martedì 19 novembre 2024

Scuola, una mostra su “Maria Maltoni e la scuola di San Gersolè”, una straordinaria esperienza educativa

 




Inaugurazione il 21 novembre ore 17 alla Facoltà di Scienze della Formazione di Firenze


“Maria Maltoni e la scuola di San Gersolè. Una straordinaria esperienza educativa”, è la mostra che verrà inaugurata il 21 novembre alle ore 17 nella sede di Scienze della Formazione della Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze, (Via Laura 48).


 


La mostra è organizzata – in occasione del 60esimo anniversario della sua scomparsa (1890-1964) -da Florence Art Edizioni in collaborazione con INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) e con la disponibilità della Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze.


L’inaugurazione si aprirà con i Saluti di Vanna Boffo Head of Department Member of Academic Board (Senato Accademico), Laura Vannucci Direttrice della Biblioteca Umanistica, Benedetta Albanese Assessora all'Educazione e alla Cultura della memoria del Comune di Firenze, Lara Fabbrizzi Assessora alla Cultura del Comune di Impruneta.


Intervengono: Cosimo Di Bari Università di Firenze, Pamela Giorgi Ricercatrice INDIRE, Lara Socci Autrice del volume, Simona Gramigni e Silvia Tozzi Curatrici della mostra.


 


La mostra ospita 12 pannelli esplicativi, contenenti riproduzioni fotografiche, documenti ed elaborati originali (disegni dal vero, quaderni, diari in cui gli alunni di allora hanno descritto e raccontato l’ambiente e la società del tempo) provenienti dal Fondo Maltoni, custodito nella Biblioteca Comunale di Impruneta. La casa editrice Florence Art Edizioni ha realizzato anche un breve documentario che raccoglie interviste e materiale fotografico e che verrà presentato a margine della mostra.


Maria Maltoni è conosciuta per il suo innovativo approccio didattico, messo in pratica tra il 1920 e il 1956 nella frazione imprunetina di San Gersolè, un metodo basato sull’osservazione della natura e sulla registrazione attenta di tutte le esperienze che i bambini vivevano nella loro quotidianità. Il disegno e il diario giornaliero erano da lei considerati strumenti per educare e per crescere consapevolmente, il tutto stimolando e rispettando l’individualità dei piccoli allievi, che erano liberi di esprimersi con la massima spontaneità. La scuola di San Gersolè, frequentata dai figli di mezzadri, artigiani e contadini, sotto la sua direzione diventa scuola della comunità. È la scuola che penetra nella vita delle famiglie e vi aderisce completamente, entrando in empatia col loro ambiente, così da coinvolgere bambini che, altrimenti, difficilmente si sarebbero alfabetizzati. La mostra resterà aperta fino al 30 gennaio 2025 in orario 8,30- 18, dal lunedì a venerdì. Ingresso libero.


 


La mostra è patrocinata dal Comune di Impruneta, dalla Biblioteca M. Maltoni di Impruneta e della Pro Loco di Impruneta.

Sabato 30 novembre e Domenica 1 dicembre “Calenzano Christmas” 2^ edizione




800 mq di REGALI NATALIZI:

DOLCI, FOOD, LIBRI, ARTIGIANATO TOSCANO


A cura di: Azienda Turistica del Comune di Calenzano e Festival delle Pasticcerie


LOCATION EVENTO:

Palaeventi “Start”

Via Garibaldi 9 – Calenzano centro (FI)


Pagina ufficiale FB e INST: ATC Calenzano + Festival delle Pasticcerie


Sabato 30 novembre (dalle 14 alle 19) e Domenica 1 dicembre (dalle 10 alle 19) presso il Palaeventi “Start” di Calenzano (via Garibaldi 9, a due passi dal centro) dopo il successo dello scorso anno torna la secondaedizione di “Calenzano Christmas”: il primo e vero market del regalo natalizio distribuito su 2 interi piani

ingresso gratuito.


Cosa troverete? Tutto il PIANO TERRA (400 mq) diventerà una sala “food experience” dove alcune note pasticcerie e forni di Firenze, Prato, Calenzano ed Empoli proporranno i loro dolci natalizi e quotidiani, cakedesign, merende dolci e salate, biscotti di ogni farcitura e gelati artigianali. Da sottolineare anche la presenza di pasticcerie con dolci vegani e dolci / salati per celiaci. Ogni prelibatezza potrà essere degustata, acquistata, consumata in loco nella zona ristoro con tutta la famiglia oppure portata via per un prossimo regalo. A chiudere il cerchio food, anche aziende di miele e derivati, olio extravergine di oliva con splendidi packaging da regalo e birrificio artigianale.


Sempre a piano terra, presente il maxi stand bar-caffetteria e uno spazio benessere con profumeria, cosmetici e possibilità di farsi fare (o regalare con voucher) massaggi ai piedi, corpo, viso con tre diversi operatori certificati.


Al PRIMO PIANO, invece, il vero market del regalo in altri 400 mq di open space con 25 prestigiose e selezionate aziende da tutta la Toscana. Al centro dell'offerta abbigliamento, accessori, articoli per la casa e per la persona, un angolo dedicato al Giappone con prodotti tipici, maxi stand con libreria e, per la prima volta, aziende provenienti da Firenze Comics e Lucca Comics con manga, poster, quadri, cover di cellulari epersonaggi di cartoon. Insomma dagli adolescenti ai più anziani, dai foodies ai gusti più ricercati, troverete certamente il regalo che fa per voi!!

Ma non finisce qui. Il Natale è la festa dei bambini e per i bambini e le loro famiglie è stato pensato un folto calendario di eventi. Nei due giorni saranno infatti presenti, presso vari stand al primo e al secondo piano, una serie di attività quali letture natalizie, laboratori, truccabimbi e ci sarà pure Babbo Natale al quale lasciare la propria letterina. E per i più grandi? Prove di realtà virtuale immersiva con visori che trasporteranno in un mondo parallelo.


ORGANIZZAZIONE

L'evento è organizzato dalla Azienda Turistica del Comune di Calenzano e da Maurizio Melani e Festival delle Pasticcerie, azienda che racchiude oltre 150 pasticcerie di Firenze e Prato e che dal 2005 organizza pastry contest legati alle tradizioni gastronomiche locali (schiacciata alla fiorentina, schiacciata con l'uva, budino di riso, pan di ramerino, zuccotto, cantuccio classico).

Quest'anno non perdere tempo per i regali di Natale: falli tutti a Calenzano Christmas!!


INFORMAZIONI:

Associazione Turistica di Calenzano 055/0502161

Pagina FB e INST: Festival delle Pasticcerie e ATC Calenzano

www.festivaldellepasticcerie.it

www.atccalenzano.it


Nicoletta Curradi 

giovedì 24 ottobre 2024

Una installazione di Patrizio Travagli al ristorante Il Magnifico a Firenze

 Il 24 ottobre si è tenuta l’inaugurazione della nuova installazione dell'artista Patrizio Travagli presso il ristorante Il Magnifico, all’interno del prestigioso hotel IL Tornabuoni, situato in uno dei palazzi più antichi di Firenze e da settembre 2023 parte della collezione VRetreats, brand di hôtellerie di VOIhotels.




Il ristorante Il Magnifico, sarà lo scenario ideale per la straordinaria installazione dell'artista fiorentino. L'opera, creata in esclusiva per questo luogo, sfida la percezione del pubblico attraverso un'affascinante interazione di riflessi e illusioni.


 


Patrizio Travagli, artista fiorentino nato nel 1972 e diplomato all'Accademia di Belle Arti di Firenze, è rinomato a livello internazionale per le sue installazioni luminose e l'uso innovativo di concetti spaziali e architettonici. Le sue opere, esposte in prestigiosi musei e gallerie di tutto il mondo, esplorano temi legati alla percezione, come dimostrato dalla serie Mirrors.


 


La serie Mirrors è una riflessione sullo specchio come rappresentazione della cultura occidentale. L’obiettivo delle opere di Travagli è quello di trasformare il concetto di specchio da simbolo della vanità e predominanza dell’io in uno strumento di introspezione e dialogo tra identità opposte: l’Altro e lo Stesso, l’Identità e la Differenza. In questa installazione, lo specchio diventa una soglia tra due mondi, creando un'esperienza immersiva che porta lo spettatore in un luogo dove le regole dello spazio si trasformano e l'ego si dissolve.

L'installazione sarà visitabile fino al 15 gennaio 2025.


Nicoletta Curradi


lunedì 21 ottobre 2024

Al via il 2 novembre il 65/o Festival dei Popoli



 Il racconto in presa diretta di ciò che sta accadendo lungo la Striscia di Gaza, con gli occhi di chi è sotto le bombe, nella prima mondiale di “To Gaza” di Catherine Libert, Fred Piet e Hana Al Bayaty, e quello dentro le vite di coloro hanno attentato la democrazia statunitense, a Capitol Hill nel gennaio 2021, raccontato in “Homegrown” di Michael Premo, proprio alla vigilia del voto presidenziale che può cambiare volto al mondo. Questo l’inizio di un viaggio lungo 90 film che si apre con Paolo Cognetti e il suo “Fiore mio”, in prima nazionale, che ci porta sulle cime del Monte Rosa (con le musiche di Vasco Brondi) per capire dove stiamo andando davvero e con quali persone al nostro fianco, o lungo le coste liguri tra i “Portuali” di Perla Sardella, nella lotta politica del collettivo di lavoratori nel porto di Genova tra il 2019 e il 2023, con gli scioperi contro le navi degli armamenti. Ancora, le prime di “Going Underground” di Lisa Bosi, flashback sui mitici Gaznevada, dal punk e la new-wave fino all’italo disco, storia acida di ragazzi folli dalla fine degli anni Settanta a oggi, e de “Il complotto di Tirana” di Manfredi Lucibello, piega ironica tra le trame dell’arte contemporanea nella più grande bufala ordita ai danni del fotografo Oliviero Toscani alla Biennale di Venezia nel 2000. E ospiti speciali, firme del cinema d’autore più in voga del momento, come Albert Serra che oltre a presentare in prima nazionale il suo discusso ritratto della corrida spagnola, “Tardes de Soledad”, sarà protagonista di un talk a Palazzo Strozzi. Poi i registi Pietro Marcello e Alice Rohrwacher, a colloquio sul futuro del documentario italiano ormai diretto verso le nuove frontiere del cinema di finzione, Vinicio Capossela che presenterà “Natale Fuori Orario”, originale road movie e film-concerto in cui torna ai suoi primi “concerti per le feste”, o la scrittrice francese Christine Angot, caso letterario in patria, oggi in concorso con “A Family”. Per guardare in faccia la realtà, anche dove fa più male, e agire di conseguenza, nel presente e nei luoghi di tutti i giorni, per scegliere il domani che verrà. 



Questi sono alcuni tra i compagni di viaggio - film, documentari e ospiti - della protagonista di questa edizione, l’esploratrice del mondo che campeggia sul manifesto del 65° Festival dei Popoli, il festival internazionale di cinema documentario più antico in Europa, che si terrà dal 2 al 10 novembre a Firenze per la direzione artistica di Alessandro Stellino, quella organizzativa di Claudia Maci e con la presidenza di Roberto Ferrari. Nel manifesto, infatti, una donna - elaborata con il supporto dell’IA - si muove tra realtà e futuri possibili, si aggira per le piazze e i ponti di una città in trasformazione, attraverso la lente politica del documentario e con gli occhi puntati su quello che verrà. 



Il festival fa parte del programma “50 Giorni di Cinema a Firenze” ed è realizzato con il contributo di Europa Creativa Media, MiC - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Calliope Arts Foundation e Publiacqua.  




Primo giorno e serata d’inaugurazione



Il festival sarà inaugurato alle 20.30 sabato 2 novembre al cinema La Compagnia con l’anteprima italiana di “Fiore Mio”, il primo film scritto, diretto e interpretato da Paolo Cognetti, che esordisce alla regia con un lavoro in cui pone al centro la sua passione per la montagna, come spazio geografico e dimensione interiore. Lo scrittore sarà ospite del festival insieme al cantautore Vasco Brondi che ha curato le musiche del film. Quando nell’estate del 2022 l’Italia viene prosciugata dalla siccità, Cognetti assiste per la prima volta all’esaurimento della sorgente nei pressi della sua casa in Valle d’Aosta. Un avvenimento che lo turba profondamente e lo spinge a raccontare la bellezza del Monte Rosa, dei ghiacciai destinati a sparire o mutare per sempre a causa della crisi climatica. Il regista ci conduce così sulle cime del Quintino Sella, dell’Orestes Hutte e del Mezzalama, attraverso paesaggi mozzafiato e incontri con chi nella montagna ha trovato, prima che una casa, un vero e proprio “luogo del sentire”.


Il primo giorno del festival, al cinema La Compagnia, comincia alle 17 con “Qui è altrove” di Gianfranco Pannone storia tra teatro e carcere ambientata a Volterra, nell’istituto di detenzione collocato all’interno della Fortezza Medicea: qui c’è, appunto, la Compagnia della Fortezza, fondata 35 anni fa e gestita dal regista Armando Punzo, che ogni estate allestisce il suo spettacolo nel carcere, con i detenuti come attori. Gianfranco Pannone ha seguito all’interno del carcere di Volterra le prove di Armando Punzo con la sua compagnia, fino al primo debutto. Entrambi saranno presenti in sala per presentare il film. Alle 18.30 sullo schermo, invece, la storia di una piccola fattoria in una foresta norvegese, con “A New Kind of Wilderness” di Silje Evensmo Jacobsen (per la sezione Habitat): qui vivono una vita isolata i Paynes con l'obiettivo di essere liberi e selvaggi, una famiglia unita e in armonia con la natura: tuttavia, quando una tragedia la colpisce, il loro mondo idilliaco si sconvolge e li costringerà a forgiare un nuovo percorso nella società moderna. Il film ha vinto il Sundance Film Festivalnella sezione dei documentari internazionali.



IL PROGRAMMA


Il programma sarà diviso in Concorso internazionale Lungometraggi e Concorso italiano, mentre ai cortometraggi e mediometraggi sarà dedicato il nuovo Concorso Internazionale Discoveries, per i lavori di giovani registi e registe da tutto il mondo; in Doc Highlights i film di grande risonanza internazionale e poi le sezioni Habitat, dedicata all’ambiente e ai temi della sostenibilità e dei diritti umani, Let the Music Play per i documentari musicali, Popoli for Kids and Teens per il giovane pubblico e il Doc at Work - Future Camps, con le sorprendenti opere provenienti dalle migliori scuole di cinema di tutta Europa. Tra le novità del programma i Fuori concorso, opere di grande rilevanza tematica o realizzate da cineasti di prestigio, capaci di gettare una luce inedita su luoghi, storie e personaggi del nostro paese. Infine, la sezione Feminist Frames, una selezione di opere realizzate da registe donne sul tema della militanza e concentrata su vari momenti di lotta nel corso del secolo scorso, gli omaggi a Judit Elek e Albert Serra, con una selezione dei loro film e incontri aperti al pubblico.  



Saranno 9 i film del Concorso Internazionale Lungometraggi, tutti in anteprima, per i quali la giuria composta dal regista Martin Solà (Argentina), la regista Kumiana Novakova (Croazia) e la produttrice Michela Pini (Svizzera) assegnerà il Primo Premio (7.000€), il Secondo Premio (4.000€) e la Targa "Gian Paolo Paoli" al Miglior Film Antropologico. 10 i cortometraggi e mediometraggi in anteprima del nuovo Concorso Internazionale Discoveries, saranno invece giudicati dalla giuria formata da Charlotte Serrand (Francia), Emma Caviezel (Germania) e Flavia Dima (Romania) che assegnerà il Premio Discoveries (3.500€).



Concorso italiano


Periferie, professioni di ieri e di domani, sogni e lotta politica si intersecano nel Concorso Italiano, che propone in gara 7 documentari. Si apre con la prima mondiale “Cose che accadono sulla terra” di Michele Cinque (3/11), ritratto di una famiglia di moderni cowboys, con la missione di continuare ad allevare il proprio bestiame senza danneggiare l’ecosistema; in prima assoluta anche “In perpetuo” di Federico Barassi (7/11), che si interroga sulla vita degli ultimi conoscitori di una antica pratica di pesca, i trabucchi, dove il ritmo delle giornate è scandito solo dal rapporto tra uomo e mare, generoso quanto impietoso e distruttivo; di diritti sul lavoro, dialogo e sacrifici racconta “Portuali” di Perla Sardella (prima mondiale, 5/11), uno spaccato sulla lotta politica del C.A.L.P., Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova, tra il 2019 e il 2023, con gli scioperi contro la “nave delle armi” e la ricerca di un sindacato più attento alle istanze del presente; “Pensando ad Anna” di Tomaso Aramini (prima mondiale, 4/11) è un flashback negli anni Settanta e racconta le rivolte e la vita personale di Pasquale Abatangelo, ex “delinquente politicizzato” e cofondatore dei NAP, organizzazione armata di sinistra attiva nei diritti dei detenuti, tra interviste, ricostruzioni performative e materiale d'archivio: il regista, con il giornalista Fulvio Bufi e altri attori, interroga Abatangelo stesso sulla necessità della violenza politica per il cambiamento sociale (direttore della fotografia è Peter Zeitlinger, storico collaboratore di Werner Herzog). “Honeydew” di Marco Bergonzi e Michael Petrolini (prima mondiale, 7/11) ci porta, invece, in una località californiana dove alla fine degli anni '70 si raduna un gruppo di persone con il sogno di vivere liberi da ogni costrizione: qui, la legalizzazione a uso ricreativo della marijuana nel 2016 attira imprenditori interessati al business, minacciando i coltivatori locali. In prima nazionale, invece: “Valentina e i muostri” di Francesca Scalisi  (4/11), ambientato in un villaggio rurale siciliano sfigurato, dove Valentina prenderà in mano la sua vita, creando bellezza per cambiare il destino suo e delle persone che la circondano; e “Tineret” di Nicolò Ballante (5/11), che ci catapulta nella vita di Andrei, ragazzo moldavo nella periferia di Roma, dove -  tra corse in auto, il lavoro nella stalla, amici e musica trap - sogna di diventare un artista nonostante i problemi economici. La giuria del concorso italiano è composta dal fotografo e documentarista Paolo Woods, dalla giornalista Carolina Mancini e dal ricercatore e scrittore Rodolfo Sacchettini, che assegnerà il Premio al Miglior documentario italiano (3.000€).



Omaggio ad Albert Serra


Ospite speciale di questa edizione del festival, il regista catalano presenterà in prima italiana il suo “Tardes de Soledad” (7 novembre, ore 19, cinema La Compagnia), appena premiato con La Concha d’Oro al Festival del Cinema di San Sebastián: un’indagine sulla corrida spagnola basata sul ritratto del giovane e carismatico torero Andrés Roca Rey. Serra sarà protagonista di un talk dal titolo “Contro il reale” (5 novembre, ore 15, Strozzina, Palazzo Strozzi) in apertura di un l’omaggio che prevede alcuni dei suoi film più originali, a metà strada tra cinema del reale e arte installativa, per la prima volta in Italia. In programma: “The Names of Christ” del 2010 (5/11, Strozzina, Palazzo Strozzi) racconta in quattordici parti - tante quante sono le stazioni del martirio di Cristo - la battaglia per finanziare un film d’artista tra cinefilia, teologia, satira e ricerca poetica; poi “The Lord Worked Wonders in Me” del 2011 (6/11, Strozzina, Palazzo Strozzi), film nel film in cui una parte della troupe del suo Honor de cavalleria raggiunge La Mancha alla ricerca delle reali ambientazioni delle gesta di Don Chisciotte; e infine “Roi Soleil” del 2018 (5/11, cinema Astra), performance filmata presso la Graça Brandao Gallery di Lisbona nel 2017, in cui l’attore feticcio Lluís Serrat ha inscenato per sette giorni di fila l’agonia del Re Sole. Un compendio di opere rare e poco viste, per la prima volta raggruppate a favore del pubblico del festival. 


L'omaggio ad Albert Serra è organizzato in collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi.



Gli ospiti

Momento speciale del festival sarà il panel “Documentario italiano: verso la finzione?” (6 novembre, cinema La Compagnia, 18.30) che vede protagonisti i registi Pietro Marcello e Alice Rohrwacher. Una conversazione dedicata alla transizione dal documentario alla finzione compiuta da un’intera generazione di filmmaker che, proprio a partire dal confronto con la realtà, ha contribuito a rinnovare la cinematografia del nostro paese negli ultimi due decenni. In dialogo, insieme a Gabriele Genuino (Rai Cinema), due figure di primissimo piano, capaci di raccontare le contraddizioni di un’Italia “bella e perduta” e le “meraviglie” di un paese ancora incerto tra il proprio passato contadino e il presente segnato da un’industrializzazione mai pienamente realizzata.  



Non ultimo, tra i nomi in concorso, quello della scrittrice francese Christine Angot - per la presentazione del suo film documentario “A Family”, in concorso per i lungometraggi. L’autrice incontrerà il pubblico all’Istituto Francese di Firenze (8 novembre, ore 18) per approfondire le tematiche affrontate nella sua narrativa, che fanno di lei una portavoce di primo piano nel campo della denuncia delle violenze subite dalle donne. Tutta l’opera della Angot (in Italia parzialmente tradotta dalla casa editrice Guanda), caso letterario in Francia, è centrata sulla tragedia dell’incesto, dramma personalmente vissuto e denunciato nelle sue opere. L’autrice dialogherà con Isabella Mancini, portavoce della Casa delle Donne Firenze e presidente di Nosotras Onlus. L'incontro con Christine Angot è organizzato in collaborazione con Unifrance, Istituto Francese Italia, Ambasciata di Francia, Istituto Francese Firenze. 



Omaggio a Judit Elek

Di grande rilevanza anche l’omaggio dedicato a Judit Elek, regista ungherese che con la sua opera ha attraversato la storia del Novecento e dato vita a un cinema documentario lirico e impegnato socialmente. La retrospettiva, la prima in Italia dedicata alla cineasta, nasce dalla collaborazione tra il Festival dei Popoli e Calliope Arts Foundation sul progetto triennale “Women Trailblazers in Documentary Cinema”, volto alla riscoperta e alla celebrazione di registe il cui lavoro sia stato sottovalutato o dimenticato nel corso degli anni. Si vedranno in sala cinque dei suoi film: How Long Does a Man Live? del 1967 (4/11), A Hungarian Village - On the Field of God in 1972-73 del 1974 (5/11), A Commonplace Story del 1975 (6/11), To Speak the Unspeakable - The Message of Elie Wiesel del 1997 (7/11) e A Free Man - The life of Erno Fisch del 1998 (8/11). 


L'omaggio a Judit Elek è realizzato in collaborazione con Calliope Arts Foundation e National Film Institute Hungary - Film Archive.


Let The Music Play

La sezione che porta i documentari musicali nel cuore del festival presenta quest’anno le note di grandi classici e storie da riscoprire. Finalmente sullo schermo i materiali d’archivio che accompagnano la storica esibizione dei Beatles a New York nel 1965 con “Things We Said Today” di Andrej Ujica (6/11), ritratto di una generazione che si  apre a un viaggio nel cuore nascosto di quel mondo, al tempo stesso scomparso e palpabilmente presente. In prima assoluta “Going Underground” di Lisa Bosi (8/11) sui mitici Gaznevada, un racconto a ritroso dagli anni Settanta, dalle piazze bolognesi e dalla contestazione, passando per il punk e la new wave, per i sogni di un gruppo di giovani folli, arrivando infine all’Italo-disco e all’house. Si arriva poi in Congo nel 1961 per “Soundtrack to a Coup d’Etat” di Johan Grimonprez (10/11), tra jazz e decolonizzazione in piena Guerra Fredda, quando la musica protestò contro l'assassinio del leader congolese Patrice Lumumba, con la CIA ad agire dietro le quinte e ambasciatori involontari come Louis Armstrong. Nello stesso anno in Spagna, il film “Un pueblo que canta no muere” (The Drunkmen's Marseillaise) di Pablo Gil Rituerto (8/11), ci porta al fianco di chi, in piena dittatura franchista, raccolse clandestinamente i canti popolari della resistenza spagnola.


Doc Highlights

L’attualità e l’analisi storica e politica si intrecciano nella sezione che propone titoli di grande rilevanza, come la prima mondiale “To Gaza” (3/11) di Catherine Libert, Fred Piet, Hana Al Bayaty: il dramma vissuto da migliaia di famiglie palestinesi, uomini, donne e bambini sembra non finire mai e continua ininterrotto dall’ottobre 2023, ma le cause sono da ricercare nella storia dei popoli coinvolti in uno dei più lunghi conflitti mediorientali. Il pubblico viene coinvolto nell’epicentro della tragedia e nella continua opera di ricostruzione dell’identità di un popolo che vive sotto le bombe. In guerra, ma contro se stessa, è anche l’America raccontata da “Homegrown” di Michael Premo (4/11), pluripremiato giornalista, che getta uno sguardo risoluto sulla vita di tre attivisti di destra (un futuro padre del New Jersey, un veterano dell’Air Force e un carismatico attivista texano) nell’estate del 2020, durante la campagna elettorale di Donald Trump, che porterà dritti alla contestazione per le elezioni perse e all’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti d’America nel gennaio 2021. In collaborazione con Calliope Arts Foundation, ci sarà l'anteprima di “Dahomey” di Mati Diop (9/11), trionfatrice all’ultima Berlinale, che si interroga su cosa rimane di una cultura che è stata saccheggiata da un colonialismo predatore, lungo il viaggio per la restituzione di una serie di opere d’arte dalla Francia al Benin. Tra realtà e futuri imprevedibili si muovono invece “Real” di Adele Tulli (3/11), escursione visionaria e coinvolgente nel mondo digitale, sulla relazione che intrattengono i nostri corpi e le nostre menti con il virtuale per mezzo del proliferare di computer e smartphone, e “Cyborg Generation” di Miguel Morillo Vega (08/11), dove un musicista diciottenne decide di progettare un organo cibernetico e di impiantarlo illegalmente nel proprio corpo, acquisendo così un nuovo senso che gli permette di percepire i suoni provenienti dallo spazio. Infine “Natale fuori orario” (9/11), il nuovo film di Gianfranco Firriolo scritto da Vinicio Capossela, anomalo e originale ibrido tra road movie e film-concerto, elogio del potere aggregante della musica e contemporaneamente e riflessione sullo scorrere del tempo, presentato in sala da Capossela.


Fuori Concorso


Prende corpo quest’anno una sezione speciale con firme di spessore nel panorama italiano, che partecipano al festival fuori concorso, con opere che riguardano la Toscana, come luogo di elezione o produzione. A partire da “Vergemolino” di Francesco Pacini (9/11), curioso racconto del Boccabugia, festival di poesia improvvisata, che si tiene da 52 anni a Vergemoli, un paesino tra le montagne della Garfagnana: una gara di poesia che permette a tutti di essere poeti per un giorno, e dove si trovò un giorno Paolo Ruffini - presente alla proiezione - quando cominciò una vera storia d’amore con un luogo speciale. C’è alto valore educativo in “Parole tremanti” di Giovanni Cioni (9/11): le storie di sfollati, profughi, prigionieri, deportati e disertori, raccolte in famiglia da ragazze e ragazzi di scuola media, sono qui ricreate e raccontate nei luoghi dell’ultimo fronte della seconda guerra mondiale, la Linea gotica sul crinale dell'Appennino, in un film scritto, narrato e interpretato dagli alunni delle classi 3D e 3B dell’Istituto comprensivo Scarperia San Piero a Sieve (Firenze). Di arte e invenzioni si occupa invece “Il complotto di Tirana” di Manfredi Lucibello (9/11), regista fiorentino che racconta di una delle più grandi bufale della storia dell’arte contemporanea, quella ordita nel 2000 ai danni del celebre fotografo Oliviero Toscani, quando accetta l’invito del critico d’arte Giancarlo Politi a curare una sezione della prima edizione della Biennale di Tirana. Incontri alla fine del mondo in “Oltre il tempo, l’amore” di Sabrina Iannucci (8/11), documentario tratto dal dietro le quinte dell’incontro tra fisica e cinema sul set de “L'ordine del tempo” di Liliana Cavani, in un’Arca di Noè, dove cast e troupe si sono isolati per cinque settimane, tra la maestria al timone della famosa regista e Carlo Rovelli, a lezione di fine del tempo. Infine, l’Accademia del Caffè Espresso presenta in anteprima “The Rise of Espresso” di Enrico Ventrice (10/11), che ripercorre la storia della trasformazione del caffè espresso da una tradizione italiana ad un fenomeno culturale e globale, industria che non ha mai smesso di cercare l’eccellenza e l’innovazione.



Feminist Frames


Tra le novità dell’edizione ci sarà Feminist Frames, una selezione di opere realizzate da registe sul tema della militanza, che racconta i diversi momenti di lotta nel corso del secolo scorso. In programma: “Remanence” (6/11) di Sabine Groenewegen, con filmati d’epoca sul movimento pacifista femminile olandese degli anni Trenta; “È a questo punto che nasce il bisogno di fare storia” (5/11) di Constanze Ruhm, che approfondisce il lavoro della femminista italiana Carla Lonzi, nata a Firenze e autrice e cofondatrice di Rivolta Femminile negli anni '70; “Woods that Sing” (5/11) di Renata Poljak, con i ritratti di quattro donne partigiane, monumento per il futuro; “Newsreel 242 - Sunny Railways” di Nika Autor, sul lavoro giovanile come parte integrante della Jugoslavia socialista; e “Silence of Reason” di Kumjana Novakova, sulle esperienze di violenza e tortura delle donne dei campi di stupro di Foča durante la guerra in Bosnia-Erzegovina. La sezione è in collaborazione con Calliope Arts Foundation nell’ambito del progetto “Women Trailblazers in Documentary Cinema”. 


Habitat 

L’emergenza sul futuro dell’ambiente in cui viviamo, lanciata negli scorsi anni, è sempre più un tema attuale e caratterizza il presente, gettando fosche tinte sul futuro. Indagare, collegare e raccontare i vari fenomeni è quanto più necessario, vista la portata globale e locale dei danni che ne possono derivare. È questo lo sguardo - verso l’attenzione alla sostenibilità economica e alle sfide climatiche - che la sezione Habitat intende fornire. A cominciare in primis dall’emergenza umanitaria: come in “Save Our Souls” del regista Jean-Baptiste Bonnet, in prima italiana (7/11), che ha passato settimane a bordo della nave ambulanza noleggiata da SOS Méditerranée attiva dal 2016 nel salvataggio di quasi 40.000 persone: sarà un ritratto di questo spazio ristretto, capace di decifrare le questioni politiche e umane in gioco durante il periodo di sospensione alle porte dell'Europa, prima dello sbarco. Nell’anticipazione del festival (sabato 26 ottobre dalle 20 al cinema La Compagnia in collaborazione con Oxfam Italia), “Limits of Europe” di Apolena Rychlíková racconta l’inchiesta sotto copertura e in prima persona della giornalista ceca Saša Uhlová sulla vita delle lavoratrici migranti nell’Europa occidentale, facendo emergere la forte disparità delle condizioni di lavoro e rivelando l’esistenza di una sorta di “cortina di ferro salariale”. “Made in Ethiopia” di Xinyan Yu e Max Duncan (08/11) è un lungometraggio girato nell’arco di quattro anni che solleva il sipario sull'impatto degli investimenti cinesi in Africa e sui suoi effetti su popolazione e ambiente. La prima italiana di “Daughter of Ghengis” di Kristoffer Juel Poulsen e Christian Als (04/11) ci porta in Mongolia dove Gerel Byamba combatte per l’uguaglianza delle donne e allo stesso tempo veste i panni di un’indignata vendicatrice incappucciata a capo di un’organizzazione ultranazionalista che si oppone alla mescolanza delle razze. In prima mondiale. Il collettivo composto da Arianna Biguzzi, Marco Mancini, Antonio Rizzo, Giorgia Sernicola, Valentina Sommariva per “Il giro dell’acqua” (8/11) ci conduce lungo il Canale Cavour che allaga le risaie tra Novara, Vercelli e Pavia da più di 150 anni, e dove si produce oltre il 40% del riso europeo, un paesaggio che sta rapidamente cambiando. Sul fiume Po è ambientato invece “Vivi” di Jacopo Marzi (8/11), dove la sopravvivenza dello storione è minacciata a causa dell’inquinamento e di uno sbarramento che ha interrotto il flusso naturale del fiume, nella zona più inquinata d’Europa: la Pianura Padana. “Coral City” di Camille Ghekiere e Charlotte De Cort (6/11) ha per protagonista Kushlani, giovane scienziata e madre srilankese, impegnata in una spedizione scientifica nelle acque dello Sri Lanka per raccogliere campioni di DNA dei coralli, un ecosistema messo a rischio dal surriscaldamento delle acque oceaniche. Con il mare e l'Algarve urbano come sfondo, seguiamo invece il ciclo completo della vita di uno speciale mollusco, il cirripede d'oca, nel corto d’animazione “Percebes” di Alexandra Ramires e Laura Gonçalves (6/11). Tra giungla e memoria, si snoda “Like Water”, Stone and Foam di Diana Moreno (6/11), con la storia di Liliana, una giovane indigena di Pasto. Infine, “Taming the Garden” di Salomé Jashi (4/11) racconta dell’insolito hobby di un potente ex politico georgiano che si impossessa di alberi secolari, alcuni alti come palazzi di 15 piani, per raccoglierli nel suo giardino privato, dove lo “sradicamento” è più di una metafora. La sezione Habitat è realizzata con il contributo di Publiacqua. 



Popoli for Kids and Teens

I documentari e i corti d'animazione del programma "Popoli for Kids and Teens" raccontano storie di vita di bambini e adolescenti e hanno un alto valore educativo, sia dal punto di vista di una prima alfabetizzazione al linguaggio cinematografico sia rispetto ai temi affrontati, che contemplano gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nell’Agenda ONU 2030, tra i quali: inclusione, riconoscimento delle diversità e alla lotta ad ogni forma di emarginazione e discriminazione, attivismo, diritti dei giovani e delle donne, contrasto alla discriminazione, inclusione, emergenza climatica e migratoria, razzismo. In programma quest'anno 13 film legati all'attualità, con laboratori didattici, incontri con registi, una giuria di giovani tra i 14 e i 18 anni ed eventi speciali per le scuole. Gli appuntamenti sono distribuiti tra Firenze, presso il PARC - Performing Arts Research Centre, al cinema La Compagnia e al Cinema Astra, e Prato, in collaborazione con Cinefilante, al Terminale Cinema. L'iniziativa è realizzata con il contributo della Città Metropolitana di Firenze e il sostegno di Publiacqua, in collaborazione con Parc - Performing Arts Research Centre, Fabbrica Europa, Fondazione Stensen, Lanterne Magiche, Cinefilante, Echivisivi, Aleph, Unicoop Firenze e Mukki.



Doc at Work

Nato nel 2013 come laboratorio di idee per il pubblico, per i cineasti in formazione e per i professionisti, Doc at Work è la sezione che si pone come evento di matchmaking per favorire nuove sinergie tra professionisti, registi consolidati, nuovi talenti e selezionatori di festival, produttori, distributori e altri attori del settore. Il Future Campus è la sezione del Doc at Work dedicata a giovani registi e registe provenienti dalle principali scuole di cinema internazionali. Nella selezione del 2024 fanno parte opere delle seguenti scuole: Aalto University, DocNomads, École Normale Superieure Paris Saclay, Educational Film Studio Łódź, Escola das artes, Fundación BilbaoArte, NABA - Nuova Accademia di Belle Arti, School of the Art Institute of Chicago. Mentre il Doc at Work - Industry è lo spazio dedicato al cinema del reale work-in-progress che accoglie progetti di autori e autrici italiani/e o di produzione italiana, in fase di sviluppo e produzione, con l’obiettivo di farli conoscere a professionisti e professioniste internazionali, per creare nuove sinergie e promuoverne la diffusione. Doc at Work - Industry si svolgerà dal 6 all’8 Novembre 2024, e si comporrà di molteplici eventi e attività riservati ai professionisti del cinema audiovisivo accreditati: il 6 novembre si apre con il "Matchmaking Italia-Svizzera", una sessione di showcase di produttori cinematografici toscani e svizzeri aperti a nuove possibilità di coproduzione, realizzato in collaborazione con Swiss Films, CNA Cinema e Audiovisivo Toscana e CNA Cinema e Audiovisivo Firenze; prosegue con un convegno di presentazione della nuova convenzione CNA - Banca Etica per il Tax Credit e con il "Meet the Festivals", ovvero l'incontro con i rappresentanti di alcuni tra i principali festival europei dedicati al cinema documentario. Un’occasione per scoprire le logiche e i criteri dei festival e le opportunità offerte a livello di industria. Il 7 novembre è la volta di Proxima, la selezione di film italiani in fase di montaggio o post-produzione, di cui saranno presentati in anteprima estratti a un pubblico di professionisti e professioniste internazionali. L'8 novembre le giornate industry si concludono con Itineranze Doc, la presentazione di sei progetti italiani in sviluppo, diretti da giovani registi e registe che hanno seguito la formazione Itineranze Doc, organizzata dalla rete di festival italiani composta da Festival dei Popoli, Festival di Bellaria, IsReal, SoleLuna, PerSo, FrontDoc.

Doc at Work - Industry è realizzato in collaborazione con MAD - Murate Art District, con Swiss Films, CNA Cinema e Audiovisivo Toscana e CNA Cinema e Audiovisivo Firenze.


Altri premi

Alla 65° edizione saranno inoltre consegnati i seguenti riconoscimenti: Premio di distribuzione CG ENTERTAINMENT al Miglior Film Italiano assegnato dalla società di distribuzione CG Entertainment; Premio distribuzione on demand CG Digital al Miglior Film Europeo della sezione “Habitat” assegnato dalla società di distribuzione CG Entertainment; Premio “Diritti Umani” assegnato da Amnesty International Italia a uno dei film della sezione Habitat; Premio distribuzione in sala “IMPERDIBILI”, assegnato dal Cinema La Compagnia di FST - Fondazione Sistema Toscana - al Miglior film Italiano per la sala; Premio distribuzione in sala “Il Cinemino”, assegnato dal Cinemino di Milano al Miglior film italiano per impegno, valore sociale e innovazione stilistica; Premio per il Miglior Montaggio ad un film del Concorso italiano assegnato da AMC – Associazione montaggio cinematografico e televisivo. 



In occasione della 65ª edizione del Festival dei Popoli, una selezione dei film in programma sarà disponibile online sulla piattaforma MYmovies ONE. Ogni titolo concorre per il MYmovies Award, che sarà assegnato al film con la valutazione media più alta determinata dal pubblico online. Il vincitore riceverà un'offerta di acquisizione SVOD da parte di MYmovies ONE, nel pieno rispetto delle finestre di sfruttamento previste.



Biglietti: 60 euro abbonamento completo, 40 ridotto; 12 euro giornaliero (10 ridotto). Biglietti: unico pomeridiano 8 euro (6 ridotto); unico serale 8 euro (6 ridotto).



Il Festival dei Popoli fa parte del programma “50 Giorni di Cinema a Firenze”. La 50 Giorni è parte del Progetto Triennale Cinema, sostenuto dal Ministero del Turismo e delle istituzioni locali e realizzato grazie al Protocollo d’Intesa tra Comune di Firenze, Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Camera di Commercianti


Fabrizio Del Bimbo 




giovedì 26 settembre 2024

Glenn Miller Orchestra, ferma a Firenze il Best Of Tour

 Nell’80esimo anniversario della scomparsa del leggendario musicista  

 In scaletta grandi classici della Swing Era acclamati da tutte le generazioni: "In the Mood", "Moonlight Serenade", "Chattanooga Choo Choo" e molti altri 

 Sabato 19 ottobre 2024 – ore 20,45 Teatro Verdi - via Ghibellina, 99 – Firenze 



GLENN MILLER ORCHESTRA BEST OF Tour Una fine avvolta nel mistero per una leggenda della Swing Era. Nel 1944 ci lasciava Glenn Miller: l’aereo militare su cui viaggiava cadde durante il sorvolo della Manica. Miller volava a Parigi, a portare la sua musica ai soldati dell’esercito alleato sul fronte francese. A ottant’anni dalla scomparsa, il suo mito continua a vivere e le canzoni a risuonare nei principali teatri con la sua Glenn Miller Orchestra, l’ensemble swing e jazz più amato al mondo. E grande è l’attesa per la tappa fiorentina del “BEST OF Tour”, sabato 19 ottobre al Teatro Verdi. I biglietti – posti numerati da 29,90 a 52,90 euro compresi diritti di prevendita – sono disponibili nei punti Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita tel. 055.210804) e online su www.ticketone.it (tel. 892.101). Info tel. 055.667566 - 055.212320 – www.bitconcerti.it, www.vignapr.it. Il “BEST OF Tour” della Glenn Miller Orchestra è prodotto da VignaPr. Trombonista, direttore d’orchestra e compositore, autore di brani celeberrimi quali “Moonlight Serenade”, Glenn Miller è stato uno dei più importanti e influenti musicisti del Novecento. Nel "BEST OF Tour" della Glenn Miller Orchestra che sta riempiendo i principali teatri del Vecchio Continente, la big band riporta in vita il periodo d’oro dello Swing, uno degli stili musicali più sofisticati e cosmopoliti mai creati. Con la sua impeccabile esecuzione che ripropone fedelmente gli arrangiamenti dell’epoca, la Glenn Miller Orchestra - diretta oggi da Uli Plettendorff - non offre solo musica, ma una finestra aperta su un passato glorioso, vibrante di passione. Anche dopo quasi 100 anni, pezzi immortali come "In the Mood", "Moonlight Serenade", "Chattanooga Choo Choo", "Pennsylvania 6-5000" e "American Patrol" continuano a emozionare e coinvolgere il pubblico di qualsiasi età. Carismatico pioniere della musica del primo Novecento, Glenn Miller fondò l'orchestra che porta il suo nome nel 1938, lasciando un segno indelebile nella storia con arrangiamenti e brani che risuonano ancora oggi nei cuori di milioni di appassionati e che continuano a tramandarsi di generazione in generazione. Lo swing è più di un genere musicale; è un'esplosione di vitalità e raffinatezza. Con il suo ritmo sincopato e le melodie irresistibili, invita il corpo a muoversi, trasportando l'ascoltatore in un vortice di energia. Le sue ballate, dolci e ipnotiche, fanno oscillare l'anima stessa, creando un legame indissolubile tra musicisti e pubblico. Questo genere non solo cattura l'essenza di un'epoca, ma la eleva, rendendola eterna attraverso la sua capacità di evocare emozioni profonde e durature. 
 Sito ufficiale www.glennmillerorchestra.de Info concerto Teatro Verdi - via Ghibellina, 99– Firenze Info tel. 055.212320 - 055.667566 www.teatroverdifirenze.it - www.bitconcerti.it 

 Biglietti (compresi diritti di prevendita) Primo settore 52,90 euro Secondo settore 44,85 euro Terzo settore 37,95 euro Quarto settore 29,90 euro Prevendite Box Office Toscana
www.boxofficetoscana.it/punti-vendita (tel. 055 210804) Ticket One www.ticketone.it (tel. 892 101) Sconti e riduzioni I bambini sotto cinque anni entrano gratuitamente accompagnati da un adulto, in numero di un bambino/a per ogni adulto, ma non hanno diritto a occupare un posto a sedere. Persone con disabilità Possono acquistare un biglietto specifico al prezzo più basso previsto per l'evento ed entrare con un accompagnatore gratuito, se la percentuale di invalidità è di almeno il 75%. I biglietti sono reperibili esclusivamente su prenotazione telefonica al numero 055/667566.

Fabrizio Del Bimbo 

ITINERARI DI CARTA atlanti, mappe, diari dal xvi al xviii secolo all' Archivio di Stato di Firenze

 



ITINERARI DI CARTA

atlanti, mappe, diari dal XVII al XVII secolo all'Archivio di Stato di Firenze





La mostra Itinerari di carta. Atlanti, mappe, diari dal XVI al XVIII secolo è l'evento organizzato dall'Archivio di Stato di Firenze in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024, dedicate al tema “Patrimonio in cammino”.


 


Parte della documentazione esposta è già stata presentata nel 2018, nella mostra Il Granducato proiettato in Europa. Viaggi, commerci, scambi – XVII-XVIII secolo, che illustrò gli scambi e i rapporti personali e privati intessuti tra la Toscana Granducale e i maggiori Paesi europei.


 


Oggi il percorso riprende da dove si interruppe sei anni fa, affiancando ad alcune delle carte già esposte una piccola scelta di nuovi documenti, esemplificativi in particolare dei rapporti commerciali e culturali tra il Cinquecento ed il Settecento. Per il Cinquecento esponiamo tre mappe nautiche, in cui è presente l’indicazione delle distanze e dei porti. Per il Seicento, si espone l’Arcano del mare di Robert Dudley, pubblicato per la prima volta a Firenze nel 1646 (2a ed., 1661), con strumenti utili alla navigazione e ai viaggi in genere. Per il Settecento si propone un Atlante pubblicato nel 1802, con indicazioni raccolte da Giuseppe Roux e Jacques-Nicolas Bellin tra il 1764 e il 1772.


 


Sarà esposta per la prima volta al pubblico una mappa del Giappone risalente alla prima visita diplomatica di dignitari giapponesi nelle corti europee – l’ambasceria Tenshṑ, avvenuta tra il 1582 ed il 1590. Inedita anche l’esposizione in mostra di una misteriosa mappa a stampa della città di Pechino, di recente ritrovamento all’interno delle scatole degli Scarti del fondo Diplomatico dell’Archivio di Stato di Firenze, e tuttora oggetto di studi di approfondimento. La mappa, realizzata con inchiostro su carta foderata in tela, presentava ondulazioni e lacune oltre ad un parziale distacco del supporto cartaceo dalla foderatura ed è stata sottoposta, presso il laboratorio dell’Istituto, ad un importante restauro che ha consentito il recupero della planarità, la sutura di lacerazioni e strappi e la riadesione alla tela di foderatura.


 


Gli scambi con il Vicino e Medio Oriente sono testimoniati dal cosiddetto Diploma del Gran Turco, un firmano del sultano Mehmed IV grazie al quale i vascelli naviganti con patente del Granduca di Toscana ottenevano, nel 1668, l’autorizzazione alla navigazione nelle acque dell’Impero Ottomano. Preziosissime testimonianze delle relazioni commerciali intrattenute tra Firenze e l’Egitto sono invece i celebri Diplomi Arabi, otto rotoli cartacei in arabo contenenti lettere ed editti finalizzati a consentire ai mercanti fiorentini, tra il 1422 ed il 1509, di dar vita a stabili relazioni commerciali con l’Egitto – tanto proficue da rendere il fiorino d’oro valuta accettabile nel sultanato.



Numerosi ed interessanti i diari e le relazioni di viaggio, spesso corredati di disegni descrittivi di ciò che di mirabile il viaggiatore incontrava nelle terre remote.


«Viaggiare come antico e moderno strumento di cittadinanza: il presupposto su cui si basa qualsiasi viaggio, oggi come nell’antico regime, consiste nel conoscere distanze, geografia del territorio e posizione dei centri abitati, in modo da poter programmare tutti gli aspetti logistici prima della partenza». Commenta Paola d’Orsi, direttore dell’Archivio di Stato di Firenze.


«Per questo, il racconto di ogni viaggio – aggiunge il direttore - non può che muovere dal corredo di risorse cartografiche, guide, esperienze trasferite da altri viaggiatori: come quelle, magnifiche, esposte in questa mostra. L’Archivio di Stato di Firenze propone qui una riflessione sul valore del viaggio come scambio, e sul viaggiatore come “cittadino altrove”, che attraverso “itinerari di carta” arriva a comprendere i territori, non limitandosi a consumarli come mete di turismo di massa ma invece attivando modelli di relazioni complesse. La mostra rientra in una più ampia strategia di fruizione ampliata dell’Archivio di Stato: colmare la distanza esistente fra i cittadini e i sistemi di documenti è un preciso obiettivo che attraverso strumenti di mediazione e accessibilità, come quelli che questa mostra offre, affronta la sfida di attrarre nuovi pubblici per un accesso pieno e consapevole al Patrimonio Culturale».


 


La mostra sarà anche l’occasione per lanciare un nuovo progetto Art bonus che questa volta riguarderà il restauro di alcuni cabrei che necessitano di un intervento conservativo. Il cabreo è una tipologia documentaria strettamente attinente al fulcro dell’esposizione, testimonianza della formazione del paesaggio urbano e agrario del XVIII secolo, grazie alle sue dettagliate e originali rappresentazioni cartografiche acquerellate di corredo alla descrizione dei beni. In questo caso abbiamo scelto alcuni cabrei appartenenti a un importante ordine religioso, quello dei Cavalieri di Malta.


 


La mostra “Itinerari di carta - atlanti, mappe, diari XVI-XVIII sec.” rimarrà aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 17 fino al 31 ottobrecon ingresso libero.


 


Sabato 28 settembre, domenica 29 settembre e domenica 13 ottobre apertura straordinaria ore 9,30-13.


Ogni giovedì alle ore 16 sono previste visite guidate alla mostra, gratuite e a cura del personale dell’Archivio, su appuntamento inviando una mail a asfi@cultura.gov.it


Itinerari di carta. Atlanti, mappe, diari tra il XVI e il XVIII secolo

27 settembre – 31 ottobre 2024

Coordinamento generale e progettazione: Paola Conti

Testi: Paola Conti, Daniela Fattori, Simone Sartini

Ricerca iconografica e immagini: Francesca Fiori

Restauri: Giada Genua, Irene Zanella

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Progetto grafico: Angela Peccerini, Opera Laboratori

Allestimento: Chiara Cappuccini, Giada Genua, Irene Zanella

Coordinamento tecnico: Leonardo Battelli, Giovanni Ottone, Andrea Tanturli, Giordano Turchi

Amministrazione: Maurizio Ferrara


Visite guidate e didattica: Cristina Tani

Promozione e comunicazione: Opera Laboratori


Nicoletta Curradi

Fabrizio Del Bimbo 


mercoledì 25 settembre 2024

Il FánHuā Festival a Firenze dal 2 al 6 ottobre 2024

 




La Cina contemporanea raccontata dalle luci del grande cinema di oggi, quello poco conosciuto in Europa e in Italia, in una ricognizione di storie, dalle periferie alle grande metropoli, dentro un’industria cinematografica che ha vissuto cambiamenti profondi e repentini, al pari con la società in cui si è sviluppato. Parte da qui la  4/a edizione del FánHuā Chinese Film Festival, il festival di cinema che propone il meglio della cinematografia cinese contemporanea, in 15 film dal 2 al 6 ottobre, al cinema La Compagnia di Firenze. La manifestazione è posta in apertura della “50 Giorni di Cinema a Firenze”.


Il titolo della rassegna significa in italiano “Una varietà di fiori che sbocciano” e fa riferimento con un’immagine poetica alla florida e variegata produzione di opere cinematografiche che si sta sviluppando in Cina: i film sono selezionati dal direttore artistico Paolo Bertolin, critico e curatore cinematografico, membro del comitato di selezione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il manifesto di quest’anno è dedicato alla maestosa figura del Drago verde - simbolo dell’anno 2024 nell’oroscopo cinese che rappresenta la forza, la fortuna e il benessere. 


“Un ampio ponte tra Firenze e la Cina, dove tutti possano passare - ha spiegato Gianni Zhang, presidente dell’Associazione FánHuā e di Zhong Art International - me lo immagino così il festival che abbiamo pensato, passando per il cinema e non solo: cibo, tradizioni e arte per raccontare quello che della Cina non si conosce e per rafforzare sempre di più il rapporto secolare tra i due popoli. Vedere al cinema italiani e cinesi di prima, seconda o terza generazione e saperli coinvolti nelle varie iniziative collaterali, sono questi gli obiettivi che si pone il FánHuā Chinese Film Festival. Prosegue la felice collaborazione con il Cibrèo: anche quest’anno abbiamo organizzato insieme una giornata dedicata alla Cina, al Teatro del Sale il 28 settembre: laboratorio di cucina tosco-cinese seguito da pranzo, Danza del Dragone nella piazza di S. Ambrogio, spazio dedicato ai bambini con racconti e disegni sulle avventure di Marco Polo, per chiudere con il ricco menù della cena finale. Insieme alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, presentiamo a Palazzo Corsini il documentario “In memoria di Michelangelo” realizzato nel quadro di una serie diffusa in Cina per promuovere l’Arte italiana. Il 4 ottobre la serata, realizzata grazie al CESVOT, sarà dedicata al sociale e al volontariato. Tra i partner ci sostiene quest’anno anche la Hainan Airlines, con i voli per gli ospiti. Rivolgo a tutti un caloroso invito a venire a conoscere una Cina autentica sia tradizionale che contemporanea”.


 


“Una selezione di film - racconta Paolo Bertolin, direttore artistico del festival - che mostra come l'industria cinematografica cinese sia all’avanguardia nella ricerca e qualità di contenuti. Il nostro percorso quest’anno parte da “Snow Leopard”, l’ultimo lavoro di Pema Tseden, maestro tibetano prematuramente scomparso, un lavoro ecologista incentrato su un animale affascinante e misterioso, il leopardo delle nevi, e prosegue, tra lungometraggi di fiction, cortometraggi e animazione, discutendo del lascito delle leggi sul figlio unico in “Growing Apart”, del ruolo delle donne in una società in cambiamento in film come “Good Autumn, Mommy” e del conflitto tra tradizione e modernità in una cultura regionale come quella della Mongolia Interna in “To Kill a Mongolian Horse”, per approdare, come di consueto, a un classico che riscopriamo nella serata di chiusura, “A Soul Haunted by Painting”, biografia cinematografica della pittrice Pan Yuling, infiammata da una grande interpretazione di Gong Li e firmata dalla regista femminista Huang Shuqin". 


“Questo festival è un ponte tra Firenze e la Cina che passa dalla cultura – ha detto Giovanni Bettarini assessore alla cultura del Comune di Firenze, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del festival - ci sono tantissimi legami che tengono uniti i due popoli dal punto di vista economico, sociale e culturale che in questi anni abbiamo cercato di approfondire e di stringere. Questo legame è unito, in questo caso, dal cinema, strumento importantissimo perché rappresenta la potenza di raccontare le storie e di coinvolgere le persone su cose che sembrano lontane ma che sono così vicine grazie al grande schermo. Il FánHuā è uno dei festival della 50 giorni di cinema, iniziativa promossa da Fondazione Sistema Toscana, che aggiunge un’offerta culturale a Firenze già densa tra ottobre, novembre e dicembre. Il Fanhua ci consente di approfondire la cultura cinese di cui sappiamo ancora troppo poco e ci consente di non fermarci agli stereotipi”.


Serata di apertura con omaggio a Pema Tseden (ore 21)


Il festival sarà inaugurato da “Snow Leopard” l’ultimo capolavoro del maestro Pema Tseden, prematuramente scomparso nel 2023 (con “Jinpa” aveva vinto il premio come migliore sceneggiatura della sezione Orizzonti alla Mostra del cinema di Venezia nel 2018, mentre il suo “Balloon” era stato proiettato alla prima edizione del FánHuā). Regista, sceneggiatore e scrittore Pema Tseden è autore di opere che ritraggono in modo meticoloso e realistico la sua terra natale, indispensabili per comprendere le condizioni di vita e la cultura del Tibet contemporaneo. Il film, ambientato nelle montagne tibetane, racconta la convivenza tra pastori e fauna selvatica, soffermandosi sulla delicata questione della protezione del leopardo delle nevi in via di estinzione, una creatura inafferrabile che incarna il tesoro della natura del Tibet.


Giovedì 3 ottobre: focus sui cortometraggi


La seconda giornata si apre alle 15 con la proiezione di cinque cortometraggi, selezionati e premiati ai festival internazionali più importanti: da Berlino a Locarno passando per Venezia. In programma: “A Tortoise's Year of Fate”; “Sojourn to Shangri-la”; “All Tomorrow's Parties”; “Goodbye First Love” e “The Poison Cat”. Alle 21 il pubblico potrà assistere alla proiezione di “Growing Apart” del regista esordiente Long Lingyun, un potente dramma familiare che mostra i drammatici effetti prodotti sulla società cinese dagli anni di attuazione della politica del figlio unico, che segue la vita del diciottenne Cheng Fei, il quale scopre di avere una sorellastra che il padre ebbe da una donna che lasciò perché non gli aveva dato un figlio maschio. La narrazione si sviluppa con numerosi flashback rivelando i difficili rapporti genitori-figli vissuti con profonde sofferenze, portando infine alla verità che a Cheng Fei era sempre stata nascosta.


Venerdì 4 ottobre: voci dal Sud della Cina


Il 4 ottobre il festival si posta nella regione del Canton con la proiezione di due film in prima italiana:alle 18 “Borrowed Time”, debutto del regista Choy Ji, un viaggio sentimentale tra presente e passato che porta una donna alla vigilia del matrimonio alla riconciliazione con la figura del padre che aveva lasciato la famiglia anni prima. In prima serata, alle 21, la proiezione in collaborazione con Cesvot (introdotta dal Presidente Luigi Paccosi) dal titolo “Good Autumn, Mommy” di Chen Shizhong, un dramma femminista ricco di suspense che affronta la lotta di una donna contro le superstizioni e le ingiustizie di un piccolo villaggio del sud dove si coltiva la canna da zucchero e la vita è dominata da ataviche superstizioni e credenze popolari. 


Sabato 5 ottobre tra animazione, commedia surreale e tradizioni ancestrali


La giornata del 5 ottobre si apre con la prima europea del film d’animazione “Into the Mortal World” di Ding Zhong, che unisce la mitologia cinese a tecniche di animazione moderne. Il film si ispira alla fiaba classica cinese "Il mandriano e la tessitrice" dedicata agli innamorati. Zhi Nü, nipote dell’Imperatore del Cielo, bravissima nel tessere e realizzare vesti colorate. La fanciulla però, non amava quella vita, così un giorno scese di nascosto nel mondo dei mortali, dove nacque un amore tra lei e il bovaro Niu Lang. Nel pomeriggio spazio alla commedia surreale con “Day Tripper” di Chen Yanqi, ospite del festival, che racconta le assurdità quotidiane di una famiglia durante un trasloco (ore 18). La serata prosegue con “To Kill a Mongolian Horse” di Jiang Xiaoxuan, che firma il ritratto sentito di un mondo al tramonto, quello dei mandriani delle steppe della Mongolia Interna. Non solo il cambiamento climatico minaccia la loro esistenza, ma anche l’avanzare delle attività industriali ed estrattive e lo sviluppo del turismo.


Domenica 6 ottobre, chiusura con il classico “A Soul Haunted by Painting”


L’ultima giornata di festival si apre nel pomeriggio con la proiezione di due premiere italiane, che mettono al centro la questione dell’identità e delle relazioni interpersonali. “She Sat There Like All Ordinary Ones" di Qu Youjia. Sullo sfondo del mondo scolastico, il film esplora il processo di crescita degli adolescenti tra le complessità dei loro rapporti, la formazione e l’affermazione della propria identità, le pressioni dei docenti e le aspettative dei genitori (ore 15.30) mentre "All Ears" della regista Liu Jiaying è una pacata meditazione sui temi della mortalità, dell'identità e della manipolazione della realtà attraverso le vicende di Wen Shan, sceneggiatore senza lavoro, che scopre di avere un talento particolare per la scrittura di elogi funebri che pratica con successo (18).



A chiudere l’edizione, la proiezione di un classico del cinema cinese a 30 anni dalla sua prima, da scoprire e riscoprire in occasione della sua versione digitalizzata. Si tratta di “A Soul Haunted by Painting”  firmato dalla regista Huang Shuqin ispirato alla vita della pittrice cinese Pan Yuliang (1895-1977) e interpretato da Gong Li,  in una delle sue interpretazioni più radiose. Sfuggita alla vita in un bordello, Yuliang apprende l’arte della pittura e arriva alla celebrità a Parigi. Un appassionante classico all’insegna dell’affermazione femminile narrata in un romanzo autobiografico pubblicato nel 1982 dalla scrittrice Shi Nan.


Eventi collaterali

Prima dei giorni del festival, ci sarà spazio per rivolgere uno sguardo alla Cina contemporanea, tre giorni di eventi speciali di avvicinamento: sabato 28 aPrato, in collaborazione con il Centro Pecci sarà proposto “Anima” di Cao Jinling (ore 18.30). Domenica 29 a Palazzo Corsini in collaborazione con la Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze, la proiezione del documentario “In memoria di Michelangelo”, prodotto da Zhong Art International nell'ambito del ciclo Rinascimento: i musei di firenze raccontati dai loro direttori. L'evento è introdotto da un talk “I musei fiorentini, tra social media e overtourism” a cui parteciperanno Cristina Acidini, Presidente della Fondazione Casa Buonarroti e Simone Verde - Direttore delle Gallerie degli Uffizi. Modera Chiara Dino, giornalista del Corriere Fiorentino (ore 17.30). 


E infine venerdì 4 al cinema La Compagnia alle 16.00, incontro con la sinologa Alessandra Lavagnino e lo storico dell’Arte Francesco Morena: "La scoperta della Cina: percorsi di Storia e Arte da Marco Polo alla modernità", il personaggio, il suo operato e le sue testimonianze degli scambi fra l'Italia e la Cina che dettero origine in Occidente al gusto per le cineserie, alle mode, influenzando le espressioni artistiche e dando impulso al collezionismo. Ingresso libero.



Il FánHuā è organizzato dall’Associazione FánHuā in cooperazione con la Zhong Art International, sotto la direzione artistica di Paolo Bertolin, e realizzato con la collaborazione della Regione Toscana e dell’Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana, con il contributo della Fondazione Cassa Risparmio Firenze, il patrocinio dell’Ambasciata cinese e del Consolato Generale Cinese di Firenze, dei Comuni di Firenze e Prato, della Città Metropolitana di Firenze. Tra le collaborazioni territoriali, Cesvot, il Cibrèo e il Teatro del Sale, il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e Lanterne Magiche, Paolo Penko, libreria l’Ornitorinco, Liberi di Educare, Cina in Tavola, l’Istituto Confucio dell’Università di Firenze. Sponsorizzato da  Hainan Airlines, Publiacqua, Ristorante La Spada, La via del Tè, in partnership con Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze, sponsor tecnico Unicoop Firenze. 


Cinema La Compagnia, via Cavour 50r, Firenze, 055/268 451 www.cinemalacompagnia.it

Nicoletta Curradi

Fabrizio Del Bimbo 

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