Il 22 dicembre alle ore 11 viene presentato in S. Piero Scheraggio un Autoritratto di Vittorio Granchi, donato dal figlio Andrea agli Uffizi, per la Collezione degli Autoritratti.
Si completa con questo dono l’omaggio alla figura del grande restauratore fiorentino ricordato - per la passione e competenza profuse nel campo del restauro - nella ricorrenza del centenario dalla nascita con una giornata di studi all’Accademia delle Arti del Disegno lo scorso 20 ottobre.
“Con l’autoritratto di Vittorio Granchi, entra nelle collezioni degli Uffizi l’effigie di un protagonista dell’arte e del restauro del Novecento”, dichiara la Soprintendente Cristina Acidini.
L’Autoritratto con cravatta nera, dipinto nel 1931 nella vecchia casa-bottega di via Palazzuolo è tra i primi autoritratti quello che attesta la precoce compiuta maturità pittorica, basilare strumento per il restauro e in questo caso segno di una sicura sintonia con gli indirizzi della pittura toscana della prima metà del Novecento. L’Autoritratto con la cravatta nera era già stato esposto a Firenze nella mostra all’Accademia delle Arti del Disegno (Vittorio Granchi. Pittore e Decoratore. Opere 1924-1950, 18 dicembre 1992 – 19 gennaio 1993), che aveva fatto conoscere le opere di Granchi decoratore e ritrattista, oltre ad alcuni sin-golari estemporanei documenti storici quali sono le vedute da lui dipinte dell’area devastata dalle distruzioni belliche nell’agosto del 1944.
“La Galleria con questa accessione intende rendere omaggio a un uomo che seppe infondere le sue qualità poetiche nelle due attività che segnarono la sua esistenza: il restauro e la pittura”, dice Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi.
Vittorio Granchi (1908 – 1992), nato in una famiglia dalle profonde tradizioni artistiche, si era formato negli anni ’20 all’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze sotto la guida di Luigi Cavalieri e Giacomo Lolli. La lunga carriera artistica, intrecciata con quella più conosciuta di restauratore, è stata segnata da riconoscimenti e da numerose esposizioni. Dipinti e disegni di Vittorio Granchi sono conservati alla Galleria d’arte moderna di palazzo Pitti, all’Accademia delle Arti del Disegno e presso varie Istituzioni fiorentine.
Il rilevante apporto di Vittorio Granchi, sia per le metodologie che per le specifiche operatività dei restauri, è attestato anche da tanti interventi condotti sui dipinti della Galleria degli Uffizi, come l’elenco dei restauri da lui eseguiti documenta. Dal 1934 quando venne chiamato da Ugo Procacci a far parte della equipe del costituendo Gabinetto Restauri della Soprintendenza alle Gallerie fiorentine, vi prestò la sua opera fino al 1973, conducendo restauri considerati storici, come quelli alle tavole vasariane nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio e i molti di quel durissimo momento operativo costituito dai “salvataggi” delle opere danneggiate dall’alluvione del 1966, come il Crocifisso di Cimabue, definito il “suo momento più alto” da Renzo Chiarelli, allora Soprintendente.
Nell’occasione della donazione dell’Autoritratto, viene a fianco esposto il Ritratto di giovanetto di Lorenzo Lotto, (tolto temporaneamente dalla sala 34 degli Uffizi). Con questo mirabile restauro pittorico, che a distanza di quasi cinquant’anni ne attesta ancora la resistente validità, Vittorio Granchi aveva permesso di recuperare perfettamente la leggibilità dell’opera; e in più gli esami radiografici avevano rivelato la presenza del medesimo volto autografo orientato in altro verso.
Nicoletta Curradi
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