Uomo depravato, circondato di persone inette e profittatrici i “ruspanti”. Interprete della dissolutezza….questa è l’immagine che la critica e la letteratura hanno tramandato di Gian Gastone, l’ultimo Granduca de’ Medici, quasi che la “dissolutezza” fosse stata causa della “dissoluzione”del grande regno.
L’occasione, dettata dal ritrovamento della sua sepoltura durante i lavori del Progetto Medici e dagli studi derivanti, porta a leggere diversamente la figura di Gian Gastone. La sua personalità appare oggi fortemente contrassegnata da una grande malinconia, una tristezza profonda che inclinava, fin da bambino, verso la depressione.
I contemporanei lo indicarono come “principe di gran mente, di somma affabilità e di una volontà tutta inclinata al pubblico bene”. Mostrò fin da giovanissimo grandi doti diplomatiche, grazie anche alla conoscenza di almeno quattro lingue straniere. Sensibile a tutte le arti, che aveva frequentato con grande diletto, colto e raffinato, come si addiceva ad un principe, la sua vita sarebbe stata segnata dal “dovere politico” verso la casata e verso lo stato, una stretta ‘rete’ che lo costrinse senza soluzione di continuità. Vissuto per molti anni all’ombra dell’ estroverso fratello il gran principe Ferdinando, fu intemperante verso il padre Cosimo III, ai cui ordini comunque dovette sempre piegarsi.
Questo e molto altro nel volume di studi, casa editrice Giunti, in uscita il prossimo autunno.
La mostra, ospitata nella Cappella dei Principi, si compone di più sezioni.
Una selezione iconografica che lo raffigura in varie fasi della sua vita; una scelta accurata di monete e sigilli legati al regno dell’ultimo Granduca; una raccolta di documenti e manoscritti che testimoniano l’attività politica del Principe: lettere autografe, libri, pergamene e documenti che disciplinavano la vita pubblica e privata della Toscana per terminare con la Relazione dell’ultima malattia morte e sepoltura, di Gian Gastone, edita nel 1737.
Al centro della Cappella, entro una vetrina ottocentesca ottagonale, restaurata per l’occasione, trova posto il ‘tesoro’ scoperto durante i lavori del Progetto Medici: le magnifiche medaglie d’oro di Luis Siries, la corona Granducale, la lastra dedicatoria… e quanto altro legato all’ultimo atto dei Medici e al “magnifico funerale”, voluto dal nuovo granduca Francesco Stefano di Lorena, allestito, secondo le indicazioni di Anna Maria Luisa de’ Medici, in San Lorenzo il 9 ottobre 1737, con il progetto scenografico e teatrale di Ferdinando Ruggieri. Si tratta dell’ultimo atto della storia medicea, concepito nella tradizione delle celebrazioni pubbliche (matrimoni, nascite, funerali) fin dagli inizi del Granducato nella seconda metà del Cinquecento.
Gian Gastone (1671-1737)
Testimonianze e scoprte sull'ultimo Granduca de' Medici
Dal 16 luglio al 2 novembre 2008
Museo delle Cappelle Medicee
Nicoletta Curradi
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