sabato 21 aprile 2018

Leonardo da Vinci. Anatomie: macchine, uomo, natura,, una mostra alla Fortezza di Montepulciano

La Fortezza di Montepulciano ospita la mostra dal titolo Leonardo da Vinci. Anatomie: macchine, uomo, natura, curata da Paolo Galluzzi. 
L'esposizione è promossa dal Comune di Montepulcianoe dalla Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, su progetto del Museo Galileo di Firenze, con l’organizzazione di Opera Civita.



Oltre che come artista eccezionale, Leonardo da Vinci (1453-1519) è stato a lungo celebrato come inventore di macchine e dispositivi meccanici straordinari, che sarebbero divenuti patrimonio comune della cultura tecnica solo alcuni secoli dopo la sua morte. Pur traendo ispirazione dal profondo processo di rinnovamento dei saperi tecnici che ebbe luogo in Italia a partire dalla fine del XIV secolo, Leonardo offrì in molti ambiti contributi di assoluta originalità e di straordinaria carica anticipatrice.

La mostra mette in luce proprio uno degli aspetti più innovativi dell’opera di Leonardo, per il quale macchine, corpo umano e natura sono governati dalle medesime leggi universali: idea che trova espressione in una serie di magistrali disegni che segnano la nascita della moderna illustrazione scientifica.

Dopo una sezione introduttiva, che propone una ricostruzione dello studio di Leonardo, il percorso espositivo si articola in sezioni dedicate all’anatomia delle macchine, agli studi sul corpo umano, alla geologia e all’architettura.

Il percorso si chiude con i disegni che illustrano il dispositivo ideato da Leonardo per l’allestimento teatrale dell’Orfeodel Poliziano, affiancati dal modello tridimensionale della macchina scenica.

Tutti i giorni orario 10.30-19.30
Fino al 7 ottobre 2018

Fabrizio Del Bimbo

giovedì 12 aprile 2018

Al Museo San Pietro di Colle Val d'Elsa la mostra "Savia non fui"


Dedicata alla figura di Sapìa, gentildonna senese nata Salvani, protagonista del canto XIII del Purgatorio di Dante, la mostra raccoglie le testimonianze di miniatori, incisori, scultori e pittori, interpreti di una figura non convenzionale che, per i caratteri di fragilità umana con cui è delineata, può considerarsi una sorta di antieroina della storia medievale senese. La figura di Sapìa emerge con tratti molto sofferti come interprete dell'invidia tanto da arrivare alla malattia mentale. Nonostante il nome, infatti, la zia paterna di Provenzan Salvani, capo della parte ghibellina, già incontrato da Dante fra i superbi, non fu “savia” nell’augurarsi la sconfitta dei propri concittadini senesi nella battaglia di Colle Val d'Elsa. I tratti che la rappresentano sono in generale quelli degli invidiosi i quali, costretti a vestire panni ispidi e pungenti dal colore spento, si sostengono fiacchi l’un altro e tutti, a loro volta, si addossano alla parete del monte. Rispetto ad altri personaggi femminili danteschi non è stata molto rappresentata dal punto di vista iconografico, si tratta dunque di un soggetto raro. Fra coloro che hanno tramandato l’immagine del personaggio si segnalano il pittore modenese Adeodato Malatesta, il grande incisore Gustave Doré, lo scultore senese Fulvio Corsini e l'artista romano Emilio Ambron.

 Sono esposte anche le opere raffiguranti questo tema dipinte da Gino Terreni (Empoli, 1925-2015) artista poliedrico che si rifà all'Espressionismo, donate dagli eredi al Comune di Colle. La mostra, curata da Marilena Caciorgna, docente di Iconografia e tradizione classica dell’Università di Siena, e da Marcello Ciccuto, professore di letteratura italiana dell’Università di Pisa e presidente della Società Dantesca Italiana, è promossa dal Comune di Colle Val d'Elsa e dall'Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d'Elsa, Montalcino con la partecipazione e organizzazione di Opera Civita.

 

Fabrizio Del Bimbo

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