venerdì 14 marzo 2008

Un'opera mai restaurata di Giorgio Vasari: adArezzo un convegno e una mostra

La pala Albergotti, dipinta da Giorgio Vasari intorno al 1567, è al centro di un convegno internazionale dal titolo "L’INGEGNO E LA MANO. Restaurare il mai restaurato" , che apre le celebrazioni per il cinquecentenario della nascita del genio aretino, organizzato dalla Provincia di Arezzo e Confartigianato nazionale con Banca Etruria in qualità di main sponsor. Il convegno si svolge dal 28 al 30 marzo ad Arezzo nel Palazzo della Provincia. Ne hanno parlato il 13 marzo in conferenza stampa alla Biblioteca degli Uffizi a Firenze Emanuela Caroti, Assessore alla Cultura della Provincia di Arezzo, Isabella Droandi, restauratrice RICERCA e membro del Comitato Scientifico del Convegno Arezzo, Giorgio Guerrini, Presidente diConfartigianato nazionale, Paolo Schiatti, Vicedirettore Generale Banca Etruria.
L'opportunità di un confronto internazionale prima di procedere al restauro – appuntamento eccezionale nel suo genere - è stata data dai risultati delle indagini diagnostiche effettuate sull'opera di Giorgio Vasari, Incoronazione della Vergine.
E’ emerso infatti che la Pala Albergotti - una tra le opere meno indagate dell’artista - sembra non essere mai stata "toccata" da nessun tipo di restauro. E’ questa una caratteristica decisamente rara, e rappresenta una opportunità di conoscenza, di confronto e di condivisione che viene offerta alla comunità scientifica della conservazione attraverso il convegno internazionale che si terrà ad Arezzo il 28, il 29 e il 30 marzo. In questi tre giorni sono stati invitati operatori ed addetti ai lavori da tutto il mondo ad esporre le loro esperienze di restauro e a discutere le problematiche, le tecniche e i materiali che è più opportuno usare.
L’opera, un olio su tavola di 5 metri per 4, con una cornice monumentale intagliata, dorata e dipinta. è composta da una grande tavola che raffigura l’Assunzione e l’incoronazione della Vergine e due tavole laterali con i Santi Donato e Francesco e otto tavolette poligonali della centina che raffigurano le Sante, fu eseguita dal Vasari per il fiorentino Filippo Salviati intorno al 1567. In seguito fu acquistata per 200 scudi dal giurista aretino Nerozzo Albergotti per la sua cappella di famiglia nella Pieve di Santa Maria ad Arezzo, dove vi rimase fino al 1865, quando venne spostata in Badia durante il radicale restauro della Pieve.
La tavola centrale, che si trova nel cantiere allestito appositamente all’interno della Badia delle sante Flora e Lucilla di Arezzo, sarà visibile per piccoli gruppi guidati durante il convegno, mentre le due tavole laterali con i santi Donato e Francesco e le otto tavolette poligonali saranno oggetto della mostra "Vasari visto da vicino. Le tavole laterali della pala Albergotti" allestita nella sala del Museo Medievale e moderna aperta dal 28 marzo fino al 13 aprile.
L’evento è organizzato dalla Provincia di Arezzo e dalla Confartigianato, in collaborazione con la Regione Toscana, Comune di Arezzo, Soprintendenza per i Beni APPSAE di Arezzo, Curia Vescovile di Arezzo, Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Arezzo, e reso possibile grazie anche al contributo di Banca Etruria che ha una tradizione consolidata in interventi di sponsorizzazione dall’elevata valenza artistica e culturale. Il restauro è a cura di RICERCA.
Nicoletta Curradi

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