giovedì 3 marzo 2011

Un'occasione per i toscani che amano l'Alto Adige: la mostra Oetzi20


20 anni, ma non li dimostra: tanto tempo è già passato dal ritrovamento dell’Uomo venuto dal ghiaccio e, fino al 15 gennaio 2012, il Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano dedica alla sua celebre mummia l’esposizione temporanea “Ötzi20”. Tra scienza, costume, cronaca e arte, quattro piani di allestimento presentano l’impatto di Ötzi sui contemporane, con una nuova ricostruzione di com’era da vivo.
Si tratta dei primi vent’anni della sua seconda vita di mummia, una tra le più importanti e note al mondo. Era il 19 settembre 1991 quando in un ghiacciaio della Alpi della Ötztal alcuni escursionisti recuperarono un corpo umano ben conservato risalente a 5300 anni fa, ribattezzato affettuosamente dai media “Ötzi”.
In un contesto interattivo, ideato per dialogare con il visitatore accompagnandolo attraverso gli oggetti esposti e le installazioni, Ötzi20 illustra il passato ma soprattutto il presente della mummia dell’Età del rame ormai divenuta parte del nostro immaginario. Dalle più recenti scoperte scientifiche all’Ötzi oggetto di approcci esoterici, a quello protagonista di operazioni di marketing o di fantasiosi reportage giornalistici, la mostra fissa un’ “istantanea dinamica” in equilibrio tra antichità archeologica e fenomeno sociale, dove trova spazio il costante mutamento delle conoscenze su Ötzi e delle rappresentazioni che ne abbiamo.
L’esposizione temporanea occupa tutti e quattro i piani del Museo Archeologico dell’Alto Adige, per un totale di 1.200 m2, all’insegna rispettivamente dei temi life, reality, science e fiction, ovvero Ötzi come è stato incontrato e vissuto nei primi giorni dopo la sua scoperta, com’era e com’è nella realtà, nei resoconti e nelle pratiche dei ricercatori così come nelle domande (aperte) poste dalla scienza ed infine nella rappresentazione massmediatica e popolare. Esposti dal 1998 al Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano, in tredici anni la celebre mummia con il suo straordinario corredo di vestiario ed attrezzatura sono stati visitati da oltre 3 milioni di persone provenienti da tutto il mondo. Benché morto, Ötzi ha influenzato vite suscitando reazioni ed emozioni che la mostra intende indagare.
La star dell’esposizione è la nuova ricostruzione a grandezza naturale dell’Uomo venuto dal ghiaccio, basata su un modello anatomico tridimensionale del cranio, su dati tomografici e sui più recenti metodi ricostruttivi della medicina forense. L’opera è stata realizzata dai due artisti olandesi Alfons e Adrie Kennis, già noti per avere dato un volto all’Uomo di Neandertal. Questa ricostruzione sostituisce quella, vetusta, già esposta al museo.
Grazie al lavoro dei fratelli Kennis, l’aspetto e il corpo dell’Uomo venuto dal ghiaccio assumono una forma quanto più verosimile e realistica: Ötzi appare come un uomo di statura media, snello ma nerboruto, con i lineamenti affilati, la barba incolta e la pelle bruciata dal sole. La fotografa tedesca Heike Engel (agenzia 21Lux) ha seguito per sei mesi Kennis & Kennis documentando in esclusiva per il Museo Archeologico dell’Alto Adige l’intero processo di ricostruzione dell’Uomo venuto dal ghiaccio. La serie di fotografie così realizzata illustra in modo tangibile il capolavoro artigianale dei due gemelli olandesi, suscitando nello spettatore l’impressione di trovarsi immersi nel loro atelier.
La mostra Ötzi20 del Museo Archeologico dell’Alto Adige si confronta anche con le interpretazioni artistiche della celebre mummia. Un’istallazione dell’artista britannica Marilène Oliver accoglie i visitatori all’ingresso del museo: è “Iceman Frozen Scanned and Plotted”. L’opera è composta da numerose lastre di acrilico riunite in un unico blocco: le loro perforazioni riproducono i profili dell’Uomo venuto dal ghiaccio ottenuti da scannerizzazioni tomografiche, permettendo alla Oliver di giocare con il concetto di “multistraticità”.
Ötzi20 espone inoltre i “Tableau vivant” della fotografa altoatesina Brigitte Niedermair, una rassegna di scatti di grande formato delle ricostruzioni della mummia presenti in diversi musei europei, immortalate nei contesti e negli ambienti più diversi.
Infine, in concomitanza con la mostra, il Museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano Museion ospita una rivisitazione del progetto “La fuga di Ötzi”, che l’artista tedesco Hans Winkler realizzò nel 2008. Riproducendo le orme della mummia su piastre d’asfalto nei pressi di Museion, Winkler inscena un “giallo archeologico” incentrato su una misteriosa fuga di Ötzi dal museo che lo ospita.
Ötzi20 per tutto il 2011 e fino alla chiusura nel gennaio 2012 prevede eventi e proposte varie, come workshops tematici, visite guidate con i protagonisti - curatori, progettisti, ricercatori, tecnici, - proposte specifiche per bambini e over 60, incontri con gli artisti e, naturalmente, una grande festa di compleanno per Ötzi domenica 18 settembre 2011, che si prolungherà oltre la mezzanotte per celebrare, il 19, il ventennale della sua scoperta.
Media partner ufficiale è il National Geographic Germania.
La mostra temporanea Ötzi20, aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2012 presso il Museo Archeologico dell’Alto Adige in via Museo 43 a Bolzano, è sostenuta finanziariamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano.
Informazioni: http://oetzi20.it.

Fabrizio Del Bimbo

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