mercoledì 29 ottobre 2008

Gran finale di Wine&FashionFlorence 2008

Ha esaltato l’intrinseca bellezza del museo di Orsanmichele con straordinarie esibizioni nel segno del fashion Made in Italy – Consorzio Centopercento italiano, Braccialini, Ermanno Scervino - e con food show di alta qualità nel segno del vino e di prodotti enogastronomici di qualità.
Adesso, per il gran finale, Wine&FashionFlorence intende testimoniare il ringraziamento per essere stata ospitata in una sede così prestigiosa quale il Museo di Orsanmichele per la sua ottava edizione con un galà dinner, in programma domani, giovedì 30 ottobre a partire dalle ore 20, all’interno del quale si svolgerà una raccolta di fondi con un obiettivo finale specifico: dotare il Museo di un proprio ascensore.
“Vogliamo lasciare una traccia significativa della nostra presenza, spiega il Presidente del Levante Fiorentino Marcello Ulivieri, che dia un senso ancora più profondo agli eventi che si sono succeduti in questi luoghi. In questo senso abbiamo lanciato l’idea di un’asta attraverso la quale dare il via alla raccolta di fondi per la realizzazione di un ascensore qui al Museo di Orsanmichele, un luogo così bello e ricco di suggestioni che auspichiamo sia presto reso fruibile da tutti”.
L’asta – coordinata e condotta da Galleria Pananti – Casa d’aste, si caratterizza per la presenza di 15 lotti di prodotti offerti dalle seguenti aziende:

Gioielli Zoppini
Consorzio Centopercento italiano
Fattoria Lavacchio
Marchesi de’Frescobaldi
Fattoria Altomena
Castello del Trebbio
Braccialini
Ermanno Scervino
Hotel Villa Casagrande
Comune di Bagno a Ripoli e Wolkswagen group Firenze (statua “La lavandaia di Grassina” del maestro Porcinai)
Comune di Pontassieve

Tutti i lotti sono visionabili su:
www.openconsulting.com
www.wineandfashion.it

Fabrizio Del Bimbo

Fantasia in convento, una mostra al Fuligno

FANTASIA
in CONVENTO

Tesori in carta e stucco
dal Seicento all’Ottocento


La mostra rimarrà aperta dal 1° novembre 2008 al 6 gennaio 2009
orario: 10,00-18,00 - lunedì chiuso

Dal collezionismo curioso di un’appassionata storica dell’arte qual è Eve Borsook, instradato da anni in direzioni poco note e poco battute, e dalla sensibilità di Barbara Schleicher per l’oggetto d’arte, quale ammirevole sintesi di materie e forma governata dal sapere tecnico, nasce una mostra che è come una finestra aperta su un paesaggio sconosciuto, come un faro che squarcia una tenebra tenace. [...] Così quel collezionismo raffinato, e per così dire di nicchia, ha potuto dar luogo a una memorabile occasione espositiva, testimoniata dal suggestivo catalogo di Polistampa.
Le suppellettili religiose e specialmente i reliquiari raccolti per la mostra grazie ai prestiti non solo dei collezionisti privati, ma da parte di chiese e conventi di tutta Italia, rinviano a un mondo tramontato di devozione diffusa, di scarse risorse e d’immensa creatività: la miscela da cui sono nate invenzioni strepitose di vario genere, come ad esempio l’uso della paglia al posto del filato d’oro in paliotti chiesastici dell’età barocca, o più in generale il ricorso a paste di vetro colorate e variegate in luogo di gemme e pietre dure.
In queste suppellettili la struttura è modellata con impasti organici e gli ornati sono ottenuti con carta minutamente lavorata in un tripudio di volute e di cartigli, in gran parte rispondenti ai sontuosi repertori del Barocco e del Rococò: un’abbondanza di declinazioni fantastiche che stupisce.
La sostanza umile di cui venivan fatti i reliquiari, però, si elevava grazie alla componente invisibile incorporata negli impasti, ovvero quella speciale farina che si era ottenuta triturando finemente le reliquie dei Santi.
In un nodo semiologico di complicato scioglimento, il contenitore partecipa della natura del contenuto, mostrando i frammenti e nascondendo le polveri dei santi resti, detentori di un potere salvifico. È come se la santità stessa, prescindendo dai singoli santi, scendesse dalle sfere celesti per calarsi in forme simboliche nelle vicinanze dei fedeli, a portata di sguardi e quasi di mani. La semplicità feriale delle materie costituenti si riscatta dall’un lato nella tecnica sublime (che non è inferiore né troppo diversa rispetto a quella dedicata alle materie pregevoli e durature come i metalli e le gemme), dall’altro nella ricchezza del pegno sacrale racchiuso e diffuso nell’oggetto.
È perfino inutile dire che questa devota usanza rimase circoscritta ad un limitato periodo storico, e che nel tempo ne è svanita la memoria. [...] “Riprendiamoci Halloween”, potrebb’essere il titolo implicito e trasgressivo della mostra che, come si è deciso con la direttrice del Cenacolo di Fuligno Rosanna Proto Pisani, inaugura la vigilia di Ognissanti, riconducendo alla sfera antica del sacro di atteggiamenti odierni. Perché di questo in fondo si tratta, di riportare nell’alveo di una storia antica e nostrale, dove s’intrecciano fede cristiana, religiosità popolare e antropologia culturale, manifestazioni macabro-giocose divenute ormai tipiche della società americana e da noi acriticamente re-importate, che hanno invece in “zone” della cultura corrispondenti a questi manufatti radici autentiche e profonde: dove la religiosità si esprime in modalità rituali arcaiche, e il valore spirituale si annette alla materia in una simbiosi inestricabile, che ha nella sostanza alimentare – farina o “dolcetto” che sia – il suo fondamento primordiale. E del resto, in certe regioni del Messico il periodo delle feste dei Santi e dei Morti (gli animati “giorni dello Xantolo”) ancora prevede l’offerta e il consumo di vivande fin nei cimiteri, in una esaltazione di usanze che avevano caratterizzato anche il nostro territorio, specie nelle parti più esposte al lascito ispanico. Da noi, dolci secchi e duri dal nome di “ossi di morto”, ricorrenti nelle tradizioni alimentari di Siena e Livorno ma anche nell’Italia Meridionale (per esempio in Basilicata), rappresentano la sopravvivenza estrema di un cibo rituale all’incrocio dei mondi: dei vivi, dei morti, degli eletti (dalla presentazione di Cristina Acidini).
Nicoletta Curradi

L'edizione 2008 di France Cinéma

Da anni France Cinéma, che si svolgerà dal 31 ottobre al 2 novembre al Cinema Odeon e all'Istituto Francese di Firenze, si riprometteva di occuparsi di Carné e Prévert. Rendere loro omaggio era una specie di dovere etico, dopo la coraggiosa riproposta vent’anni fa di un altro grande dimenticato, Julien Duvivier (France Cinéma gli ha dedicato il primo libro in Italia). Carné e Prévert vengono ora presentati in coppia: una scelta ben precisa, e originale. Dei sette film che hanno girato insieme se ne conoscono sì e no solo tre: Quai des brumes, Les jour se lève, Les enfants du paradis, cioè meno della metà. E poco si sa di quello che hanno fatto dopo la separazione nel 1946. Nel dopoguerra, Marcel Carné non ha avuto vita facile, di fatto è stato emarginato: i suoi progetti più ambiziosi venivano scartati dai produttori, e certa critica provò anche – ahimé con successo – a esautorarlo come creatore: Marcel sarebbe stato solo un illustratore sia pure brillante delle storie scritte da Jacques Prévert.
Il solo modo per sfatare le dicerie è rivedere i film. Da una attenta revisione dell’opera di Carné, con e senza Prévert, si impongono alcune osservazioni, delle “messe a punto” interessanti e anche sorprendenti.1) Carné debutta a vent’anni (1929), "senza Prévert", con un cortometraggio-capolavoro (Nogent, eldorado du dimanche) che tutti citano distrattamente per onor di cronaca, ma nessuno sembra averlo visto. Strano perché si tratta di un autentico capolavoro e sarà una delle sorprese della retrospettiva fiorentina curata da Françoise Pieri. Girato tutto in esterni con una libertà, una felicità inventiva, un ritmo prodigiosi, si può ben dire che Nogent anticipa il meglio della futura Nouvelle Vague anni sessanta. Questo sorprendente filmino-faro, invisibile in Italia, la dice lunga sulle qualità registiche del ventenne Marcel, un po’ come quattordici anni dopo sarà Gente del Po per il debuttante Antonioni; Nogent potrebbe avere come sottotitolo "Gente della Marna". Anche il quarto lungometraggio Hôtel du Nord (1938) è stato girato "senza Prévert" (assente all’epoca dalla Francia); questa seducente favola populistica – che è al tempo stesso una parodia del romanticismo amoroso – merita di essere rivalutata, e non solo perché è il film rivelazione di Arletty, immensa attrice, inventata proprio da Carné, che di attori e di casting se ne intendeva come pochi.
2) Nel triennio 1937-39 il tandem Carné-Prévert sforna di seguito quattro capolavori. Oltre alla mitica trilogia (Quai des brumes, Le jour se lève, Les enfants du paradis) vanno citati – e rivalutati – Hôtel du Nord e Drôle de drame, indiavolata, irresistibile commedia burlesca che figura tra i capolavori del cinema comico mondiale. Carné-Prévert, eh sì, sanno anche fare delle belle commedie! Su Quai des brumes e Le jour se lève non c’è più nulla da dire: sono tragedie moderne originali, assolutamente perfette, sconvolgenti, che hanno anche il non piccolo merito di aver rispecchiato l’angoscia di quegli anni prebellici meglio di tutti gli altri film dell’epoca (compresi i capolavori di Renoir). Erano insomma il riflesso, la cristallizzazione di un’inquietudine diffusa nella società francese alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Esistono nella storia del cinema dei film chiave: il merito di Quai des brumes (Il porto delle nebbie) e Le jour se lève (Alba tragica) è aver fotografato, "definito" un’epoca: il sogno illusorio di un "altrove" (il disertore), le delusioni esistenziali, la violenza nei rapporti umani (il pittore tedesco suicida, lo zio indegno di Nelly, la banda di malviventi capitanata da Pierre Brasseur), gli amori impossibili.Le jour se lève è unanimemente considerato la tragedia-capolavoro di Carné-Prévert. È anche uno dei rarissimi film francesi dell’epoca dove si veda vivere un operaio "vero" (faceva notare Raymond Borde). Ma attenti a non banalizzare: Carné-Prévert non erano dei romantici attardati, Quai des brumes non si riduce ai pavé bagnati di pioggia, alla nebbia che avvolge le navi del porto, ai giochi di luci espressioniste. «In fondo quei film erano la vera Nouvelle Vague, vent’anni prima» dirà non senza ragione Jean Gabin, protagonista di ambedue film, in un formidabile documento filmato da Pierre Prévert negli anni Sessanta (Mon ami Jacques), di cui proietteremo a Firenze alcuni estratti sorprendenti. Quella di Gabin è una formula decisamente calzante. (Tra cinquant’anni venereremo A bout de souffle come oggi ci ricordiamo di Quai des brumes? Ai posteri l’ardua sentenza, ma ho il sospetto che la "Nouvelle Vague Anni Trenta" non tema rivali).Les enfants du paradis (1945) merita davvero la qualifica del "più bel film della storia del cinema francese". Con questo monumentale affresco ottocentesco il tandem Prévert-Carné ha saputo dare al cinema l’equivalente del grande romanzo ottocentesco. Mai tenero con il nostro regista, François Truffaut dirà un giorno molto cavallerescamente: «Darei tutti i miei ventitré film per Les enfants du paradis». Questa candida ammissione riscatta in parte la serie di giovanili e un po’ puerili stroncature di cui fu vittima il povero Carné. Sul settimanale "Arts" del 31 ottobre 1956 Truffaut scriveva: «Carné è un puro tecnico, le sue capacità sono di tipo artigianale, la messa in scena è per lui un lavoro manuale. Spirito confuso, non ha mai saputo valutare una sceneggiatura, non ha mai saputo scegliere un soggetto, ha lasciato che altri svolgessero per lui questo lavoro; per anni ci ha offerto dei film di Jacques Prévert messi in immagini da Marcel Carné». Come abbia potuto un ragazzo geniale come Truffaut scrivere delle simili sciocchezze è un mistero, e l’età non era una scusante; per fortuna verso la fine cambierà parere e tenterà anche di riallacciare dei rapporti con Carné, che però rifiuterà la mano tesa.
3) Il solo anello debole dei sette film del tandem girati nello splendido decennio prebellico è forse Les visiteurs du soir (1942). Davanti all’algido manierismo di questa favola medievale troppo allegorica e lenta, i difetti innegabili di Les portes de la nuit uscito nel 1946 sembrano peccati veniali: questo audace film "politico" postbellico, troppo ambizioso per l’epoca, ha momenti di grande emozione, e non meritava le feroci stroncature che indussero lo sceneggiatore a chiudere con il cinema. Les portes de la nuit resta una testimonianza autentica, inquietante, sulla Francia 1945 dilacerata dal conflitto tra collaborazionisti e membri della Resistenza. Siamo curiosi di vedere come reagirà il pubblico fiorentino alla proiezione di Les portes de la nuit, ultimo inquietante film "maledetto" del tandem.
4) Cinque grandi film, su sette, non male come bilancio di dieci anni di collaborazione per il tandem Prévert-Carné. Privo del suo sceneggiatore alter ego, dal 1947 il regista deve cercarsi dei rimpiazzanti, ma di Prévert ce n’è uno solo. Per chi si è formato negli anni Trenta non è facile ambientarsi nel caotico dopoguerra: ne sanno qualcosa Renoir, Clair, Duvivier, Grémillon; anche per questi cineasti si deve parlare di un "prima della guerra" e di un "dopo". Il cinema – si sa – è strettamente legato all’atmosfera sociale, politica, culturale del tempo; se i film realizzati negli anni Trenta da Renoir e compagni hanno quella forza, quel fascino inconfondibili lo debbono anche al particolarissimo clima della stagione del Fronte Popolare, che aggiungeva uno stimolo ulteriore alla creatività degli artisti. È un fatto che tra i sette film di Carné del primo decennio e quelli (dodici) girati dal dopoguerra in poi c’è un innegabile salto di qualità. Non è tutta colpa sua: il regista dovrà rinunciare ai progetti più ambiziosi perché i produttori non gli fanno più fiducia, dovrà accontentarsi di girare anche dei film alimentari; non è facile ritrovare lo slancio poetico e creativo di una stagione irripetibile. Cercando altre strade con alterna fortuna, Carné si appoggerà alla letteratura: Georges Simenon (La Marie du port, Trois chambres à Manhattan), Georges Neveux (Juliette ou la clé des songes), Emile Zola (Thérèse Raquin, una trasposizione davvero originale e memorabile con Raf Vallone e Simone Signoret). Tenterà la fortuna nei film diciamo di genere: la boxe in L’air de Paris, i giovani sbandati di Saint-Germain-des-Prés (Les tricheurs). Quest’ultimo film ha il merito di anticipare profeticamente i film giovanilistici della Nouvelle Vague, ma verrà snobbato dai "Cahiers du Cinéma", un "accademico" non può capire i giovani!? Ma come faceva notare Edgar Morin all’epoca, «Les tricheurs va al di là della rappresentazione del mal di vivere giovanile fine anni Cinquanta, rappresenta il meccanismo infernale di ogni tragedia, la trappola del nichilismo, e del cinismo». Queste cinque opere introvabili in Italia le rivedremo tutte nella retrospettiva fiorentina.
5) Il caso Prévert. Non è raro nella storia del cinema che i meriti di un film vengano attribuiti al soggettista-sceneggiatore-dialoghista più che al regista : accadrà anche per il duo Zavattini-De Sica, e in parte minore al duo Flaiano-Fellini. Per Prévert-Carné però si è creato un vero e proprio caso: per la Nouvelle Vague l’autore vero dei film di Carné sarebbe soltanto lo scrittore Jacques Prévert. Quale fu realmente la "quota" dello sceneggiatore e quella del regista? Ex surrealista, autodidatta coltissimo, anticonformista, dotato di un umorismo, di un’ironia corrosiva, di una fantasia sbrigliata, e di una sensualità popolaresca (ha sempre amato i "livres de poche", e detestato gli intellettuali e le avanguardie), Jacques Prévert sa creare delle storie favolose insolitamente ricche di tipi umani dotati di grande vitalità, dai protagonisti alle figure cosiddette minori; storie accessibili a tutti, ma anche ai palati fini. Essere vivo, conservare in se stesso la verginità dell’infanzia, per Jacques contava più dello scrivere. Ma – è il suo lato debole – ha bisogno di un’intelligenza che incanali queste sue invenzioni debordanti, che imbrigli quella sua «tendenza a immaginare dei personaggi dalle tinte uniformi, immobili nella loro psicologia, privi di livelli, ridotti sovente a dei simboli poetici» come rilevava giustamente Antonioni nel suo monumentale saggio su Carné ("Bianco e Nero" n.10, ottobre 1948). Questo compito di moderatore lo ha svolto il buon Carné. Intellettuale algido, meno colto dell’amico ma dotato di una tenacia sul lavoro a tutta prova, e di un alto senso del ritmo cinematografico, nonché ottimo direttore di attori, Marcel Carné è un professionista impeccabile, un supertecnico che possiede però un sottile gusto visivo, sa costruire delle immagini raffinate e perfette. Uomo del Nord, Marcel possiede insomma quella "sensibilità dell’intelligenza" che gli consente di incanalare i bollenti spiriti del collega-poeta innamorato del Midi. «La meticolosità iconica di Carné – scrive Nepoti – modera l’impeto del poeta, quella sua certa propensione alla verbosità e al disordine, riportando tutto alla dimensione dello schermo». Quello del poeta-sceneggiatore Prévert e del cineasta Carné è stato insomma un felicissimo caso, forse unico, di armoniosa “com-ple-men-ta-rie-tà” a tutti i livelli. Come ci fa notare Michèle Morgan l’attrice rivelata da Quai des brumes (intervista pubblicata nel catalogo), il cinema è un fatto di équipe, ed è proprio lei a contestare decisamente l’idea che Prévert fosse da solo l’autore dei film dell’amico. Michèle Morgan paragona Carné a un formidabile direttore d’orchestra, l’immagine è molto suggestiva. Carné ha avuto in effetti il merito, la fortuna, di crearsi intorno una formidabile équipe. Di tecnici: i musicisti Jaubert e Kosma, lo scenografo Trauner (Duke Ellington dirà che andava in giro per Parigi «per ritrovare le scenografie di Trauner»), i migliori operatori alla fotografia, provenienti curiosamente dall’espressionismo tedesco, la scuola che ha più influenzato il suo cinema. Di mitici attori: Arletty Michèle Morgan, Jean Gabin Michel Simon, Louis Jouvet, Jean-Louis Barrault; davanti a questi giganti i grandi attori della futura Nouvelle Vague fanno ahimé la figura di dilettanti: chi è Jeanne Moreau davanti ad Arletty, chi è Belmondo davanti a Gabin e a Simon? Come possiamo vedere sono molti i fattori che spiegano il miracolo di quegli anni d’oro.Se François Truffaut ce lo permette Carné non è un anonimo artigiano illustratore di idee altrui, è un signor regista: ha un’eccezionale padronanza del montaggio, un sottile senso musicale del ritmo cinematografico, la capacità davvero rara – preantonioniana – di far lievitare la realtà in senso poetico, di suggerire un’atmosfera, di creare delle immagini di una raffinatezza rara nel cinema francese, sa organizzare lo spazio e dirigere gli attori. Si potrebbe quasi sostenere che, curiosamente, sarà proprio l’italiano Antonioni il massimo erede (involontario?) di Carné. Cineasti come Lizzani, Paolo Taviani, Brenta concordano; anche Visconti (Ossessione) avrebbe subito il fascino del cinema di Carné-Prévert.Di queste qualità registiche si è sempre parlato troppo poco, mentre sulla generosità-umanità di Renoir gli elogi si sono a volte sprecati; perché per celebrare Renoir "le patron" si dovrebbe sparare su Carné, Duvivier, Clair, Clouzot e compagni?Nel catalogo che accompagna la retrospettiva viene dato – forse per la prima volta – ampio spazio ai fratelli Prévert. La nostra è solo una prima timida introduzione, molto resta da scrivere sulla complessa personalità di Jacques il poeta, e del troppo timido fratello regista Pierre, rimasto sempre in ombra (di lui presentiamo l’ineffabile L’affaire est dans le sac e Paris la belle); i quattro saggi che dedichiamo ai Prévert nel catalogo sono solo un piccolo inizio. Quello che più colpisce nei testi scritti per il cinema dal poeta-sceneggiatore Jacques Prévert è la straordinaria varietà: spazia dal fantastico puro di Les enfants du paradis, Les visiteurs du soir, (Adieu Léonard e Voyage surprise, diretti dal fratello Pierre), al documentario più realistico Aubervilliers (1945) diretto da Eli Lotar, dal burlesco surrealista (Drôle de drame, L’affaire est dans le sac) al tragico puro (Quai des brumes, Le jour se lève, Les portes de la nuit), dal sarcastico politico (Les amants de Vérone, diretto da Cayatte nel dopoguerra) al melò (Jenny, il primo film del tandem), all’apologo: i brevi film di animazione di Paul Grimault (noto per il formidabile lungometraggio Le roi et l’oiseau, sceneggiatura di Jacques) Le diamant e Le petit soldat che vedremo a Firenze. Senza sottovalutare i testi poetici composti per le cento e più canzoni divenute molto popolare come “Les feuilles mortes”, “Barbara”, “Les enfants qui s’aiment”. Jacques Prévert è davvero un vasto mondo tutto da riscoprire. Quello che ci incanta in lui è quel suo formidabile umorismo che non lo ha mai abbandonato: riprendendosi dopo dieci giorni di coma in seguito a una brutta caduta dal primo piano della Maison de la Radio a Parigi, situata allora nell’ottavo "arrondissement", il malato avrebbe esclamato «Vorrei tanto sapere se sono caduto dall’ottavo piano nel primo "arrondissement" o dal primo piano nell’ottavo "arrondissement"»! Ascoltando quella battuta del fratello dato per morto, il regista Pierre tirò un grande sospiro: come Lazzaro, Jacques era ritornato fra noi.

Fabrizio Del Bimbo

martedì 28 ottobre 2008

La stagione del Teatro Politeama di Poggibonsi (SI)

E' stata presentata la stagione di prosa e musica 2008/2009 del Teatro Politeama di Poggibonsi (Siena). Anche quest’anno ci sarà un programma ricco di titoli distribuiti in due turni di abbonamenti. In carnet spettacoli brillanti e di drammaturgia contemporanea con uno sguardo ai copioni classici. Non mancheranno, al solito, i concerti di musica colta e un’ampia rosa di fuori abbonamento. Una programmazione che rispecchia il panorama teatrale italiano di oggi, in un viaggio attraverso il teatro dei grandi attori con uno sguardo al passato e le rivelazioni del momento.
Alla conferenza stampa sono intervenuti Marco Parri, direzione artistica che ha sottolineato la presenza di ben ventisei date in cartellone, Mario Lorini, amministratore delegato di Politeama Spa e il regista Ugo Chiti che firma lo spettacolo di apertura.
“Anche questa stagione, sia di prosa che concertistica – ha inoltre affermato Dario Ceccherini, assessore alla Cultura del comune di Poggibonsi - sembra davvero in grado, nella sua varietà, di corrispondere alle attese. In particolare mi piace sottolineare nella stagione concertistica la virtuose combinazioni dell’Ort con Uri Caine e Paolo Poli, nella prosa l’apertura con Ugo Chiti, l’Arca Azzurra e Giuliana Lojodice e la chiusura con Glauco Mauri, una stagione incorniciata insomma da spettacoli che daranno il senso profondo ed emozionante dell’esperienza teatrale”.
La stagione (la quarta da quando il Politeama ha inaugurato la nuova struttura) si apre l’11 e 12 novembre 2008 con Giuliana Lojodice che per la regia di Ugo Chiti interpreta “Le conversazioni di Anna K.”. A seguire troveremo attori come Luigi De Filippo che rinnova la commedia partenopea, l'ecletticità di Alessandro Gassman, Glauco Mauri che con il “Faust” presenta un classico del teatro d'autore. Ci sarà il ritorno di Maria Amelia Monti in compagnia di Franco Castellano e Gianpiero Ingrassia, la romantica e divertente commedia interpretata da Marco Columbro con Mariangela D'Abbraccio.
Presenti anche appuntamenti di levatura internazionale, come il grande musical "Hair", il balletto contemporaneo della fantastica compagnia "Parsons Dance", il Balletto di Mosca “La Classique” che porta sul palcoscenico “La bella addormentata” e la compagnia di danza di Mvula Sungani che presenta “Ritratti di cinema”. Infine, direttamente dalla famosa trasmissione televisiva “Le Iene”, Luca e Paolo in un esilarante fuori abbonamento che chiuderà il cartellone teatrale il 2 aprile.
La stagione concertistica è come di consueto affidata all'Orchestra della Toscana ed avrà inizio con il concerto di Natale che quest'anno sarà particolarmente divertente avendo per oggetto le canzoni natalizie internazionali. Non mancherà Mozart interpretato da Hubert Soudant e dalla voce di Klara Ek. Il concerto di Carnevale è questa volta affidato alle cure del grande interprete viennese Peter Guth che ci porterà nel mondo dell'operetta. Il pianoforte virtuoso di Uri Caine insieme all'ORT, la prestigiosa bacchetta di Lothar Zagrosek e infine il ritorno di Paolo Poli che reinterpreta Pierino e il Lupo e la storia di Babar a 20 anni di distanza dalla fortunata tournèe italiana che portò anche all'incisione di un Cd di grande successo.
Un cartellone di prestigio e interesse che permetterà al Teatro Politeama di consolidare il record di presenze che in questi anni ha permesso di scalare la classifica nazionale dei teatri più frequentati.
La stagione teatrale è curata da Marco Parri per conto della Politeama Spa (società per azioni mista pubblico-privata costituita per volontà dell'Amministrazione Comunale di Poggibonsi per la gestione di beni e attività culturali), la stagione concertistica è programmata dalla Fondazione Orchestra Regionale Toscana. Sponsor ufficiale della rassegna è il gruppo Monte dei Paschi di Siena.
Ecco il programma dettagliato in abbonamento – Prosa:
si parte l’11 e 12 novembre con "Le conversazioni di Anna K.” Con Giuliana Lojodice. Testo e regia di Ugo Chiti. Il 25 e 26 novembre segue “Romantic comedy” di Bernard Slade, con Marco Columbro e Mariangela D’Abbraccio. Regia di Alessandro Benvenuti. Il Musical “Hair” arriva il 9 e il 10 dicembre, per la regia di Giampiero Solari e le coreografie di David Parson. Alessandro Gassman interpreta “La parola ai giurati” di reginald Rose il 20 e 21 gennaio. Danza in programma il 3 e 4 febbraio con “The best of Parson dance”, antologia delle coreografie più famose di David Parson. Il 10 e 11 febbraio Luigi De Filippo e la sua compagnia presentano “Quaranta, ma non li dimostra” (Storia di una donna importante), commedia in due parti di Peppino e Titina De Filippo. Il 3 e 4 marzo troviamo il Teatro stabile di Firenze con “Michelina”. Testo di Edoardo Erba. In scena Franco Castellano, Giampiero Ingrassia e Maria Amelia Monti. Gli spettacoli in abbonamento chiudono il 24 e 25 marzo con Glauco Mauri e Roberto Sturno impegnati nel “Faust” di Goethe.
Programma in abbonamento – Musica
La stagione concertistica è confermata in 6 concerti, sempre a cura della Orchestra della Toscana.
Si apre il 22 dicembre con il “Concerto di Natale” e il quartetto vocale “Ring around quartet”. Direttore Giampaolo Bisanti. Il 30 gennaio il Maestro Hubert Soudant dirige l’Ort e il soprano Klara Ek. Il 23 febbraio “Concerto di Carnevale”. Dirige Peter Guth. Monika Rebholz, soprano e Joachim Moser, tenore. Il pianista jazz Uri Caine sarà sul palcoscenico il 31 marzo per un concerto d’eccezione diretto da Carlo Tenan. Il 13 maggio la cornista Marie Luise Neunecker sarà diretta dal Maestro Lothar Zagrosek. Il concerto di chiusura (26 maggio) vedrà in scena l’attore Paolo Poli con “Le fiabe musicali” dirette da Alessandro Pinzauti.
Fuori Abbonamento
La stagione prevede importanti appuntamenti fuori abbonamento. Il 4 dicembre la compagnia “Teatri d’Imbarco” di Firenze propone “Un matrimonio quasi felice” con Beatrice Visibelli e Giovanni esposito. Testo e regia di Nicola Zavagli. Il Balletto di Mosca “La Classique” ci sarà il 17 dicembre con “La bella addormentata”. Musiche di Adolph Charles Adam. Coreografie di Alexander Vorotnikov. Ancora danza il 31 dicembre con la compagnia Mvula Sungani che presenta “Ritratti di cinema”. Musica dal vico con il “Nino Rota Ensemble”. Direttamente dalla trasmissione tv “Le iene”, il 2 aprile troviamo “La passione secondo Luca e Paolo”, di Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Michele Serra e Martino Clericetti. Regia di Giorgio Gallione.
L’inizio degli spettacoli è programmato per le ore 21,00.
Informazioni:
tel. 0577983067, fax 0577992789, e-mail: info@politeama.info – web: www.politeama.info
Biglietti stagione teatrale: I settore € 24 prezzo unico, II settore € 21intero, € 18 ridotto.
“Hair” I settore € 30 prezzo unico, II settore € 27 intero, € 25 ridotto.
“Giselle” e “Il Vangelo secondo Luca e Paolo” I settore € 24 prezzo unico, II settore € 21 intero, € 18 ridotto.
“Ritratti di cinema” I settore € 35,00 prezzo unico, II settore € 30,00 presso unico.
Biglietti stagione concertistica: posto unico € 10 intero, € 7 ridotto.

Nicoletta Curradi

lunedì 27 ottobre 2008

SI E' SVOLTO IL 3 CONGRESSO INFERMIERI E DELLE PROFESSIONI SANITARI DELLA DIFESA

Nel Chiostro del Maglio dell’ex Scuola di Sanità Militare di Firenze
Il 3° Congresso Nazionale degli Infermieri e delle Professioni Sanitari della Difesa
Si è svolto nel Chiostro del Maglio dell’ex Scuola di Sanità Militare a Firenze il “ 3° Congresso Nazionale degli Infermieri e delle Professioni Sanitari della Difesa”, che era incentrato sulle recenti lesson learned, sulla cultura, sui valori e sulle competenze che emergono nel corso delle operazioni internazionali. Il congresso ha rappresentato un momento di confronto per l’identificazione, per la valutazione delle attività assistenziali, per il miglioramento della qualità clinica e dell’organizzazione, con particolare riguardo alla società multiculturale. Il congresso ben organizzato da Elia Rega e Giuseppe Campanile, del Dipartimento di Medicina Legale Militare di Firenze e di Andrea Pasqualini e Antimo Vicidomini del Policlinico Militare di Roma ha visto la partecipazione di oltre trecento delegati provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, in rappresentanza delle quattro Forze Armate (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri) e del Corpo Militare della Croce Rossa e dalle II. VV. della CRI. Sono stati molti gli argomenti discussi: dall’interoperabilità e sviluppo del ruolo infermieristico militare alle professioni sanitarie in Europa, dalle emergenze sanitarie in campo internazionale all’assistenza infermieristica a bordo delle unità navali della Marina e al soccorso in mare degli immigrati clandestini, dall’esperienza del Corpo Militare della CRI dall’Eritrea all’Afganistan al servizio trasfusionale militare; inoltre è stata evidenziata l’esperienza delle II. VV. della CRI nel ruolo di ausiliarie della Difesa. Il Congresso è stato chiuso con l’intervento del Tenente Generale Michele Donvito, Capo Ufficio Generale della Sanità Militare dello Stato Maggiore Difesa.
DEL BIMBO FABRIZIO

SI E' CONCLUSO L'8 CONGRESSO SIDAPA

Si è concluso l'8 congrfesso della SIDAPA, che si è svolto a Firenze.Si è parlato di cibi geneticamente modificati e l’ambiente che ci circonda: come difenderci da minacce sempre più frequenti.
Questi alcuni temirattati durante l’8° Congresso della SIDAPA (Società italiana di dermatologia allergologica professionale e ambientale), presideduto dal Professor Massimo Gola, che si è appena concluso a Firenze.
Nella sessione conclusiva del Congresso ampio spazio è stato dedicato alla cute e alle reazioni avverse agli alimenti. In particolar modo nel caso della celiachia, la cui classica descrizione è stata completamente rivoluzionata: grazie a studi di screening sempre più accurati, molti dei quali condotti in soggetti in età scolare, è divenuto evidente che la celiachia, considerata malattia rara, è molto più frequente di quanto ritenuto in passato, interessando, in media, un individuo ogni 100 abitanti. Tale malattia può insorgere in qualsiasi età della vita, e può anche non manifestarsi ma decorrere in maniera silente. Pertanto il sospetto di celiachia non può essere basato solo sul rilievo di alterazioni come l’anemia o il colesterolo, nè soltanto sulla presenza di sintomi come il dimagrimento, il gonfiore o il dolore addominale, ma è necessario ricercare attivamente la patologia in tutte le categorie a rischio: parenti di primo grado di soggetti celiaci, pazienti con diabete mellito di tipo 1, donne con infertilità o aborti ricorrenti, soggetti allergici, ecc. Soltanto così sarà possibile identificare la massa di pazienti non ancora diagnosticati, e stimati nell’ordine del 90% del totale.
Altra sindrome affrontata è stata quella del malassorbimento al lattosio, dovuta all’incapacità di metabolizzare lo zucchero a causa dell’assenza dell’enzima lattasi. Tale tipo di malattia colpisce soprattutto in età adulta, con dolori addominali, crampi, diarrea, e non va confusa con l’allergia al latte, ben più rara e che colpisce soprattutto lattanti e bambini piccoli, dovuta a una reazione immunitaria verso le proteine del latte.
Altro tema di importanza crescente e sempre più attuale, è stato quello riguardante i cibi classificati come GM – geneticamente modificati – che rischiano di trasferire, durante la manipolazione dell’ingegneria genetica, proteine potenzialmente allergeniche. Basti pensare che la soia e i derivati sono presenti nel 60% degli alimenti in forma di acidi grassi, emulsionati o lecitina, e il mais, direttamente o indirettamente, nel 50% dei prodotti alimentari. Non è possibile ridurre il rischio, adottando criteri di comportamento particolari, poichè la modifica è insita nelle cellule dell’alimento. Attualmente la soia transgenica in commercio in Europa non presenta sostanze allergenicamente differenti rispetto a quella non manipolata, ma esiste il problema che vegetali modificati si ritrovano anche nel mangine animale. Nel caso venga immesso in commercio un prodotto modificato deve necessariamente riportare sull’etichetta in modo chiaro la sua origine e l’indicazione del rischio di sensibilizzazione per i soggetti. In Italia esiste una legge che vieta l’uso di piante transgeniche nella preparazione di alimenti destinati all’infanzia.
DEL BIMBO FABRFIZIO

sabato 25 ottobre 2008

GIAN MARCO MONTESANO IN MOSTRA ALLA CHIESA DI SAN MATTEO (LUCCA)

Grazie dei Fiori
A cura di Alberto Mugnaini
Inaugurazione: Sabato 1 Novembre 2008 ore 18.00
Sabato 1 novembre, presso la galleria Claudio Poleschi e nella chiesa di San Matteo a Lucca, avrà luogo la mostra di Gian Marco Montesano Grazie dei fiori, con un testo in catalogo di Alberto Mugnaini.
I quadri che fanno parte di questo nuovo ciclo dispiegano dimensioni inusitate, mai raggiunte precedentemente dall’artista in questo genere di pittura.
Dopo le protratte indagini nei meandri del nostro passato prossimo e le incursioni nei territori pubblici e privati della storia, ecco che l’iconografia scelta da Montesano per questo grande poema visivo sono i fiori all’apice della loro freschezza, un soggetto rasserenante che sembra orientare la sua riflessione verso la riconquista di uno scenario pacificato.
Pur nel susseguirsi di scene da contemplare con animo alleggerito, la vena filosofica e concettuale dell’artista non viene meno. I fiori sono uno dei tanti aspetti di un campionario complesso e articolato: sotto le mentite spoglie di quadri di genere alla massima potenza, si nasconde una riflessione sulle persistenze e le sparizioni delle immagini, sul loro coinvolgimento con i miti, le ossessioni, i sintomi e le speranze di tutta un’epoca. Motivi la cui tradizione simbolica ha da sempre fiancheggiato le icone della religiosità e le pratiche di elevazione spirituale, i fiori sono allo stesso tempo punti fermi dell’immaginario collettivo e dell’estetica popolare, rappresentati nelle oleografie e nei depliants, evocati nei ritornelli musicali e negli appuntamenti canori. Ma soprattutto, questi fiori, sono delle immagini fantasma che provengono da un tempo passato, dalle memorie di un’innocenza infantile nel momento in cui si essa si apriva al mondo. Vera e propria “canzone del bene”, questa rassegna di esemplari botanici propone un’epopea floreale ariosa e grandiosa, a lungo vagheggiata, quasi come controparte angelica dei mostri della storia indagati in precedenti cicli di opere.
Con questa mostra teatrale e popolare, interpretata da una flora edenica e mnemonica, Montesano, che è anche teorico e drammaturgo, una personalità senza paragoni nel panorama dell’arte italiana, compie un ulteriore passo nella sua pratica eterodossa della pittura, da lui intesa come strumento d’indagine storica e di recupero della memoria. Trasformando in procedimento euristico e filosofico l’atto del dipingere, egli ha contribuito in modo determinante, già all’epoca in cui veniva data per certa la sua sparizione, a riqualificare questa disciplina e a riorientarla nel senso di una ricerca concettuale.
DEL BIMBO FABRIZIO

Giunti al Punto apre un nuovo punto vendita in Oltrarno

Dal 24 ottobre Giunti conta un punto vendita in piu': infatti è stata inaugurata la nuova libreria d'Oltrarno, in Via Guicciardini, nella splendida cornice di palazzi storici della città al di là del fiume, negli spazi che furono un tempo occupati dai giocattoli di Menicucci. La libreria Giunti al Punto è aperta tutto l'anno dalle ore 10 alle 20, dal lunedì alla domenica. Il suo format è in linea con quello di tutte le altre librerie Giunti al Punto, con ampio spazio alla divulgazione, alla manualistica e ai libri per ragazzi. Anche i bambini hanno un loro spazio per fermarsi a giocare e a disegnare, cercando i loro libri preferiti. Ci saranno anche eventi "happy hour - happy book" con gli autori, laboratori e giochi per i piu' piccoli. Un luogo in cui entrare e sentirsi a proprio agio. Con questo nuovo punto vendita, le librerie Giunti diventano 144 in Italia e 13 in Toscana.

Fabrizio Del Bimbo

Coluccio Salutati e l'Umanesimo in mostra alla Laurenziana

Notaio di provincia diventato – e rimasto per oltre trent’anni – cancelliere di Firenze, Coluccio Salutati (1331-1406) è una figura fondamentale dell’Umanesimo: al centro di una fitta rete di scambi epistolari che lo videro corrispondere con potenti e letterati di mezza Europa (fra cui Petrarca e Boccaccio), fu accanito lettore e “cacciatore” di testi classici (di cui favorì la riscoperta e la circolazione), scrittore, promotore dello studio del greco e della riforma della grafia da cui nacque la scrittura umanistica (e poi quella moderna), e punto di riferimento per generazioni di intellettuali che furono suoi amici (Niccoli), allievi (Bracciolini, Bruni) o lettori (il resto del Quattrocento).
Curato da Teresa De Robertis e Stefano Zamponi e introdotto da saggi dedicati a vari aspetti della figura e dell’opera di Salutati (biografia e carriera politica, scritti, biblioteca, rapporti, iconografia), il catalogo si compone di oltre cento schede di manoscritti provenienti dalle principali biblioteche italiane e straniere, divisi in quattro sezioni: vita e rapporti, opere, biblioteca (codici a lui appartenuti) e “officina” scrittoria (codici autografi o trascritti da copisti di fiducia).
Dal 2.11.2008 al 30.01.2009
Biblioteca Medicea Laurenziana - piazza San Lorenzo, 9 - Firenze
ORARIO: domenica-venerdì: 9.30 - 13.30; sabato: chiuso
Biglietti: € 6,00 (Basilica di S. Lorenzo, Area monumentale della Biblioteca Medicea Laurenziana, Mostra); € 3,00 (Area monumentale della Biblioteca Medicea Laurenziana, Mostra)
INFO: tel. 055/210760

Nicoletta Curradi

Arte giapponese al MNAF

Per il centenario della nascita di Shinjo Ito, nel 2006, la figlia Shinso Ito, attuale capo spirituale di Shinnyo-en, ha dato inizio ad una mostra itinerante di 100 opere realizzate dal padre, uno dei più importanti artisti giapponesi moderni nonché fondatore dell’Ordine Buddhista Shinnyo-en.
Arte e religione. Queste le due caratteristiche essenziali per poter parlare di
Shinjo Ito (1906-1989). Le sue opere, nell’ambito di un tour mondiale, per la prima volta vengono esposte fuori da ogni contesto religioso, permettendo così ad un pubblico vasto di venire a contatto con la filosofia e l’arte di Shinjo Ito che ha dedicato la propria vita a “scolpire” il Buddha nel cuore delle persone, guidandole verso una profonda ricerca spirituale.
La prima sede è stata inaugurata a Tokyo (in 54 giorni più di 300 mila visitatori) e nel 2008 la mostra è stata ospitata a New York, a Chicago e a Los Angeles.

Shinnyo-en – che nel 1995 per mantenere viva la passione di Shinjo per la fotografia ha aperto il Museo di Arti Fotografiche Kiyosato (K’MoPA) – ha affidato l’organizzazione della mostra in Italia alla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia.
Le opere di Shinjo Ito, dopo la sede di Milano che ha visto oltre 15.000 visitatori in un solo mese, arrivano a Firenze e possono essere ammirate dal 30 ottobre al 30 novembre presso il MNAF. Museo Nazionale Alinari della Fotografia, in Piazza Santa Maria Novella.
Si tratta di un evento culturale unico ed eccezionale con cui la Fratelli Alinari Fondazione celebra il secondo anniversario del MNAF. In questa occasione – e per tutta la durata della mostra – l’ingresso sarà completamente gratuito e non ci saranno giorni di chiusura.
Sono quasi 100 le opere arrivate in Italia, tra sculture, rilievi, calligrafie e fotografie.
Il percorso artistico di Shinjo Ito è iniziato con la fotografia. Fin da giovanissimo Shinjo è attratto dagli apparecchi meccanici e dalle nuove tecnologie e negli anni trenta - quando in Giappone fiorisce la fotografia amatoriale - ottiene vari riconoscimenti in concorsi fotografici e pubblicazioni: il suo obiettivo trasforma paesaggi naturali e scene di vita rurale in composizioni poetiche.
Ma dal 1935 dopo aver ricevuto in regalo una scultura medioevale raffigurante Achalanatha, il suo interesse si sposta verso gli studi religiosi e la scultura buddhista, continuando però ad usare il mezzo fotografico per documentare i suoi lavori.
La principale opera d’arte di Shinjo Ito è la Statua del Grande Parinirvana che rappresenta il Buddha nell'istante che precede la sua morte: il Buddha è adagiato su un fianco, sul suo letto di morte, mentre raggiunge l'illuminazione, il nirvana finale.
Completato nel 1957 in soli tre mesi, il Grande Parinirvana è il lavoro di Shinjo Ito più impegnativo in ordine di grandezza. La scultura è lunga, infatti, quasi 5 metri, completamente dorata e, tra le sue opere, è la più ammirata e contemplata. Il suo sorriso e gli occhi socchiusi sembrano suscitare, in chi lo ammira, gioia e serenità, trasmettendo un’umanità che lo contraddistingue dall’iconografia buddhista tradizionale.
A Firenze la Statua del Grande Parinirvana sarà esposta sotto la prestigiosa loggia delle ex-Leopoldine in Piazza Santa Maria Novella, all’ingresso del MNAF. Museo Nazionale Alinari della Fotografia.
Oltre alla Statua del Grande Parinirvana, la mostra presenta raffigurazioni del Buddhismo poco note qui in Italia come il Bodhisattva Avalokiteshvara, il Buddha Samantabhadra e l’Achalanatha, iconografie molto importanti nella cultura giapponese.
Sito web: www.shinjoito.com/it

MNAF: Firenze, piazza S. M. Novella 14a r, 055.216310, fax 055.2646990, mnaf@alinari.it
Orario: 10 -19 tutti i giorni
Biglietteria: INGRESSO GRATUITO sia per la mostra che per il Museo.


Nicoletta Curradi

venerdì 24 ottobre 2008

Arazzi d'autore alla Galleria del Costume

Ventuno arazzi, alcuni di normali dimensioni, altri monumentali, tutti decisamente spettacolari, firmati da Matisse, Mirò, Le Corbusier, Picasso e molti altri maestri contemporanei: ecco il contenuto della mostra aperta dal 25 ottobre 2008 all'8 febbraio 2009 alla Galleria del Costume di Firenze. Essi rappresentano la più recente produzione di Gobelins e Beauvais, due delle celebri manifatture storiche nate secoli fa sotto la protezione della corona di Francia, oggi attive su committenza statale e inglobate nell’ente pubblico Mobilier National. Si tratta, peraltro, delle stesse manifatture alle quali si devono gli arazzi di Artemisia, progettati per Caterina e tessuti per Maria de’ Medici, al centro della mostra al debutto oggi in Palazzo Strozzi (Donne al potere, 24 ottobre 2008-8 febbraio 2009, www.fondazionestrozzi.it), prodotta dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Diverse ma complementari, oltre che inedite in Italia, le due contemporanee esposizioni offrono l’opportunità unica di rilanciare un genere che soprattutto a Firenze vanta pedigree illustrissimi. L’Arazzeria medicea, fondata nel Cinquecento dal duca Cosimo I, fiorì infatti per due secoli all’insegna di una magnificenza assoluta, per concludersi con l’arrivo dei Lorena. Erede di quelle glorie, l’Opificio delle Pietre Dure si è riconvertito al servizio del restauro, sviluppando anche nel settore degli arazzi un particolare sapere scientifico.
In Francia, invece, la produzione di arazzi non è mai cessata. La tradizione ha saputo rigenerarsi attraverso un’intensa attività didattica, che ci ha tramandato le antiche metodologie e tecniche di lavorazione, creando un supporto d’eccezione anche per il linguaggio figurativo di artisti moderni e contemporanei ai quali si devono i cartoni per gli arazzi. La committenza statale è così riuscita a creare, dagli anni ‘60, un’autentica ‘galleria’ d’arte del XX e XXI secolo, lasciando che artisti anche di fama internazionale e molti esponenti di spicco delle avanguardie si misurassero in piena libertà con un medium così insolito qual è l’arazzo.
Come afferma Anne-Sophie Nivière, responsabile dell’atelier della manifattura Gobelins: “Le but est toujours de s’élever et de donner une certaine image de la France sur le plan intellectuel et de la beauté”.
La mostra illumina per di più curiosi retroscena. Mirò, ad esempio, fu dapprima sfavorevole a concedere cartoni per arazzi, perché non poteva produrre con le proprie mani l’oggetto finito. Malgrado ciò, arrivò a firmarne una ventina, compreso quello ultra monumentale (circa 6 x 10,5 metri) dedicato al World Trade Center ed esposto dal 1974 alle Torri Gemelle, per poi diventare una delle vittime inanimate dell’attentato 2001.
Entusiasta della mostra, la Soprintendente Cristina Acidini spiega, “E’ un inno alla creatività odierna nel solco di una tradizione antica e prestigiosa, e testimonia non solo la vitalità di un settore delle “arti applicate” così specifico e impegnativo com’è l’arazzo, ma anche la stima che esso gode nella sfera delle attenzioni nazionali”.
Promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze e la Galleria del Costume di Palazzo Pitti, l’esposizione è stata resa possibile grazie ad Arnauld Brejon de Lavergnée e Bernard Schotter, rispettivamente Direttore e Amministratore Generale delle Collezioni del Mobilier National.
La curatela è di Caterina Chiarelli (direttrice della Galleria del Costume) con la collaborazione di Ginevra Utari. L’allestimento è di Opera Laboratori Fiorentini, con la direzione di Mauro Linari. La Casa Editrice Sillabe pubblica il catalogo che contiene, tra l’altro, una serie di preziose interviste ai responsabili delle manifatture francesi realizzate da James Bradburne, il direttore della Fondazione Strozzi alla quale si deve l’organizzazione della mostra su Caterina e Maria de’ Medici.

Nicoletta Curradi

La grande musica ad Arezzo dal 1° novembre

E' stata presentata il 23 ottobre al Teatro della Pergola a Firenze l'edizione 2008 del Festival Internazionale di Arezzo. Un festival di qualità per tutta la città e per tutte le età.,un festival multidisciplinare e intergenerazionale: ecco come si è presentato il Festival "I Grandi Appuntamenti della Musica" che si inaugura il 1° Novembre per concludersi il 19 Dicembre. La rassegna aretina, ideata da Giulia Ambrosio e prodotta dall’Ente Filarmonico Italiano, si svolge con il patrocinio e i contributi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con il supporto determinante del Comune di Arezzo, il sostegno della Provincia di Arezzo e della Fondazione Monte dei Paschi di Siena che dal 2005 è partner dell’Ente Filarmonico Italiano.Sede operativa del Festival Palazzo Chianini Vincenzi, aperto tutti i giorni e luogo del bookshop, dove sarà allestita l’attesa mostra fotografica di Dennis Hopper “Out of the Sixties” che presenta un centinaio di istantanee realizzate dal regista di “Easy Rider” fra il 1960 e il 1967 e che “sarà l’occasione dei una riflessione sugli anni 60 – come afferma Giulia Ambrosio, direttore artistico del Festival – Una riflessione che prosegue poi nel Convegno Internazionale Lontano, lontano, lontano: il 1968 e la musica che, con il coordinamento del critico musicale Sandro Cappelletto, si terrà il 30 Novembre”. Tra i relatori il compositore americano Michael Daugherty, i compositori Azio Corghi e Silvia Colasanti, Claudio Strinati e Giovanna Marini. Un’ampia rassegna cinematografica aiuterà poi a ricordare lo spirito di quegli anni. Cinque film d’autore: Easy Rider di Dennis Hopper, One Plus One-Sympathy for the devil di Jean-Luc Godard, Nostra Signora dei turchi di Carmelo Bene, I pugni in tasca di Marco Bellocchio (alla cui proiezione sarà presente Marco Bellocchio), Yellow Submarine di George Dunning. L’ingresso al convegno, alla mostra e ai cinema, come anche agli altri eventi collaterali, sarà gratuito.“Cinquanta giorni di Festival – prosegue Giulia Ambrosio – che si inizieranno con una produzione esclusiva per il Festival quale è l’imponente concerto inaugurale diretto da Stefano Demicheli che guiderà l’orchestra Dolce & Tempesta, il coro La Stagione armonica e le magnifiche voci di Monica Piccinini e Marina De Liso nella prima esecuzione in tempi moderni dei Notturni per i defunti di Nicola Porpora” (Basilica di San Francesco, 2 Novembre). Affidata al virtuoso Francesco Finotti, invece, l’esecuzione integrale delle opere organistiche di Franz Liszt (Pieve di Santa Maria, 10-14 Novembre). Una versione aggiornata nelle musiche dell’intensa “Lettera di Lord Chandos” di Hugo von Hofmannsthal, vedrà invece protagonista la voce recitante del grande Toni Servillo accompagnato da Antonio Ballista (Teatro Pietro Aretino, 20 Novembre). La Chimera, diretta da Eduardo Egüez interpreterà uno spettacolare programma di madrigali cinquecenteschi intervallati da tanghi d’autore dal titolo Buenos Aires Madrigal (Teatro Pietro Aretino, 22 Novembre). Sharon Isbin, l’attesissima star, in un concerto in esclusiva italiana, proporrà uno scoppiettante programma spagnolo-sudamericano nel quale spiccano tre capolavori a lei dedicati: El Decameron Negro di Leo Brouwer, Joan Baez Suite di John Duarte e Seven Desires for Guitar del cinese Tan Dun, compositore noto soprattutto per le pluripremiate colonne sonore dei colossal hollywoodiani La tigre e il dragone e Hero (Teatro Pietro Aretino, 27 Novembre).“Un Festival questo – afferma Camillo Brezzi, Assessore alla Cultura del Comune di Arezzo e Preside della locale Facoltà di Lettere e Filosofia – che in questi anni persegue due importanti obiettivi: non solo portare in città musica di qualità, ma anche formare i cittadini più giovani. Un risultato che è possibile raggiungere grazie ai protocolli d’intesa in essere con il Liceo Classico- Musicale e la Facoltà di Lettere e Filosofia”. In questo contesto il Festival di Arezzo annuncia l’avvio, da quest’anno, dell’esecuzione integrale di uno dei pilastri della letteratura classica, i Quartetti per archi di Ludwig van Beethoven affidati ai musicisti del Quartetto Auryn (Teatro Pietro Aretino, 2-5-6 Dicembre). Il Festival si concluderà con le voci possenti e liriche di Patrizia Cigna, Sara Bacchelli, Baltazar Zuniga e Walter Testolin che, con i complessi orchestrali e corali della Scuola di Musica di Fiesole diretti da Umberto Benedetti Michelangeli eseguiranno un sontuoso Concerto di Natale, una coproduzione dell’Ente Filarmonico Italiano con la Scuola di Musica di Fiesole (Basilica di San Francesco, 19 Dicembre).Il convegno a cura di Sandro Cappelletto e la mostra di Dennis Hopper non saranno gli unici eventi collaterali del Festival. Come ha voluto sottolineare l’Assessore alla Cultura della Provincia di Arezzo, Emanuela Caroti “Il Festival ha fatto un salto in avanti cercando di essere un po’ meno di nicchia e un po’ più multidisciplinare. Inoltre, recentemente è diventato membro di Italiafestival e dell’European Festivals Association, un organismo altamente selettivo che promuove, informa, difende e diffonde la cultura dei festival in Italia e in Europa”. Tra gli eventi collaterali, il 12 Novembre si terrà la “conversazione musicale” tra il matematico Piergiorgio Odifreddi e il musicista Roberto Cognazzo dal titolo La musica dei numeri e i numeri della musica (Teatro Pietro Aretino); il 27 Novembre Riccardo Chiaberge presenterà “La variabile Dio”, un dialogo in forma narrativa tra George Coyne (gesuita e astronomo di Papa Wojtyla) e Arno Penzias (ebreo tedesco scampato al lager e Nobel per la Fisica nel 1978). Chiaberge converserà sui temi del libro con Ferdinando Abbri, storico della filosofia e della musica e Massimo Bucciantini, storico della scienza; il 28 Novembre Giuseppe Ayala e “Chi ha paura muore ogni giorno”, Ayala, conversando con lo storico contemporaneo Camillo Brezzi, racconterà la sua verità su Falcone e Borsellino; il 29 Novembre vari estensori del “Lessico della Letteratura musicale italiana 1490-1950” presenteranno questo prestigioso dizionario storico della musica e della critica musicale in CD-ROM; il 12 dicembre, Leo Turrini ripercorrerà le avventure di Lucio Battisti riportate nel suo ultimo libro. Con Turrini converserà Andrea Scanzi: a Giordano Mazzi e a Fabio Caiti è affidata l’esecuzione delle più belle canzoni del cantautore. Al Liceo Classico “Francesco Petrarca”, il 16 dicembre, si terrà l’incontro con Maurizio Bettini, autore dell’affascinante “Antropologia sonora del mondo antico”. Durante il festival anche Corsi di Perfezionamento e concerti serali dei giovani corsisti a Palazzo Chianini Vincenzi.Un Festival dunque importante e raffinato che ha convinto la Fondazione Monte Paschi di Siena ad investire nuovamente nella kermesse aretina “che ha il merito – come ha ricordato Fabrizio Felici, deputato della Fondazione MPS - di coniugare in un’unica rassegna arte, musica, storia, letteratura soprattutto in un periodo tardo autunnale dove pochi altri organizzatori investono”. “L’intervento della Fondazione in una simile manifestazione – ha aggiunto Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps - trova ragione di essere nel ruolo di primaria importanza, ormai riconosciuto alle fondazioni bancarie, per la tutela e la promozione del patrimonio artistico e musicale italiano”.E proprio per ribadire questo desiderio di interdisciplinarietà e intergenerazionalità del festival ecco nascere da quest’anno un prodotto editoriale innovativo, un vero e proprio magazine. Il Filarmonico, questo il nome del giornale, ricco di notizie, curiosità, interviste e foto. Il primo magazine del Festival di Arezzo, che nasce con il coordinamento di Giulia Ambrosio e del musicologo Francesco Ermini Polacci, ospita, oltre agli articoli dei due responsabili, anche interventi di Sandro Cappelletto, Maurizio Bettini, Camillo Brezzi, Stefano Demicheli, Roberto Cognazzo, Andrea Martini e Cecilia Luzzi.Il Festival “I Grandi Appuntamenti della Musica” si avvale del sostegno della Concessionaria Audi di Arezzo, della Tenuta Sette Ponti e Banca Popolare Etica
Per maggiori informazioni: www.entefilarmonicoitaliano.it Tel. 0575 353215
info@entefilarmonicoitaliano.it
BIGLIETTI Posto numerato € 20.00Riduzione 50% per i giovani sino a 35 anni (previa sottoscrizione gratuita della Musicard, presso l’Informagiovani di Arezzo)
INGRESSI GRATUITI I concerti nelle chiese, i seminari di studio, le conferenze, gli incontri con gli artisti, le presentazioni degli autori e l’ingresso alla mostra “Out of the Sixties”
PREVENDITE Ente Filarmonico Italiano, Via Cesalpino 19, Arezzo MUSICARDE’ una carta gratuita riservata ai giovani sino a 35 anniSi ritira presso il Palazzo Chianini Vincenzi di Arezzo e prevede interessanti benefici come prezzi ridotti del 50% per l’acquisto dei biglietti dei concerti; ingresso gratuito alle prove degli spettacoli; sconti del 10% sull’acquisto di libri e dischi grazie alla convenzione che l’Ente Filarmonico Italiano ha stipulato con la libreria Il Viaggiatore Immaginario (Piazza Risorgimento 18) e con Vieri Dischi (Corso Italia 89), di Arezzo.

Fabrizio Del Bimbo
Nicoletta Curradi

NUOVO LIBRO DI MARIO MASI

Toscana e Stati Uniti :sotto un Unico Denominatore
Lo scrittore Mario Masi ci cattura con quattro intriganti racconti introdotto da una
giallista d’eccezione: Elena Torre
“Quella mattina mi ero alzato prima del previsto. Non ero abituato a certe
levatacce e guardandomi allo specchio la mia immagine sembrava implorarmi di tornare a letto e
dormire ancora un po’.” Inizia così, nella normalità della vita, “Il mio nome è nessuno” il primo dei
racconti che da Mario Masi ci propone nel suo libro Unico Denominatore.
Una quotidianità che ci appartiene fatta di gesti conosciuti e rassicuranti anche se l’imprevedibile è
sempre più vicino di quanto ognuno di noi possa immaginare.
“Al di sopra di ogni ragionevole sospetto”, ”Nel segno del drago”, “Negli occhi, nel cuore”, ci
parlano del destino, che da sempre, ci dice Masi, si diverte con gli uomini, sconvolge le loro vite, le
confonde, fa deragliare il treno dell’’esistenza e ci costringe a guardare dentro la nostra
apparentemente tranquilla realtà.
Masi gioca con le vite dei suoi personaggi e le farcisce di mistero, di incanto e, talvolta, di magia,
regalandoci una lettura facile, scorrevole e solo apparentemente semplice.
“Mi è sembrato perfetto presentare il mio libro proprio nella giornata in cui oltreoceano si festeggia
Halloween. Si confessa Masi - questo, infatti, ci da la possibilità di indagare sul rapporto di
contaminazione tra il nostro mondo intriso di tradizioni millenarie e quello statunitense dove tutto si
rinnova velocemente.
La festa di Halloween è interessante; è entrata da noi “nei riti commerciali di festeggiamento” e
solo apparentemente non ci appartiene perché, in realtà ha radici profonde. Come l’apparente ed
effimera società americana.”
Prossimamente in vendita nelle librerie.
DEL BIMBO FABRIZIO

IMPORTANTE CONCERTO PRESSO LA CATTEDRALE DI FIESOLE

In seguito al concerto tutto esaurito del 12 maggio in Basilica Santa Croce, il Coro e Orchestra Desiderio da Settignano ripropongono lo Stabat Mater di Dvorak il 27 ottobrenella solenne cornice della Cattedrale di Fiesole. Sul palco, oltre ai coristi e musicisti fiorentini, l'orchestra ,il coro londinesi Dacorum Symphony Orchestra e The Tring Singers, per unorganico complessivo di circa 200 elementi.
Il complesso diretto dal M° Johanna Knauf proseguequindi sulla strada che lo caraterizza dalla fondazione nel 1989:la musica intesa non solo come esecuzione artistica ma come percorso umano esensibilità al mondo. Oltre alla difficoltà artistica di questo capolavoroottocentesco del compositore ceco, fatto di atmosfere addolorate e di sottiliarmonie, a volte spiazzanti ma sempre poetiche, lo Stabat Mater esprimesoprattutto l'immenso dolore che prova la Madonna davanti alla perdita delfiglio Gesù. Un dolore sempre attuale, devastante ed universale che è quello ditutte le madri, di tutti i padri che vedono morire un proprio figlio per manodellouomo.
Un concerto, quello del 27 ottobre, che rende omaggio aldolore del lutto e che vuole sensibilizzare al rispetto per la vita.
LUNEDI 27" OTTOBRE 2008 ORE 21.15
Cattedrale di Fiesole
A. DVORAK
STABAT MATER
per soli, coro e orchestra
Coro e orchestra Desiderio daSettignano
direttore Johanna Knauf
DacorumSymphony Orchestra
(direttore Thomas Loten)
The Tring Singers
(direttore Richard Grylls)
soprano Sarina Maria Rausa
contralto Patrizia Scivoletto
tenore Alessandro Maffucci
basso Gianluca Buratt
Ingresso ad offerta.
Per informazioni eprenotazioni: 339.1830285 - corodesiderio@libero.it
o presso la LibreriaChiari, piazza Salvemini - Firenze, 055.2466032
DEL BIMBO FABRIZIO

'DAILY' NEL RISPETTO DELL'AMBIENTE

E’ stata presentata stamani in Palazzo Medici Riccardi una gamma di vetture non inquinanti, che consentono di rispettare l'ambiente, non solo attraverso motorizzazioni di ultima generazione, ma anche dalla versione a metano. Si tratta della gamma ‘Daily’. “Si tratta di una novità che incoraggiamo – ha spiegato l’assessore provinciale all’Ambiente – perché va incontro alla politica ambientale che sosteniamo”. Presente, con Nigi, Federico Gaiazzi, responsabile marketing Iveco, che ha illustrato le caratteristiche di queste particolari vetture. Dal piccolo artigiano alle grandi flotte, il Daily si presenta come il veicolo commerciale leggero adatto ad ogni mission di trasporto veloce, a breve e medio raggio. “Il Daily – è stato detto - rappresenta una gamma completa e variegata di veicoli che va dai furgoni ai cabinati, con un’ampia offerta di passi, motorizzazioni, cambi, versioni a cabina singola o doppia, per attività su strada e fuoristrada”. Dall’idraulico, al tecnico di officina, all’elettricista, all’autista della grande azienda di logistica, al flottista della distribuzione celere, all’operaio in cava o nei cantieri, “il Daily è un veicolo commerciale leggero che offre soluzioni adatte ad ogni esigenza di trasporto e di lavoro”. Si tratta di un’evoluzione continua dove la ricerca della maggiore redditività per il cliente è stata perseguita attraverso lo sviluppo di soluzioni di trasporto e motorizzazioni diesel, che garantissero efficienza e riduzione dei consumi e delle emissioni, e allo studio di trazioni alternative. Il rispetto dell’ambiente è perseguito, non solo attraverso motorizzazioni Euro 4 di ultima generazione dotate di filtro antiparticolato, ma anche dalla versione a metano. Iveco ha inoltre sviluppato in questi anni una versione di Daily ibrido ed una di elettrico anticipando il futuro soprattutto per un utilizzo nei centri storici delle grandi città.
DEL BIMBO FABRIZIO

giovedì 23 ottobre 2008

ERMANNO SCERVINO SFILA A 'ORSANMICHELE'

Prossimo appuntamento dedicato alla Russia con la sfilata di Ermanno Scervino previsto per domenica 26 ottobre a Orsanmichele
Il bosco dentro il Museo di Orsanmichele. Un tappeto di foglie in terra e tronchi d’albero dove campeggiavano le borse dello stilista fiorentino Braccialini - a forma di ricci, lumache, tartarughe, rane, gufi, casette -mentre due ballerini danzavano creando suggestive coreografie. Si è aperto così, con una perfomance a sorpresa, il terzo evento di Wine & Fashion, dedicato al Brasile, che si è tenuto ieri a Orsanmichele. “In questo momento possiamo ammirare l’arte, la danza, la moda, il vino, la musica, tutte le componenti della creatività - hanno sottolineato gli organizzatori della manifestazione per introdurre il Festival della Creatività di cui ne hanno ospitato l’anteprima -. Il legame fra le due manifestazioni – Wine & Fashion sarà presente alla Fortezza da Basso con uno stand che ospiterà 27 aziende di vino e pelletteria – è rappresentato proprio dall’ospite d’onore di ieri sera, cioè il Brasile, che è anche uno dei grandi protagonisti del Festival della creatività.
Ieri sera a rappresentarlo c’erano Flávia Skrobot Barbosa Grosso, Sovrintendente della Zona Franca di Manhaus, capitale brasiliana dello stato di Amazonas, José Cunha Barbosa Grosso, dell’ Ufficio di Gabinetto del Sovrintendente, Vincente Schettini, direttore del Sebrae, ente privato che si occupa di appoggiare le piccole e medie imprese di Manaus, e Fabio Sicilia, uno dei più importanti ristoratori brasiliani che ha dichiarato: “Il cuore brasiliano stasera è qui con voi in Italia. Oggi siamo qui per formalizzare i rapporti di collaborazione e gemellaggio fra i nostri due Paesi”.
Presente alla serata anche la delegazione della Polonia, arrivata dalla città di Brzeszcze, fra cui Teresa Jankowska, sindaco della città e Kazimievz Senkowski, presidente del Consiglio Comunale.
La manifestazione, promossa dai comuni del Valdarno Fiorentino, della Valdisieve e di Bagno a Ripoli e dalla Comunità Montana Montagna Fiorentina, è sostenuta dalla Camera di Commercio di Firenze, dalla Provincia e da Apt Firenze con il patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Firenze e dell'Associazione degli Industriali di Firenze. Organizzatori della rassegna sono il Consorzio Terre del Levante Fiorentino, in collaborazione con Openup Consulting. Importanti anche i partner che appoggiano l’iniziativa, da quelli della moda quali Braccialini e Ermanno Scervino agli istituti di credito Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve e Credigest alla Sta – Società Toscana Ambiente.
Domenica 26 ottobre, sempre alle ore 18 in Orsanmichele, per il quarto appuntamento della manifestazione dedicato alla Russia, Wine&FashionFlorence presenta l’evento “Marco Polo, il fascino della scoperta di terre nuove”. Durante la serata si svolgerà la sfilata dello stilista fiorentino Ermanno Scervino, partner di Wine & Fashion; seguirà il Food Show del ristorante Ora d'Aria e il Wine Tasting della Fattoria di Selvapiana. Ricordiamo che la serata è ad invito.
All'interno del Museo di Orsanmichele, aperto tutti i giorni ad ingresso gratuito dal martedì alla domenica con orario 10-17, è possibile visitare "Oro: mostra d’oro, d’argento e metalli preziosi" ..
DEL BIMBO FABRIZIO

WINE E FASHION FLORENCE ESPONE I SUOI 'GIOIELLI'

Mostra d’oro, d’argento e metalli preziosi": l’eccellenza orafa artigiana a Orsanmichele
L’esposizione, che ospita oltre settanta gioielli realizzati da venticinque artigiani toscani e tedeschi, sarà aperta fino al 30 ottobre
Preziosissima ed eccezionale mostra quella in corso di svolgimento nel Museo di Orsanmichele. Sistemati in quattro teche e perfettamente visibili dietro alcuni oblò, campeggiano di fronte alle imponenti statue delle Arti splendidi bracciali, collane, spille, anelli e orecchini. Sono questi i protagonisti dell’esposizione “Oro: mostra d’oro, d’argento e metalli preziosi", organizzata all’interno di Wine&FashionFlorence in collaborazione con CNA Firenze e Museo degli Argenti. Inaugurata venerdì scorso come evento di punta della manifestazione, la mostra resterà aperta fino alla conclusione dell’evento e sarà perciò visitabile fino al 30 ottobre.
La mostra raccoglie oltre settanta gioielli, manifatture orafe del territorio realizzate dalle eccellenze degli artigiani toscani, 23, ma anche da due artisti tedeschi, che hanno voluto partecipare all’evento. Un incontro fra tradizione e creatività per ricreare la magia di un’esposizione di irripetibile valore. Metallo e pietre preziose che si intersecano proponendo diverse interpretazioni senza perdere il filo conduttore che questa rassegna, portata al piano nobile di Orsanmichele, si prefigge di offrire. Una vitalità che Firenze e il suo comprensorio devono far valere ovunque nel mondo con la coscienza di sentirsi testimoni di un grande passato e protagonisti di un presente che è anche futuro.
La mostra intende perciò riportare all'attenzione del pubblico un prodotto in cui Firenze possa ancora riconoscersi e mettere a confronto stili e personalità di orafi giovani e meno giovani, improntati su uno stile classico o più innovativo, ma che hanno come obiettivo l'originalità e lo spessore inventivo, recuperando una tradizione che rischia inevitabilmente di andare perduta. .
L’esposizione, che dà la possibilità di visitare il Museo di Orsanmichele, , è aperta tutti i giorni ad ingresso gratuito dal martedì alla domenica con orario 10-17.
GLI ESPOSITORI:
Alessandro Dari
Aliani e Perini
Anna gioielli - Laboratorio artigianale
Antonella Sicoli
Archeoclub Italia sezione Valdarno Superiore
Atelier Interior Design
Creati...vità di Fabio Corsini
Emmegi Gioielli di Marco Garezzini
Fabbrini gioielli
Francesca Del Magro
Gioielli Cretella
Il Gatto Bianco
Maria Cristina Sterling
Meini Gioielli
MPF Group - Zoppini
Oreria
Oro E. di Elisabetta Manetti
Penko -Bottega orafa artigiana
Ranfagni Gioielli Firenze
Redò - VM Preziosi
Ruth Kessler-Mehring
Sandra Dini
Stefan Bamberger - Die Goldschmiede
Stefano Alinari
Tognaccini Tiberio -Laboratorio orafo
ORGANIZZATORI:
Consorzio Terre del Levante Fiorentino (055-9153879, info@levantefiorentino.it)
Openup Consulting (055-663996, info@openupconsulting.com)663
DEL BIMBO FABRIZIO

Percorsi di moda a Firenze edizione 2008

Dal 28 ottobre al 16 giugno 2009, con un'offerta molto più ricca rispetto alla precedente edizione, i "Percorsi di moda a Firenze" daranno la possibilità di visitare gratuitamente le botteghe artigianali, i luoghi dove vengono creati i prodotti che hanno fatto e che fanno la storia della città, che fanno rivivere la tradizione. Le novità di quest'anno sono state anticipate alla stampa nei giorni scorsi: ventisei i luoghi dove "si respirano" moda, gioielli, artigianato, profumi che potranno essere conosciuti con visite guidate pomeridiane, due volte la settimana. In tutto ben sessantuno appuntamenti, organizzati dal Comune di Firenze, tra sartorie, camicerie artigianali, abiti da sposa, biancheria, corredi e calzature su misura, tessuti d'arte, gioielli e pietre, essenze e profumi personalizzati ma anche dieci luoghi d'arte e quattro musei legati alla moda. Infatti quest'anno sono previste visite guidate anche ai musei e ai luoghi di culto di particolare interesse artistico. Tutto questo, per far conoscere ai cittadini ed ai turisti, sia la "grande arte" di Firenze ma anche le sue applicazioni "minori". I "Percorsi di moda a Firenze" sono racchiusi in una guida che verrà distribuita gratuitamente in tanti luoghi (presso gli atelier e le botteghe coinvolti, gli alberghi, i punti di informazione per i turisti, l'APT). L'iniziativa è promossa dall'assessorato alle attività produttive ed al sistema moda che nel 2004 ha dato vita al progetto "Mestieri della moda. La moda a Firenze tra arte e artigianato" con l'obiettivo di contribuire a far conoscere un settore di eccellenza nel tessuto economico della nostra città: le numerose aziende/atelier che operano nel campo della moda ed i suoi accessori con criteri di elevato livello stilistico ed artigianale. In questi anni, è stata pubblicata la guida "La moda a Firenze tra arte e artigianato", realizzata insieme al Polimoda, è stato inaugurato il portale www.florenceartfashion.com che raccoglie oltre cento aziende/atelier che progettano e realizzano i loro prodotti con metodi completamente artigianali o con una prevalenza di artigianalità e di stile inconfondibile. "Firenze e la moda sono un binomio storico che affonda le sue radici nella lunga e prestigiosa tradizione delle botteghe d'arti e mestieri rinascimentali e nella sperimentata capacità di inventare e codificare «il bello» non solo nella «grande arte» ma anche nelle sue applicazioni «minori» - ha sottolineato l'assessore alle attività produttive Silvano Gori -. A Firenze abbiamo tante botteghe ed atelier che ancora progettano e realizzano le proprie creazione, rispettando una tradizione d'eccellenza ma anche riuscendo ad anticipare i nuovi stili. Le griffe fiorentine ben si inseriscono accanto alle numerose attività uniche e prestigiose ed abbiamo l'esigenza di recuperare i percorsi degli artigiani in queste case-laboratori dove è possibile trovare familiarità, professionalità ed originalità. Il nostro obbiettivo è anche di riuscire a riunire nella guida tutti coloro che fanno parte di questa realtà". Oltre agli atelier, anche musei e luoghi di culto: la "Galleria del Costume" (28 ottobre), il "Museo degli Argenti" (29 ottobre), il "Museo Salvatore Ferragamo" (30 ottobre), il "Museo di S. Croce e la Scuola del Cuoio" (31 ottobre) che saranno visitati dalle 15,00 alle 16,00. Per i luoghi d'arte e di culto, la "Cattedrale di Santa Maria del Fiore", la "Chiesa dei Santissimi Apostoli", la "Chiesa di Orsanmichele", la "Chiesa di San Frediano in Cestello", la "Chiesa di Santa Felicita", la "Chiesa di Santa Maria Novella", la "Chiesa di Sant'Ambrogio", la "Chiesa di Santa Trinita", la "Chiesa di Santo Spirito" e la "Stazione di Santa Maria Novella". "I prezzi dei sarti artigiani sono ancora competitivi con l'alta confezione, anche se i tempi sono un po' lunghi ma chi è innamorato di questa manifattura ha la pazienza di aspettare - ha sottolineato Gianni Seminara che stamani ha ospitato la prima tappa della conferenza stampa -. Mi piace riprendere lo stile degli abiti che vedo raffigurato nei quadri".
Fabrizio Del Bimbo

mercoledì 22 ottobre 2008

I PRIMI 20 ANNI DEL MUSEO MARINI FIRENZE

Il Museo Marino Marini ha compiuto, festeggiando 20 anni. Era il 21 ottobre del 1988 quando Marina Marini, vedova dell’artista, inaugurava con l’allora Presidente del Senato Giovanni Spadolini e il Sindaco Massimo Bogianckino, il Museo Marino Marini, primo spazio nato in città per ospitare sia una collezione monografica sia mostre e attività dedicate alla contemporaneità. Martedì 21 ottobre 2008, saranno il Sindaco di Firenze Leonardo Domenici, il Presidente della Fondazione Marino Marini di Pistoia Paolo Pedrazzini e il Presidente del Museo Carlo Sisi a ricordare la nascita del Museo, la figura dell'artista e, in modo particolare, della moglie Marina, recentemente scomparsa, che ebbe un ruolo fondamentale nella realizzazione di questo “sogno di Marino”.In questa serata, che vuole essere una festa aperta al pubblico, sarà presentato e proiettato un documentario inedito, “Marino Marini Cavaliere mediterraneo”, diretto da Massimo Tarducci e scritto da Manuela Critelli, Lo spazio espositivo della Chiesa di San Pancrazio sarà riletto dall'intervento installativo “Pomonalia” del collettivo fiorentino, tutto al femminile, Arabeschi di Latte, specializzato nell’ideazione di “eating events”, e sarà sonorizzato da “Suoni” di Letizia Renzini e Simone Fabbroni, “Marino Marini Cavaliere mediterraneo” racconta attraverso interviste a Paolo Pedrazzini, nipote di Marina e Marino Marini, a Carlo Sisi, all'architetto Bruno Sacchi che ha lavorato insieme a Lorenzo Papi all’allestimento del museo di Firenze, ad Alfredo Coen, editore di Marino Marini, alla responsabile della Fondazione Marino Marini di Pistoia, Maria Teresa Tosi, la vita dell’artista, le sue opere, la nascita della Fondazione e del museo. Mette in luce non solo il grande artista internazionale che tutti conosciamo ma anche la sua anima, gli aspetti suoi più intimi, legati alla sua forte dimensione affettiva. Il documentario è prodotto da: Fondazione Marino Marini, Mediateca Regionale Toscana Film Commission, Ente Cassa di Risparmio di Firenze.Breve storia del Museo Marino Marini dalla sua nascita ad oggiIl Museo Marino Marini è nato dalla volontà congiunta di Marino e Marina Marini, che alla fine degli anni Settanta individuarono la Chiesa di San Pancrazio come luogo ideale al quale legare la cospicua donazione di opere che l’artista, poco prima di morire, aveva fatto alla città di Firenze.La ristrutturazione della chiesa, recuperata dopo secoli e ridestinata ad una funzione pubblica, è opera degli architetti Lorenzo Papi e Bruno Sacchi che hanno interpretato magistralmente le idee di Marina, come lei stessa ha più volte sottolineato, creando un allestimento pensato a immagine e somiglianza di quel mondo così affascinante di Marino Marini, uno dei personaggi più significativi della cultura figurativa del Novecento. Spazi ampi e luminosi, punti di vista molteplici consentono una lettura completa del lavoro dell’artista, evidenziando i temi a lui più cari, dai Cavalieri alle Pomone, dai Miracoli ai Giocolieri e naturalmente ai ritratti. Vi sono conservate 183 opere fra sculture, dipinti, disegni e incisioni, realizzate tra il 1916 e 1977, e donate in momenti diversi da Marino Marini e dalla moglie. Nel 1980 fu donato dall’artista al Comune di Firenze il primo nucleo di opere, costituito da 22 sculture, 31 dipinti, 30 disegni e 30 incisioni. Successivamente, nel 1988, la vedova Marini donò al Comune di Firenze altre 42 opere al fine di rendere più completa ed approfondita la collezione del museo. Nel frattempo il patrimonio museale si è arricchito di ulteriori 26 opere donate dalla signora Marini, dalla signora Del Vecchio, dal lascito testamentario Jesi e recentemente dalla donazione della signora Freccia. Il museo contiene esclusivamente opere di Marino Marini tutte esposte sui quattro livelli dell’edificio di San Pancrazio. Lo spazio era stato pensato, fin dalla sua apertura, per offrire al pubblico una vasta gamma di servizi: bookshop, caffetteria, dipartimento di didattica. Un’idea che già all'epoca era perfettamente in linea con ciò che altrove museograficamente veniva regolarmente praticato.Dal 1988 ad oggi, il Museo ha ospitato mostre, incontri, concerti e attività culturali legate alla vita pubblica e artistica della città e all'opera di Marino Marini.Con la presidenza di Carlo Sisi, iniziata nel 1999, l'attività del museo si è intensifica. Negli ultimi due anni l'attenzione, dedicata alla ricerca contemporanea, assieme al costante lavoro di divulgazione e valorizzazione dell'opera di Marino Marini,hanno fatto sì che la fondazione abbia continuato a mettere al servizio della città di Firenze sia la significativa presenza di uno dei maestri del Novecento sia una piattaforma votata alle tematiche della contemporaneità.
DEL BIMBO FABRIZIO

martedì 21 ottobre 2008

Disney e musei insieme per un'iniziativa rivolta ai bambini

Una interessante iniziativa, partita e progettata dalla Disney, prende il via nel mese di ottobre per concludersi a fine anno.
Otto musei sparsi in tutta italia, di cui tre gestiti proprio da Costa Edutainment, danno vita ad "Attivamente" per far conoscere in maniera educativa e divertente ai bambini dagli 8 ai 13 anni le scoperte di Leonardo.
Questa iniziativa coinvelge tutti i bambini che nei fine settimana visiteranno La città dei bambini e dei ragazzi, l'Acquario di Genova e il Galata Museo del Mare dalle 15 alle 18.
Costa Edutainment partecipa ad Attivamente, il progetto che Disney Channel , in collaborazione con otto strutture museali distribuite sul territorio nazionale, promuove per avvicinare i bambini tra gli 8 ei 13 anni alle scoperte di Leonardo Da Vinci.
Con l'ausilio di due "menti" incorreggibili, Phineas e Ferb, protagonisti dell'omonima serie animata in onda su Disney Channel, i bambini scoprono Leonardo da Vinci in modo divertente e dinamico.
Phineas e Ferb sono due fratelli intraprendenti, dotati di un ingegno fuori dal comune, che arrivano a sfidare le più fondate leggi della fisica con le loro bizzarre "invenzioni", realizzate nel cortile di casa.
Fino a dicembre 2008 le tre strutture gestiste da Costa Edutainment – La città dei bambini e dei ragazzi, l'Acquario di Genova e il Galata Museo del Mare- avviano propri laboratori con attività distinte, dedicate alla comprensione dei principi fisici che stanno alla base degli studi e delle invenzioni di Leonardo.
A tutti i bambini partecipanti Disney Channel regala un kit da perfetto "inventore" tematizzato Phineas e Ferb, che permette di replicare a casa alcuni esperimenti legati alla conoscenza dei quattro elementi "Aria, Acqua, Terra e Fuoco". Il kit comprende: un poster, che propone un gioco da tavolo per introdurre i più piccoli al mondo e all'approccio scientifico di Leonardo; 4 schede che illustrano passo a passo gli esperimenti proposti ; i materiali utili per la messa in atto degli esperimenti.
A partire dal mese di ottobre a La città dei bambini e dei ragazzi, all'Acquario di Genova e al Galata Museo del Mare sono previsti laboratori riservati alle scuole.
Oltre alle strutture Costa Edutainment, i Musei coinvolti in Italia sono: l'Immaginario Scientifico di Trieste, l'Ecomuseo Adda di Leonardo di Trezzo sull'Adda (Bergamo), il Museo del Bigallo di Firenze, il Museo Ideale Leonardo da Vinci (Firenze)e La Città della Scienza di Napoli.
La collaborazione tra Disney Channel e Costa Edutainment nasce col l'obiettivo comune di offrire esperienze capaci di educare in modo divertente, come è proprio della filosofia edutainment e di rivolgersi ad un pubblico di bambini e ragazzi per favorire l'apprendimento attraverso il gioco.

Fabrizio Del Bimbo

sabato 18 ottobre 2008

Laura Aprile alla Galleria di Palazzo Coveri

Una breve, ma significativa mostra di Laura Aprile si svolgerà dal 21 al 31 ottobre 2008 alla Galleria di palazzo Coveri a Firenze.
L’artista dice del suo lavoro “ho sempre privilegiato il figurativo nella mia pittura l’immagine resta l’elemento costante della forma estetica e del contenuto poetico. Mi piace scavare l’anima femminile lasciando a chi guarda le mie opere il compito di trovare traiettorie enigmatiche, suggestive, liriche o leggermente perverse che ogni essere umano cova dentro di se”. I critici […]“Voltate, schive, misteriose, sembrano voler fuggire la mercificazione volgare della loro medesima carnalità, così sono le donne dipinte da Laura Aprile. In una società in cui il fisico sembra essere prediletto rispetto all’anima e il corpo della donna è spesso denigrato da pubblicità, quotidiani e riviste, quello che l’opera di Aprile ci propone è una fisicità seducente attraverso la quale avviene la rivalutazione del corpo”[…]. Violante Binazzi. […]”Laura Aprile è regista, sceglie l'inquadratura dei soggetti omettendo parti del volto: gli occhi. Ed è senza quegli occhi che il soggetto diviene una donna qualunque. Questo, il corpo del sogno.Il sogno che prende corpo in questa pittura, corpo di donna. É una pittura che ci conduce ad esplorare una dimensione che è quella dell'artista stessa in quanto donna e che si inoltra nel vasto territorio dell'inconscio. Dove il sogno è il risultato delle nostre pulsioni e dei nostri desideri, ed essendo produttore di immagini non può trovare, nella parola, lo strumento d'interpretazione”[…]. Valentina Vezzani Biografia Laura Aprile, nasce e Ragusa. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze, ha svolto un percorso di ricerca e affinamento del proprio linguaggio pittorico sempre accosto all’indirizzo figurativo.Fin dalle sue prime mostre personali riscuote successo di critica, facendosi apprezzare per i ritratti e i nudi che resteranno i temi principali della sua pittura.Nel 1992 si trasferisce definitivamente a Firenze, continuando a coltivare forte interesse per il disegno e la ritrattistica, anche fotografica.Il contatto e i sodalizi con alcuni critici e i maggiori artisti fiorentini, ha portato ulteriore maturazione nella forma e nei contenuti del suo lavoro.Dal 2004 i soggetti dei suoi quadri sono prevalentemente femminili, impaginati con tagli decisi e ampio rilievo ai gesti. Una graduale messa a punto sul valore dell’immagine, che Laura Aprile considera solo una parte, o un indizio, di un intero universo. Mostre personali2008 – Retroscena Galleria del Palazzo, Palazzo Coveri, Firenze2006 – Nell’anima Basilica di Sant’Alessandro, Fiesole, Firenze, a cura di Giovanni Faccenda2005 – Cielo di cartone. Palagio di Parte Guelfa, Firenze, a cura di Eugenio Giani2004 – Passioni. Arredo Nobis, Firenze,a cura di Nicola Nuti.2001 – “RITRATTI” di LAURA APRILE”. Galleria De Veemloer, Amsterdam, a cura di Camilla Workovich.2000 – “OPERE MINIME”. Galleria Palazzo Vecchio 2, Firenze,a cura di Pier Paolo Castellucci.1998 – “LAURA APRILE OPERE RECENTI” , Giubbe Rosse, Firenze, a cura di Nicola Nuti.1997 – “TREDICI GIORNI d’APRILE”. Galleria La Spirale, Prato, a cura di Vittoria Corti.1996 – “LAURA APRILE, OPERE RECENTI”. Gruppo Donatello, Firenze,a cura di Pier Paolo Castellucci.1995 – “LAURA APRILE”. Centro Promozionale d’Arte e Cultura, Prato.a cura di Tommaso Paloscia. Aprile Retroscena-2 1993 – “LAURA APRILE, DISEGNI E ACQUARELLI”. Galleria Punto Arte, Modena, a cura di Michele Fuoco.1993 - “LAURA APRILE-DISEGNI E ACQUARELLI”. Galleria Teorema, Firenze, a cura di Giovanna Dalla Chiesa.1990 – “LAURA APRILE”. Palazzo della Provincia , Ragusa, a cura di Paolo Nifosì.1990 – “LAURA APRILE”. Circolo della Gioventù , Castelvetrano (TP), a cura di Carmelo Arezzo. Mostre collettive 2007 – “PITTORI IN TRINCEA” , Archivio di Stato, Firenze,a cura di Giovanni Faccenda2000 – PREMIO PITTURA “Centro Culturale, Firenze, Europa”, Palazzo Vecchio, Firenze1999 – “INDIVIDUAZIONI 4” , Galleria Mentana, Firenze, a cura di Nicola Nuti.1998 – “DILVO LOTTI E GLI AMICI” , Convento di San Francesco, Comune di Sa Miniato, (PI), a cura di Maria Fancelli e Mario Bencivegni 1997 – “SALONE ITALIANO D’ARTE CONTEMPORANEA” , Palazzo degli Affari, Firenze1994 – “ARTE ALLE PAVONIERE” , Le Pavoniere, Parco delle Cascine, Firenzepremio italia per le arti visive , “PANORAMICA FIGURATIVA” , PalazzoMarini ,Rossignano Marittimo (Li)1993 – “ARTISTI D’ESTATE” , Galleria La Gradiva, Forte dei Marmi (LU), a cura di Tommaso Paloscia Premi1992 - Premio Italia. 2° premio Palazzo Pretorio, Certaldo (FI)1994 – premio italia per le arti visive , “PANORAMICA FIGURATIVA”. Palazzo Marini, Rosignano Marittimo (Li)
Fabrizio Del Bimbo

I colori naturali del Cigoli in mostra a Figline Valdarno

Inizia il 18 ottobre la mostra“Colorire naturale e vero. Figline, il Cigoli e i suoi amici”. L’esposizione rientra nel progetto “La città degli Uffizi”, nato da un’idea del direttore degli Uffizi, Antonio Natali, e realizzata grazie all’intesa tra la Provincia di Firenze e la Sovrintendenza al Polo Museale Fiorentino. L’iniziativa ha lo scopo di far conoscere quelle opere custodite nella riserva della Galleria che hanno rapporti con le terre fiorentine e toscane.
La mostra di Figline, curata da Novella Barbolani di Montauto e Miles Chappelli, considera le relazioni che, sullo scorcio del Cinquecento, legarono Lodovico Cardi, detto il Cigoli (Cigoli 1559 - Roma 1613) a Figline Valdarno. Sono esposti bozzetti, disegni, ritratti e altre opere del Cigoli realizzate negli anni figlinesi che consentiranno di ricostruire il percorso di questo artista meno noto ma di grande fascino.
L’esposizione è allestita negli spazi espositivi del Palazzo Pretorio di Figline e nella vecchia chiesa che faceva parte dell’antico Spedale Serristori, in piazza Marsilio Ficino. Nel cosiddetto “Chiesino delle Monache” i visitatori potranno quindi ammirare l’Annunciazione del Cigoli nella sua originaria collocazione, proprio all’interno di quella chiesa per la quale l’opera era stata concepita nel 1580. Il “Chiesino”, ora di proprietà di un privato cittadino, verrà riaperto al pubblico in via del tutto eccezionale nei giorni della mostra.

Il Cigoli a Figline
Dal 18 ottobre 2008 al 18 gennaio 2009
Palazzo Pretorio di Figline Valdarno
Piazza S. Francesco, 16
Tel. 055 9153509 oppure 055 9125247
Orario: 9-13 e 15-19


Fabrizio Del Bimbo

Videojewel, nasce a Firenze il gioiello Hi-Tech

La visual art sposa l’antica arte orafa fiorentina: la tradizione orafa fiorentina e l’alta tecnologia si fondono per dare vita a un innovativo oggetto di pregio. Videojewel è la sintesi di tutto questo: un’opera d’arte, da indossare come pendente o spilla, che coniuga la capacità di plasmare i metalli preziosi, con la video-arte.
Un concentrato di cultura hi-tech, non poteva che nascere dalla città culla delle arti: Firenze. Il gioiello è stato creato dal maestro orafo fiorentino Paolo Penko e si fonde con i video artistici del visual designer Daniele Di Stefano. Pezzi unici che portano a sintesi le due espressività in maniera da completarsi: un video di visioni con luci e di colori caleidoscopici, esalta la cornice aurea con una cascata di pietre pregiate. Sull'alternarsi delle stagioni in un bosco secolare, Penko ha ideato un variegato repertorio di foglie e di fiori, tutti cesellati ed incisi a bulino, che abbracciano le immagini.
Il progetto di Videojewel, brevettato a livello internazionale, rappresenta una novità di assoluto pregio nel panorama internazionale. E’ già oggetto di culto, che abbina un sofisticato video ultrapiatto, con l’oro e le pietre preziose. Un tutt’uno che ha come punto di forza l’arte espressiva del video che esalta la creazione.
Il mondo artistico guarda con grande attenzione la nascita di questo gioiello che non è un prodotto, ma esprime soprattutto una capacità, un’espressività fuori dal comune. Scrive la professoressa Anita Valentini (Storico e Critico d’Arte, Docente di Storia dell’Arte all’Università Internazionale dell’Arte di Firenze, Consulente dell’Assessorato alla Valorizzazione delle Tradizioni Popolari del Comune di Firenze) «Un nuovo linguaggio artistico, dunque, è nato a Firenze, dalla mente e dal fare di Paolo Penko, per proseguire l’eterno dialogo dell’uomo con l’uomo attraverso l’arte».
Pezzi unici, destinati a impreziosire il collo di una donna, ma anche a dare un messaggio espressivo e di grande artisticità.
La prima presentazione del Videojewel è avvenuta nel corso delle Giornate europee dei mestieri d’arte, che si sono tenute fino al 19 ottobre, con una videoconferenza internazione. L’iniziativa è dell'Osservatorio dei Mestieri d'Arte, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, in collaborazione con Fondazione di Firenze per l'Artigianato Artistico e Istituto Francese. E fino al termine della manifestazione Wine & Fashion, quindi fino al 30 ottobre il gioiello sarà esposto nella chiesa di Orsanmichele.

Fabrizio Del Bimbo

Al Museo Torrini la parure di Giocondo Torrini che incantò la Casa Bianca

Dal 23 ottobre al 2 dicembre è aperta al Museo Torrini di Piazza Duomo a Firenze una mostra dedicata a Giocondo Torrini, un orafo alla Casa Bianca": viene esposta in quest'occasione speciale la parure che incantò il Presidente Grant, realizzata nel 1876 in occasione dell’Esposizione Universale di Philadelphia, e celebrativa del Centenario della Dichiarazione d’Indipendenza americana
Un’impresa degna di un grande orafo e mosaicista fiorentino dell’800, capace di esportare - dalla sua bottega sul Lungarno Nuovo a Firenze fino alla sede presidenziale della Casa Bianca – la sua maestria e il suo gusto raffinato, con un’intraprendenza e un’intuizione commerciale davvero straordinari per quei tempi.
E’ la storia di Giocondo Torrini, antenato del casato orafo più antico al Mondo per continuità familiare, fondato nel 1369, e che ancora oggi a Firenze continua una tradizione ultracentenaria filtrata dall’esperienza di oltre 20 generazioni. Proprio a Giocondo Torrini ed a una parure a lui commissionata nientedimeno che dall’allora presidente statunitense Ulysses Simpson Grant e dalla moglie, è dedicato l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri 2008 in programma al Museo Torrini.
La mostra “Giocondo Torrini (1827-1896)…il Presidente Grant, la Casa Bianca e una parure ritrovata” è aperta fino al 2 dicembre nelle rinnovate sale del Museo Torrini (Piazza Duomo 1 e 10R, orario martedì e giovedì 15-17, ingresso su prenotazione).
Curata dalla studiosa Laura Bresciani, l’esposizione è incentrata su un ‘pezzo’ d’oreficeria rarissimo, di eccellente fattura, recentemente rinvenuto sul mercato antiquario americano: una parure a tema floreale, in commesso di pietra dura e montatura in oro in stile neoclassico, composta da pendente, orecchini e con uno dei due bottoni ad impreziosire l'abbigliamento.
Le opere di Giocondo Torrini – piani di tavolo e i gioielli in commesso - realizzate per l’importante Esposizione Universale di Philadelphia del 1876 (celebrativa del Centenario della Dichiarazione d'Indipendenza americana), costituirono una delle grandi attrazioni internazionali di quell’evento, come riportarono i Journals dell’epoca, conferendo ulteriore fama internazionale all’artista fiorentino.
Tra i pochi orafi dell’800 a firmare i suoi gioielli, e già protagonista delle precedenti Esposizioni Universali dell’800, nelle quali aveva ricevuto importanti riconoscimenti - Medaglia del Progresso a Londra 1862; 1° Premio e Medaglia d’argento a Parigi 1867; Croce d’Oro a Londra 1870; Medaglia del Progresso a Vienna 1873 - Giocondo Torrini superò, grazie alla sua intraprendenza, molti fattori organizzativi, per essere presente oltreoceano all’Esposizione di Philadelphia, insieme a un piccolo gruppo di espositori italiani.
Anche negli Stati Uniti l’antenato di casa Torrini conquistò grande successo: i suoi capolavori furono esposti nelle sale del Memorial Hall e nell'Art Gallery's Annex a Fairmont Park, e riscossero ampi consensi di pubblico, influenzando successivamente la produzione corrente e il gusto dell'epoca.
Tra i gioielli di Torrini anche una bellissima parure tuttora conservata con la sua scatola originale. Di fronte a quest’arte raffinata, di cui l’Italia non sembrava aveva competitori, rimasero estasiati il presidente statunitense Grant e sua moglie Julia, grande appassionata di gioielli. A tal punto che all'interno del coperchio, oltre al nome di Giocondo Torrini e all'indirizzo, compare lo stemma di Casa Savoia affiancato da quello dell'aquila americana. Un privilegio rarissimo, concesso ai fornitori di entrambe le istituzioni.
Il rinnovato Museo, con i suoi 200 mq espostivi e le 3 sale suddivise per epoche che coprono lo spazio temporale di 400 anni, si propone come una delle testimonianze più affascinanti dell’oreficeria italiana e internazionale.

Museo Torrini Piazza Duomo, 1 e 10/R – 50122 Firenze
Fino al 2 dicembre (martedì e giovedì ore 15-17, su prenotazione).
Tel. +39 055 230 2401 - Fax +39 055 28 44 57 -
www.torrinimuseo.it

Nicoletta Curradi

Nasce Medicea, rivista di studi sulla famiglia Medici

Il Palazzo "Nonfinito” progettato da Buontalenti, con le finestre rielaborate dai disegni di Michelangelo e la rivelazione del volto della principessa Anna (1569-1584), figlia del granduca Francesco I e di Giovanna d’Austria: sono solo alcune delle novità che compaiono sul primo numero di Medicea, rivista interdisciplinare di studi medicei: ideata e diretta da Marco Ferri e Clara Gambaro, con il contributo di Banca Etruria.
Il 22 ottobre ci sarà la presentazione al pubblico presso il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio: interverranno Eugenio Giani, Assessore alla Cultura del Comune di Firenze; Roberto Cecchi, Direttore generale MIBAC - Ministero per I Beni e le Attività Culturali; Riccardo Nencini, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana; Carlo Sisi, Presidente del Museo Marino Marini e Cristina De Benedictis, Docente di Museologia presso Università degli Studi di Firenze.
Medicea, che vede la luce dopo due anni di gestazione, propone come leit motiv la Storia e le storie di casa Medici, questi ultimi considerati non solo come “attori” o “registi” dei fatti che li videro protagonisti, ma anche come semplici “spettatori” di avvenimenti svoltisi tra il XIV e il XVIII secolo. Infatti la caratteristica principale della rivista è l’interdisciplinarietà, dove l’arte ha la stessa “dignità” della botanica, l’architettura della marineria, l’urbanistica della storia delle scienze etc...
La pubblicazione, che avrà cadenza quadrimestrale - sarà diffusa per abbonamento, in libreria e nell’edicole più fornite - si avvale dell’esperienza della casa editrice fiorentina Centro Di per l’impaginazione, la grafica e la distribuzione.
L’ambizione principale di Medicea è innanzitutto di dar vita a una pubblicazione dove possano trovare spazio, accanto a studiosi di chiara fama, anche quei giovani ricercatori che spesso sono costretti a tenere “nel cassetto” i frutti delle proprie “indagini” perché trovano le vie d’accesso sbarrate. Nel selezionare gli autori, Medicea intende puntare esclusivamente sulla meritocrazia e sull’impegno, con la volontà di rappresentare un prodotto svincolato da regole di sistema.
In ogni numero di Medicea, quindi, saranno pubblicati i contributi di vari autori, esperti nelle singole materie; troveranno poi spazio sezioni dedicate agli approfondimenti, alla diffusione di documenti inediti, alla selezione di pubblicazioni “medicee”, oltre alla cronologia degli appuntamenti in cui in Italia e nel Mondo, si parla dei Medici. In occasione poi di particolari ricorrenze, un ampio settore della rivista (se non addirittura l’intera pubblicazione) sarà dedicato a un tema specifico. Come per esempio il secondo numero – previsto per febbraio 2009 – che proporrà contributi legati alla figura del granduca Ferdinando I, di cui ricorrerà il 400° della morte.
Banca Etruria rinnova con entusiasmo il proprio impegno a favore di progetti come la nuova rivista Medicea, con l’intento di alimentare il fermento culturale dei territori e delle comunità in cui opera. Un omaggio dunque alla città di Firenze dove il Gruppo Banca Etruria è presente con gli otto sportelli di Banca Federico del Vecchio.

Nicoletta Curradi

martedì 14 ottobre 2008

A Firenze Llongueras, uno dei maestri dell'hair styling

Due giornate dedicate all’hair styling con Enrique LLongueras, uno dei guru dell’acconciatura, Ramon Paz e l’equipe internazionale Llongueras, in Italia in occasione dell’evento promosso da CNA Federacconciatori Firenze. Protagonisti assoluti di questa “maratona” per coiffeur, lo stile e le tecniche del maestro dell’innovazione capace di stupire con tagli sempre nuovi ed originali.
L’iniziativa, che apre il ciclo d’incontri formativi dedicati all’avanguardia del settore, si inserisce nel programma “Bellezza Sicura” promosso dall’Unione Benessere e Sanità di CNA per combattere il crescente abusivismo nel settore estetica-acconciatura e, nel contempo, sostenere le attività che operano regolarmente sul territorio garantendo al cliente finale professionalità , competenza ed igiene.
L’evento si svolgerà nell’arco di due giornate: la prima, in programma per lunedì 20 ottobre al Teatro Saschall di Firenze (dalle 15,30 alle 18,00), sarà dedicata all’esibizione dell’Equipe Llongueras con la presentazione delle tendenze 2008/2009, seguita da uno spettacolo di ballerini e dalla sfilata di modelle “immagini e taglio”.
In primo piano l’OutLook firmato Llongueras, lo stile del momento più urbano e personalizzato: il capello si ribella alle regole e all’ordine creando asimmetrie, volumi dentati e sinuosi, onde rette, punte attive e forme fino ad ora inimmaginabili. I colori brillano e risultano vividi e caldi.
L’incontro, riservato ad un massimo di 1000 partecipanti, sintetizza i cinquant’anni di carriera di questo artista delle forbici che ha dedicato buona parte della sua carriera all’insegnamento attraverso show ed incontri in ogni angolo del mondo.
Proprio alla luce della sua dedizione per la formazione professionale, martedì 21 ottobre (dalla 9,30 alle 16,30) Llongueras sarà protagonista del seminario organizzato presso l’Hotel Mediterraneo di Firenze durante il quale i partecipanti (massimo 30 persone) potranno assistere ad una dimostrazione didattica, con relativa spiegazione dettagliata, dei nuovi stili e delle tecniche utilizzate per le collezione presentati durante lo show, inclusi i lavori realizzati in pedana.
Seguirà una prova pratica che permetterà ai partecipanti di eseguire i tagli proposti da Llongueras su testine predisposte con la supervisione del suo staff. Ai partecipanti saranno rilasciate le schede tecniche dell’intera collezione e l’attestato di partecipazione.
In occasione dell’evento CNA Firenze lancerà la campagna a sostegno dell’Associazione Tumori Toscana (ATT) attraverso la quale verranno raccolti i fondi necessari per acquistare un piccola utilitaria a supporto dei medici che svolgono le visite domiciliari.
Per informazioni ed iscrizioni: www. firenze.cna.it; bellezzasicura@firenze.cna.it
Tel 055 26.51.565 – 26.51.571- 26.51.569

Nicoletta Curradi

lunedì 13 ottobre 2008

Paolo Gubinelli al Museo degli Argenti

Al Museo degli Argenti e delle Porcellane di Palazzo Pitti a Firenze è aperta dal 15 ottobre 2008 al 4 gennaio 2009 una mostra di opere di Paolo Gubinelli. Spieghiamo ai lettori di chi si tratta:
Paolo Gubinelli, nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l'Istituto d'arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura.
Giovanissimo scopre l'importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un'intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero.
Le sue opere sono esposte in permanenza presso Musei Pubblici e Privati, Biblioteche, Pinacoteche, Spazi Pubblici e Privati.
Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.
In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell'ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.
Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l'uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.
Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.
Ha realizzato libri d’artista con opere accompagnate dai maggiori poeti ed opere su ceramica.

Nicoletta Curradi

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