mercoledì 19 marzo 2008

Alla Galleria Bagnai espone Gianni Dessì

La Galleria Alessandro Bagnai di Via Coluccio Salutati 4/r a Firenze apre le porte dal 19 marzo ad una mostra di Gianni Dessì, considerato uno degli interpreti più significativi dell’astrattismo contemporaneo, che si nutre di colore, materia, gesto, luce e simboli. E’ una sperimentazione linguistica tra pigmento e materiali anomali, è un gioco pittorico dove l’analisi cromatica coincide con una nuova visione luminosa e spaziale, e dove ogni costruzione compositiva ruota, come fosse perno, intorno a un simbolo, figura astrattamente enigmatica, misteriosa, segreto da codificare.In questa mostra Dessì espone i suoi ultimi lavori, raccolti intorno ad un’idea di Panorama, come veduta d’insieme, come affaccio avvolgente sulla pittura, luogo nel quale è manifesta la visione dell’artista e che al pubblico si chiede di visitare, abitare anche solo fosse per un momento. Sono presenti diverse opere di grande formato e una grande scultura che per dimensioni e colore tendono a saturare lo sguardo. Il rosso è il colore dominante, si distende e articola le ampie superfici, sino ad occupare anche lo spazio circostante, dove forma e materia si mettono in gioco.Nella sala centrale sono poste tre opere in vetroresina, anche queste di grandi dimensioni, incorniciate da un bordo, rispettivamente blu, rosso e nero. I lavori in vetroresina, ai quali nell’ampia retrospettiva al MACRO di Roma del 2006 è stata dedicata un’intera sala, testimoniano un’importante evoluzione stilistica nella poetica dell’artista, sia dal punto di vista formale che dal punto di vista narrativo. C’è una contaminazione tra pittura e scultura, forme geometriche nette sono dipinte sulle superfici estendendosi anche alle pareti, all’architettura dei luoghi dove s’inseriscono. Già nei testi del volume pubblicato nell’occasione della mostra al MACRO, curata da Danilo Eccher, si sottolineava come in queste opere si avvertisse una nuova drammaturgia, una nuova teatralità occulta, una monumentalità carica di tensioni e conflitti. La materia crea superfici misteriose e indecifrabili, l’ambiguità sta anche nella consistenza della vetroresina solida, resistente, elastica che, nella sua trasparenza appena accennata, tradisce un’origine liquida e viscosa, una sorta di umore vitreo.L’ultima sala della galleria Bagnai è occupata da un’enorme scultura completamente bianca, una grande figura umana apparentemente senza testa (in realtà la testa è accennata dipinta in rosso sul muro) che appoggia le mani a terra, creando tre archi attraversabili. La scultura è un corpo che si fa architettura, disegna un varco, una soglia, un accesso tra pieno e vuoto, dimensiona lo spazio nella gravità della “misura”; peso reale e virtualità della pittura. In questa zona liminare, sembra collocarsi lo sguardo dell’artista - come lo stesso Dessì scrive - nei confronti della pittura intesa come un tutto da abitare, esperire ed interpretare. In contemporanea con la mostra è in uscita l’ultima fatica di Sergio Rubini “Colpo d’occhio”, interpretato da Riccardo Scamarcio, per la quale Dessì ha creato e prestato opere divenute parte integrate della storia del film.Di notevole rilievo si segnala inoltre, la collaborazione di Gianni Dessì alla creazione della scenografia dell’opera “Il Castello del Duca Barba Blu”, di Bela Bartock, per la regia di Peter Stein, diretta da Daniel Harding, in programma al Teatro la Scala di Milano il prossimo maggio.L’arte di Gianni Dessì è un’arte colta e vitale, che non può essere solo vista ma anche ‘sentita’. Dessì è analitico, intellettuale ma anche passionale, poetico ed enigmatico così come la sua visione è attenta, curiosa ma anche imprevedibile.
Fabrizio Del Bimbo

Nessun commento:

TuttaToscana

Dove, come, quando e perchè?
Mostre, eventi, folklore, avvenimenti, cultura, teatro...