sabato 8 marzo 2008

Guido Reni in mostra al GDSU di Firenze

Nell’alterna fortuna critica dell’arte di Guido Reni, segnata dall’ammirazione dei contemporanei, dall’entusiasmo degli acquirenti del Grand Tour, ma anche dalla successiva svalutazione e dall’oblio, la mostra aperta dal 15 marzo al 1° giugno 2008 presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi segna un’occasione per riconsiderare l’opera di un artista dal tratto sublime, uno dei disegnatori più prolifici del Seicento. L’esposizione, curata da Babette Bohn, getta luce sul percorso artistico e le diverse funzioni della intensa attività disegnativa di Guido, grazie all’esame del fondo grafico degli Uffizi e alla ricerca di disegni ascritti ab antiquo a Reni e ai suoi allievi più fidati e ai molti altri che si accalcavano nelle “stanze” del maestro. L'esposizione dei più celebri fogli del pittore bolognese, di cui agli Uffizi si conserva un nucleo cospicuo e più volte segnalato dalla bibliografia, ma non ancora fatto oggetto di un’analisi complessiva, è affiancata da quella di disegni dovuti ad artisti talora ugualmente noti (come Simone Cantarini) o comunque rilevanti (come Giovanni Lanfranco, Guido Cagnacci, Domenico Maria Canuti), tal altra strettamente legati al linguaggio del maestro (come Giovan Francesco Gessi e Giovanni Andrea Sirani), infine, in taluni casi addirittura rari e significativamente testimoniati ab antiquo proprio nelle raccolte grafiche medicee. Il percorso che guida l’esposizione delle 112 opere in mostra, che include una scelta mirata anche di fogli reniani in altre collezioni italiane, si apre prendendo in considerazione i maestri e gli artisti che influenzarono Guido Reni, come Denys Calvaert e i Carracci. Segue un nucleo di 53 disegni autografi di Reni che consente da un lato di osservare il debito dell’artista nei confronti dei suoi predecessori e dall’altro di apprezzare come egli sia riuscito a imporre un suo personalissimo stile. Infine l’osservazione della sua eredità artistica presso i contemporanei e i successori, resa possibile grazie alla presenza di un prolifico atelier, corona l’analisi formale e storica qui condotta grazie alla vasta esperienza della curatrice nel campo dell’arte bolognese di Cinque e Seicento. La mostra intende coniugare alla ricognizione sistematica e filologica delle opere reniane nel vasto fondo del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi una prospettiva storica volta a evidenziare la validità, i limiti e le caratteristiche dell'apporto storico-critico di Malvasia, alla luce delle attuali conoscenze critiche.
Nicoletta Curradi

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