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giovedì 22 luglio 2010
Il tributo dei Medici al re di Francia Enrico IV
Il 14 maggio 1610 in una strada di Parigi un uomo uccide con una pugnalata il re di Francia, Enrico IV Qualche giorno dopo l’assassino, che si chiama François Ravaillac, viene sottoposto in una affollatissima place de Grève (l’attuale piazza di fronte all’Hotel de Ville) al supplizio previsto per i regicidi, torture terrificanti e poi morte lenta per squartamento. Il re vittima di questo attentato strano del quale ancora nessuno ha capito né i motivi, né i mandanti (se ce ne furono) si chiamava Enrico IV, ma da sempre per i nostri cugini d’oltralpe è solo “notre bon roi Henri”. Un modo affettuoso e quasi intimo per definire un re che oggi è uno dei personaggi più popolari della mitologia nazionale francese. Vera forza della natura, spirito avventuroso e cuore leggero, Enrico IV sa complottare, combattere, amare, ma anche e soprattutto governare. Nato in una Francia straziata dalle guerre di religione, diventa il simbolo della sua riconciliazione e la sua vita è una cavalcata eroica che finisce in una tragedia. Politico accorto, innamorato perennemente insoddisfatto, re costruttore, uomo coraggiosissimo, ma sprovvisto di qualsiasi sentimento di odio, Enrico di Navarra concentra su se stesso tutte le contraddizioni di un’epoca tormentata, però anche feconda. Ma soprattutto re Enrico è l’autore di quel grande gesto di civiltà e tolleranza che prende il nome di Editto di Nantes (1598), atto di riconciliazione nazionale dopo 40 anni di atrocità d’ogni genere.
A quattrocento anni dalla morte Firenze rende omaggio a Enrico IV re di Francia con una interessante mostra documentaria ed iconografica allestita alle Cappelle Medicee. Quando la notizia dell’assassinio arriva a Firenze Cosimo II de’ Medici (1609-1621), granduca di Toscana e cugino di Maria de’ Medici moglie del re assassinato e reggente per il minorenne Luigi XIII, ordina l’allestimento di funerali in effigie in onore del Re Cristianissimo. L’imponente cerimonia si svolge il 15 settembre 1610 e si inserisce nella pratica dei rituali funebri con forte valenza politica organizzati dalla famiglia de’ Medici.
A partire dal Cinquecento la famiglia Medici mostra la propria influenza politica in Europa anche tramite allestimenti scenografici legati ad eventi familiari delle principali dinastie: nascite, matrimoni e morti. Questa celebrazione fastosissima, uno dei primi atti del principato del giovane Cosimo II, ribadisce anche l’alleanza instauratasi tra la Francia e i granduchi di Toscana grazie al matrimonio di Maria de’ Medici con Enrico IV nel 1600. La scenografia della solenne cerimonia funebre realizzata sotto la direzione di Giulio Parigi, architetto di corte e disegnatore, ha dato luogo ad un programma iconografico e pittorico di una notevole rilevanza che rievoca le grandi gesta e il saggio modo di governare del defunto re. L’insieme, composto da ventisei tele di grande formato dipinte a grisaglia (diciannove delle quali ancora esistenti), è stato eseguito da artisti toscani vicini ai Medici, tra i quali Jacopo da Empoli, Bernardino Poccetti e Francesco Curradi: costoro diedero vita ad una vera e propria opera collettiva che, per un breve periodo di tempo, adornò le pareti della basilica di San Lorenzo, interamente drappeggiata, per la circostanza, da paramenti funebri. L’influsso esercitato da questo insieme fu tangibile, nonostante il suo limitato periodo di esposizione. All’opera, infatti, infatti si ispira la serie di grandi dipinti che Maria de’ Medici commissionò a Rubens per la decorazione del palazzo del Luxembourg.
L’esposizione dedicata alla commemorazione di Enrico IV è leggermente diversa nelle due sedi, per intuibili motivi di comunicazione. Se infatti la figura del re è ovvia per la Navarra, altrettanto non lo è per Firenze, dove l’introduzione didattica ha uno spazio maggiore. Una parte è perciò dedicata ai Medici e alla politica familiare che vide Maria, nipote di Ferdinando I, andare in sposa a Enrico IV nel 1600 giungendo, dopo l’assassinio del Re, alla reggenza della corona di Francia per il delfino. Con la magnificenza della pompa funebre, celebrata a Firenze, la corte medicea vuole anche sottolineare la legittimità di quella reggenza e della successione al trono per Luigi XIII.
In mostra oltre alle tele ci sono libri, incisioni e disegni per la celebrazione, l’albero genealogico dei Medici, medaglie dei principali personaggi legati all’episodio, documenti del matrimonio, preziosi ritratti del Re e della Regina in pittura e scultura e un magnifico bozzetto di Pieter Paul Rubens, con lo Sbarco di Maria de’ Medici a Marsiglia eseguito a modello per il ciclo per il palazzo del Luxembourg, che Maria commissionò al pittore tra il 1622 e il 1624.
La mostra è stata promossa ed organizzata dalla Réunion des musées nationaux, il dal museo nazionale del castello di Pau, città che ha dato i natali al “buon re Enrico”, in collaborazione con il Polo museale fiorentino.
Parigi val bene una messa! 1610: omaggio dei Medici a Enrico IV re di Francia e di Navarra
fino al 2 novembre 2010
Nicoletta Curradi
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