La crisi interessa principalmente il “medio mercato”
Una parte centrale della stagione estiva in leggera diminuzione. E’ questa la tendenza che Mercury – società di marketing e ricerche in campo turistico – ha rilevato in relazione alle presenze turistiche del mese di agosto. Una ricerca effettuata sulla base di rilevazioni dirette e che sarà inserita nel contesto del rapporto sul turismo, che Mercury presenterà a Roma nel prossimo mese di settembre.
Tendenzialmente un’ottica congiunturale del comparto del turismo per il periodo estivo parte da una valutazione che vede una diminuzione complessiva delle presenze valutabile fra il 2% ed il 3%, ma con andamenti diversificati dei vari comparti e delle diverse aree territoriali.
Questo andamento è determinato da alcune cause:
la strutturale perdita di competitività del comparto balneare, in particolare di medio livello;
la crisi economica che caratterizza diversi paesi di origine dei flussi;
la diminuzione del mercato americano per la forte svalutazione del dollaro e per le tipiche difficoltà che caratterizzano gli anni nei quali avviene l’elezione del Presidente del Paese;
il difficile avvio della stagione estiva con molti weekend sui quali, particolarmente nel periodo di maggio e giugno, ha inciso il maltempo;
la tendenza a vacanze e soggiorni sempre più brevi;
l’aumento del movimento turistico nei periodi al di fuori dei quattro mesi estivi (giugno-settembre), dai quali si fugge per gli alti prezzi.
Questi aspetti hanno determinato una situazione differenziata:
le grandi città d’arte reggono il mercato, pur mostrando una leggera flessione, più accentuata durante il periodo estivo (-1/2%). Peraltro assumono importanza crescente i flussi dai nuovi paesi dell’Est Europa e dai new comers dell’economia internazionale, non solo Cina ma anche India e Brasile.
le destinazioni balneari risultano quelle maggiormente concorrenziate dalle altre località del Mediterraneo, sia delle Riva nord che della riva Sud, in particolare con riferimento ai residenti in Italia. Questi ultimi sono sempre più orientati a fruire di una vacanza di una settimana all’estero.
comunque non ha più senso parlare di turismo balneare, ma piuttosto di Turismi del mare. Secondo questa ottica si prevede una diminuzione della tradizionale fruizione balneare fatta di spiaggia, mare e derivati (-2,5%), a fronte di un aumento che continuerà ad essere considerevole delle crociere (+6%) e della nautica da diporto (+3%);
per il turismo montano-ambientale risultano in difficoltà le destinazioni tradizionali e classiche, mentre mostrano segnali positivi i turismi di nicchia ed i soggiorni esperienziali;
per le terme continua la crisi (-4%) dei grandi stabilimenti tradizionali (Montecatini T., Chianciano T., Castellammare di Stabia ecc..) mentre reggono il mercato le destinazioni minori (stazionaria o di leggero incremento);
per il benessere continua il trend di sviluppo (+4%) anche se un po’ rallentato rispetto ai grandi incrementi degli anni precedenti. Il comparto, peraltro, sta assumendo una valenza sempre più autonoma rispetto al tradizionale mercato termale.
In linea generale si può affermare che reggono di più la concorrenza le offerte di alta gamma e quelle più competitive in termini di prezzi, per cui è in atto una polarizzazione del mercato con la concorrenza degli altri paesi che si fa sentire più forte per il medio mercato.
Per quanto riguarda la ricettività, trovano una rispondenza più positiva i villaggi turistici rispetto ai campeggi tradizionali, mentre il comparto alberghiero presenta maggiori difficoltà particolarmente per l’offerta meno strutturata e più caratterizzata da piccole gestioni balneari.
Da un punto di vista territoriale tale situazione comporta una maggiore competitività delle regioni del Mezzogiorno per il turismo balneare mass-market, mentre le regioni del Centro Nord e la Sardegna presentano andamenti più positivi per le destinazioni di maggiore qualità.
Il costo dei trasporti, la situazione economica italiana ed internazionale, il cambiamento dei costumi, un consumo più attento creano difficoltà al turismo estivo 2008 in Italia, che non si ferma ma preferisce sempre di più vacanze ripetute e più brevi, magari all’estero, grazie al cambio dell’euro favorevole che rende le destinazioni oltre oceano sempre più attraenti.
In sintesi: nel mese di agosto, tradizionale periodo di ferie, gli operatori turistici denunciano un generale calo di presenze, con una maggiore preoccupazione nelle aree che maggiormente contano sull’estate. La diminuzione del comparto balneare al Centro nord è determinata in primo luogo dalla competitività sui prezzi, mentre al Sud è collegabile più a problemi di qualità. Sembrano avere avuto minori effetti i fenomeni esogeni o particolari, come la raccolta rifiuti solidi urbani.
Il quadro di sintesi del settore potrà essere fatto solamente a fine anno, perché i modi di fare vacanza cambiano velocemente e perché si verificheranno effetti compensativi fra i vari periodi dell’anno.
La storia degli ultimi anni ci insegna, infatti, che le previsioni negative dell’Estate, anche quelle molto negative, si sono trasformate spesso in dati consuntivi di fine anno positivi. È una ipotesi che, almeno parzialmente, si verificherà anche per l’anno in corso.
DEL BIMBO FABRIZIO
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