lunedì 12 maggio 2008

Gli antichi fiamminghi alla Galleria Palatina

I dialoghi artistici Tra Firenze e i Paesi Bassi nel periodo compreso tra il 1430 ed il 1530 sono al centro di una mostra alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, aperta dal 20 giugno fino al 26 ottobre 2008.
Infatti, grazie agli intensi rapporti commerciali ed artistici con gli antichi Paesi Bassi, e all’importanza delle scuole pittoriche di quelle regioni, nel Quattrocento è notevole in Italia, e in particolare nella Firenze dei Medici, l’interesse per i dipinti fiamminghi.
L’adozione, nella tecnica pittorica, dell’olio come legante dei colori, benché già nota fino dal Medio Evo, assume allora larga diffusione sotto l’influsso degli innovativi e brillantissimi risultati della pittura di Jan van Eyck e dei suoi numerosi imitatori e seguaci, promuovendo anche a Firenze una domanda assai significativa attestata dalla presenza di molte opere provenienti dal Nord. Membri di importanti famiglie fiorentine come i Portinari, i Baroncelli, i Pagagnotti, i Tani, accreditati a Bruges come rappresentanti di imprese commerciali e bancarie quali il Banco dei Medici, agirono, nel campo artistico, come elementi di congiunzione tra il mercato locale e la richiesta dall’Italia, facendosi intermediari o acquirenti di opere destinate a dar lustro alle chiese, ai palazzi, alle ville fiorentine, o alle loro proprie abitazioni e cappelle a Firenze e al Nord.
Anche presso gli artisti, le innovazioni della pittura neerlandese suscitarono un interesse straordinario. La presenza a Firenze di capolavori di Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Hans Memling, nonché di vari altri maestri degli antichi Paesi Bassi, e in particolare l’opera più celebre e più monumentale, il Trittico Portinari di Hugo van der Goes arrivato nella chiesa di Sant’Egidio nel 1483, ebbe un impatto vigoroso e profondo nell’ambiente artistico locale. Dal Beato Angelico e da Filippo Lippi a Botticelli, Leonardo, Perugino e Ghirlandaio, da Lorenzo di Credi a Fra’ Bartolomeo, fino a Raffaello, Andrea del Sarto e Pontormo, la magica poesia della luce e dell’osservazione analitica dei paesaggi, degli interni e delle cose che conferiscono consistenza tattile ed emotiva ai personaggi e agli ambienti, entra con le più varie sfumature a far parte integrante del linguaggio figurativo del rinascimento fiorentino.
La mostra si propone di offrire una panoramica delle opere neerlandesi presenti a Firenze nel periodo 1430-1530, attraverso una scelta mirata di capolavori dei grandi maestri da Jan van Eyck a Luca di Leida, commissionati e acquistati dai banchieri e mercanti fiorentini impegnati per i loro affari a Bruges. Quelle opere spesso di piccolo formato, soggetti sacri o ritratti legati a formare dittici e trittici dipinti anche sul verso, divennero modelli di tecnica pittorica e di soluzioni iconografiche per la produzione dei maestri fiorentini e delle loro botteghe. Venduti poi dai discendenti delle famiglie che li possedevano, smembrati e dispersi sul mercato antiquario, e finalmente acquisiti dai più importanti musei e collezioni, vengono almeno in parte ricomposti e presentati integralmente qui per la prima volta dopo vari secoli. E’ il caso dei due trittici Pagagnotti del grande Hans Memling e del Maestro della Leggenda di Sant’Orsola, le cui tavole sono oggi divise tra musei di Cherbourg, Fiesole, Firenze, Londra e New York.
La fortuna degli esempi nordici viene documentata anche da una scelta di incisioni, veicolo della larghissima diffusione di tipologie, soggetti e soluzioni formali.
Accanto, la mostra propone una serie di dipinti e miniature fiorentini contemporanei, per illustrare la risposta (anzi le risposte) degli artisti locali. Con accostamenti a volte straordinariamente stimolanti, viene evidenziata l’attenzione ai modelli, ma anche la radicale diversità della concezione spaziale e la piena indipendenza delle soluzioni pittoriche, nei temi sacri e nei ritratti di Andrea del Castagno, del Ghirlandaio, del Botticelli, del Perugino, di Raffaello. E non certo a caso, riprende vigore la produzione di piccoli dittici e trittici portatili, con gli sportelli chiudibili dipinti a monocromo sui versi da Filippino, da Fra’Bartolomeo o da Mariotto Albertinelli, con sottigliezze luministiche che ben poco hanno da invidiare ai prototipi fiamminghi.
La mostra rappresenta anche un modo di celebrare il cinquantesimo anniversario dell’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte, che si trova in Viale Torricelli a Firenze. Durante il mezzo secolo della sua esistenza, questa istituzione ha fatto dello studio sistematico dell’arte fiamminga e olandese nei suoi rapporti reciproci con l’arte italiana, una fondamentale e costante componente del suo programma di ricerca.
Il confronto diretto fra capolavori delle scuole pittoriche fiorentine e degli antichi Paesi Bassi nel periodo scelto, che produsse opere tra le massime espressioni della pittura europea, viene proposto per la prima volta con il duplice scopo di verificare l’effettiva realtà dei reciproci influssi ma anche la sostanziale autonomia stilistica delle due scuole; e di sottolineare la cordiale intesa fra le due culture, valida ancora oggi attraverso il comune impegno di studi in Olanda e Italia.
Galleria Palatina, Palazzo Pitti
Dal 20.06 al 26.10.2008
Nicoletta Curradi

Nessun commento:

TuttaToscana

Dove, come, quando e perchè?
Mostre, eventi, folklore, avvenimenti, cultura, teatro...