini per trasmettere l’universo di bellezze del territorio e tutto ciò che può offrire: storia, arte, cultura, prodotti, paesaggi, tradizioni, esperienze, attraverso un sistema integrato e virtuoso.

Partendo dalla creazione di tre “mondi” intersecati - il sito web istituzionale e due piattaforme e-commerce, una per il vino e una per i pacchetti enoturistici - Enoteca Regionale Emilia Romagna integra in un’unica esperienza digitale enogastronomia e turismo, offrendo tanti spunti per scoprire, assaporare, condividere e vivere questa regione.

Coniugando la promozione delle eccellenze enologiche regionali con un’offerta turistica legata al territorio e alle sue aziende vitivinicole, il progetto Wine Exporer-ER rappresenta il punto d’incontro tra chi propone esperienze di enoturismo e chi è alla ricerca di modi autentici per scoprire e vivere l’Emilia-Romagna.

Il sito istituzionale www.enotecaemiliaromagna.it è stato completamente riprogettato e rifatto nella grafica e nei contenuti. Storie, persone, fatti, segreti per troppi anni rimasti nascosti in qualche anfratto, in qualche osteria o nel cuore di qualche avventore. Il sito racconta tutto il meglio della Regione, attraverso un emblematico elemento di congiunzione, il vino, simbolo di convivialità, qualità e allegria che rende questa regione unica al mondo.

La valorizzazione di ogni azienda vitivinicola e dei suoi prodotti è il cuore dell’e-commerce www.roccadelvino.com. Gli enogastronauti potranno sperimentare un’esperienza d’acquisto semplice e coinvolgente anche direttamente dal sito della cantina, attraverso un widget che collega il sito alla piattaforma di e-commerce.

Dall’enogastronomia alle bellezze storiche, dall’arte agli itinerari d’autore, sono tanti i modi in cui è possibile sperimentare l’Emilia- Romagna. L’e-commerce www.enoturismoemiliaromagna.it propone itinerari ed esperienze a misura di ciascuno per vivere tutte le sfumature e preziosità del territorio.

In tutto questo non potevano ovviamente mancare i social (Facebook e Instagram). Contenuti, itinerari, approfondimenti, sono gli elementi di una content strategy pensata per far conoscere la cultura enogastronomica emiliano-romagnola, attraverso contributi che racconteranno l’Emilia-Romagna style, con le sue tradizioni e peculiarità storico-artistiche, culturali, paesaggistiche, artigianali e ovviamente enogastronomiche.

Giordano Zinzani, Presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna: «Enoteca Regionale aveva già intrapreso questa strada, ma il recente lock down e le tante, ma necessarie, restrizioni volte al contenimento del Covid-19, hanno sicuramente accelerato tutte le nostre attività legate al web. Essere presenti online è quindi oramai imprescindibile, con l’obiettivo poi di “tramutare” i tanti internauti che ci seguono “da remoto” in consumatori dei nostri vini e in eno-turisti appassionati della nostra terra».


Nicoletta Curradi

 

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