Si è concluso l'8 congrfesso della SIDAPA, che si è svolto a Firenze.Si è parlato di cibi geneticamente modificati e l’ambiente che ci circonda: come difenderci da minacce sempre più frequenti.
Questi alcuni temirattati durante l’8° Congresso della SIDAPA (Società italiana di dermatologia allergologica professionale e ambientale), presideduto dal Professor Massimo Gola, che si è appena concluso a Firenze.
Nella sessione conclusiva del Congresso ampio spazio è stato dedicato alla cute e alle reazioni avverse agli alimenti. In particolar modo nel caso della celiachia, la cui classica descrizione è stata completamente rivoluzionata: grazie a studi di screening sempre più accurati, molti dei quali condotti in soggetti in età scolare, è divenuto evidente che la celiachia, considerata malattia rara, è molto più frequente di quanto ritenuto in passato, interessando, in media, un individuo ogni 100 abitanti. Tale malattia può insorgere in qualsiasi età della vita, e può anche non manifestarsi ma decorrere in maniera silente. Pertanto il sospetto di celiachia non può essere basato solo sul rilievo di alterazioni come l’anemia o il colesterolo, nè soltanto sulla presenza di sintomi come il dimagrimento, il gonfiore o il dolore addominale, ma è necessario ricercare attivamente la patologia in tutte le categorie a rischio: parenti di primo grado di soggetti celiaci, pazienti con diabete mellito di tipo 1, donne con infertilità o aborti ricorrenti, soggetti allergici, ecc. Soltanto così sarà possibile identificare la massa di pazienti non ancora diagnosticati, e stimati nell’ordine del 90% del totale.
Altra sindrome affrontata è stata quella del malassorbimento al lattosio, dovuta all’incapacità di metabolizzare lo zucchero a causa dell’assenza dell’enzima lattasi. Tale tipo di malattia colpisce soprattutto in età adulta, con dolori addominali, crampi, diarrea, e non va confusa con l’allergia al latte, ben più rara e che colpisce soprattutto lattanti e bambini piccoli, dovuta a una reazione immunitaria verso le proteine del latte.
Altro tema di importanza crescente e sempre più attuale, è stato quello riguardante i cibi classificati come GM – geneticamente modificati – che rischiano di trasferire, durante la manipolazione dell’ingegneria genetica, proteine potenzialmente allergeniche. Basti pensare che la soia e i derivati sono presenti nel 60% degli alimenti in forma di acidi grassi, emulsionati o lecitina, e il mais, direttamente o indirettamente, nel 50% dei prodotti alimentari. Non è possibile ridurre il rischio, adottando criteri di comportamento particolari, poichè la modifica è insita nelle cellule dell’alimento. Attualmente la soia transgenica in commercio in Europa non presenta sostanze allergenicamente differenti rispetto a quella non manipolata, ma esiste il problema che vegetali modificati si ritrovano anche nel mangine animale. Nel caso venga immesso in commercio un prodotto modificato deve necessariamente riportare sull’etichetta in modo chiaro la sua origine e l’indicazione del rischio di sensibilizzazione per i soggetti. In Italia esiste una legge che vieta l’uso di piante transgeniche nella preparazione di alimenti destinati all’infanzia.
DEL BIMBO FABRFIZIO
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