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giovedì 3 marzo 2011
Alla Galleria degli Uffizi preziosi disegni italiani dal British Museum in mostra
Fra Angelico to Leonardo. Italian Renaissance Drawings, la mostra aperta al British Museum nella primavera dell’anno passato e organizzata congiuntamente dal museo londinese e dalla Soprintendenza Speciale di Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, riscosse un successo di pubblico ancora superiore alle pur ampie aspettative che ne avevano accompagnato gli accurati preparativi.
Riprova indubitabile di una costante predilezione accordata al disegno italiano del Quattrocento, l’esposizione sottolineava con un’enfasi particolare il disegno fiorentino, da sempre ammirato, studiato e ricercato nel mondo anglosassone.
A distanza di sette mesi dalla sua chiusura, la medesima selezione di cento disegni, equamente scelti tra quelli proprietà del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e quelli del British Museum - le due più vaste collezioni al mondo di disegni italiani del Quattrocento (Cristina Acidini) - viene riproposta alla Galleria degli Uffizi e al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi. L’iniziativa - come afferma Cristina Acidini - è un sogno che diventa realtà per tutti gli appassionati del Rinascimento italiano.
La mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Soprintendenza
Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e Firenze Musei, insieme all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, include autentici capolavori che prendono avvio dalla fine del Trecento, con fogli ancora improntati a caratteri tardogotici, e superano gli esordi del Cinquecento, approdando a esiti che Vasari avrebbe definito propri della maniera moderna.
Decenni essenziali per l’affermazione del disegno come espressione artistica dotata di una propria autonomia e che di volta in volta è anche esercizio quotidiano, elaborazione di uno stile, riflessione progettuale, studio dell’antico, della figura umana o della natura, esplorazione e misurazione dello spazio.
Gli autori, di prima grandezza, rappresentano in termini numericamente prevalenti la scuola centro-italiana, annoverando, tra gli altri, Lorenzo Monaco, Beato Angelico, Filippo e Filippino Lippi, i Pollaiolo, Verrocchio, Botticelli, Perugino, Ghirlandaio, per arrivare infine a Leonardo, Raffaello e Michelangelo; ma importanti approfondimenti non mancano anche per gli ambiti del nord Italia con Pisanello, Mantegna, Jacopo e Gentile Bellini, Carpaccio, Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti, Amico Aspertini e, finalmente, Tiziano.
La rassegna fiorentina non si limita tuttavia a riproporre quell’originaria selezione di opere esposta al British Museum, per quanto ampia e significativa, ma si arricchisce ulteriormente con integrazioni di disegni, incisioni, oreficerie, dando luogo a un percorso che si snoda all’interno del complesso monumentale degli Uffizi e che coinvolge sia la Galleria, sia il Gabinetto Disegni e Stampe. Nello spazio espositivo di quest’ultimo e nella contigua Sala del Camino sarà possibile ammirare oltre quaranta opere, ugualmente rilevanti rispetto a quelle presenti nella mostra londinese, ma in alcuni casi destinate a rimanere consultabili solo in loco per la particolare cautela che richiedono le tecniche e i supporti.
Dunque, capolavori normalmente visibili solo a Firenze, come la Giuditta di Mantegna o il Cartonetto per il monumento equestre a Giovanni Acuto di Paolo Uccello o anche le due piccole prove un tempo attribuite, forse dallo stesso Giorgio Vasari, a Cimabue, oggi sappiamo senza fondamento. La loro selezione per la mostra segna simbolicamente l’apertura verso un nuovo modo di disegnare, oltre che di dipingere, di cui si sarebbe reso protagonista lo stesso Cimabue, preludendo alle ben più ampie conquiste formali raggiunte nel Quattrocento.
In Galleria, infine, una ventina di dipinti, dovuti agli artisti documentati tramite esempi della loro produzione grafica, saranno dotati di nuovi apparati didattici destinati a rinviare, in un gioco di reciproche rispondenze visive, agli studi preparatori visibili alle Reali Poste.
A rimarcare la differenza tra l’esposizione londinese e quella fiorentina sarà anche la presenza di due cataloghi di mostra, il primo dei quali corrispondente alla versione italiana della precedente pubblicazione inglese; il secondo concepito per agevolare la visita al Gabinetto Disegni e Stampe e per far convergere l’attenzione su problemi di collezionismo, gusto e recezione critica del disegno italiano e delle stampe fiorentine del Quattocento, da Vasari a Berenson.
Fabrizio Del Bimbo
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