martedì 1 luglio 2008

Alfredo Meschi in mostra a Barga (LU) dal 5 luglio

La Fondazione Ricci Onlus presenta dal 5 luglio la mostra "Il sentimento della natura nell’opera di Alfredo Meschi (Lucca 1905-1981)" curata da Gioela Massagli e Giovanni Battista Meschi.

“Posso dire di aver scoperto il paesaggio per la prima volta, e con emozione volta a volta diversa e sempre di rinnovata fascinazione, seguendo il Meschi nella sua ricerca appassionata e silenziosa, anzi dissimulata, del paesaggio dell’anima e dell’ora. Ed era il paesaggio della Lucchesia”. Così Carlo Ludovico Ragghianti, amico di Alfredo Meschi e frequentatore sin da giovane del suo studio, scrive nel catalogo della mostra dell’artista a Palazzo Mansi nel 1979. Al paesaggio senza dubbio l’artista si è dedicato tutta la vita, cercando di equilibrare, sempre secondo Ragghianti, fantasia e realtà, evidenziando una certa componente romantica, e non di rendere un’analisi della natura esclusivamente ottico-percettiva.
La mostra ricostruisce attentamente l’attività di questo particolarissimo artista, nato a Lucca nel 1905 dove ha vissuto fino alla sua morte, avvenuta nel 1981. Settanta opere circa documenteranno oltre quarant’anni della sua attività, analizzando le varie fasi del suo percorso artistico. Alfredo Meschi, chiamato non a caso “il pittore di Lucca per antonomasia” per i numerosissimi dipinti dedicati alla sua città natale, ha raffigurato Lucca non solo nei suoi aspetti antichi e monumentali ma anche in quelli quotidiani, minori, inediti: dalle strade silenziose, alle chiese più o meno note - San Giovanni, La chiesina della Rosa, San Frediano dalle mura - immerse in cieli luminosissimi o plumbei, dalla ricchezza di spazio e di luce delle mura, ai giardini incastonati tra le case - Orto Bottini, Orto Micheletti, Giardino botanico - fino alle molte vedute panoramiche sui tetti, eseguite dall’interno o dall’esterno dello studio nella torre medievale di San Gervasio.
Un’ampia sezione mostrerà i dipinti dedicati alla Garfagnana, dove ogni anno, da giugno a settembre, a partire dagli anni Cinquanta, Meschi si trasferiva, trovandovi qualcosa di prezioso e consono alla sua sensibilità: l’autenticità di un ambiente umano conservatosi intatto - come scrive la curatrice Gioela Massagli -, testimoniato soprattutto da un gran numero di interni, con effetti di controluce molto insistiti e armonie di colori caldi e vellutati.

Fabrizio Del Bimbo

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