“In Corea del Sud
sono stati prodotti 140 film nell’ultimo anno.”.
Così Nam Dong Chul del Busan International film Festival, il festival più
importante della Corea del Sud e in Asia, presente ieri a Firenze in occasione
della tavola rotonda sul confronto tra il cinema italiano e coreano, organizzata
nell'ambito del Florence Korea Film. Tra
i
relatori presenti anche Marco Luceri, coordinatore del sindacato
critici
cinematografici della Toscana oltre Leonardo Cinieri Lombroso, regista
italiano, l'attore Ahn Sung-ki, tra i più famosi in Corea del Sud e
Riccardo Gelli, direttore del Florence Korea Film Festival. “E’ una buona media –
ha spiegato il programmatore - che cresce sempre di più negli ultimi anni".
“In Corea del Sud – ha spiegato Nam Dong Chul – i film coreani sono tutelati perché
la legge impone che il 50 per cento delle proiezioni in sala in un anno devono
essere di film prodotti in Corea del Sud. Questa legge tutela la cinematografia
nazionale e permette di vedere nella stessa misura le altre cinematografie”.
"Il cinema
americano - ha detto l'attore Ahn Sung-ki - è il più visto in Corea del Sud.
Ormai le altre cinematografie arrivano in modo molto minore, come il cinema
italiano e francese, che una volta arrivavano con molta più frequenza". E
sul cinema di guerra, genere a cui il Florence Korea Film Fest dedicata una
retrospettiva, l'attore Ahn Sung-ki ha detto "sono stati girati molti film
sulla guerra della Corea anche perché il pubblico sente molto questa tematica.
Prima degli anni 70 erano film di propaganda politica, successivamente si sono
sviluppati i film contro il comunismo e legati al business. Dopo gli anni 90,
anche argomenti meno trattati prima, si sono sviluppati film che hanno trattato
la guerra anche nei suo aspetti umani e d’amore”.
Del Bimbo Fabrizio
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