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giovedì 18 novembre 2010
Premio Invito a Palazzo alla terza edizione
Si è tenuta nei giorni scorsi presso l’Opificio delle Pietre Dure a Firenze la cerimonia di consegna del premio Invito a Palazzo, giunto alla quarta edizione, assegnato dall’Associazione Bancaria Italiana, ABI, al miglior diplomato restauratore della Scuola di Alta Formazione dell’Opificio delle Pietre Dure.
Il Premio, conferito ex aequo agli allievi Eleonora Gioventù e Stefano Pasolini, consentirà il restauro di due sculture seicentesche del Giardino di Boboli a Firenze: il Perseo della Fontana dell’Isola e Amore che colpisce un cuore con il martello, entrambe attribuite a Giovan Battista Pieratti (1622-23).
Su quest’ultima opera sarà sperimentato un nuovo metodo biologico di restauro, che appare più efficace delle precedenti tecniche applicate fino ad adesso nella ripulitura dei materiali lapidei.
Il nuovo metodo utilizza dei batteri (Desulfovibrio vulgaris subsp. vulgaris) in grado di rimuovere le incrostazioni che si formano sui materiali lapidei esposti all’esterno. completa rimozione delle incrostazioni a base di solfati (materiale gessoso), quali in particolare le croste nere, elemento di degrado che deturpa la maggior parte dei monumenti marmorei presenti nelle aree urbane.
La sperimentazione sarà condotta dall’Opificio delle Pietre Dure in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche dell’Università di Milano, che da vari anni si occupa dello sviluppo di queste nuove tecnologie.
Alla cerimonia di consegna del Premio, Guido Palamenghi Crispi, responsabile Relazioni Culturali ABI, ha messo in evidenza come il Premio aiuti i giovani restauratori ad entrare nel mercato del lavoro oltre che a restaurare un bene artistico: “grazie a loro l’Italia non va in rovina”. Inoltre, Palamenghi Crispi, ha affermato che il Premio Invito a Palazzo continuerà, ma in un’altra formula, perché la Scuola di Alta Formazione dell’Opificio ha riaperto quest’anno i corsi di formazione, dopo che per 4 anni si era fermata in attesa della nuova normativa. Anna Maria Buzzi, Direttore Generale Organismo indipendente di Valutazione della performance del Ministero, ha sottolineato come l’Italia ha un patrimonio tra i più importanti del mondo, ma lo Stato Italiano investe sempre meno sui Beni Culturali. Basti pensare che lo Stato investe in questo settore per le spese in conto capitale (escluse quelle correnti come stipendi, bollette, ecc.), poco più di 300 milioni di euro all’anno, mentre le banche, da sole, 500 milioni. Ben vengano quindi gli interventi dei privati per mantenere e valorizzare un patrimonio come il nostro.
Alla cerimonia sono intervenuti anche Isabella Lapi, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure; Cristina Acidini, soprintendente Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Firenze; Ferdinando Quattrucci, Presidente della Commissione Regionale Abi Toscana; Alessandro Cecchi, Direttore del Museo del Giardino di Boboli, Soprintendenza Speciale P.S.A.E. e per il Polo Museale della Città di Firenze; Letizia Montalbano, direttore della Scuola di Alta Formazione dell’Opificio delle Pietre Dure e Alessandra Griffo, Direttore del Settore Lapidei dell’Opificio delle Pietre Dure.
Le precedenti edizioni del Premio sono state assegnate nel 2009, a Sara Guarducci, diplomata nel settore di restauro del Mosaico e commesso in pietre dure, per il restauro di uno stipo mediceo in ebano del XVII secolo, opera dell’ebanista fiammingo Leonard Van der Vinne, detto il «Tarsia». Nel 2008, a Filippo Tattini, diplomato nel settore dei Materiali Ceramici e Plastici, per il restauro di un’inedita terracotta policroma del XV secolo raffigurante Santa Caterina da Siena; nel 2007, a Maria Stragapede, diplomata nel settore di restauro dei Tessili, con una tesi sulla famosa “coperta di Usella”, un antico tessuto del XIV secolo, conservato al Museo Nazionale del Bargello.
Nicoletta Curradi
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