martedì 3 ottobre 2017

Mediterri-amo arriva a Firenze

MEDITERRI-AMO

progetto internazionale di Maurizio Scaparro
coordinatore artistico Ferdinando Ceriani
produttore esecutivo Carlo Mosso
una produzione Onni


Per raccontare le storie del nostro mare, per raccoglierne le voci e le immagini, per riscoprirlo come luogo privilegiato di nostalgia, Maurizio Scaparro lancia Mediterri-amo, una rassegna itinerante che, dopo Roma (27 settembre) e prima di Venezia (5 dicembre), toccherà il Teatro della Pergola di Firenze il 12 e 13 ottobre per tentare, insieme a Alaa Arsheed, Eugenio Bennato, Ugo De Siervo, Izzedin Elzir, Stefano Fresi, Lino Guanciale, Enzo Moscato, l’Orchestra Almar’à, l’Orchestra di Piazza Vittorio, Mario Primicerio, Alessandro Preziosi, Claudio Romano, Pasquale Scialò, Peppe Servillo, i Solis String Quartet, i Diplomati della Scuola per attori “Orazio Costa”, di recuperare l’immagine di quella mitica età dell’oro in cui il nostro mare era il centro del mondo, crocevia di culture, di lingue e di conoscenze.

Shahrazād, per non morire, raccontava storie. E forse, oggi più che mai, è questo il compito dell’arte e degli artisti: raccontare storie, per comprendere l’altro e per ricordare il nostro passato.

Un progetto che, sotto la guida di uno dei Maestri del grande Teatro Italiano, diventa una finestra aperta sulle tante sponde del Mediterraneo, per tracciare le coordinate di un viaggio fatto di immagini, suoni, parole.

Il nostro Mediterraneo non è un mare di confine, ultimo avamposto di un’Europa distratta che ha dimenticato le radici del suo passato; non vuole ridursi a campo di battaglia in cui trionfano populismi, paure ed egoismi; ma vuole essere un luogo di riferimento e incontro in cui riconoscersi, avvicinando prima di tutto gli artisti rifugiati, in collaborazione con l’UNHCR, e grandi ospiti italiani tra istituzioni e mondo della cultura, per cercare di riabbracciare quei valori comuni di un vivere civile che le tragedie umanitarie sembrano aver spazzato via.

Anche per questo motivo, il nostro Mediterraneo non è un mare di confine, ultimo avamposto di un’Europa distratta che ha dimenticato le radici del suo passato; non vuole ridursi a campo di battaglia in cui trionfano populismi, paure ed egoismi; ma vuole essere un luogo di rilancio in cui riconoscersi, avvicinando prima di tutto gli artisti rifugiati, in collaborazione con l’UNHCR, e grandi ospiti italiani tra istituzioni e mondo della cultura per cercare di riabbracciare quei valori comuni di un vivere civile che le tragedie umanitarie sembrano aver spazzato via.

“L’idea di Mediterri-amo nasce la sera del 13 novembre 2015”, ha affermato Maurizio Scaparro, “quando, sgomento, guardavo in televisione il succedersi tragico degli attentati di Parigi. Qualche giorno dopo avevo in programma un incontro pubblico a Parigi, con il poeta siriano Adonis per parlare di “Dialogo” e di “Mediterraneo”. L’incontro venne ovviamente annullato lasciando in me un profondo senso di impotenza. Ed è proprio per reagire che ho deciso di riunire, in una serie di incontri ed eventi, artisti, poeti, economisti, politici, istituzioni pubbliche e private per riaffermare la necessità umana di esprimersi contro l’odio, l’intolleranza, i muri e i reticolati che tornano a dividerci e a dividere la nostra Europa. Viviamo un periodo storico, artistico e civile nel quale noi Europei del Mediterraneo sentiamo il bisogno di guardare di nuovo a Oriente per arrivare, attraverso questo sguardo, a nuove conoscenze, nuove scoperte, nuove alterità, nuove illusioni, anche attraverso questo progetto. Per farlo dobbiamo sforzarci”, ha proseguito il regista, “di guardare, oltre i conflitti di interesse economico o di religione, a quell’ Oriente che è più vicino a noi rapportandoci a quel sogno utopico di convivenza sofferta, ma felice, che solo l’esercizio illimitato della fantasia suggerisce e consente. Voltando le spalle al Mediterraneo l’Italia e l’Europa taglierebbero i ponti con le proprie fonti intellettuali, morali, spirituali, ma anche con il proprio futuro, perché è nel Mediterraneo che l’Europa della Cultura potrà riconquistare la sua prosperità, la sua sicurezza e lo slancio che i suoi padri fondatori le avevano dato. Il mio è un appello per ricostruire un senso civile del vivere insieme che abbia le sue fondamenta nella Cultura e nelle sue vitalissime diversità”.

“Siamo lieti di essere partner di Mediterri-amo” ha dichiarato Carlotta Sami, Portavoce dell’UNHCR per il Sud Europa, “un progetto che si propone - attraverso la musica, le immagini e le parole - di raccontare il Mar Mediterraneo come essenziale ponte tra culture e che vuole provare a contrastare una visione che assegna al mediterraneo il ruolo di zona di confine, di separazione. Purtroppo, la probabilità di morire nel mare mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa rimane a livelli estremamente allarmanti. Quest’anno 2.421 persone sono morte o disperse in mare. In assenza di vie legali alternative, molti rifugiati e migranti continuano a ricorrere a trafficanti senza scrupoli e a reti criminali rischiando di subire abusi. Crediamo sia fondamentale rafforzare le azioni volte allo sviluppo, alla pace e soprattutto garantire canali sicuri per raggiungere l’Europa”.

La centralità di Firenze nel progetto nasce da due collaborazioni importanti: lo stretto rapporto di Maurizio Scaparro con la Fondazione Teatro della Toscana e la collaborazione con la Fondazione La Pira. Negli anni Cinquanta Giorgio La Pira aveva colto in pieno il ruolo geopolitico dello spazio “Mediteraneo” come punto nevralgico della pace mondiale. Per questo diede vita, negli anni Cinquanta, a quei “dialoghi del Mediterraneo” che, oggi, scegliamo come fonte d’ispirazione per il nostro progetto artistico.

È possibile passare dal sogno alla re-invenzione della cultura e della vita stessa mediterranea? Passare dallo scontro alla collaborazione? È possibile che Ulisse, Sinbad, Marco Polo, Saladino e Don Chisciotte abbiano una discendenza feconda, un avvenire comune e pacifico?
Sono queste alcune delle domande che guideranno le giornate di Mediterri-amo.

con il patrocinio di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; con il sostegno di SIAE, Fondazione Teatro della Toscana; con il patrocinio di MigrArti, Comune di Firenze, Università LUISS ‘Guido Carli’; in collaborazione con Agiscuola, Compagnia Italiana, Ex Novo, Fondazione Giorgio Cini, Fondazione Giorgio La Pira, Istituto Luce-Cinecittà.

12 ottobre, ore 17 | Saloncino ‘Paolo Poli’, Teatro della Pergola
ONNI Srl
in collaborazione con Fondazione Giorgio La Pira di Firenze, Fondazione Teatro della Toscana
GIORGIO LA PIRA E I DIALOGHI DEL MEDITERRANEO
Racconti e testimonianze intorno a una grande utopia
con Ugo De Siervo (giurista e accademico italiano), Mario Primicerio (Presidente Fondazione Giorgio La Pira), Maurizio Scaparro (regista), Izzedin Elzir (Imam di Firenze)
proiezione del documentario Giorgio La Pira, La fantasia al potere di Giovanni Minoli
letture a cura dei Diplomati della Scuola per attori “Orazio Costa”

In occasione dei 40 anni dalla sua morte, Maurizio Scaparro e Mario Primicerio vogliono ricordare la storia e la lungimiranza di una delle figure di spicco della storia contemporanea della città di Firenze e italiana, Giorgio La Pira, che già a partire dagli anni Cinquanta aveva colto in pieno il ruolo geopolitico dello “spazio mediterraneo” come punto nevralgico della pace mondiale. Da questa sua intuizione presero forma, tra il 1958 e il 1964, “i Colloqui mediterranei”. Quattro incontri internazionali focalizzati inizialmente sul dialogo tra le tre famiglie religiose di Abramo (ebrei, cristiani, musulmani) ma che allargarono, ben presto, i loro orizzonti allo storico fenomeno della decolonizzazione — soprattutto nell’Africa sub-sahariana — alla vicenda arabo-israeliana e alla questione razziale nel Sud Africa.
Testimonianze, letture e proiezioni (il significativo ritratto che Giovanni Minoli dedicò su RaiEducational a Giorgio La Pira) ne racconteranno la storia per ribadire con forza come sia necessario “riscoprire” le virtù del dialogo e dell’accoglienza per il futuro del nostro Mediterraneo.
“I popoli rivieraschi del Mediterraneo hanno, infatti, che lo vogliano o meno, un comune destino. Essi hanno esercitato una influenza decisiva nel passato della storia dell'umanità.”
Giorgio La Pira

Ingresso libero

13 ottobre, ore 21 | Sala Grande, Teatro della Pergola
ONNI Srl
in collaborazione con l’UNHCR
MEDITERRI-AMO
Immagini, parole e musiche del nostro mare
con Alaa Arsheed, Eugenio Bennato, Stefano Fresi, Lino Guanciale, Enzo Moscato, l’Orchestra Almar’à, l’Orchestra di Piazza Vittorio, Alessandro Preziosi, Claudio Romano, Pasquale Scialò, Peppe Servillo, i Solis String Quartet
allestimento e regia Ferdinando Ceriani
Il Mediterraneo come culla dell'arte, come crocevia di lingue e di suoni, di dialetti e di colori, di sogni e di speranze, verrà raccontato dalla voce e dalla musica di alcuni grandi protagonisti della scena italiana e non solo, attraverso un vero e proprio viaggio di immagini, parole e suoni per riaffermare che l’Europa non deve voltare le spalle al Mediterraneo. Così facendo taglierebbe i ponti con le proprie fonti intellettuali, morali e spirituali.
La serata, di cui parte dell’incasso sarà devoluto al progetto “Educate a child” dell’UNHCR, inizierà con un omaggio alla storia artistica di Maurizio Scaparro, da sempre attento promotore della cultura mediterranea, e a un suo grande compagno di viaggio, Giorgio Albertazzi, ricordando le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, spettacolo-cult che ha girato l’Italia e l’Europa.
“L’imperatore Adriano era nato in Spagna, ha parlato latino a Roma, in greco ha studiato e pensato e sulle rive dell’Eufrate ha conosciuto il potere.” Da queste parole della Yourcenar si partirà per raccontare il nostro Mediterraneo. Tante partecipazioni prestigiose che hanno nella contaminazione linguistica e musicale il loro fil rouge: la musica multietnica dell’Orchestra di Piazza Vittorio a cui si uniranno anche Pasquale Scialò e Enzo Moscato, la grande tradizione musicale partenopea reinterpretata da Peppe Servillo accompagnato dai virtuosi Solis String Quartet, la musica mediorientale che s’impasta con il sound della musica popolare del Sud Italia con Eugenio Bennato e i suoi Taranta Power, i suoni del deserto e delle medine che si affacciano sul mare nei canti dell’orchestra Almar’à, la prima orchestra di donne arabe nata in Italia, un progetto della Fondazione Fabbrica Europa sostenuto da MigrArti e poi le voci dei poeti di un tempo e dei migranti di oggi che vedono le interpretazioni di Lino Guanciale, di Alessandro Preziosi e di Stefano Fresi, capace di farci sorridere, con leggerezza, anche quando si parla di rifugiati. Tutto questo è Mediterri-amo, una serata spettacolo emozionante dove la musica e le parole abbattono i muri che oggi sembrano separare i tanti popoli che si affacciano sul nostro mare.
Scaparro ricorda che “passeggiando per le strade di Siviglia, quando ero responsabile del settore teatro dell’Expo, avevo chiesto a un giovane andaluso che profumo fosse quello che avvolgeva le vie e i giardini. Mi rispose: “azahar”. Sembrava, ed era, una parola araba. Il ragazzo sorrise e mi spiegò: “azahar da voi in Sicilia si dice zagara. Il profumo del fiore d’arancio”.
Ecco, è anche questo profumo, declinato in tante lingue diverse, che Mediterri-amo vuole ricreare sul palcoscenico della Pergola.

Fabrizio Del Bimbo

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