mercoledì 19 dicembre 2012

"L'alchimia e le arti": la scienza degli Uffizi

Fino al 3 febbraio 2013 in mostra L'alchimia e le arti.La Fonderia degli Uffizi da Laboratorio a stanza delle meraviglie, che permette un’analisi – attraverso sessanta opere (dipinti, sculture, incisioni, codici manoscritti, antichi rimedi farmaceutici e testi a stampa illustrati) – di alcuni aspetti della passione dei sovrani medicei per l’alchimia tra Cinque e Seicento. L’esposizione è ideata dalla Galleria degli Uffizi, organizzata dall’Associazione Amici degli Uffizi e curata da Valentina Conticelli. L’ALCHIMIA E LE ARTI è parte del ciclo I MAI VISTI, che ogni anno presenta aspetti della collezione del museo fiorentino poco noti al grande pubblico. Secondo Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino “questa mostra all’incrocio fra arte e scienza, magia e tecnologia, evoca un elegante fantasma mediceo, quello della Fonderia”. Ufficio Stampa CLP Relazioni Pubbliche.
Fu Cosimo I a stabilire la prima fonderia in Palazzo Vecchio e dei suoi interessi per l’alchimia resta una vivida testimonianza in alcuni manoscritti redatti da personaggi della sua corte. Con suo figlio Francesco I, il laboratorio fu trasferito nel Casino di San Marco, dove artisti, artigiani, distillatori e alchimisti poterono sperimentare, oltre a segreti farmaceutici, anche ricette per la porcellana, per la fusione del cristallo di rocca, per la lavorazione del vetro, della maiolica e del porfido.
In seguito, a partire dal 1586 e per circa duecento anni, l’officina di distillazione di medicinali ebbe sede agli Uffizi nei pressi dell’attuale stanza dove per decenni è stato esposto il Tondo Doni. Come commenta Antonio Natali, Direttore degli Uffizi, “quando agli Uffizi s’entra nel giro di sale che vanno da Michelangelo a Tiziano, da Veronese ai lombardi del Cinquecento, nessuno pensa mai che in queste stanze medesime s’esercitava in antico l’alchimia, si studiavano con piglio da maghi i fenomeni naturali, ci s’inventavano farmaci che si gabellavano prodigiosi. Ecco, l’esposizione di questo Natale 2012 farà conoscere ai suoi visitatori aspetti e vicende degli Uffizi ai loro esordi, quando i dipinti, i marmi e tutto quanto v’era esibito, costituivano solo una faccia dei molteplici interessi intellettuali e culturali dei Medici”.

Farmacia portatile della fonderia medicea con il suo contenuto di ricette e medicamenti, Roma, Museo dell’Accademia Nazionale di Arte Sanitaria, Foto Baggieri-Boccassini

La fonderia fu trasferita in questi ambienti da Francesco I che nutriva per l’arte alchemica una forte passione attestata dal racconto stupito di prestigiosi visitatori e riflessa in alcuni dipinti del suo celeberrimo Studiolo di Palazzo Vecchio. In mostra s’incontreranno manoscritti alchemici legati a Cosimo e Francesco I, un ritratto di quest’ultimo eseguito in porcellana – secondo la ricetta elaborata nella sua fonderia – e, tra gli altri, un testo a stampa del medico Leonhard Thurneysser impreziosito da incisioni acquerellate. Thurneysser fu mago, astrologo e ciarlatano e condusse per il cardinale Ferdinando un celebre esperimento di trasmutazione di un chiodo di ferro di cavallo in oro, citato da tutti i visitatori stranieri della Galleria nei secoli successivi.
Anche nella decorazione a grottesca del corridoio di levante della Galleria degli Uffizi, eseguita da Antonio Tempesta e Alessandro Allori e bottega nel 1581, si trovano tracce di questi interessi. La volta numero tredici è infatti interamente dedicata alla distillazione e anticipa di qualche anno l’apertura della “fonderia nuova” degli Uffizi avvenuta nel 1586.

Pesce Palla, Firenze, Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, Sezione di zoologia, Foto Saulo Bambi
Nel Seicento l’officina degli Uffizi era celeberrima per la sua produzione farmaceutica che continuò fino a oltre la metà del XVIII secolo: i suoi rimedi venivano donati dal granduca in preziosi cofanetti d’ebano ai nobili e ai sovrani di tutta Europa, del Medio Oriente e persino delle Americhe. A quell’epoca oltre ai grandi strumenti per la distillazione, a moltissimi rimedi e innumerevoli ampolle, un’importante raccolta di rarità naturali di origine animale e vegetale caratterizzava gli spazi della fonderia che era allestita come una vera e propria stanza delle meraviglie.
Vi si trovava anche un ambiente interamente dedicato ai pesci e alle “cose impietrite” (fossili e conchiglie), dove furono accolte diverse mummie egiziane – che pure servivano per la preparazione delle medicine – donate al granduca nel 1643.

In mostra sarà presente un raro cofanetto di rimedi della Fonderia degli Uffizi, conservato al Museo dell’Accademia di storia dell’arte sanitaria di Roma, un singolare codice plumbeo di alchimia dell’Archivio di Stato di Firenze, alcuni animali tassidermizzati provenienti dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze e il sarcofago di una delle mummie della Fonderia degli Uffizi riscoperto nei depositi del Museo Archeologico di Firenze.
Accompagna l’esposizione, un catalogo, edito da Sillabe, con contributi sull’argomento di Valentina Conticelli, Fausto Barbagli e Gaspare Baggieri.



L’ALCHIMIA E LE ARTI. La Fonderia degli Uffizi: da laboratorio a stanza delle meraviglie
Firenze, Galleria degli Uffizi – Sala delle Reali Poste
16 dicembre 2012 – 3 febbraio 2013
Orari:  da martedì a domenica, ore 8,15-18,50.
Chiusura: tutti i lunedì, Natale, Capodanno.
Biglietto d’ingresso alla Galleria Uffizi:  intero: € 6,50 – ridotto € 3,25 (Ingresso dal cortile degli Uffizi)
Informazioni:      tel. (+39) 055 285610 – (+39) 055 2646456 info@amicidegliuffizi.it

martedì 18 dicembre 2012

L'UCID offre il pranzo il giorno di Natale ai poveri e anziani

Anche quest'anno l'Ucid Fiorentina offre ai poveri e anziani pranzo natalizio, l’annuncio ufficiale è stato fatto  alla vigilia della Messa Natalizia che l’Arcivescovo di Firenze celebrerà per l’Ucid domani, martedi 18 dicembre alle ore 19 nella chiesa in Piazza San Firenze.
Manca poco più di una settimana a Natale e gli Imprenditori e Dirigenti Cattolici dell’Ucid di Firenze, alla vigilia della messa natalizia che il Cardinale Betori celebrerà per loro, come gesto concreto del loro quotidiano impegno cristiano, annunciano che anche quest’anno finanzieranno il tradizionale pranzo del 25 dicembre che la Comunità di Sant’Egidio offre ai poveri e agli anziani della città, e a cui partecipa da sempre lo stesso Arcivescovo di Firenze.
L’appuntamento con la messa natalizia dell’Ucid presieduta dal Cardinale Betori è per le ore 19 di domani, martedì 18 dicembre nella Chiesa di San Filippo Neri, in piazza San Firenze accanto all’ex Tribunale.
L’ U.C.I.D, Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti di Firenze, è l’associazione che raccoglie imprenditori e professionisti con l’obiettivo primario dell’attuazione e la diffusione della dottrina sociale della Chiesa.
“La Messa di Natale, assieme al pranzo del giorno di Natale per i poveri in collaborazione con Sant’Egidio – sottolinea il Presidente UCID di Firenze, Guido Guidi – sono i due primi appuntamenti che il nuovo Consiglio Ucid ha messo in atto quando siamo stati eletti. La Messa natalizia è un momento importante per un imprenditore, che, finiti i movimenti commerciali prima di natale, ha questo momento di alta riflessione spirituale con il nostro Cardinale Arcivescovo in preparazione ad un evento storico che ha sconvolto il mondo. Come Imprenditori e Dirigenti Cristiani siamo impegnati a sviluppare alcune peculiarità della società e in particolare della persona: il lavoro, la professionalità, l’imprenditore, l’impresa, le Istituzioni. Ma soprattutto gli attori di domani, i giovani e quello che riteniamo il nucleo più importante per la formazione dell’individuo: la Famiglia. I valori fondamentali di ispirazione e di riferimento dell'attività associativa nella società, come la centralità della persona e l'equilibrato utilizzo dei beni della terra, proprio in occasione del Natale, devono essere propagandati con forza nell'impresa, nella famiglia e nella società”.
Del Bimbo Fabrizio









Proposte per chi ama lo sci panoramico: l'area Valles Maranza

Una proposta per la stagione sciistica 2012-2013: : già dal 6 dicembre è  aperta per la nuova stagione sciistica  l'area di Valles-Maranza, situata tra la Valle Isarco e la Val Pusteria. Dallo scorso anno le due aree di Valles e Maranza, grazie alla creazione di due moderne cabinovie, formano un'unica grande area sciistica, con 44 km di piste e 16 impianti di risalita.
Grazie a questa funivia di collegamento, l'area ha visto un aumento nei passaggi e e nelle vendite, tanto che l'area sciistica Valles-Maranza si è classificata prima tra le ski area italiane per affluenza di sciatori.
L'area rimane aperta fino al 7 aprile 2013 ed oltre allo sci, offre una vasta gamma di attività: snow-tubing, free-ride, slittino, fondo, escursioni guidate, ciaspolate e tanto intrattenimento anche serale.
E per una sosta, la piattaforma panoramica è il luogo ideale da dove ammirare le alte vette che fanno da cornice all'area sciistica Valles-Maranza.
Gitschberg e Jochtal sono  quindi un unico carosello con 44 kilometri di piste tutte percorribili sci ai piedi. Le due località altoatesine  saranno infatti collegate da due cabinovie che verranno costruite quest'estate. In poco più di 11 minuti gli sciatori potranno spaziare agevolmente tra le piste dello Jochtal -Val Giovo a Valles e quelle del Gitschberg - Monte Cuzzo a Maranza, e in più saranno realizzate due nuove piste, una blu, adatta agli sciatori alle prime armi e una rossa per sciatori intermedi.
Di collegare le due vicine localtà, entrambe nel comune di Rio Pusteria, se ne parlava già da anni ma solo nei mesi scorsi si arrivati all'ok da parte della giunta provinciale che invece altre volte era stato negato a causa dell'impatto ambientale del progetto. In più, in futuro, si fonderanno anche le società che gesticono i due bacini sciistici. Le telecabine sono state costruite dalla Leitner per un importo complessivo delle opere di circa 20 milioni di euro, comprensivi di un bacino per mento programmato e dell'acquisto di alcuni cannoni e di due mezzi battipista.

Fabrizio Del Bimbo

sabato 15 dicembre 2012

Il gioiello è leader alla Maison Bibelot di Firenze

Grandi occasioni per l'asta del 5-6 dicembre prossimo è anche  l'ultima della stagione 2012 .L'anno che si sta per chiudere ha confermato il trand positivo del gioiello, non solo come prezioso ornamento, ma sopratutto come investimento e bene rifugio evidenziato dal top delle aggiudicazioni : brillanti solitaire d'importante caratura e luce montati in platino .
Dei 150 lotti di gioilelli battuti da Elisabetta Mignoni le migliori aggiudicazioni sono state ottenute da un solitaire di 8 ct montato in platino per 39.000,00 euro e da un anello trilogy in oro giallo con tre brillanti per un totale di 2 ct a 7.000,00. confermando a fine anno l'interesse per l'acquisto di gioielli cme per l'asta di giugno che ha visto al top oltre la parure in oro , smeraldi e rubini aggiudicata per 73.800,00 euro l' anello 'Marry me ' perfetto diamante ct 2,0 con montatura in platino aggiudicato per 46.700,00 (foto in allegato
Massiccia nell'asta di dicembre la presenza di dipinti e opere d'arte del 900 di alta qualità a firma di importanti M° da Galileo Chini ai fratelli Xavier e Antonio Bueno ,Antonio Possenti , Natali ,Scatizzi , Maccari ,Manfredi e laltri che hanno spuntato aggiudicazioni da 6.000,00 a 12.000,00, Molto bene anche le sculture in bronzo con al top i 7.200,00 euro per una fontana liberty con figura femminile a grandezza naturale .
Gli arredi lignei e le opere di antiquariato , le terrecotte non perdonno fascino e rimangono di grande interesse fra queste una coppia di angeli umbri del XVII in legno intagliato, laccato e dorato battuti per 8.500,00 euro
La stagione 2012 ha visto anche affermarsi il vintage , a cui Maison Bibelot ha coraggiosamente affidato un esclusivo appuntamento , con una memorabile esposizione realizzata in colaborazione con il prestigioso Polimoda di Firenze .Un coraggio premiato con la vendita del 100 % dei lotti in asta .
La prima asta 2013 il 21 e il 22 febbraio
per informazioni www.maisonbibelot.com
Del  Bimbo Fabrizio



venerdì 14 dicembre 2012

Basilicata, una regione che "attrae"...

Una proposta per una vacanza diversa in un aregione che ha molto da offrire, ma che molti non conoscono ancora... “Attrazioni fatate” per una Basilicata tutta da scoprire: ecco il leitmotiv di un' interessante iniziativa, presentata ai primi di dicembre proprio in questa parte del Meridione italiano, detta anche Lucania, e volta a potenziare la conoscenza di alcuni tra i luoghi più belli e suggestivi d'Italia, purtroppo ancora sconosciuti ai più, utilizzando il linguaggio teatrale e musicale, in una modalità veramente innovativa. Natura, magia e gastronomia sono i canali giusti per valorizzare i comuni lucani di Sasso di Castalda, Castelsaraceno ed Aliano. Una tre giorni intensa ed emozionante ha consentito ai turisti, ma anche agli abitanti stessi, di esplorare e visitare gli affascinanti borghi dell’entroterra lucano che con le loro originali peculiarità offrono un soggiorno all’insegna del relax, del divertimento e del cibo sano e genuino. La manifestazione “Attrazioni Fatate”, organizzata dalla Regione Basilicata, dal Programma Operativo Val d’Agri Melandro Sauro Camastra e dall'Apt Basilicata, ha visto la presenza costante, nei tre comuni lucani interessati, di spettacoli teatrali itineranti e mercatini di natale che fanno calare da subito il visitatore in un’atmosfera familiare e accogliente. Ogni scena teatrale – in particolare - guida l’ospite nell’anima del paese e una di esse illustrerà l’”attrattore turistico” (cioè l'elemento che dovrà attrarre il turista e rafforzare l'intero sistema turistico) che sarà realizzato grazie alle royalties petrolifere. Forse non è noto a tutti, ma la Basilicata è una regione ricca di petrolio, che viene estratto qui fin dagli anni '70, A Sasso di Castalda l’attrattore “Sospesi sull’Arenazzo” , 370 metri su assi di legno e trefoli di acciaio per attraversare il vallone e raggiungere uno sperone roccioso, e ammirare i ruderi del castello longobardo. permette ai visitatori di avere una visuale particolare sulla pietra geologica che contraddistingue il paese. A Castelsaraceno il “Ponte tra i due parchi” consiste in un ponte tibetano sulle Gole del Racanello.
“Vivere i Calanchi”, invece ad Aliano, il paese che ha ospitato l'esilio dello scrittore e pittore Carlo Levi negli anni '30, attraverso adeguati percorsi (trekking, bicicletta, ecc.) offre la possibilità di fruire dello spettacolo lunare dei calanchi, cioè "forme digitate di erosione veloce", anche vastp fenomeno, che interessa il 30% dell'intero territorio regionale, in particolare nelle aree collinari prossime alla pianura ionica. Carlo Levi nel suo libro "Cristo si è fermato ad Eboli" li descrive così: "... e d'ogni intorno altra argilla bianca senz'alberi e senz'erba, scavata dalle acque in buche, in coni, piagge di aspetto maligno, come un paesaggio lunare ..." e ancora " ... e da ogni parte non c'erano che precipizi di argilla bianca, su cui le case stavano come liberate nell'aria". Ma ci sono molte altre attrattive in questa regione: Guardia Perticara è chiamato “il paese dalle case in pietra”. Guardia è un borgo che si percorre a passi lenti, incrociando gli sguardi benevoli delle donne sull’uscio di casa, e qui, quando è venuto a girare le sequenze di “Cristo si è fermato ad Eboli”, il regista Francesco Rosi ha trovato quell’atmosfera di paese altrove dispersa. A Guardia Perticara resiste orgogliosamente la pietra: quella pietra di Gorgoglione che dà vita e spessore a portali, gradinate, archi, ballatoi e si sposa coi balconi in ferro battuto, e certamente anche con l’aria fresca che porta i profumi dei boschi ed entra nei vicoletti senza incontrare resistenza. Le pietre lavorate dai maestri artigiani e le volte in mattoncini rossi avvertono il visitatore che questo è un borgo che fa sul serio, nel recupero della sua identità. C’è da perdersi, in questi ghirigori pietrosi che sono come fregi di un luogo che vuole riscattarsi, aprire nuove pagine nel paesaggio del sud, ritrovare il senso di una comunità dispersa dall’emigrazione e ora pronta a riconquistare il proprio paese. Da non perdere poi il Museo Archeologico di Grumentum o della Val d'Adri e il Parco con i relativi scavi, che si trovano a poca distanza da Grumento Nova. I ruderi della vecchia città di Grumentum sono su una collinetta fra il torrente Sciaura e il fiume Agri. L’impianto urbanistico della città era molto semplice con tre strade principali e una serie di stradine che intersecavano le vie principali. L’antica città era circondata da una cinta muraria lunga tre chilometri con sei porte.
Dei resti della Grumentum romana restano tre complessi monumentali. Il primo è costituito da un teatro dell’età augustea, da due tempietti di età imperiale e da una domus patrizia, la “casa dei mosaici”.Il secondo complesso corrisponde all’area del Foro antico; sul lato nord sorge il cosiddetto “Capitolium” e sul lato sud il presunto “Cesareo”. Altri edifici pubblici sorgevano sul lato ovest e il restante perimetro era circondato da portici. Il terzo complesso è costituito dai resti dell’anfiteatro, costruito nel I secolo a.C. e modificato in età imperl museo riunisce le testimonianze dei diversi insediamenti succedutisi nella zona dall'età preistorica, dando particolare risalto all'antica colonia romana di Grumentum, fondata nel 133 a.C. Nel museo sono esposti i resti di grandi mammiferi vissuti nel Pleistocene nella Val d'Agri, oltre alle ceramiche appenniniche di Moliterno e Paterno. Nella sezione preromana del museo sono esposti frammenti ceramici del periodo neolitico, repertirisalenti all'età del ferro e all'età arcaica, testimonianze del passaggio dal classicismo all'ellenismo. La sezione romana documenta i vari aspetti della città di Grumentum: le attività produttive, commerciali e il culto. Di rilievo una testa raffigurante Livia, moglie di Augusto. Nicoletta Curradi

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