martedì 26 febbraio 2008

La dimora delle nevi e le carte ritrovate al Palazzo Nonfinito

La mostra "La dimora delle nevi e le carte ritrovate" è organizzata dalla Società di Studi Geografici – insieme al Museo di Storia Naturale, al Dipartimento di Astronomia e Scienza dello Spazio e al Dipartimento di Studi Storici e Geografici dell'Università di Firenze e in collaborazione con Club Alpino Italiano-Sezione di Firenze, Famiglia Passigli, Gabinetto Vieusseux, Istituto Geografico Militare e Società Geografica Italiana
L'intento è quello di ricomporre in un quadro d'insieme dei documenti sparsi in più sedi, e di rendere omaggio a un momento importante della storia scientifica italiana e in particolare a un evento che vide la convergenza di studiosi di diversa estrazione, i cui "imponenti ed eccezionali risultati scientifici" – come scrive F. Surdich – "furono elaborati dai diversi partecipanti dopo la prima guerra mondiale e raccolti in un'opera di più di seimila pagine". La mostra fa seguito a un convegno - organizzato dalla Società di Studi Geografici - nel quale la discussione e le rivisitazioni sul tema delle spedizioni italiane nell'Asia Centrale ha trovato opportuno coronamento in una tavola rotonda sulla conservazione e la valorizzazione del patrimonio scientifico. Grazie al contributo della Regione Toscana-Servizio Biblioteche e dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze le foto della spedizione De Filippi del 1913-14 sono state acquisite in formato digitale e catalogate secondo i criteri dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.
Traendo spunto dal recente recupero dei diari autografi del De Filippi e di altri membri della spedizione e di cinque album di foto, questa mostra vuole ricordare, a quasi un secolo di distanza, le spedizioni scientifiche italiane dei primi del Novecento con particolare riguardo a quella progettata e condotta da Filippo De Filippi nel 1913-'14. Sguardi incrociati su quest'ultima emergono dai diari del De Filippi, inediti, da quello di Giotto Dainelli pubblicato nel 1924, di Nello Ginori Venturi, di cui purtroppo si è conservata soltanto la prima parte presso la biblioteca del Cai di Firenze, di Cesare Antilli, che copre solo il periodo agosto-ottobre 1914, fino al taccuino di lavoro di Giorgio Abetti, conservato ad Arcetri.
Per quanto riguarda i diari del De Filippi e dell'Antilli, si tratta di una vera e propria scoperta, perché essi giacevano, mai catalogati, fra i materiali d'archivio posseduti dalla Società di Studi Geografici e dall'ex Istituto di Geografia dell'Università di Firenze, ora Dipartimento di Studi Storici e Geografici. In particolare, i diari del De Filippi non recavano il nome dell'autore, l'attribuzione del quale è avvenuta in seguito a studi preliminari compiuti per la redazione di tesi di laurea. Gli album fotografici, invece, rilegati e intitolati Spedizione asiatica De Filippi 1913-14, non erano stati oggetto di studi particolari. Essi raccolgono quasi 4000 immagini, solo in parte già note, presentate in ordine cronologico, seguendo le varie tappe della spedizione, illustrative di un gran numero di soggetti, ciascuna provvista di didascalia; fra queste spiccano duecento grandi panorami contenuti in due album a sé stanti. Le immagini sono scattate dal fotografo ufficiale della spedizione, il tenente del Genio Cesare Antilli, che fu sostituito, dopo la sua partenza a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, dall'astronomo Giorgio Abetti. Una nutrita serie di foto poi sono opera del geografo Giotto Dainelli, altre ancora sono di Alfred Spranger e dell'altro geografo della spedizione, Olinto Marinelli. I diari del De Filippi riguardano sia la spedizione di Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi del 1909 al Baltoro, sia quella del 1913-'14 sulla catena dell'Himalaya occidentale e del Karakorum, organizzata direttamente dal De Filippi. Assieme ai diari è stata rinvenuta anche una copia delle foto della spedizione del 1909 scattate da Vittorio Sella, per eccellenza il fotografo della montagna e dei panorami realizzati da Federico Negrotto.
A Giotto Dainelli dobbiamo una testimonianza ricca e puntuale. Il suo giornale di viaggio, pubblicato col titolo "Paesi e Genti del Caracorum", nel 1924 - sarà seguito nel 1959, quindi pochi anni dopo la conquista del K2 compiuta dalla spedizione di Ardito Desio, dal volume "Esploratori e alpinisti del Caracorum", il quale, come recita il titolo stesso, mette in risalto i legami in divenire fra esplorazioni, scienze e alpinismo.
Oggi il Karakorum è noto anche perché meta di turismo d'alta quota, certamente selezionato ma non esclusivo, e i resoconti dei singoli visitatori si moltiplicano in rete.
Palazzo Nonfinito Via del Proconsolo 12 Firenze
Dal 14 al 24 marzo 2008
Ingresso libero
Orario: 15-16 marzo 10-19; 17-21 marzo 16-19 22-24 marzo 10-19

Nicoletta Curradi

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