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mercoledì 13 ottobre 2010
il Museo dell'Opera del Duomo di Firenze si rifà il look
Stanno per iniziare i lavori per il nuovo Museo dell’Opera del Duomo a Firenze, uno dei più importanti al mondo per la scultura medievale e rinascimentale con capolavori di Michelangelo, Donatello, Ghiberti e Luca della Robbia. Presentazione del progetto architettonico e di allestimento di Adolfo Natalini e Guicciardini & Magni architetti. Tra gli aspetti più spettacolari del nuovo museo, la “sala dell’Antica Facciata” con la ricostruzione al vero della facciata trecentesca del Duomo di Arnolfo di Cambio e la Porta del Paradiso del Ghiberti.
L’Opera di Santa Maria del Fiore, di cui è presidente Anna Mitrano, ha dato inizio ai lavori per la realizzazione del nuovo Museo dell’Opera del Duomo a Firenze e nell’occasione presenta al pubblico il progetto architettonico e di allestimento affidato ad Adolfo Natalini e Guicciardini & Magni architetti.
Tra i più importanti musei al mondo di scultura medievale e rinascimentale, Il Museo dell’Opera del Duomo vanta una storia ed una collezione eccezionali, con capolavori di Michelangelo, Donatello, Lorenzo Ghiberti e Luca della Robbia. Nel museo sono raccolte le opere eseguite nei secoli per il Battistero, il Campanile e il Duomo di Firenze che, per motivi di conservazione o nel corso di modifiche ed ammodernamenti, sono state rimosse dalla collocazione originale.
Il nuovo complesso espositivo comprenderà due strutture: quella storica, già adibita a museo, e il nuovo ambiente del Teatro degli Intrepidi, acquisito dall’Opera di Santa Maria del Fiore nel 1998, collegate in un percorso unitario che ”pur nel rispetto delle loro caratteristiche architettoniche storicizzate, andranno a costituire un unico spazio”. L’ampliamento del museo è un fatto di grande importanza, in quanto permetterà l’esposizione dell’intera collezione e consentirà di accogliere opere monumentali come la Porta del Paradiso del Ghiberti e le altre due porte del Battistero, qualora si decida di musealizzarle, insieme ai gruppi scultorei che le sovrastano.
Il nuovo museo disporrà del doppio dello spazio rispetto a quello attuale, con una superficie utile di 5.250 mq di cui 2.430 espositivi e il resto destinato ad aree d’accoglienza e spazi tecnici. Sarà così possibile un allestimento razionale delle opere, che saranno divise tra quelle realizzate per l’esterno dei monumenti e gli arredi interni. Capolavori come la Pietà di Michelangelo o la Maddalena di Donatello saranno finalmente esposte in spazi adeguati che consentiranno una lettura corretta e suggestiva delle opere. Costi previsti per la realizzazione del museo 25 milioni di euro, interamente finanziati dall’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze, che prevede la fine dei lavori tra sei anni, nel 2016. Il tempo necessario per completare i lavori, dato che l’Opera ha deciso di non chiudere il museo ma procedere per avanzamenti successivi.
Il Museo dell’Opera si caratterizzerà per la forte suggestione degli ambienti e dell’esposizione delle opere. Tra le sale più spettacolari, quelle della “Pietà di Michelangelo” e “dell’Antica Facciata” (29 metri x 21 x 16 di altezza), quest’ultima con la ricostruzione al vero della facciata trecentesca del Duomo di Arnolfo di Cambio e l’esposizione della Porta del Paradiso del Ghiberti.
“La sala dell’Antica Facciata, afferma il presidente dell’Opera, Anna Mitrano, sarà qualcosa di più di una semplice sala espositiva e svelerà la meraviglia dell’antica “piazza del Duomo di Firenze” ricreata in un senso di continuità nei nuovi spazi museali. All’esterno i visitatori potranno vedere la piazza del Duomo con la facciata ottocentesca, all’interno quella antica di Arnolfo di Cambio, unite in un percorso ideale tra passato e presente, tra reale e virtuale. Per l’Opera questo è un momento storico, una tappa significativa nella vita di oltre sette secoli della nostra istituzione. Siamo infatti consapevoli di costruire qualcosa che trasmetterà la nostra storia alle generazioni future. Da qui è nato il nostro impegno e la lungimiranza quando nel settembre del ’98 acquistammo lo spazio dell’antico Teatro degli Intrepidi”.
Già nel 1998-2000, in occasione del Giubileo, dopo un secolo dalla sua apertura avvenuta nel 1891, era stato eseguito un intervento di ampliamento ed adeguamento tecnico del museo dell’Opera del Duomo, a cura degli architetti Luigi Zangheri e David Palterer. Per questo nel 1998 l’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze, in vista anche del rientro della Porta del Paradiso del Ghiberti, ha deciso di acquistare l’edificio attiguo al museo, Il Teatro degli Intrepidi (un edificio risalente al 1779, dal 1914 deposito di materiali e poi autorimessa), che avrebbe consentito il raddoppio degli spazi e la realizzazione di un “grande Museo dell’Opera”. Nel 2002 è stato indetto un concorso di idee per l’ampliamento del Museo che ha coinvolto quattro grandi nomi dell’architettura internazionale (da cui è stato realizzato un libro ed una mostra). Tra i partecipanti anche Adolfo Natalini, a cui successivamente è stato affidato l’incarico insieme ai suoi collaboratori Piero Guicciardini e Marco Magni.
Il nuovo progetto architettonico e di allestimento ha avuto tre obiettivi: rispettare il più possibile quanto già fatto, rinnovando il museo là dove lo richieda il progetto museografico; allestire l’ex spazio del Teatro degli Intrepidi e creare nuovi spazi di collegamento tra il teatro e gli altri edifici.
Nell’ex Teatro degli Intrepidi, al piano terra, è stato ricavata la grande sala dell’Antica Facciata dove, addossata ad una parete, sarà realizzato il modello evocativo, al vero, della facciata trecentesca del Duomo, in legno chiaro su struttura metallica. Alla sua base, saranno esposte le opere riconducibili all’antica facciata. Sul lato opposto della sala, la parete sarà costituita da una galleria su tre livelli, con una serie di aperture regolari che si affacciano sul suggestivo ambiente. Rivestita da lastre di marmo bianco statuario, la parete della galleria funziona come una quinta su cui è predisposto lo spazio per alloggiare le tre porte bronzee del Battistero, all’interno di teche speciali. Con l’apertura del museo vi sarà esposta la Porta del Paradiso con le statue del Sansovino, e i gruppi bronzei del Danti e del Rustici.
La copertura della sala avrà la stessa struttura a quinta della galleria, con aperture schermate da una membrana opalina, da cui passerà la luce zenitale proveniente dai lucernari del tetto superiore. Tra le due superfici saranno posizionate le fonti di illuminazione artificiale, regolabili automaticamente a compensare il variare della luce naturale. Sul lato volto a sud del tetto, la superficie vetrata alloggerà un grande impianto fotovoltaico di 200 mq, ad impatto ambientale zero, in grado di sostenere gran parte dei consumi energetici della struttura museale.
Il progetto architettonico ha ricavato nuovi spazi tra il Teatro e gli altri edifici, tra cui la Galleria ed un nuovo piano nella Sala di Bonifacio VIII. La Galleria, da un lato, attraverso le aperture offrirà una visione dalle diverse altezze ed angolature della ricostruzione della facciata arnolfiana, dall’altro, funzionerà come spazio espositivo. Al primo piano saranno esposte le opere del campanile di Giotto, da qui si potrà anche accedere alla sala della Cupola, alta 8 metri e lunga circa 28 metri, con i modelli del Brunelleschi, la ricostruzione del cantiere e un punto di sosta con un video sulla storia dell’Opera e della sua architettura. All’ultimo piano della Galleria, infine, uno spazio dedicato ai modelli e gli studi sulla facciata del duomo fino al concorso ottocentesco. Da questo spazio, attraverso un ambiente chiuso dotato di ampie aperture vetrate, si potrà entrare in una nuova terrazza da cui godere una visione inedita e straordinaria della cupola del Brunelleschi.
La sala della Pietà di Michelangelo, ricavata nello spazio dell’attuale sala di Bonifacio VIII, è un volume puro, dove la luce filtrata scende dall’alto. L’opera sarà collocata su un basamento centrale in pietra serena, ad evocazione di una mensa d’altare, che consentirà la visione del gruppo scultoreo in linea con la sua natura religiosa, pensata da Michelangelo come proprio monumento funerario. Il basamento centrale del gruppo sarà poggiato su un elevatore a scomparsa, in grado di movimentare l’opera verso l’alto in caso d’inondazione.
Per informazioni al pubblico: www.operaduomo.firenze.it
Nicoletta Curradi
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