venerdì 4 aprile 2008

Francesco Furini, un convegno a Firenze

La mostra di Palazzo Pitti allestita al Museo degli Argenti e curata da Mina Gregori e Rodolfo Maffeis ha permesso a un pubblico più vasto di quanto sia stato sinora di apprezzare ed amare uno dei maestri più affascinanti del Seicento fiorentino e italiano in genere. Con un ristretto numero di opere l'esposizione ci consente di seguire le fila dell'attività di Furini sin dai primissimi esordi (l'ottagono con la "Fuga in Egitto") e dalle prove devozionali con il tentativo di fusione di elementi toscani alla Cigoli e alla Allori con altri caravaggeschi, appresi durante i tre anni (1619-22) di soggiorno a Roma in compagnia di Giovanni da San Giovanni.
Ma Furini compie lo scatto in avanti a partire dallo straordinario "Aurora e Cefalo" di Ponce (1625) che fece affermare a Luigi Baldacci nel 1986: "quasi un Caravaggio raccontato in un sogno di Shakespeare": la meravigliosa dea dai capelli un poco scomposti, lo sguardo perso a contemplare il volto di Cefalo è accompagnata da putti che fanno sciamare petali di rose, in un'atmosfera rorida, notturna, di totale abbandono che presto diverrà tipica dell'arte di Furini. Un exploit che verrà riproposto, con toni più drammatici, nella "Venere che piange Adone" di Budapest.
Ma un altro elemento importante si fa strada nella pittura di Furini: le citazioni dalla statuaria antica, che si fanno via via più frequenti delineando uno stile personalissimo e del tutto inedito.
Dopo una sosta a Venezia nel 1629, dove avrebbe dipinto un quadro da accompagnare a uno di Guido Reni, a riprova dei contatti con l'arte del maestro bolognese, Furini realizza il suo capolavoro: "Ila e le Ninfe " (Galleria Palatina), notturno di emersioni lacustri, meravigliose schiene arcuate, profili perduti.
Dei rapporti con Guido Reni e con altri pittori coevi si è parlato nel corso del convegno "Giornata di studio per Francesco Furini", organizzata il 4 aprile dall'Ente CRF all'Auditorium di Banca CR Firenze. Al convegno hanno partecipato molti studiosi italiani e stranieri, quali Marzia Faietti, Maria Giulia Aurigemma, Elisa Acanfora, Daniele Benati, Ladislav Daniel, Serena Padovani e molti altri. Hanno cooordinato i lavori, che saranno seguiti dalla pubblicazione degli atti, Mina Gregori e Rodolfo Maffeis.

Nicoletta Curradi

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