martedì 28 giugno 2011

Incremento dei buyers esteri a Pitti Bimbo n.73


Sono stati 7.000, su un totale di 11.000 presenze, i compratori presenti alla 73° edizione di Pitti Immagine Bimbo, che ha chiuso i battenti il 25 giugno scorso, alla Fortezza da Basso a Firenze. Si segnala un aumento dei buyers stranieri (oltre 2.600, +2,5%), mentre gli italiani si fermano a 4.300 unità, una cifra stabile rispetto al precedente appuntamento.
Ottime le performance da Russia (+30%, escludendo gli altri Paesi dell'ex Urss, che comunque hanno dimostrato un notevole dinamismo), Gran Bretagna (+12,6%) e Turchia (+42,5%), ma anche dal Brasile, che ha raddoppiato il numero degli operatori, e da Cina, Portogallo e Canada. Conferme importanti sono arrivate da Giappone e Usa. In generale, la classifica dei Paesi internazionali intervenuti alla manifestazione è guidata dalla Spagna, con 297 buyer, seguita dalla già citata Russia (261) e da Germania (212), Francia (152) e Belgio (146).
"In tre giorni - ha sottolineato l'ad di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone - sono arrivati a Firenze i rappresentanti di tutti i più importanti negozi e department store al mondo". "Come ben sappiamo - ha aggiunto - in questo momento è proprio l'estero a trainare la ripresa e le adesioni in aumento anche a Pitti Bimbo ne sono una conferma evidente". Napoleone ha inoltre accennato a un quadro ancora riflessivo per quanto riguarda il mercato interno, "in cui da tempo, anche nella moda bimbo, è in corso una riorganizzazione del sistema dei punti vendita".
L'evento di settimana scorsa si è distinto, tra l'altro, grazie alla vivacità degli happening extra-fiera, dal charity gala The heart of children a Palazzo Corsini, il 22 giugno con oltre 800 invitati, alle cene e feste che hanno costellato la sera del 23 giugno. All'interno della Fortezza, inoltre, sono state più di 15 le sfilate, che quanto a organizzazione e impatto scenografico non hanno nulla da invidiare a quelle destinate all'adulto.
I responsabili di Pitti hanno raccolto alcune testimonianze tra i partecipanti. Tra questi Konstantin Andricopulos e Alessia Ivaskievich di Bosco di Ciliegi, realtà distributiva leader sul mercato russo, che hanno definito Pitti Bimbo "un luogo di lavoro dove si percepisce che al centro si pone il mondo dell'infanzia" e anche "lo specchio dell'industria e del cuore del business".

Nicoletta Curradi

Nella foto un'immagine della sfilata di Miss Blumarine

venerdì 24 giugno 2011

Miglior sommelier della Toscana


Questo importante appuntamento è fissato per domani, sabato 25 giugno, nel giardino della Villa La Versiliana di Marina di Pietrasanta: Ais Toscana e Franciacorta insieme per incoronare il Miglior Sommelier della Toscana 2011.
Questa gara è composta da undici sommelier professionisti provenienti da tutta la Toscana e uno addirittura dall'estero, il vicecampione italiano Gabriele Del Carlo direttamente dall'Hotel George V Four Season di Parigi. Gli altri finalisti, che insieme a Del Carlo si contenderanno lo scettro del Granducato - con prove teoriche e pratiche di servizio, riconoscimento bendato, abbinamenti e correzione di carte dei vini “volutamente alterate” - sono: Daniele Arcangeli (COCOA RESTAURANT & LOUNGE BAR - FORTE DEI MARMI), Antonello Baglioni (HOTEL IL PELLICANO - PORTO ERCOLE), Fabio Bellini (AZ. AGR. CASA EMMA - PISTOIA), Claudia Bondi (VALDIA SRL Soc. import e consulenza enogastronomica - FIRENZE), Luca Degl'Innocenti (RIST. LA NUOVA TAGLIATELLA - AREZZO), Matteo Franchi (LE BARRIQUE WINEBAR - PRATO), Franco Marsili (ENOTECA MARSILI - LUCCA), Lorenzo Scapecchi (OSTERIA DA GIOVANNA - AREZZO), Andrea Tellini (CAFFETTERIA - ENOTECA - TERRANUOVA BRACCIOLINI) e Iacopo Tonelli (FITSCARRALDO SAS - FIRENZE).
L'ingresso al Festival del Franciacorta - che sarà aperto al pubblico a partire dalle 17.30 fino alle 22.30 - è di 15€, gratuito per i soci AIS, e dà diritto alla degustazione delle oltre 70 etichette presentate dalle 28 aziende più rappresentative di questo vino simbolo del made in Italy.
Ad allietare le degustazioni e le fasi salienti del concorso, una selezione di musica Bossanova e un ricco buffet a base di finger food.
Del Bimbo Fabrizio

sabato 18 giugno 2011

Il calendario di Operafestival 2011


LA TRAVIATA di G. Verdi aprirà la nuova stagione lirica del Giardino di Boboli con un nuovo spettacolare allestimento.

Giardino di Boboli 14, 21 luglio, 3 agosto
Abbazia di San Galgano 30 luglio, 6, 13 agosto

LA TRAVIATA by G. Verdi will open the new season with a spectacular production.
Boboli Garden July 14, 21, August 3 / San Galgano Abbey July 30, August 6, 13


CARMINA BURANA di C.Orff nella emozionante versione per due pianoforti, percussioni, Soli, Coro e Coro di Voci bianche.
Giardino di Boboli 12 luglio
Abbazia di San Galgano 16 luglio 05 agosto

LE STAGIONI di A. Vivaldi con il violino solista di Lorenzo Fuoco.
Abbazia di San Galgano 29 luglio -12 agosto
Giardino di Boboli 2 agosto

Il cartellone omaggia anche il balletto classico con due tra i titoli più amati del grande repertorio entrambi danzati dal Balletto del Teatro dell’Opera della Macedonia, con le coreografie classiche riviste da V. Yaremenko:

IL LAGO DEI CIGNI musiche di Pëtr Il'ic Cajkovskij
Abbazia di San Galgano 23 luglio

DON CHISCIOTTE di L.Minkus
Giardino di Boboli 19 luglio


Nicoletta Curradi

A Pitti Uomo 80 incremento dei buyers esteri


Pitti Uomo ha chiuso l'80esima edizione confermando le previsioni già annunciate ieri. I numeri relativi all'affluenza sono in aumento sia dall’estero, sia dal mercato interno: si registra un +7,6% per quanto riguarda i buyer internazionali, mentre i nostri connazionali si fermano a un +2%.
I compratori, in chiusura della kermesse, dovrebbero essere complessivamente circa 20mila (12.500 dal nostro Paese, 7.500 da oltreconfine), mentre il totale dei visitatori dovrebbe superare le 32mila presenze.
Fra i mercati di riferimento, si registra un riscontro particolarmente positivo da Germania (+9,7%), Giappone (+10,6%), Gran Bretagna (+20,4%), Olanda (+18%), Turchia (+25,6%), Corea del Sud (17,7%) e Stati Uniti (+33,2%). Molto buoni, come sottolineano gli organizzatori, anche i risultati relativi a Svezia, Australia, Taiwan, Brasile, Singapore ed Emirati Arabi.
“Un Pitti Uomo decisamente energetico, quello che sta per concludersi – ha affermato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine –. A Firenze sono arrivati i top buyer di tutti più importanti negozi e department store internazionali, che hanno trovato collezioni e progetti di moda uomo innovativi, in grado sicuramente di imporsi nei territori di riferimento durante la prossima stagione". Napoleone ha ricordato anche il successo mediatico di questo appuntamento, grazie a eventi speciali d'impatto e al progetto sul Brasile come Guest Nation.
Queste affermazioni, secondo i portavoce dell'ente fiorentino, sono state ribadite dai commenti raccolti a caldo in Fortezza. Beppe Angiolini delle boutique Sugar ad Arezzo, presidente della Camera Italiana dei Buyer Moda, ha apprezzato la concretezza dell'evento, "con poche cose inutili per lasciare spazio allo spessore". Maurizio Purificato di Antonia a Milano ha trovato "particolarmente interessante L'Altro Uomo, dove si avverte la contaminazione tra lo stile dei designer giapponesi e l'influenza americana". Pitti è stato promosso anche da personaggi come Giada Lee Eun Jung di Lg Fashion (Corea del Sud), Hirofumi Kurino di United Arrows (Giappone), Eduard Belets'kyy di Monet Fashion Boutique (Ucraina) e Carolina Martins di Le Lis Blanc Deux (Brasile), alla sua prima volta alla fiera fiorentina.

Nicoletta Curradi

giovedì 16 giugno 2011

On air il nuovo sito delle Cantine Viticoltori Ponte



La Cantina trevigiana si racconta attraverso il web: più emozionale e moderno il nuovo sito della Viticoltori Ponte.
Treviso, giugno 2011 - Emozionale e moderno nell’immagine e nei contenuti il nuovo sito ufficiale della Cantina Viticoltori Ponte. L’obiettivo della Cantina con la realizzazione del nuovo sito è quello di garantire al visitatore la massima tracciabilità oltre all’accesso dati immediato attraverso una grafica più leggera e attraente, che contribuisce a dare prestigio, visibilità e professionalità alla Cantina.

“Vogliamo stare al passo con i tempi”– afferma il Direttore Generale Massimo Benetello - “con l’avvento di tante novità nel mondo internet e con il nuovo sito vogliamo presentarci ai nostri estimatori in maniera professionale e nello stesso tempo vorremmo cogliere le nuove opportunità commerciali, comunicative e relazionali offerte dal Web 2.0”.

Da ora in poi sarà facile e divertente navigare nel nuovo sito della Viticoltori Ponte: accanto alla parte istituzionale in cui viene raccontata l’azienda e la sua storia, viene dato ampio spazio alla descrizione e presentazione delle oltre cento referenze della cantina; foto, immagini, schede prodotto puntano a dare informazioni indispensabili per capire il profilo dei vini e gli abbinamenti, mentre le foto paesaggistiche che scorrono in homepage, mostrano l’inconfondibile ricchezza del territorio su cui si distendono i vigneti di Cantina Viticoltori Ponte.
Il sito non è rivolto solo ad operatori di settore o a consumatori evoluti: esso infatti, grazie alle immagini scelte con molta cura, mira a catturare l’attenzione dell’enoturista che desideri vedere dal vivo i luoghi di produzione dei vini della tradizione enologica trevigiana, fortemente legati al fiume Piave: ospitalità ed accoglienza restano concetti chiave su cui poggia l’intera azione comunicazionale.
Nel nuovo sito anche una sezione dedicata ai 5 punti vendita, situati a Ponte di Piave, Villorba, Vedelago, Eraclea e Caposile. Le enoteche della Viticoltori Ponte sono descritte anche con immagini che offrono l’anteprima al visitatore della loro ampia offerta: dagli spazi in affitto per organizzare eventi e degustazioni a tema alle offerte del mese, al programma delle manifestazioni.
Il punto cardine del concept su cui è stato costruito il nuovo sito è stato quello di uscire dalla logica di prodotto, per elaborare un’idea di comunicazione del vino in termini di “cultura” del territorio.
www.viticoltoriponte.it

Nicoletta Curradi

domenica 12 giugno 2011

A Bordighera apre Villa Regina Margherita


Esposizione permanente di opere scelte dalla Collezione Terruzzi
Mostra temporanea “Margherita, Regina d'arte e cultura”
Bordighera, dal 19 giugno 2011

E’ nella Bordighera fascinosa e romantica di metà Ottocento, eternata anche oltre Manica dal romanzo d’amore e morte di Giovanni Ruffini, ove “Terra, mare e cielo, mescolano i lor diversi colori; e dalle loro varietà, come dalle note di una ricca e piena arpa, sorge una grandiosa armonia. Atomi d'oro galleggiano nell'aria trasparente; e un'aureola color madreperla corona i taglienti contorni delle montagne”; in una Bordighera amata pure dalla famiglia di Elisabetta II d’Inghilterra e dalla duchessa di Leeds e che negli anni seguenti ispirerà il grande Monet, che Margherita di Savoia prima Regina d’Italia volle far costruire, tra il 1914 e il 1916, la villa in cui avrebbe trascorso gran parte degli ultimi anni di vita e dove si sarebbe spenta nel 1926.

Villa Regina Margherita sorse dunque su progetto di Luigi Broggi, tra i più valenti architetti formatisi alla scuola del Boito, nel luogo più congeniale di Bordighera: all’interno del parco che circondava villa Etelinda in “una specie di spiazzo…a mezza costa della collina…”;
in uno spiazzo dal quale “.. nei giorni di vento si riesce a vedere perfino la linea oscura della Corsica”.

Ora, Villa Regina Margherita - tra gli edifici di maggior pregio di tutto il territorio ligure - dopo due anni di attenti e impegnativi restauri, torna al suo splendore grazie a un progetto culturale di grandissimo interesse, che vede pubblico e privato – la Città di Bordighera, la Provincia di Imperia e la Regione Liguria da un lato, la Famiglia Terruzzi dall’altro – affiancati nell’istituzione della Fondazione Famiglia Terruzzi-Villa Regina Margherita in “un’avventura, o meglio un cammino, fatto” come lo definisce Annalisa Scarpa, direttrice della Fondazione “un po’ di entusiasmo, un po’ di ostacoli, molto di passione”.

Dal 19 giugno 2011 lo storico e fascinoso edificio - acquistato dalla Città di Bordighera e dalla Provincia d’Imperia e assegnato alla Fondazione, quindi oggetto di un attento intervento conservativo e allestitivo sostenuto interamente dalla Famiglia Terruzzi - aprirà al pubblico, proponendosi come un polo musale e culturale di assoluto rilievo nel panorama nazionale grazie all’esposizione permanente di un nucleo cospicuo di opere scelte della straordinaria collezione Terruzzi – più di 1000 pezzi, tra cui 170 dipinti, mobili antichi, ceramiche e porcellane europee e orientali – grazie ai servizi culturali offerti, tra i quali un attrezzato gabinetto di restauro, e a un’attività di eventi espositivi, convegni e incontri, avviata in concomitanza all’inaugurazione con una mostra omaggio proprio a “Margherita, Regina d’arte e cultura”, nei 150 anni dell’Unità d’Italia.

L’organizzazione generale dell’operazione
è della Fondazione Famiglia Terruzzi-Villa Regina Margherita e di Villaggio Globale International; l’editore è Skira.

Nelle sale della villa ove, sotto il controllo delle competenti soprintendenze, sono stati recuperati, stucchi, tempere, parquets, vetrate artistiche, ecc. - adeguando nel contempo l’edificio ai più moderni standard museali - si dipana dunque il percorso permanente, con un progetto allestitivo di Michelangelo Lupo, teso a ricostruire l’atmosfera seducente di una dimora d’epoca.
Un percorso che, se colpisce già per i numeri della collezione - concessa in comodato trentennale alla Fondazione - impressiona soprattutto per la varietà e la qualità delle opere selezionate.
I dipinti vanno da preziose tavole a fondo oro del Tre e Quattrocento di importanti autori toscani e veneti come Giovanni Del Biondo, Bicci di Lorenzo e Bartolomeo Vivarini, collocate nella Cappella della villa e nella sala antistante, a dipinti del Sei e del Settecento italiano con particolare attenzione alla scuola ligure, emiliana e a quella napoletana - quasi un omaggio all’amore della regina per la città partenopea - fino a opere di pittori francesi, fiamminghe e olandesi, in particolare di paesaggi e nature morte.

Accanto ad esempio a capolavori assoluti dell’arte ligure del Seicento, come tre tele di grande impatto emotivo di
Gioacchino Assereto o una Santa Caterina di Bernardo Strozzi, risulta eccezionale il nucleo di opere di Alessandro Magnasco che
dà vita a una vera e propria monografica del celebre artista, che fu capace di sedurre, con la sua pittura originalissima, committenti di grande prestigio, a iniziare dal Gran Principe Ferdinando de’Medici.
Della poetica dell’artista, il museo offre una campionatura estremamente rappresentativa e alcune opere chiave come una grande Allegoria con Venere, Vulcano ed Eros, uno dei rari dipinti a figure grandi del bizzarro Lissandrino, e un altrettanto raro esempio della sua ritrattistica con il Ritratto di gentildonna. Per la pittura napoletana ricordiamo tre tele di Luca Giordano, due delle quali di importanti dimensioni, che decorano le pareti, con tutta la forza dell’arte prepotente di questo artista, ma anche i dipinti di Paolo De Matteis, Francesco De Mura, Giuseppe Recco. Per la scuola emiliana basti invece segnalare la presenza di Giuseppe Maria Crespi con due opere splendide: Il Ritrovamento di Mosé e L’Adorazione dei Magi.

Alcuni dei pezzi più suggestivi della quadreria li troviamo al primo piano, in quella che era la sala destinata all’alloggio per i membri della famiglia reale che avessero soggiornato in villa: un Cristo alla colonna di scuola caravaggesca,
per il quale si era in passato avanzato anche il nome del maestro, dialoga con una Adorazione dei pastori di un giovane Jusepe de Ribera, detto Lo Spagnoletto, incastonato in un’imponente cornice dorata secentesca,
cui fa da contraltare, poco più oltre, un San Gerolamo leggente del medesimo autore.

Di particolare rilevanza le tantissime e diversificate nature morte collocate lungo le sale, tra le quali va certamente citata la presenza di una Ghirlanda di frutti con allegoria dell’Estate, opera a due mani di Baccio del Bianco (1604-1656) e di Felice Ficherelli (1605-1660), e una coppia di opere del Maestro della Fruttiera Lombarda, misterioso quanto affascinante artista lombardo sul quale si sono concentrate le attenzioni anche di due “mostri sacri” degli studi sulle nature morte,
Federico Zeri e Mina Gregori. Mazzi di fiori escono dalle tele di Michele Antonio Rapous e di Giovanni Stanchi “dei Fiori” mentre sei grandi tele di Bartolomeo Bimbi
collocato lungo lo scenografico scalone della villa, progettato da Broggi, costituiscono una serie unica nel suo genere, rappresentando ciascuna un insieme di tipologie di uccelli, quasi fossero la visualizzazione di un repertorio di ornitologia.
E poi ancora opere di Giovanni Baglione, Giambattista Gaulli detto il Baciccio, Agostino Carracci, Paolo Anesi, Giuseppe Zocchi, Benedetto Gennari, Pietro Paolini e, soprattutto, Francesco Londonio, pittore molto amato dai Terruzzi che hanno concesso al museo due sue notevoli Scene pastorali di imponenti dimensioni e altre sei più piccole, unitamente a una decina di incisioni ad acquaforte, tecnica nella quale l’artista lombardo era maestro.

Tra i tanti francesi citiamo Jean-Baptiste Lallemand, paesaggista francese di metà Settecento, Accademico di San Luca, e Piat-Joseph Sauvage; i due rami ovali firmati di Charles Joseph Natoire e Jean-François de Troy
con una sensuale Danae, Hubert Robert e Jacques de la Joue.

In tutte le sale, pezzi d’arredo di grande valore, come due splendidi tavoli da muro di manifattura genovese (1725-35), il bel cassettone di area piemontese con cornici intagliate e dorate (XVII secolo), un bureau en pente dell’ebanista francese Jacques Dubois (1693c. – 1763), due trionfali commodes portoghesi in legni vari di frutto con intarsi ed applicazioni di bronzo dorato della metà del XVIII secolo, di particolare impatto e qualità o, ancora, bureau-cabinet dell’atelier di Pierre Mignon o l’’imponente scrivania con alzata, di manifattura nord-italiana databile 1730-1740, caratterizzata da ben 42 incisioni a découpage sul fronte dei cassetti.

E poi porcellane orientali, bronzi, argenti, ceramiche tra le quali spicca - assolutamente unico per numero ed eccelsa qualità -
il celebre Servizio Minghetti, realizzato per il Duca di Montpensier Antonio d’Orléans, figlio cadetto di Luigi Filippo d’Orléans, del 1888: imponente nei suoi 381 pezzi.

Un’abbuffata d’arte per i visitatori che poi potranno riposarsi nella grande terrazza che corona l’edificio,
dove ora è stata creata una raffinata cafeteria. Parte della terrazza è stata inoltre dotata di una copertura in rame con vetrata
totalmente apribile in caso di maltempo, mentre la scala metallica originale, restaurata porta a una balconata panoramica da cui lo sguardo si perde verso il mare.
La Regina Margherita amava ristorarsi nella bella terrazza della sua amata residenza a Bordighera, circondata da un parco straordinariamente ricco ove prossimamente verrà riportata la rara rosa Reine Marguerite d’Italie,
che a lei aveva appositamente dedicato il vivaio lussemburghese Soupert & Notting.

Per ora, come era giusto in occasione dell’apertura del nuovo polo museale, la sovrana amata dal suo popolo, rivive anche nella mostra temporanea che la vede protagonista: attraverso i ritratti o oggetti simbolo che le sono appartenuti – dal mantello all’inginocchiatoio –
e nella selezione di opere d’arte che Margherita stessa aveva voluto per sé, acquistate nelle tante
Biennali o Esposizioni d’arte che era solita frequentare e incentivare.
Pensiamo a La morte del pulcino di Luigi Nono, ad Affetti di Giacomo Balla, a Notte a Verona di Bartolomeo Bezzi.
Una trentina di pezzi, più foto storiche - in gran parte provenienti dal Patrimonio del Quirinale ma anche da collezioni private, dal Museo Internazionale d’Arte Moderna di Ca’Pesaro, dal Mart di Rovereto, ecc. – per questa mostra curata da Annalisa Scarpa e da
Michelangelo Lupo (che ne è anche l’allestitore) con la preziosa collaborazione di Louis Godart.

Sede
Fondazione Famiglia Terruzzi – Villa Regina Margherita
Via Romana 34/36, 18012 Bordighera (IM)

Periodo
Percorso museale dal 19 giugno
Mostra temporanea “Margherita, Regina d'arte e cultura” dal 19 giugno al 18 settembre

Informazioni e prenotazioni
Tel. 0184 276111
www.fondazioneterruzzivillamargherita.it

Orari
Dal mercoledì alla domenica con i seguenti orari:
15.30 - 23.00 nel periodo dal 1 maggio al 30 settembre
10.00 - 17.30 nel periodo dal 1 dicembre al 30 aprile
La Villa resta chiusa nei mesi di ottobre e novembre

Biglietti
Intero 8 €
Ridotto 6 € (gruppi più di 15 persone, over 65, minori di 18 anni)
Ridotto scuola 4 € (studenti delle scuole primarie e secondarie che visitano la Villa
in scolaresca)
Gratutito 0 € (bambini inferiori ai 6 anni, accompagnatori scolaresche, accompagnatori
gruppi, accompagnatori disab

Nicoletta Curradi

sabato 11 giugno 2011

Canoa: alla Canottieri Comunali a Firenze Antonio Rossi


Il tre volte oro olimpico e tre volte iridato di canoa Antonio Rossi sarà lunedì pomeriggio presso la sede della Comunali Firenze in Lungarno Ferrucci 2 per un iniziativa promozionale con i ragazzi che potranno provare la canoa insieme al campione azzurro di Lecco. Ad attenderlo ci sarà una nutrita delegazione di atleti in tuta biancorossa, con la squadra di canoa olimpica pressoché al completo che farà coincidere i propri allenamenti con la presenza del campione. Lo stesso faranno nei limiti del possibile le altre squadre biancorosse e saranno presenti anche i piccoli atleti dei Centri di Avviamento allo sport con i rispettivi istruttori, nonché i Consiglieri della società.
Rossi sarà presso la sede dalle 14.30 alle 17. Lo stesso materiale tecnico che utilizzerà l’azzurro sarà messo a disposizione dalla società gigliata biancorossa per un’iniziativa che non può che rendere felice tutta la società, e che rappresenta di certo una importante opportunità per far conoscere da vicino agli atleti biancorossi, soprattutto agli allievi più giovani, un campione di così grande levatura.
Chi è Antonio Rossi
Inizia a dedicarsi al kayak nel 1982. La sua prima società è la Canottieri Lecco, allenato dal tecnico Giovanni Lozza. Nel 1988 entra nel gruppo sportivo delle Fiamme Gialle (Guardia di Finanza).
Pur avendo raccolto qualche successo importante nel kayak singolo (K1), come un terzo posto ai campionati del mondo del 1997 e soprattutto l'oro ai Giochi olimpici di Atlanta 1996, entrambi nel K1 500m, i successi sportivi di Antonio sono legati principalmente al doppio (K2).
Insieme a Bruno Dreossi, Antonio ha vinto la prima medaglia olimpica (un bronzo) ai Giochi Olimpici di Barcellona 1992, nel K2 500m. Nell'edizione successiva, ad Atlanta, arriva, oltre all'oro individuale, quello nel K2 1000m insieme a Daniele Scarpa.
Con Beniamino Bonomi, sempre nel K2 1000m, conquisterà l'oro a Sydney 2000 , cui si aggiungerà l'argento di Atene 2004. Sempre dalla stessa specialità (K2 1000m) sono arrivate tre medaglie d'oro ai campionati del mondo (1995, 1997 e 1998) e due d'argento (1993 e 1994).
Del Bimbo Fabrizio

Te' elettrici alle Giubbe Rosse di Firenze


Si svolge alla Giubbe Rosse di Firenze nel “caffè dei futuristi” l’Università della Sicurezza. Lunedì 13 giugno il primo appuntamento.
Un’idea originale per condividere e spiegare temi importanti per la vita di ognuno di noi: nascono così i “Tè elettrici” organizzati da Enel, AEIT Toscana (Associazione Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni), ANSE Toscana (Associazione Nazionale Seniores Enel) e UNAE Toscana (Istituto di Qualificazione delle Imprese di Installazione di Impianti elettrici).
Il primo appuntamento è in programma lunedì 13 giugno, alle ore 17.00, presso il caffè “Giubbe Rosse”, in piazza della Repubblica a Firenze. Nel caffè dei futuristi l’Università della Sicurezza. Si tratta di un percorso che nei prossimi mesi si sposterà a Grosseto, Livorno e Massa.
Obiettivo dell’iniziativa, che si svolge all’ora del tè, è di discutere e dare consigli sul tema della sicurezza a 360°, per ogni ambito della vita quotidiana: oltre agli interventi di qualificati relatori che lavorano nel settore elettrico, sanitario e più in generale a contatto con situazioni di rischio, tutti i partecipanti riceveranno un libretto personalizzato dal titolo “La Sicurezza cerca casa: dove nascono i rischi e come prevenire gli infortuni nell’ambiente domestico”.
A Firenze le iscrizioni, gratuite, si apriranno alle ore 16.30. Aprirà l’iniziativa Gianluigi Fioriti, Responsabile Enel Infrastrutture e Reti Centro Italia, con un intervento di saluto a cui seguiranno quelli di Laurentino Menchi, Presidente Anse Toscana, e di Claudio Bini, Presidente Unae Toscana. Successivamente, Domenico Corbo della ASL parlerà di promozione della sicurezza negli ambiti civili, mentre Pierantonio Scarpino dell’Università di Firenze tratterà il tema rischi associati all’elettricità. Luigi Gentiluomo, Vice Comandante dei Vigili del Fuoco, interverrà poi sui rischi associati a gas e incendi. Chiuderà i lavori Marco De Sanctis di Enel Distribuzione raccontando “il punto di vista e l’impegno di Enel” per la promozione di una cultura della sicurezza.
Del Bimbo Fabrizio

A Firenze il convegno Stati Generali del Chianti


La presentazione di una ricerca di mercato, su scala nazionale, al fine di poter conoscere più nel profondo la collocazione di questo prodotto e della Docg Chianti; un’analisi del paesaggio, del rapporto del vino Chianti con la salute, ma anche alcuni elementi relativi all’innovazione ed all’aspetto economico finanziario di questa denominazione, considerata una tra più importanti d’Italia e conosciuta in tutto il mondo.
Sono questi alcune tematiche che sono statetrattate il 10 giugno, nella Sala Verde) nel corso del meeting dedicato agli Stati Generali del Chianti: il valore del Chianti, oggi e domani. Se n'è parlato con Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, con l'assessore regionale Gianni Salvadori e con un team di esperti e tecnici.

Per celebrare l’anniversario dei 150 dell’Unità d’Italia, è stato inoltre presentato l’annullo filatelico targato Chianti per commemorare la storia tricolore ai giorni nostri: il Chianti che con il suo made in Italy richiama all’Unità d’Italia; il Chianti che in rappresentanza del mondo agricolo da sempre raffigura un settore di estremo valore per la nostra nazione.

“Questa giornata di lavori - dichiara il Presidente del Consorzio, Giovanni Busi - nasce col preciso intento di approfondire e far conoscere a tutti, gli aspetti, non solo imprenditoriali, ma anche legati alla produzione del vino e a tutto ciò che ruota a 360° attorno a questa attività economica. Il Chianti non è soltanto il vino italiano che, nel corso degli anni, ha fortemente contribuito a far conoscere l’Italia nel mondo, ma rappresenta anche un territorio che con la sua storia politica, culturale ed enogastronomica ha creato un sistema territoriale che va ben oltre l’aspetto enologico: si potrebbe parlare di valle del Chianti o Chianti Valley, per usare una terminologia anglosassone di sicura ed immediata comprensione”.
“Quest’appuntamento – conclude il Presidente - serve come strumento, come nuova chiave di lettura per parlare del nostro territorio, il Chianti che rappresenta uno dei nostri punti di forza, con grandi apprezzamenti non solo per il prodotto vino ma per il turismo e l’arte che nella nostra regione, la Toscana, sono importantissimi”.

Fabrizio Del Bimbo

Il Forum dell'informazione cattolica introdotto dal messaggio del Papa



Le riflessioni di Benedetto XVI alla vigilia del referendum hanno fatto da filo conduttore degli interventi del convegno di Pistoia, dedicato al rapporto tra uomo e spazi comuni.


Dopo l’intervento di ieri, nel quale ha definito l’ecologia umana “un imperativo” e ha invitato ad adottare “stili di vita rispettosi dell’ambiente” ed “energie in grado di salvaguardare il patrimonio del Creato e senza pericolo per l’uomo”, Benedetto XVI torna a occuparsi di ambiente in un messaggio inviato all’VIII Forum dell’Informazione Cattolica per la Salvaguardia del Creato, . “Auspico – ha detto il pontefice nel messaggio – che il vostro significativo incontro susciti un’attenzione sempre più consapevole ai problemi ambientali”. Inevitabilmente, le sue parole, di ieri e di oggi, hanno fatto da leit motiv nelle relazioni del primo giorno di lavori del convegno organizzato a Pistoia dall’associazione culturale Greenaccord. Ed ecco che le riflessioni sul rapporto tra l’umanità e lo spazio che la circonda si riempono di riferimenti religiosi.

“Interrogarsi sul valore dell’uomo e delle relazioni umane significa rifarsi al Vangelo, tornando a indagare gli spazi che Gesù Cristo assegnava alle persone”, commenta mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia. “Riscopriremmo che erano spazi da destinare soprattutto alle persone ai margini della società. Oggi dobbiamo usare quelle indicazioni per costruire un modo nuovo di concepire le città, di vivere insieme, di popolare gli spazi comuni. Non sotto il segno dell’esclusione, della marginalizzazione, ma della relazione, della complementarietà, della convivialità”.

Concetti condivisi anche da Francesco Zanotti, presidente della FISC (Federazione Italiana della Stampa Cattolica): “Se oggi il Creato è a cuore della gente, tanto più deve stare a cuore dei giornali diocesani. La tutela dell’ambiente è un tema fondamentale ma non è un ecologismo fine a sé stesso: l’ambiente è per l’uomo. E l’uomo è a immagine di Dio”.

Riflessioni a metà strada tra la filosofia civile e la religione che sono state poi trasformate in fatti concreti attraverso le relazioni di Roland Guenter, architetto e storico dell’arte, presidente del Deutscher Werkbund (la Lega tedesca degli Artigiani): “Nella progettazione delle nostre città e degli spazi comuni dobbiamo guardare alle esperienze passate che sono dentro di noi e proiettarle nel futuro. L’Italia è un Paese pieno di un’architettura molto umana. Ed è quindi molto importante che le nostre città siano da stimolo per creare spazi di aggregazione. Dobbiamo ad esempio capire e valorizzare la funzione pubblica delle piazze. In molte, troppe città, le piazze non possiedono nulla del luogo di incontro che avevano in passato. Sono ridotte a meri parcheggi che le sviliscono e ne tolgono i valori”.

Dall’architettura si passa alla ricerca in campo industriale. Perché anche il tessuto produttivo può fare molto per assicurare un’adeguata tutela delle risorse naturali. Ecco perché il Ce.Spe.Vi (Centro Sperimentale per il Vivaismo) ha presentato un progetto sviluppato insieme alla Marcopolo Engineering, per brevettare un sistema che permetta di non utilizzare più la torba nei substrati di coltivazione. Il progetto, già avviato, consentirà di abbattere l’uso di questo materiale fossile e di salvaguardare delicati ecosistemi, cruciali per la vita di molte popolazioni locali e di specie animali.

L’intensa giornata di lavori si concluderà questa sera al Teatro Bolognini di Pistoia con un evento di gala per il conferimento dei Premi giornalistici “Sentinella del Creato”. Il premio, giunto alla terza edizione, è nato in collaborazione con UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) e la FISC (Federazione dei Settimanali Cattolici) con l’obiettivo di assegnare riconoscimenti a giornalisti che, nel corso dell’anno, si sono particolarmente distinti nella divulgazione e nell’approfondimento dei temi ambientali.

Quest’anno, i tre premi saranno conferiti a Davide Demichelis, giornalista freelance che stasera debutterà su Rai3 con una serie di documentari dal titolo “Radici”; Don Carmelo Petrone, direttore del settimanale cattolico agrigentino “L'Amico del Popolo” e Annachiara Valle, giornalista della rivista Jesus.

Nel corso della serata saranno inoltre consegnati altri tre premi alla carriera a Stefano Zamagni, economista e presidente dell’Agenzia delle Onlus, a Massimiliano Ossini, conduttore di Cose dell’Altro Geo e alla cantante italo-somala Saba Anglana.

Nicoletta Currdai

venerdì 10 giugno 2011

Riapre il volo Pisa-New York



Il servizio nonstop per gli Stati Uniti offre maggiori possibilità di scelta per i passeggeri


Delta Air Lines (NYSE:DAL) e il proprio partner di joint venture Alitalia hanno annunciato oggi la ripresa del volo stagionale nonstop tra l’aeroporto di Pisa e l’aeroporto JFK di New York a partire dal 10 giugno. I voli opereranno 6 volte a settimana per tutta l’estate con l’ultimo volo in partenza da Pisa il 28 ottobre.

La rotta sarà servita da un Boeing 767-300 da 209 posti e offrirà ai passeggeri in partenza da Pisa comode coincidenze al JFK di New York per numerose destinazioni negli Stati Uniti. Le mete di maggior interesse per i passeggeri con scalo includono Los Angeles, San Francisco, Chicago e Boston.

“Delta rimane l’unico vettore americano ad operare un volo nonstop tra Pisa e New-York e siamo lieti di poter riprendere questa rotta tra la Toscana e gli Stati Uniti” afferma Patrizia Ribaga, Direttore Commerciale di Delta per l’Italia. “Oltre al servizio per New York, il volo offre ai nostri passeggeri in partenza da Pisa comode coincidenze per oltre 45 destinazioni in tutti gli Stati Uniti.”

Il volo diretto Pisa - New York-JFK opererà come segue:

Volo Partenza Arrivo
DL137 Pisa: 13.25 New York-JFK: 17.25
DL136 New York-JFK: 21.15. Pisa: 11.40 (+1 giorno)

Delta sta investendo oltre 2 miliardi di dollari in strutture aeroportuali e nel prodotto globale, per migliorare l’esperienza dei passeggeri a terra e in volo. Nel corso dell’estate 2011 Delta introdurrà una sezione premium nella Economy class – la nuova “Economy Comfort” – su tutti i voli internazionali a lungo raggio, compresi i voli dall’Italia. Le nuove poltrone offriranno circa 10 cm in più di spazio per le gambe e il 50% di reclinabilità in più rispetto alle normali poltrone della classe Economy internazionale. Inoltre, Delta offrirà le nuove poltrone letto nella classe BusinessElite su tutti i voli wide-body internazionali entro il 2013.

Delta Air Lines sta inoltre ampliando i terminal internazionali nei propri hub principali. A New York-JFK Delta sta ristrutturando il Terminal 4 per creare una struttura all’avanguardia entro la metà del 2013, mentre all’aeroporto di Atlanta una nuova sala internazionale sarà aperta per la metà del 2012.

In cooperazione con il proprio partner di joint venture Alitalia, Delta offre più servizi dall’Italia per gli Stati Uniti di qualsiasi altro vettore americano, con voli anche da Roma, Milano e Venezia. I voli diretti di Delta sono prenotabili presso le agenzie di viaggio o online su www.delta.com. Per prenotazioni ed informazioni è possibile contattare l’ufficio Delta al numero dedicato 899 90 90 91

*Alcuni voli possono essere operati dai vettori Delta Connection quali Comair, Pinnacle e Mesaba.

Nicoletta Curradi

giovedì 9 giugno 2011

In Toscana grazie alla geotermia arriva la "CO2 pura"


Enel Green Power e Lampo Greengas hanno firmato un accordo per l’utilizzo della CO2 in uscita dalla centrale geotermica di Valle Secolo, a Larderello. La nuova attività industriale, che è stata presentata questa mattina in Regione Toscana, creerà 20 posti di lavoro.

È il primo esperimento al mondo di integrazione di due processi produttivi, energia elettrica e anidride carbonica, nel settore geotermico ed è destinato a far parlare di sé perché, oltre a creare nuova occupazione per la Toscana, apre prospettive importanti nel settore della cattura, distribuzione e vendita dell’anidride carbonica.

È questo il senso dell’accordo tra Enel Green Power e Lampo Greengas presentato l'8 giugno nella Sala Pegaso presso la sede della Presidenza della Regione Toscana: all’iniziativa sono intervenuti l’Assessore alle attività produttive e al lavoro, Gianfranco Simoncini; il Responsabile Area Italia e Europa di Enel Green Power, Roberto Deambrogio; il Presidente di Lampo Greengas, Armido Guareschi; il Sindaco di Pomarance, Loris Martignoni.

Enel Green Power, che gestisce e sviluppa le rinnovabili in Italia e nel mondo ed ha nella geotermia toscana un’eccellenza a livello mondiale, e Lampo Greengas, azienda con sede a Pomarance che opera nel settore di distribuzione e vendita di anidride carbonica, hanno firmato un accordo in base al quale Enel Green Power cederà la CO2 in uscita dall’impianto di Valle Secolo a Larderello, nel Comune di Pomarance, alla Lampo Greengas che, in un apposito sito industriale in fase di costruzione, la recupererà, immagazzinerà e la distribuirà sul mercato per molte applicazioni, dal settore alimentare e delle bevande al trattamento acque, dalle serre alla surgelazione e inertizzazione.

Fino ad oggi la Lampo Greengas aveva sempre acquistato l’anidride carbonica da terzi per poi dedicarsi alla distribuzione e commercializzazione. Per la prima volta in Italia, attraverso l’integrazione di processi produttivi in ambito geotermico, viene realizzato un impianto di recupero di CO2 naturale dedicato a questa attività.

Una CO2 che, oltre a creare occupazione con 10 risorse lavorative e altrettanti mezzi speciali per il trasporto della sostanza, è anche “ambientalmente sostenibile” perché si tratta di un incondensabile di origine geotermica che è assolutamente naturale, trattandosi di un gas formatosi a seguito di reazioni che avvengono nel sottosuolo e, che indipendentemente dall’attività di estrazione, darebbe comunque luogo ad emanazioni spontanee dal terreno. Oltretutto, la CO2 geotermica è ancora più “pulita” grazie agli impianti AMIS installati nelle centrali di Enel Green Power, che separano la CO2 dal mercurio e dall’idrogeno solforato.

Il nuovo impianto cattura CO2 di Lampo Greengas sorgerà presso l’area industriale di Larderello in un’area già individuata dal Piano di Insediamenti Produttivi approvato dall’Amministrazione Comunale di Pomarance. Attualmente, è in corso di realizzazione la tubatura che trasporterà la CO2 dalla Centrale Enel Green Power di Valle Secolo al nuovo sito industriale. Non appena sarà completato l’iter autorizzativo, Lampo Greengas completerà la costruzione entro 18 mesi, per poi dedicarsi alla verifica analitica del sistema necessaria per l’avvio dell’attività. Si tratta di un intervento che per circa due anni alimenterà l’indotto locale per le operazioni di edificazione, manutenzione, servizi tecnici e amministrativi del nuovo polo industriale.

Complessivamente, Lampo Greengas investirà circa 11 milioni di euro, facendo della Toscana un laboratorio dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità ambientale e del recupero della CO2 di origine geotermica.

Il progetto prevede la realizzazione di un impianto che consenta di recuperare 50.000 t/anno di anidride carbonica. Se il mercato lo richiederà, l’attività sarà ampliata per la lavorazione di 100.000 t/anno di CO2 con ulteriori sviluppi sul fronte occupazionale e tecnologico.

La geotermia si conferma in tal modo uno dei fiori all’occhiello della Toscana: in seguito all’accordo con la Regione Toscana, firmato nel dicembre 2007 e definito con l’accordo volontario attuativo nell’aprile 2009, Enel Green Power gestisce 33 Centrali geotermiche per un totale di 35 gruppi di produzione e 484 pozzi di estrazione. Complessivamente, la potenza netta disponibile è di 728,1 MW per una produzione annua di 5 miliardi di kwh, che soddisfa il 25% del fabbisogno energetico regionale. Il risparmio annuo di CO2 è di 3,5 milioni di tonnellate.

Nello specifico l’impianto di Valle Secolo, che fornirà la CO2 alla Lampo Greengas, è il più grande delle 33 centrali con due gruppi da 60 MW ed una produzione annua di 800 milioni di kwh, pari al fabbisogno energetico di 250.000 famiglie toscane.

“Esprimo grande soddisfazione – ha detto l’Assessore Simoncini – per un progetto che coniuga innovazione, riqualificazione ambientale e occupazione, tre obiettivi fondamentali soprattutto in un periodo difficile qual è quello che stiamo vivendo. La competitività oggi si basa sulla qualità: qualità del capitale umano, qualità dell’innovazione e qualità nel creare sinergie e mettere in pratica ipotesi nuove. Quello che abbiamo presentato stamani è un caso di scuola, da sviluppare e da riproporre in altri settori industriali della Toscana”.


“L’utilizzo di flussi emissivi da impianti già esistenti e contenenti CO2 destinata ad essere emessa in atmosfera costituisce una scelta dai contenuti ecologici importanti, da preferirsi alla perforazione di nuovi pozzi di estrazione anidride carbonica dal sottosuolo – ha osservato Armido Guareschi di Lampo Greengas – l’impianto di Lampo Greengas rappresenta una novità nel campo del recupero della CO2, perché la combinazione di tecnologie esistenti sarà progettata in modo innovativo per risolvere tecnicamente ed economicamente le criticità specifiche insite nella natura e composizione del gas geotermico”.


“Questa iniziativa, benché non direttamente profittevole per Enel Green Power – ha osservato Deambrogio di Enel Green Power – è stata però fortemente voluta dalla nostra Azienda per il carattere innovativo del processo e per le importanti ricadute economiche ed occupazionali che avrà sul territorio. Per tale ragione abbiamo fatto scouting tra le imprese del settore del gas ed abbiamo agevolato la realizzazione di questo importante progetto. Si tratta di un’iniziativa fattibile grazie all’efficienza di trattamento degli impianti AMIS, una tecnologia completamente italiana con brevetto sviluppato da Enel Green Power”.

“Esprimo estrema soddisfazione per questo risultato – ha detto il Sindaco di Pomarance, Loris Martignoni – perché esso è la prima pietra di un progetto di recupero di industria sul territorio. L’accordo tra Enel Green Power e Lampo Greengas è un punto di arrivo di un percorso a cui lavoriamo da anni e al contempo è un punto di partenza, a cui seguiranno una serie di iniziative che vedono insieme Regione, Comune ed Enel Green Power. Un passo importante nell’ambito del Piano di Insediamenti Produttivi che abbiamo recentemente approvato, a conferma della volontà di rilancio economico e occupazionale del nostro territorio in sinergia con Enel Green Power”.

Fabrizio Del Bimbo

Bellezza e salute, binomio d'eccellenza nel Canton Ticino




Una passeggiata a piedi, in auto, autobus, trenino o funicolare sui sentieri delle erbe per riscoprire le erbe officinali, godersi la natura e gustare i piatti tipici.

In Canton Ticino cinque percorsi permettono di scoprire le bellezze naturali, le incantevoli cittadine e la cucina di valli e montagne del Canton Ticino dove la natura è ancora protagonista. Il tema di questi itinerari sono le erbe officinali.

Sino agli inizi del secolo scorso la raccolta delle erbe officinali ed aromatiche era molto diffusa in tutta la Svizzera, poi caduta in disuso. Oggi le erbe sono tornate a giocare un ruolo importante nella medicina complementare e nella fitoterapia, oltre ad essere incluse nella preparazione di saporiti piatti tipici su ricette tramandate dai nonni. In Canton Ticino attualmente operano 60 produttori che coltivano numerose specie di piante quali la Genziana, la Melissa, la Menta, la Salvia, la Stella alpina, il Timo e la Verbena. Alcune aziende producono tisane e caramelle a base di erbe.

Olivone, fulcro di tutto il progetto per lo sviluppo della cultura delle erbe medicinali, è sede dell’Istituto Alpino di Fitofarmacologia. All’Alpe Piora si trova invece il Centro di Biologia Alpina, importante istituto di studi internazionali sull’ecosistema, in uno scenario alpino di grande bellezza. I percorsi sono arricchiti da indicazioni di carattere culturale su musei, monumenti, chiese santuari e luoghi particolari da visitare.

Il trekking delle erbe: Lago Maggiore e Valli.

Questa proposta presenta una serie di spunti di viaggio nella zona del Lago Maggiore e delle valli limitrofe. Il primo spunto è il famoso “Sentierone” della Val Verzasca, che percorre tutta questa magnifica valle, famosa anche per il bungee jumping sulla diga della Verzasca.

Il secondo suggerimento parte da Locarno in direzione Vallemaggia fino a Someo e Cevio, due incantevoli paesi con ognuno un campo di coltivazione delle erbe.

Il terzo spunto parte da Porto Ronco, lungo il lago, in direzione di Brissago. Con il battello si giunge alle isole di Brissago, dove si visita l’incantevole parco botanico.

Il fascino della Collina d’Oro – Lugano e Mendrisiotto.

Questo itinerario parte da Montagnola, nei dintorni di Lugano, dove è d’obbligo la visita al Museo dedicato allo scrittore Hermann Hesse. Tra suggestive chiesette antiche la passeggiata porta a Carona, detto il paese degli artisti per i numerosi architetti, stuccatori e maestri scalpellini originari della zona ed emigrati nei centri più importanti dell’Italia e d’Europa. Carona ha un centro incantevole e pittoresco, con una bella chiesa parrocchiale di origine romanica restaurata nel XVI secolo.

Il giro del Monte Generoso – Lugano e Mendrisiotto.

Il giro parte da Maroggia, da dove si sale verso Rovio e Arogno. Da segnalare a Rovio una delle prime coltivazioni di piante medicinali è la cappella romanica di San Vigilio, con la bellissima vista sul lago di Lugano. Si sale sul Monte Generoso e alla stazione Bellavista si prende un comodo trenino per raggiungere la vetta. Da qui (1704 metri) sono possibili interessanti escursioni come ‘il sentiero dei pianeti’, la ‘Grotta dell’Orso’, oppure il sentiero delle ‘nevere’ (costruzioni rotonde per conservare il latte). Scendendo si possono visitare dei bei campi di erbe officinali e volendo il parco naturale delle Gole della Breggia per il notevole patrimonio geologico e paleontologico. Si ritorna a Maroggia in autobus.

Il percorso nella Valle del Sole – Bellinzona e Alto Ticino.

Il viaggio inizia a Biasca, dove si apre la Valle di Blenio, che è interamente percorribile con i mezzi pubblici o con la propria auto. Si prosegue per Semione, che custodisce nella Cappella dei Morti magnifici affreschi dei Mastri Seregnesi (XV sec.) e anche un interessante Museo di Minerali e Fossili. Si arriva a Torre, che dal 2000 ospita, nell’ex fabbrica di cioccolato Cima Norma, la sede della centrale di lavorazione delle erbe medicinali, che produce la Tisana Olivone, le caramelle Cofit e l’Olio del Buongustaio. Proseguendo verso nord si arriva ad Olivone, fulcro di tutto il progetto per lo sviluppo della cultura delle erbe medicinali, dove si trova anche l’Istituto Alpino di Fitofarmacologia.

Tra gli alpeggi con la funicolare più ripida del mondo – L’Alpe Piora e la Valle Leventina.

Questo itinerario include l’Alpe Piora, dove si trova il Centro di Biologia Alpina, famoso istituto di studi internazionali sull’ecosistema, in uno scenario alpino di grande bellezza. In zona Piora si trova anche l’alpeggio rinomato per l’omonimo formaggio, uno dei migliori del Canton Ticino. Attraversando l’incantevole paesaggio del Lago Ritom, si raggiunge la Funicolare del Ritom, una delle più ripide al mondo, fino alla fermata di Altanca, dove si aprono tre percorsi diversi del sentiero delle erbe.
Per info: www.ticino.ch

martedì 7 giugno 2011

Vasari celebrato nei "suoi" Uffizi



La mostra "Vasari, gli Uffizi e il Duca" presso la Galleria degli Uffizi, dal 14 giugno al 30 ottobre 2011-, nel quinto centenario della nascita di Giorgio Vasari (1511-1574), è basata sulla fondazione degli Uffizi (1559-1560): più che un edificio, un sistema architettonico a scala urbana: risultato di una stretta collaborazione tra il Duca, Cosimo I de’ Medici, e Vasari, il suo artista prediletto.
Il complesso edilizio sorge nel cuore della città dove, rispecchiando la politica assolutistica e accentratrice di Cosimo I, accorpa le istituzioni amministrative di governo, le cosiddette Magistrature o Arti, sottomettendole, logisticamente e simbolicamente, al dominio diretto del giovane duca. A memoria di questa destinazione originaria resta la denominazione di Uffizi, cioè Uffici.
La versatilità e l’ingegno dell’aretino Vasari si manifestano nella capacità di conferire forma spaziale e persuasività architettonica al programma politico e alla volontà di autorappresentazione del suo committente. L’edificio infatti è un vero e proprio frammento di città nuova, che salda in un unico organismo le due residenze ducali di Palazzo Vecchio (sede del governo) e di Palazzo Pitti, al di là dell’Arno, imprimendo sulla città la presenza fisica del Potere, sotto forma di architettura. La lunga piazza porticata degli Uffizi si attesta poi come una vera e propria anticamera a cielo aperto che introduce sia a piazza della Signoria, turbinante di statue celebrative del duca, sia a Palazzo Vecchio, le cui sale, rinnovate da Vasari, celebrano l’apoteosi di Cosimo e della sua dinastia.
La struttura architettonica degli Uffizi, che non ha paragoni nel mondo cinquecentesco e che è destinata a divenire un modello, è coronata da una lunga loggia che, all’indomani della costruzione, alloggia pregevoli statue antiche della collezione Medici. Da questo uso sussidiario e quasi incidentale, si sviluppa, nei secoli, la funzione collezionistica ed espositiva che oggi è caratteristica esclusiva degli Uffizi, Museo artistico per antonomasia.
La mostra prende le mosse dalla personalità dei protagonisti, il Duca (rappresentato con il busto bronzeo di Cellini) e il suo artista, uniti nel progetto della fabbrica degli Uffizi.
Il percorso espositivo ospita un’antologia di capolavori delle personalità artistiche che hanno dominato il mecenatismo del giovane Duca negli anni in cui rafforza la sua immagine di capostipite della rinnovata dinastia regnante, dispiegando una densa trama artistica e culturale che segnò l’apice del Rinascimento maturo di Firenze. Negli anni Quaranta del Cinquecento si contendono l’apprezzamento del Duca il Pontormo, il Bronzino, il Bachiacca, il Tribolo, Battista del Tasso, Baccio Bandinelli, Benvenuto Cellini, il Salviati, rappresentati in mostra attraverso arazzi (su disegno del Bachiacca e del Salviati), sculture (con rilievi di Baccio Bandinelli, Pierino da Vinci, Benvenuto Cellini) e dipinti (Pontormo, Bronzino). Un ambiente competitivo, dominato dalla personalità del Maggiordomo maggiore Pierfrancesco Riccio, e densamente intessuto di scambi culturali grazie a burocrati e letterati come Luca Martini e Cosimo Bartoli.
Vasari, provinciale di Arezzo, è tenuto a distanza dalle grandi commissioni di corte fino al suo trionfale ingresso (1554) al servizio di Cosimo, ben rappresentato dalle decorazioni degli appartamenti in Palazzo Vecchio, di cui si espongono in mostra alcuni disegni preparatori per i cicli pittorici orchestrati da Vasari insieme al letterato e priore dell’Ospedale degli Innocenti don Vincenzio Borghini: l’iconografia di Cosimo come nuovo Augusto è ormai compiutamente concepita. Dalla reggia alla residenza estiva, Vasari dipinge per il suo Duca nel 1560 anche la pala d’altare della cappella della villa di Poggio a Caiano, una Deposizione dalla Croce fra i Santi Cosma e Damiano, rimasta nell’oblio fino ad oggi e restaurata in occasione dell’esposizione.
Gli Uffizi sono anche il frutto di un ambiente artistico esuberante, sul quale incombe la terribile grandezza del genio di Michelangelo (di cui si ricorda l’impresa delle tombe medicee in San Lorenzo con i calchi cinquecenteschi del Giorno e della Notte e il grande bozzetto per il Dio fluviale) sul cui modello si formano generazioni di artisti. Vasari si fa testimone (storiografico e figurativo) dell’autorevole esempio del maestro, all’origine del suo progetto storiografico e del suo interesse per la fondazione dell’Accademia del Disegno.
Dopo un accenno all’assetto urbano tra Palazzo Vecchio e l’Arno prima della costruzione degli Uffizi, la mostra prosegue illustrando le tappe dell’ideazione e della costruzione del complesso, il cui cantiere si attesta come il più grande e impegnativo del Cinquecento a Firenze. Del monumento sono mostrate le specificità spaziali e figurative, tra cui spiccano le porte lignee delle Magistrature; le ascendenze formali e tipologiche, che pescano nell’architettura romana antica, ben nota a Vasari e agli eruditi umanisti della sua cerchia, come Paolo Giovio e Vincenzo Borghini, ma anche nella coeva architettura di Venezia e di Roma, città dove l’artista ha ripetutamente soggiornato.
L’organizzatissimo cantiere è evocato da antichi strumenti di lavoro, cui si affiancano reperti che, annegati da secoli nel riempimento delle volte, sono stati da poco riscoperti; una sala vuota, definita spazialmente dalle pareti intonacate a calce, dai profili delle cornici in pietra serena, dal pavimento originale in cotto diventa essa stessa oggetto esposto, opera di Vasari da cogliere nella sua pura, essenziale bellezza architettonica.
Il significato degli Uffizi nel corso del tempo si è evoluto da struttura simbolica dell’organizzazione del potere ducale in scrigno delle arti e, in quanto tale, l’edificio è entrato a far parte dello scenario urbano delle rappresentazioni pittoriche che identificano nella piazza della Signoria il dispiegamento delle opere d’arte più significative del genio artistico della città. In questa sezione sono raccolti alcuni esempi figurativi della fortuna di questo soggetto, fra i quali si impone un grande frammento di affresco del Tiepolo, l’Entrata a Firenze del Gonfalone Pier Soderini (1754).
Fra i requisiti di Vasari per questo ruolo prestigioso spicca la sua conoscenza dell’antico in architettura e in scultura, che lo ha reso interprete ideale dei temi encomiastici proposti da don Vincenzio Borghini, in perfetta sintonia con la volontà politica di Cosimo. Il tema del rapporto di Vasari con questo illustre passato è trattato in mostra sia nel privato dell’artista, con una ricostruzione del salone principale della sua abitazione ad Arezzo, sia nel pubblico, seguendo le sue stesse parole del ‘Proemio alla terza parte delle Vite’ degli artisti. Nella sua dimora aretina la suggestione dell’antico è evidente nel complesso decoro della sala del camino; le numerose citazioni dal testo di Plinio il Vecchio confermano l’ideale ispirazione della sua opera di letterato a quei modelli di ‘biografia artistica’ di cui Plinio fu ideatore. Ugualmente, le raffigurazioni di sculture antiche nel salone della casa diventano ora allusione alla perfezione dell’arte antica giuntaci mutila per i danni operati dal tempo (il gesso della Venere del Belvedere), o della Natura, simboleggiata dall’Artemide efesia, che dall’invenzione artistica è perfezionata.
Nel ‘Proemio’, Vasari dichiara che l’origine dell’evoluzione che ha permesso agli artefici del Cinquecento (quelli a lui, più o meno, coevi) di “sollevarsi e condursi a la somma perfezzione” superando i pur illustri loro predecessori, sta nell’indispensabile contributo dello studio dei marmi ellenistici. Coi loro languorosi sensi, con le loro movenze tortili e patetiche sono stati determinanti, secondo Vasari, nello scatto che l’espressione artistica compie sullo scorcio del Quattrocento e al principio del Cinquecento. E, se il biografo reputa quei marmi capaci di provocare nell’arte una virata fulminea e persino decisiva nella nascita della ‘maniera moderna’, è verisimile che quei marmi medesimi siano stati anche per lui oggetto di trasporto e fonte d’ispirazione. Nella mostra degli Uffizi non si potranno ovviamente trovare i marmi monumentali evocati da Vasari. E però a testimoniare la loro fama ci saranno piccoli bronzi creati nel Cinquecento giusto per riproporre in scala domestica le forme di quei modelli aulici. E i bronzetti varranno anche come attestato d’un collezionismo dotto ad essi rivolto, testimoniato dall’evocazione dello stipo di Cosimo in Palazzo Vecchio che ospitava le riproduzioni in bronzo di tutte le ‘nobilia opera’ della scultura romana nota all’epoca, abilmente fuse da Willem van Tetrode.
Gli obiettivi di Cosimo, inclusivi di una politica di osservanza formale alle esigenze della Controriforma cattolica, si occupano anche dell’adeguamento delle basiliche conventuali fiorentine ad un nuovo assetto più razionale, demolendo i tramezzi e rinnovandone l’arredo. Anche qui Vasari è il regista incaricato dell’operazione: il maestoso ciborio di Santa Croce, che, negli anni Sessanta del secolo, caratterizzati delle discussioni sul ‘paragone’ delle arti per decidere quale fosse quella che primeggiasse sulle altre, rappresenta la ‘summa’ delle sue competenze come architetto, scultore, pittore.
Attraverso il confronto fra un grande plastico della città, in scala uno a mille, e gli originali, con gli ingrandimenti, di piante topografiche cinquecentesche, si evidenzia in mostra il portato dell’intervento vasariano nell’urbanistica antica e moderna della città.
L’affermazione artistica di Vasari è sospinta, oltre che dalla sua attività artistica, dalla sua produzione storiografica. Le due edizioni delle Vite degli artisti (1550 e 1568), che conferiscono all’intraprendente provinciale una fama che travalica i confini del Ducato, sono in mostra a fianco dei suoi sonetti, delle lettere e dei disegni, oltre che degli statuti dell’Accademia, di cui fu tenace ispiratore.
Chiude la rassegna una sezione cinematografica, che raccoglie alcune delle più famose sequenze della filmografia nazionale e internazionale, dal Neorealismo fino ad oggi, che hanno per oggetto o per sfondo la fabbrica vasariana: un moderno omaggio a un progetto rivoluzionario negli anni del massimo splendore mediceo.
Info: www.unannoadarte.it

Nicoletta CUrradi

mercoledì 1 giugno 2011

Volkswagen Group Firenze conferma il supporto alla Fondazione Galli


Ancora una volta la Volkswagen Group Firenze ha confermato il suo supporto alla Fondazione Niccolò Galli Onlus, della quale ricorre il decennale.
In occasione della decima edizione del “Memorial” intestato al figlio di Giovanni e Anna Galli, giovane promessa del calcio italiano scomparso proprio dieci anni fa in un tragico incidente, Škoda Firenze - che di Volkswagen Group Firenze fa parte - ha consegnato alla Fondazione un’autovettura che sarà utilizzata per tutte le sue attività umanitarie e di solidarietà.
L’auto, una Škoda Roomster decorata con i colori ufficiali della Fondazione, è stata
ritirata direttamente da Giovanni Galli, che ha ricevuto le chiavi da Paolo Pinelli,
responsabile commerciale di Škoda Firenze, e sostituisce la precedente vettura fornita dalla filiale fiorentina del gruppo automobilistico tedesco, un Volkswagen Caddy.
“Ci piace confermare per il quinto anno consecutivo il nostro appoggio alla Fondazione Galli per tutto quello che sta facendo a favore delle persone, e dei giovani in particolare, che hanno avuto gravi problemi fisici causati da incidenti stradali”, ha detto Luca Bedin, Direttore Generale di Volkswagen Group Firenze.
Del Bimbo Fabrizio

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