venerdì 26 febbraio 2016

“ORDIRI” la nuova mostra di Patrizia Bogani

  
           
Patrizia Bogani è una artista esperta del tessuto: è stata infatti la prima studentessa donna a frequentare l’ITIS Tullio Buzzi di Prato, storico istituto che ha formato generazioni di professionisti del tessile, e da sempre insegna ai giovani i segreti e le tecniche della lavorazione dei tessuti e affianca gli imprenditori, consigliandoli nella ricerca di quelli più performanti ed al passo con i tempi.

                   
Sabato 5 marzo 2016 alle ore 16:30 si inaugura al Borghetto di Bagnolo ORDIRI, una mostra che presenta al pubblico una selezione di opere dove vari tipi di tessuti sono applicati direttamente sulla tela, seguendo precisi criteri cromatici e compositivi. Come spiega la storica dell’arte Ilaria Magni nel testo critico introduttivo alla mostra, si parte dal significato della parola latina ordiri (ordire la tela, ovvero iniziare a tessere la tela), giocando sul doppio senso dell’ordire la tela e ordire la vita, nell’affascinante viaggio dell’esistenza umana. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 20 marzo 2016 con i seguenti orari: giovedì e venerdì 16:30-19:30, sabato e domenica 10:30-12:30 / 16:30-19:30. All'interno del periodo della mostra, sabato 12 marzo 2016, si terrà uno speciale incontro con l'artista nel tema dell'impiego del tessuto tra tradizione e innovazione.              
 Dice di lei ILARIA MAGNI:          
 "Dedicatasi a lungo a sondare le potenzialità creative del tessuto, Patrizia Bogani indaga la realtà dell’emozione, oltre le apparenze razionali. Il ritmo della mostra ORDIRI è scandito da una selezione di tele astratte suddivise in base a criteri cromatici, e unite tra loro dall’impiego di frammenti di tessuti di varie tipologie a caratterizzare la struttura stessa dell’opera d’arte, per una resa talvolta plastica, quasi scultorea, della materia e del segno sulla superficie pittorica, talaltra velata di una evanescente trasparenza. Ordiri in latino significa letteralmente ordire la tela e quindi iniziare a tessere la tela, richiamando metaforicamente significati ulteriori legati al percorso dell’esistenza dell’essere umano. Patrizia Bogani, rivolgendosi sapientemente all’astrazione, giunge ad evocare immagini interiori nelle quali ciascun osservatore può riconoscere le proprie autentiche emozioni: memorie, segni, cicatrici, suggestioni provenienti dal personale vissuto/tessuto, scandite dalla presenza o dall’assenza del colore. Nella serie dei “bianchi” si respira, nella sintetica compostezza delle pieghe, delle geometrie e degli intrecci, un senso di raffinata e disincantata armonia. Negli azzurri emerge un carattere trasognato, estatico ed atemporale, mentre nei rossi cupi, e nei toni shock dell’arancio o negli accostamenti cromatici più vivaci, spicca prepotente, impetuosa, quella vis espressiva simbolica del colore stesso, una vis emotiva che lascia senza fiato, come capita in certo astrattismo informale o nell’astrattismo lirico di Kandinsky o, ancor prima, nel fauvismo e nell’espressionismo di Van Gogh e Gauguin."         Del Bimbo Fabrizio
           

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