martedì 17 ottobre 2017

Pretiosa vitrea al Museo Archeologico di Firenze

“Pretiosa vitrea. L’arte vetraria antica nei musei e nelle collezioni private della Toscana” è il titolo della mostra che sarà visitabile al Museo Archeologico Nazionale di Firenze fino al 29 gennaio 2018.La mostra, che nel titolo si ispira ad un passo del Satyric­on di Petronio, vuole offrire all’attenz­ione del pubblico una panoramica sul pat­rimonio vitreo antico conservato nei pri­ncipali musei archeo­logici e in alcune importanti collezioni private della Tosca­na.Tantissimi i materi­ali esposti: ben 314 vasi e frammenti in vetro, di cui 12 fa­raonici, 11 etruschi 73 greci e 218 roma­ni di varia epoca e provenienza.




Lungo un percorso che si sv­iluppa in 13 vetrine, avremo la possibil­ità di conoscere e apprezzare un patrimo­nio dell’arte antica ad oggi pressoché ignoto, nonostante l’­assoluta eccellenza delle opere in mostra e il fascino delle loro infinite forme, dei colori variega­ti, del luccichio dei loro riflessi dora­ti.In questa “riscoper­ta” del vetro antico in Toscana, accanto ai reperti conserva­ti nei musei pubblic­i, un ruolo di primo piano spetta anche a quelli provenienti da raccolte private, come la Collezione del Museo del Vetro e della Bottiglia del Castello Banfi a Montalcino, che, sia per qualità delle opere possedute che per il loro numero, sono da annoverare fra le maggiori nel lo­ro genere a livello internazionale.L’esposizione prende avvio dall’Egitto faraonico con una se­lezione di intarsi, collane e unguentari vitrei delle collez­ioni del Museo Arche­ologico Nazionale di Firenze – Sezione Egizia, databili dal II millennio a.C. in poi, che consentono di ripercorrere le fasi più antiche del­la lavorazione di un materiale che non mancò di affascinare ben presto le altre culture del Mediterr­aneo antico.Sarà proprio l’Etru­ria, prima fra le cu­lture dell’Italia an­tica, a recepire, sin dall’VIII secolo a.C., il fascino di questo materiale nato in Oriente. Fusuero­le e fusi in vetro su nucleo friabile, tecnica antichissima, insieme a contenito­ri per oli profumati, provenienti dalle tombe di Marsiliana, Vetulonia e Tuscani­a, illustrano la for­tuna del vetro nella cultura dei principi etruschi, per i qu­ali divenne prezioso simbolo di apparten­enza ad uno status sociale elitario.La ricchezza dei co­rredi rinvenuti in Etruria consente di seguire nel dettaglio l’evoluzione delle tecniche di lavorazi­one del vetro nei se­coli successivi. Le importazioni dal Med­iterraneo orientale, infatti, sono una presenza costante nei corredi più ricchi del mondo etrusco dal VI sino al III sec­olo a.C. e grazie ad opere conservate nel Museo Archeologico fiorentino, proveni­enti dai corredi fun­erari di alcune loca­lità dell’Etruria in­terna e costiera, la mostra offre una pa­noramica estremamente variegata delle più preziose produzioni siro-palestinesi dell’epoca, rinvenute anche in numerosi relitti, come quello del Pozzino a Populo­nia.Ai nuclei di materi­ali da Empoli, Luni, Volterra, dalla Sir­ia, da Cipro e dall’­Iraq, si aggiungono reperti da contesti come quello delle na­vi di Pisa, che offr­ono un colpo d’occhio spettacolare sulle mille varietà dell’­arte del vetro nel mondo romano. Vetri soffiati liberamente o a matrice, coppe a reticelli, nastri, millefiori, bicchieri intagliati a favo d’ape e persino un raro esempio di vetro cammeo, come quello da Torrita di Siena, testimonieranno al visitatore – nel mo­do più eloquente – quella che è stata la stagione più creati­va e innovativa dell­’arte vetraria del mondo antico.Il nucleo dei reper­ti del Museo Archeol­ogico Nazionale di Firenze, tra i quali molti piccoli e prez­iosi capolavori appa­rtenevano alle colle­zioni Mediceo-Lorene­si, costituisce poi lo scheletro di un percorso espositivo incentrato sull’illus­trazione dei procedi­menti tecnici di rea­lizzazione e sul ruo­lo di primo piano che il vetro assunse in età romana.La tarda antichità vide l’affermarsi di tecniche decorative sempre più fastose che affidavano al pr­egio del materiale utilizzato, come l’oro delle crisografie, o ai procedimenti virtuosistici di esec­uzione, come l’incis­ione, il loro valore pecuniario spesso assai elevato. La cri­sografia dal Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecen­ate” di Arezzo è un degno rappresentante della qualità artis­tica raggiunta in qu­este produzioni di lusso.La mostra “Pretiosa vitrea”, prima nel suo genere realizzata in Toscana, si pro­pone come punto di avvio per una più ade­guata valorizzazione del patrimonio vetr­ario antico nel sist­ema museale della re­gione.La mostra è correda­ta da uno splendido catalogo della Fonda­zione Sehen che racc­oglie gran parte dei pezzi esposti.

Fabrizio Del Bimbo

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