martedì 22 aprile 2008

Galeotta fu la cena... a Volterra

Antica e suggestiva la cornice, la Fortezza Medicea di Volterra (PI), simpatici e gioviali i cuochi e i camerieri, squisite e inovative le pietanze, allegri e spensierati i convitati: sono questi gli "ingredienti" per una cena ideale. E così è stata davvero la prima "cena galeotta" del 2008. Eh, sì, proprio tra le spesse e poderose mura della casa circondariale della città dell'alabastro, una trentina di carcerati vestono da aprile a dicembre, una volta al mese, gli insoliti panni di chef, maitre e cameriere per scelti parterres di ospiti ( alla prima cena era presente il vescovo della città e sono previsti 100 posti per ogni evento) fino alla fine dell'anno, per prepararsi ad una nuova vita fuori dal carcere. La'ffiatato gruppo di "ristoratori" è coadiuvato nel compito da chefs di altissimo livello: la sera del 18 aprile è stata la volta di Marco Stabile, che dirige il ristorante "Ora d'aria" (nome sintomatico!) di Firenze. François, parigino di colore, simpaticissimo e loquace, ha al suo attivo una laurea alla Sorbona ed un master, ma ormai è proiettato verso una carriera tra i fornelli o come sommelier (è bravissimo a servire il prosecco!). IL passato è alle spalle di ognuno di questi giovani, non si parla degli "errori" commessi, ma solo degli "exploits" gastronomici, dei permessi di uscita per lavorare nelle pizzerie di Volterra, del futuro al di là delle sbarre, reso possibile da una stretta collaborazione tra il Ministero di Giustizia, la Slow Food e l'Unicoop, che ha retribuito i ragazzi ed ha fornito le materie prime. Luigi di Napoli, anche lui gioviale e desideroso di comunicare con persone esterne al carcere, tiene a dire a tutti quanto sia fondamentale per i carcerati un contatto con il mondo esterno (per esempio, anche attraverso attività di teatro), per poter nutrire una speranza e costruire qualcosa di positivo nel futuro. Splendida la sede scelta per il banchetto, un'antica cappella, mentre moderna e pratica è la cucina in cui hanno cucinato i "cuochi" in erba. Un'esperienza che gratifica tutti, i detenuti, il personale del carcere, gli invitati e ---"il cuore si scioglie", campagna internazionale che da anni vede impegnati l' Unicoop e il mondo deil volontariato in progetti di solidarietà sparsi in tutto il mondo.
Fabrizio Del Bimbo

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