giovedì 11 febbraio 2010

Alla Strozzina una nuova mostra di Gerhard Richter


Dal 20 febbraio al 25 aprile 2010, al CCCS (Centro di Cultura Contemporanea Strozzina), Palazzo Strozzi di Firenze si terrà la mostra GERHARD RICHTER E LA DISSOLVENZA DELL’IMMAGINE NELL’ARTE CONTEMPORANEA, ideata da Franziska Nori, project director CCCS, e da Hubertus Gassner, direttore della Kunsthalle di Amburgo.

Organizzata in collaborazione con la Kunsthalle di Amburgo, l’esposizione presenterà 11 opere di Gerhard Richter (Germania, 1932), uno dei più importanti artisti della seconda metà del Novecento, che dialogheranno con quelle di sette artisti contemporanei (Lorenzo Banci, Marc Breslin, Antony Gormley, Roger Hiorns, Scott Short, Wolfgang Tillmans, Xie Nanxing) legati allo stesso Richter da una profonda sfiducia nei confronti dell’immagine come veicolo di verità.

Il tema dell’esposizione è la dissoluzione dell’immagine, e si pone come ideale continuazione della mostra attualmente in corso al CCCS, dal titolo Realtà Manipolate (fino al 17 gennaio 2010), che esplora la relazione esistente tra la realtà e la sua rappresentazione mediante la fotografia e il video. Gerhard Richter, uno dei più conosciuti e richiesti artisti viventi, ha fatto di questo concetto uno dei paradigmi del suo lavoro e ha posto le fondamenta per quello degli artisti della nuova generazione.

Richter, uno dei pionieri nel portare all’estremo la dissoluzione sia della figura che della tecnica pittorica stessa, dipinge sopra fotografie originali o usa una particolare tecnica di pittura sfocata. Come punto di partenza, Richter seleziona deliberatamente soggetti comuni o casuali. Ben consapevole del potere delle immagini, egli si sforza di rompere o piuttosto di mettere in dubbio la loro chiarezza, facendo emergere o scomparire le immagini stesse. Gioca con la realtà e la sua apparenza e converte le immagini figurative in astratte, focalizzando la sua attenzione, per esempio, su dettagli minori. Ha posto come base del suo lavoro l’uso di immagini esistenti, sia per poter trasferire le caratteristiche da un medium a un altro, sia per utilizzare differenti generi su uno stesso piano. Richter indirizza la differenza che esiste tra la percezione soggettiva e l’esperienza oggettiva della realtà, nel luogo in cui solo la pratica artistica può offrire possibili approcci, all’interno cioè della difficile relazione esistente tra l’oggetto e la sua rappresentazione.
Orario: 10-20 giovedì 10-23 Lunedì chiuso

Nicoletta Curradi

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