sabato 9 aprile 2011

Convegno ANINSEI a Firenze


All'Auditorium della Cassa di Risparmio si è svolto l'8 aprile scorso il Convegno dell'ANINSEI:
La Costituzione italiana (articolo 34, comma 4) dispone: «La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali». Affinché una scuola sia libera, l’accertamento da parte dell’autorità competente alla presa d’atto dovrebbe rivestire solo carattere di discrezionalità meramente tecnica, rivolgendosi non tanto al fine positivo di constatare l’idoneità della scuola all’assolvimento dei compiti voluti, quanto a quello negativo di escludere l’insuscettibilità di poterli adempiere. Quindi, in linea con la giurisprudenza costituzionale italiana, soltanto accertamenti negativi, non attinenti alla idoneità degli insegnamenti e dell’organizzazione di questi. L’articolo 41, comma 1, riconosce: «L'iniziativa economica privata è libera». Tuttavia, al comma 3 dispone: «La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali». La «piena libertà» riconosciuta alle scuola paritarie non è soggetta, dunque, neppure a «programma e controlli», disposti per l’iniziativa economica, riconosciuta «libera». La legge 62/2000, prima attuazione, dopo 52 anni, del dettato costituzionale riportato, avrebbe dovuto aprire uno scenario nuovo per la scuola italiana, in combinata attuazione con la legge 59/1997, che all’articolo 21 riconosceva l’autonomia delle istituzioni scolastiche statali. Tuttavia c’è un sentimento di paura, un senso di diffidenza nei confronti della scuola non statale, ieri come oggi. C’è una lunga linea difensiva, una sorta di linea maginot, contro i rischi di invasione, di tentativo di contenimento dell’irruzione di alcune scuole non statali: l’azione amministrativa ha avuto questo carattere. Pertanto ci si deve chiedere quali possano essere, dopo dieci anni di parità, le strategie per il futuro, soprattutto rispetto ai problemi che incontra oggi la scuola italiana. Anzitutto è da irrobustire la valutazione, in modo che ai genitori sia possibile compiere scelte informate, venga assicurata la qualità del servizio, si giunga a identificare le scuole tutte, statali e non statali, inadeguate. Sono da flessibilizzare gli aspetti organizzativi, superando norme di conformità al sistema statale di organizzazione dell’istruzione che non hanno più ragion d’essere. Il Paese ha bisogno della costruzione di un patrimonio di conoscenze e di competenze, secondo almeno queste aree di lavoro: il superamento del valore legale del titolo di studio; la formazione dei docenti; il superamento degli squilibri esistenti, affrontando insieme le sfide comuni (dispersione, livelli avanzati di preparazione, confronti con gli altri Pesi, anche non europei). Le prospettive concrete che si possono proporre partono dal riconoscimento di un’autentica autonomia delle scuole a gestione statale, non meramente funzionale: le istituzioni scolastiche devono passare ad una gestione pubblica, non statale, e venire configurate quali enti pubblici a se stanti, con uno statuto proprio, la scelta dei docenti e un budget proporzionato agli studenti iscritti e frequentanti e senza vincoli di destinazione. Della formazione dei docenti sono committenti le istituzioni scolastiche, che dovranno attingere da albi professionali. Sarebbe interessante stabilire, come per i docenti delle università, una permanenza nell’albo professionale non superiore a quattro anni, con l’obbligo di un nuovo esame di abilitazione (e ripetizione del tirocinio formativo attivo), nel caso, nel quale i docenti interessati non fossero stati assunti, nello spazio di tempo indicato, da nessuna istituzione scolastica. Tale prospettiva comprende anche le istituzioni scolastiche non statali paritarie, che fanno parte del servizio pubblico dell’istruzione. Con questo convegno, organizzato nell’occasione della 63ª Assemblea nazionale, l’ANINSEI intende affrontare queste tematiche con il contributo di:

Annamaria Poggi, Parità e Costituzione.

Giacomo Dutto, L’esperienza della legge n. 62/2000.

Bruno Bordignon, Parità: prospettive.

Fabrizio Del Bimbo

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