sabato 7 febbraio 2015

Al Teatro della Pergola "Cercando segnali d`anore nell`universo"

Da martedì 10 a domenica 15 febbraio

Casanova Teatro
Luca Barbareschi
CERCANDO SEGNALI D’AMORE NELL’UNIVERSO
di Luca Barbareschi
regia Chiara Noschese
con Marco Zurzolo 5tet, Marco Zurzolo sax, Mario Nappi piano, Antonio Murro chitarra e voce, Diego Imparato contrabbasso, Gianluca Brugnano batteria
musiche e arrangiamenti Marco Zurzolo
direttore di scena Raffaele D’Alesio
light designer Giuseppe Filipponio
datore luci Claudio Amadei
fonico Carlo Romitelli
microfonista Giulia Giuffrida
amministratore Giancarlo Mastroianni
assistente alla regia Daniele Foresi
luci e audio Gianchi
elementi di scena Scenarredo
distribuzione Stefano Pironti
ufficio stampa Antonio Naselli
organizzazione generale Gianpiero Fontana
supervisione alla produzione Giulio Cestari

Durata: 2 ore circa, atto unico

Da martedì alla Pergola Luca Barbareschi festeggia i suoi 40 anni di carriera con un ‘one man show’ sincero, ironico e pieno di energia. Cercando segnali d’amore nell’universo racconta il percorso umano e artistico che ha contraddistinto una vita professionale inimitabile. Lo spettacolo è arricchito dalla band di Marco Zurzolo, tra i jazzisti più interessanti della scena italiana, un amico con cui Barbareschi ha condiviso tante avventure teatrali e cinematografiche. La regia è di Chiara Noschese.

Per festeggiare San Valentino un ingresso omaggio a ogni coppia dal 10 al 14 febbraio. La promozione Due cuori e un teatro è valida sull’acquisto di un biglietto a prezzo intero, esclusivamente presso la biglietteria del Teatro.

Una festa, un appuntamento con le emozioni che partono dal cuore della scena e arrivano dritte a quello dello spettatore. Dopo il grande successo della scorsa estate al Festival dei Due Mondi di Spoleto Luca Barbareschi arriva al Teatro della Pergola per continuare a raccontarsi a suon di parole, note e ricordi, per rivivere un percorso artistico lungo 40 anni. Cercando segnali d’amore nell’universo si snoda come un racconto letterario in cui Barbareschi, diretto da Chiara Noschese, rievoca episodi, momenti e presenze, attraverso i più grandi autori con i quali si è confrontato. Una messinscena di grande impatto emotivo, a tutto cuore.
“Lo spettacolo racconta la storia della mia vita, da quando sono nato fino ad oggi”, spiega l’attore, “si tratta di un’autobiografia, un racconto molto irriverente verso me stesso: mi prendo in giro e metto all’asta, offrendoli al pubblico, i dolori e le cose belle che mi appartengono. Sono pezzi di vita e palcoscenico, intrecciati insieme.”
L’ironia pungente di Mamet, l’entusiasmo visionario di Cervantes, la saggezza di Shakespeare accompagnano lo spettatore in un viaggio emotivo nella magia del gioco teatrale, con l’accompagnamento di autori come Mozart, James Taylor, Simon & Garfunkel, Chico Buarque suonati dal vivo dal Marco Zurzolo 5tet (Marco Zurzolo al sax, Mario Nappi al piano, Antonio Murro alla chitarra e alla voce, Diego Imparato al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria), cui si aggiungono, in alcuni brani, la chitarra o il pianoforte dello stesso Barbareschi. La musica, così importante nella vita reale come sul palcoscenico, cristallizza nel ricordo ogni momento di vita vissuta.
“Lo spettacolo, dal punto di vista intellettuale, è davvero impegnativo”, confessa, “Cercando segnali d’amore nell’universo è nato dal desiderio di esprimermi: mi sono chiuso in casa e ho cominciato a scrivere, appuntando i miei pensieri, tutto quello che mi stava veramente a cuore. Chiara Noschese è stata una regista attenta, che mi ha tenuto per mano in questa avventura, lasciandomi libero di raccontare. Inoltre è estremamente faticoso anche fisicamente: canto, ballo e suono, ci vuole fiato per sostenere il palcoscenico. E poi non c’è intervallo: è un atto unico perché non riuscirei ad interrompermi, andare in camerino e ricominciare un secondo tempo con la stessa energia.”
Rutilante e multiforme, allegro e riflessivo, Luca Barbareschi in scena è cantante e fine dicitore, si cala nei panni di Enrico V, Jacques, Riccardo III, il Principe di Salina o Evtušenko. Un ‘one man show’ come già aveva fatto con Piantando chiodi nel pavimento con la fronte, che mette alla prova tutti i talenti di Barbareschi, anche attore e produttore di cinema e televisione. Sta infatti per uscire Mennea, una fiction per la Rai in cui è co-protagonista accanto a Michele Riondino e, da produttore, sta lavorando a una serie di otto puntate per Mediaset, I misteri di Laura, con Gianmarco Tognazzi, Carlotta Natoli e Daniele Pecci.
“Ma è il teatro il luogo sicuro in cui Luca si sente finalmente a proprio agio, la passione alla quale continua a dedicarsi con energia e impegno”, ha scritto Chiara Noschese, “lo fa con la coscienza che questo nostro essere uomini cesserà se non riusciremo a far entrare amore, fantasia e immaginazione nella nostra vita. In questa avventura ho, con tanto affetto e onestà, accompagnato un artista di enorme talento in un percorso esaltante, emozionante, autentico”.
I suoi primi ricordi risalgono al periodo antecedente la sua nascita a Montevideo (Uruguay) il 28 luglio 1956, quando, nella pancia della madre, intraprende un viaggio “clandestino” a bordo di una nave da crociera e già lì avviene il primo “singolare” avvicinamento al teatro. Poi cominciano gli anni spensierati della fanciullezza trascorsi con il padre, severo e determinato, ma che sa insegnargli tanto e che non manca di dimostrargli il suo amore. L’adolescenza, invece, è segnata dalla separazione dei genitori e da un episodio che segnerà tutto il resto della sua vita. Passano gli anni, arriva l’età adulta, la carriera artistica e il successo e, dopo 40 anni, anche la maturità.
“Ho sperimentato quanto l’amore sia riuscito a cambiare la mia vita”, ammette Barbareschi, “nel rapporto con i figli, nella relazione con le persone che collaborano con me e con l’umanità che mi circonda tutti i giorni. Bisogna avere la capacità di amare, di accogliere e ricevere amore. Molti non riescono a viverlo mai.”
Cercando segnali d’amore nell’universo è quindi un momento di condivisione onesto e sincero, senza veli e protezioni, che toccherà quanti non hanno smesso di cercare se stessi nei loro sogni, nei cieli notturni, nelle storie antiche, nelle lunghe attese, nella voglia di fare festa.
L’arte diventa un insegnamento, dà significato e voce ai momenti più toccanti. Perché la vita è uno strano gioco nel quale tutti ci troviamo a recitare.

Fabrizio Del Bimbo

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