sabato 8 marzo 2008

A Ferrara l'opera del Garofalo

Diamo uno sguardo anche a cosa accade nel mondo dell'arte fuori dalla nostra regione: in Emilia Romagna, esattamente a Ferrara sta per verificarsi un evento eccezionale, la prima mostra di Ermitage Italia, che si aprirà il 5 aprile del 2008, negli affascinanti e simbolici spazi del Castello Estense, dedicata al massimo esponente del Cinquecento ferrarese, il Garofalo. Un omaggio alla città emiliana scelta come sede del grande museo russo in Italia, la cui inaugurazione ha avuto luogo il 20 ottobre scorso alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, e un omaggio all’età rinascimentale, che ha visto Ferrara tra le principali capitali culturali d’Europa. In particolare i curatori dell’evento – Tatiana Kustodieva e Mauro Lucco, con la collaborazione di Michele Danieli e con il contributo dei direttori scientifici di Ermitage Italia, Irina Artemieva e Francesca Cappelletti e del presidente del comitato scientifico della neonata Fondazione, Michail Piotrovsky (direttore generale del Museo Ermitage di San Pietroburgo) – intendono realizzare la prima grande mostra monografica dedicata a Benvenuto Tisi detto il Garofalo, il “Raffaello ferrarese” secondo la definizione dei suoi contemporanei; e in tal senso una serie di prestiti superbi dai principali musei internazionali – tra cui la National Gallery di Londra, lo Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Museèe du Louvre di Parigi, il Kunstinstorisches Museum di Vienna, la Galleria Borghese e i Musei Capitolini di Roma, gli Uffizi di Firenze e il Museo di Capodimonte a Napoli – consentiranno di ricostruire la parabola artistica del grande pittore.Garofalo infatti non è stato ancora adeguatamente indagato in un’esposizione temporanea in Italia e, tuttavia, fu proprio questo artista – già definito “moderno” dal Vasari, per la sua pittura e per il suo stile di vita – ad influenzare, per molti aspetti, il percorso seguito dalla scuola locale nella prima metà del Cinquecento.In particolare appartengono alle collezioni del Museo sulla Neva tre eccezionali dipinti, di grandi dimensioni, realizzati da Garofalo per il convento di San Bernardino negli anni 1530: “Le nozze di Cana”, la “Cristo cade sotto la croce” e una strabiliante “Allegoria del Vecchio e del Nuovo Testamento” di metri 3,18 x 2,57.Quest’ultima tela, specialmente, risulta interessante non solo perché la composizione è una variante di un analogo soggetto conservato nella Pinacoteca di Ferrara, ma anche perché, per più di una cinquantina d’anni, l’opera era rimasta arrotolata e, solo quest’anno dopo un accurato restauro, è tornata ad essere fruibile per il pubblico.Inoltre il percorso espositivo si arricchisce di molte opere, dipinte da Garofalo per Ferrara, che tornano in città dopo secoli di dispersione, molte della quali esposte per la prima volta in Italia assicurando un quadro esaustivo della produzione dell’artista. Proprio la scelta di focalizzare l’attenzione sull’artista che operò per una committenza diversificata, compresa la corte degli Estensi, impone di limitare i confronti con altri esponenti della scuola ferrarese a poche, ma fondamentali, opere: la “Sibilla”di Dosso Dossi, fiore all’occhiello delle collezioni dell’Ermitage, e, sempre di Dossi, il “Paesaggio con scene di vita di santi” dal Puskin di Mosca o una bellissima Madonna dagli Uffizi; pochi importanti lavori di Domenico Panetti, considerato il maestro di Garofalo, e di Boccaccio Beccaccino e – impossibile da eludere in qualunque ricerca dedicata alla pittura del rinascimento ferrarese – alcuni capolavori di Francesco Francia, che dette un contributo fondamentale nella diffusione di una nuova comprensibilità e di un nuovo equilibrio nelle soluzioni delle strutture compositive. Dall’Ermitage giungeranno dunque per l’occasione uno straordinario dipinto firmato da Francia, eseguito nel 1500 per la cattedrale di San Petronio a Bologna -la “Madonna in trono con i santi Francesco, Lorenzo e angeli musici” - e ad un piccolo delizioso “Compianto su Cristo morto” La mostra si completerà con un itinerario cittadino attraverso le tante testimonianze lasciate nella città degli Estensi dal grande Garofalo.
Nicoletta Curradi

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